E’ morto Giorgio Celli negli anni ottanta fu a Marradi con il Sindaco Consolini ed il pittore Enrico Visani suo grande amico.

Giorgio Celli
lunedì 13 giugno 2011 – Si è spento all’età di 76 anni, a Bologna, l’etologo Giorgio Celli. Noto entomologo e personaggio televisivo molto amato per le sue trasmissioni sugli animali, Giorgio Celli grande amico del pittore Enrico Visani, nostro concittadino, era stato a Marradi in compagnia di Enrico Visani negli anni ottanta per le manifestazioni campaniane, ospite del Sindaco Enrico Consolini. Molti cataloghi e pubblicazioni sul pittore Enrico Visani contengono prefazioni e scritti di Celli in particolare ricordiamo Visani: omaggio a Maeterlinck dove Celli scrive fra l’altro: “L’insetto é, per l’uomo, l’abitatore della lontananza. La proiezione antropomorfa, quella pulsione centrifuga, che si manifesta attraverso la percezione, e la successiva identificazione, del simile col simile, che ci svela nell’animale un nostro prossimo inferiore, un nano della mente, che evoca nel cane un fratello minore un po’ incapace, o nel gatto, ombra tutelare della casa, un inquilino minimo, questa facoltà visionaria, mistica, che va dall’uomo all’uomo tramite l’animale, si congela, di fronte all’insetto, contagiata da un oscuro ribrezzo, si ottunde contro l’esperienza metafisica dell’assolutamele diverso.
L’uomo é un attore naturale, un Proteo psicologico, capace di far rivivere in sé un bestiario, una costellazione di animali: può divenire uccello, e nuotare nell’atmosfera liquida del suo desiderio, o far naufragio, pesce ot mollusco, nell’oceano dei sargassi di un ritorno alla nascita, ma non riesce, lo si direbbe proprio, a calarsi nell’insetto”. Ed ancora “L’ape rappresenta una nostra possibile perdita dell’anima. Una perdita, che ci tenta, e ci spaventa, e che Visani commenta con un magistero grafico seccamente diretto, e quasi perentorio. La sua ape é, per cosi dire, un animale soggetto a parziale rimozione. Visani la raffigura con la violenza, e il consenso, con la stupefazione, e la lucidità, di un anatomista intento a cercarsi, a spiarsi, nel corpo che sta dissezionando, o che lo abbaglia, comunicandogli, con il gelo, e la distanza, della morte, un senso estatico di malata prossimità. Le nozze dell’ape, quella esplosione organica consumata al vertice del cielo, il rito tribale del genocidio dei maschi, grande faida sessuale, il mistero eleusino in cui si celebra la nascita, la salita dagli inferi, della crudele monarca, i percorsi della mappa a misura d’ape del mondo, sono trattati da Visani come eventi, vorrei suggerire, insieme zoologici e antropologici. Le sue escursioni grafiche nell’universo di questo nostro «doppio-non-conforme» sono favole di un Esopo moderno e amaro, contemporaneo degli etologi, che diffida della proiezione antropomorfa, ma che riconosce nell’ape un «mostro di famiglia». Il suo omaggio a Maurice Maeterlinck, il più eminente «storico dell’alveare», é tutto in questa celebrazione, e negazione, impossibili. Altri scritti di Celli per le opere di Enrico Visani, dall’Appennino all’Acropoli, nel catalogo Enrico Visani,I percorsi della memoria dipinti dal 1988 al 1991 e nel catalogo Enrico Visani dipinti dal 1991 al 1998 con testimonianze di Marilena Pasquali, Alessandro Parronchi,Pier Carlo Santini,Giorgio Celli, Franco Solmi, Remi De Cnodder, Galleria Stefano Forni Tipo Litografia Molinella (Bo). La redazione Marradi Free News ricorda questo straordinario divulgatore di grande umanità verso gli animali e la natura.