LA CONFERENZA DI STEFANO DREI SULLE FOTO DI CAMPANA E DI FILIPPO TRAMONTI

Filippo Tramonti
domenica 1 aprile
Venerdì scorso abbiamo partecipato, alla Pinacoteca Comunale di Faenza, alla Conferenza del prof. Stefano Drei, docente del Liceo Classico Torricelli di Faenza, dal titolo Verso i cento anni dalla pubblicazione dei Canti Orfici di Dino Campana Nell’antico palazzo rosso. Dino Campana a Faenza.L’«antico palazzo rosso» è ricordato da Dino Campana come sede della Pinacoteca Comunale. Si tratta del ricordo di una visita effettuata un decennio dopo l’anno scolastico passato come studente del liceo classico che, come è noto per tutti i faentini, ha la sede nello stesso palazzo della Pinacoteca. Di questa visita Campana ricorda alcuni autori, come Ribera e Baccarini, e alcune opere come la Pala Bertoni e il San Giovannino. Stefano Drei ha poi minuziosamente illustrato anche la vicenda della foto dell’anno scolastico 1900-1901 che ritrae diciotto studenti divisi in tre file. Tra questi era stato identificato Dino Campana ma le ricerche di Stefano Drei hanno documentato come questa identificazione fosse sbagliata e l’alunno della foto sia in realtà Filippo Tramonti nato a Biforco di Marradi nel 1882 e morto a Bologna il 23 settembre 1945. Il suo coetaneo, che nella foto appoggia la destra sulla spalla dell’amico, che non è Dino Campana, è Francesco Naldoni di Palazzuolo, morto il 18 luglio 1944 nel suo podere di Campergozzole.
Cade così un altro falso su Dino Campana. La miracolosa scoperta della foto di Campana al Liceo Torricelli è stata annullata da un controllo esercitato sul documento con un’apparecchiatura a raggi infrarossi, il Multispectral System, che viene usata per i palinsesti, e, dietro ad una crosta di ossido di titanio (un pigmento usato dai pittori), è apparso chiaramente leggibile il cognome “Tramonti”.
Stefano Drei ci ha tuttavia regalato il ritrovamento e l’identificazione di una foto di un Campana escursionista, fotografato nel gennaio del 1912 ai piedi della cascata dell’Acquacheta con un gruppo di amici faentini.

Rodolfo Ridolfi