RIcordando Pietro Nenni

nenni-300x234mercoledì 30 dicembre.

Che nel 2016 l’Italia si liberi dall’usurpatore di Firenze e torni a sventolare il tricolore di un Governo legittimo espressione della maggioranza degli italiani.

Pietro Nenni scriveva nel suo ultimo articolo “Rinnovarsi o perire” “Tutto è in questione, tutto è posto di fronte all’alternativa di rinnovarsi o perire”, un invito, un ammonimento. Certo è che, letta trenta sei anni dopo, la frase di Nenni mantiene intatta la sua grande forza ideale e morale. Pietro Nenni moriva trentasei anni orsono il 1 gennaio del 1980, quando ormai il PSI era saldamente nelle mani del suo delfino, Bettino Craxi. Il PSI sotto la guida di Bettino Craxi intraprenderà la stagione della sua modernizzazione attraverso il percorso del “socialismo tricolore” per poi concludere la sua centenaria storia sotto i colpi dei comunisti alleati con le toghe rosse. Pietro Nenni, che era nato Faenza, isola bianca della Romagna, il 9 febbraio 1891 da una famiglia umilissima e che era stato amico di Mussolini, ha rappresentato per oltre mezzo secolo la storia e gli ideali del Socialismo e del Partito Socialista Italiano. L’ultimo ricordo che ho di uno dei “famosi comizi” di Nenni è del 1974 a Faenza nel vecchio palasport e poi al Circolo Bubani dove il vecchio leader era accompagnato proprio da Craxi e dal sindaco Giorgio Boscherini. Ricordo anche con sofferenza come negli anni del “prodismo incipiente” a Faenza i catto-comunisti delle coop bianche e rosse volessero addirittura cancellare Piazza Pietro Nenni e come noi socialisti di Forza Italia ci battemmo perché ciò non avvenisse. Bettino Craxi, Pietro Nenni e Giuseppe Saragat rappresentano l’orgoglio socialista che si riprende la rivincita storica contro il Pci e la Dc del compromesso storico. Parlare di Nenni significa parlare anche degli anni del frontismo e della peculiare e paradossale situazione di fine anni ’40 quando Nenni e il Psi avevano i voti e i militanti, Saragat e il Psdi la classe dirigente e i quadri intermedi. Nella primavera del 1947 De Gasperi si recò negli Usa ed al rientro estromise comunisti e socialisti dal governo varando una formula di governo quadripartito centrista composta, oltre che dalla Dc, dai repubblicani di Pacciardi (Pri), dai liberali di Einaudi (Pli) e dai socialdemocratici di Saragat (Psli) che assumerà la Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria (1956) magnificata da Giorgio Napolitano, Nenni si riavvicinò a Saragat, proponendo ed ottenendo la riunificazione tra le due diverse anime del socialismo italiano e, dopo aver intrapreso la via dell’autonomismo, giunse a collaborare al governo con la DC di Fanfani e di Moro, con il PSDI di Saragat ed il PRI di Ugo La Malfa come vice presidente del consiglio e poi ministro degli esteri. Subì a sinistra la scissione del Psiup (1964) ma avviò nel 1966 la riunificazione con il Psdi di Saragat, destinata però a durare solo tre anni. Oggi possiamo tranquillamente affermare che la posizione anticomunista di Saragat fu assai lungimirante e vincente e poi confermata, nell’ultimo decennio del Novecento, dagli stessi avvenimenti storici. Saragat assunse ben presto posizioni riformiste moderate e filoatlantiche in contrasto con tutti gli altri partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti d’Europa aprendo la strada all’autonomismo nenniano ed al riformismo craxiano. De Gasperi, Saragat, La Malfa il 18 aprile 1948 sconfissero, il Fronte Democratico Popolare, con Berlusconi i socialisti sconfiggeranno nel ’94 la gioiosa macchina da guerra di Occhetto ed ancora fermeranno i catto-comunisti nel 2001 e nel 2008 sempre con Silvio Berlusconi. Il più grande errore di Nenni, fu la lista unitaria composta, dal Pci, dal Psi e da alcuni ex esponenti del Partito d’Azione. In questa competizione elettorale Giuseppe Saragat si presentò alla guida di una lista, composta dal suo Psli e da alcuni ex membri del Partito d’Azione che non avevano aderito al tandem Togliatti-Nenni, con il nome di Unità Socialista conquistando un eccellente 7 % di voti: questo fu il più significativo risultato mai conseguito dai socialisti riformisti prima di Craxi. Saragat fu uno dei sostenitori dell’apertura ai socialisti di Nenni che dopo i fatti d’Ungheria del 1956, avevano abbandonato l’opzione frontista con i comunisti di Togliatti. Contro Saragat e Nenni e poi contro Craxi, che hanno lasciato morire ad Hammameth, si scateneranno le ire e le accuse di tradimento della classe operaia, dei comunisti, che oggi in maniera ipocrita e strumentale sono anche disponibili, incoraggiati dai “socialisti opportunisti con la sindrome di Stoccolma”, ad usurparne l’eredità e a riproporre  il compromesso storico degli opportunisti addiritura con Renzi, Alfano, Casini,Verdini e compagnia cantante.

