Pieno successo di pubblico e di critica agli Animosi per “Hello Dolly” nel cinquantesimo anniversario della morte di Anacleto Francini.

domenica 22 maggio
Al Teatro degli Animosi le prime due serate di Hello Dolly, commedia musicale brillante liberamente tratta dall’opera “The Matchmaker dell’americano Thorton Wilder hanno ricreato il clima di Broadway nel Teatro che fu di Anacleto Francini ricevendo l’apprezzamento di un pubblico numeroso ed entusiasta. Questo musical parla di una giovane ed attraente vedova, Dolly (interpretata da Arianna Gurioli) Al centro della vicenda Dolly Levi, affascinante vedova che, stanca di essere sola, decide di conquistare un ricco e parsimonioso commerciante. Inizia così una divertente girandola di colpi di scena che conduce all’immancabile ricongiungimento finale. Uno dei più amati musical di tutti i tempi. Una briosa commedia dove l’intraprendente protagonista dà vita a spassosi equivoci, sorprendenti colpi di scena e romantiche parentesi sentimentali. Un’esuberanza straripante sia del testo che della musica che pone l’accento sui dialoghi, sull’energia delle coreografie e sull’eleganza dei costumi e delle scene L’Accademia degli Animosi, per l’occasione sotto la direzione della regista Jolanda Perrotta ha messo un scena un lavoro di ottima fattura. La signora Perrotta che si è avvalsa delle suggestive scenografie del marito Giancarlo Ceccaglia e delle coreografie di Enrica Piancastelli ha indovinato costumi ed interpreti, tutti promossi, dai protagonisti principali, Arianna Gurioli, nel difficile compito che è stato di Barbara Streisand e nella versione italiana, per la Tv, di Loretta Goggi, e Marco Maretti, alle comparse. Una gradita conferma quella di Silvana Barzagli, già nota al pubblico marradese per le sue interpretazioni negli anni settanta nella “Filodrammatica marradese”.Menzione speciale per l’ eclettica Chiara Benedetti per Daniela Gentilini e Giulio Miniati. Dopo quindici anni finalmente un lavoro teatrale che rinnova la importante tradizione del Teatro leggero a Marradi, che ha avuto in Anacleto Francini, di cui quest’anno ricorre il cinquantesimo della morte, la sua massima espressione.