 Rodolfo Ridolfi

ll centenario Goffredo Ceroni (Tolmino) festeggia l’importante traguardo con amici e parenti. Gli auguri del Sindaco Menghetti.

 

12395071_10208278450028625_2137441197_nmartedì 22 dicembre

 Il 20 dicembre scorso è stato festeggiato con amici e parenti Goffredo Ceroni (Tolmino) nato il 20/12/1915 nella frazione di Misileo. I marradesi lo ricordano con affetto al pari delle figlie Gabriella e delle compiante Grazia e Paola. Lavoratore Enel x l’Alto Mugello (all’opera nella foto d’epoca), il centenario palazzuolese si dimostra ancora lucido nel ricordare la storia della sua vita. Durante i festeggiamenti a nome del paese il sindaco Cristian Menghetti, ha portato gli auguri e lo stesso Goffredo ha tenuto a ricordare un aneddoto che gli salvò la vita. In tempo di guerra venne arrestato dai tedeschi durante un rastrellamento e rinchiuso nelle carceri di Prato. Grazie al proprio ingegno sfiló i cavi elettrici dai muri e riuscì a farne una fune per fuggire, evitando la deportazione a Mauthausen per sè e per gli altri compagni di sventura. A Tolmino le felicitazioni della redazione.

 

“Una tazzina di caffè” con Donatella Lippi.

 

caffeSabato 19 Dicembre 2015 alle ore16,00

nei locali del Centro Studi Campaniani

Via Castelnaudary, 5 Marradi

“Una tazzina di caffè”

con  Donatella Lippi

 Professoressa di Storia della medicina e Medical Humanities

Università di Firenze

Introduce e coordina Mirna Gentilini, presidente Centro Studi Campaniani

Saluto di :

Tommaso Triberti , sindaco del Comune di Marradi

Rosanna Billi , presidente FIDAPA sezione di Marradi

Dopo lo scambio degli auguri natalizi, seguirà degustazione

 


Il Concerto IN TEMPO DI AVVENTO- “L’Immacolata Concezione”

cantante 2Il Concerto  IN TEMPO DI AVVENTO che si è tenuto martedì 8 dicembre grazie ad  Opera-In-Stabile non è stata soltanto l’ennesima iniziativa culturale-musicale di alto profilo messa in campo dalla meritoria Associazione che da cinque anni regala ai marradesi degli straordinari concerti di musica colta, ma il modo migliore di avvicinarsi al periodo natalizio come ha sottolineato molto opportunamente l’arciprete don Pellegrino Montuschi  che ha messo a disposizione l’antica Chiesa di San Lorenzo per il Concerto. Marradi Free News pubblica per l’occasione le importanti riflessioni contenute insieme al programma del concerto:

“Immacolata Concezione” è un Dogma Cattolico che viene celebrato l’8 Dicembre di ogni anno. Il primo ad esprimersi in favore di questo dogma fu Papa Sisto IV (1414-1484), che ne introdusse la festa liturgica. Successivamente, nel 1661, Papa Alessandro VII espresse il suo favore sia al dogma sia alla festa attraverso la Bolla “SOLLECITUDO”, festa che fu resa universale da Papa Clemente XI nel 1708. Con il protrarsi nei secoli dell’erronea credenza che il termine Immacolata Concezione si riferisse alla concezione di Gesù, Papa Pio IX nel 1854 chiarì e sancì nella Bolla “Ineffabilis Deus” come il dogma mariano fosse riferito a Maria resa immune da peccato originale “… la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio Onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale”. Le origini del “ Tempo di Avvento”risalgono alla fine del IV secolo e ci lasciano in eredità il più antico Inno Mariano conosciuto: l’ Inno Akathistòs. Questo Inno, insuperato gioiello di teologia e spiritualità, proietta il mistero natalizio a quello pasquale. “A-Kathistòs” significa “non seduti” poiché va cantato o recitato in piedi in segno di ossequio alla Madre di Dio. La trama del testo è retta da varie parti di canto gregoriano che lo rendono un sontuoso patrimonio musicale e spirituale. Dal V secolo ad oggi i compositori si sono costantemente rivolti a Maria dedicandole pagine di insuperata bellezza; dall’anno mille, che vede la nascita del testo “ Salve Regina”, non si è mai smesso di renderle omaggio: come mezzo di intercessione, come madre spirituale, come guida o semplicemente, per chi non crede, come madre. La festa di Maria cade nel Tempo di Avvento: questo tempo inizia dai Primi Vespri della Domenica più vicina al 30 Novembre e termina prima dei Primi Vespri di Natale. Le quattro Domeniche traggono nome dalle prime parole dell’ Introito AD TE LEVAVI – POPULUS SION GAUDETE – RORATE mCon la denominazione “CONCERTI e SONATE da CHIESA”, fin dal 1531 si indicavano i componimenti Sacri e Liturgici da eseguirsi tra un Ufficio e l’altro; la musica accoglieva e accompagnava i fedeli alla preghiera, favorendo una dimensione contemplativa e un rifugio per l’anima. Gli “Incipit” legati a questo tempo mostrano l’immagine di una porta o di un arco contenente una o più figure, il segno astrologico del Capricorno (che indica Maria) e San Giovanni Evangelista (custode del solstizio d’inverno). Queste guide iconografico simboliche, in parte retaggio del mondo pagano, si trovano ancora sulle immagini “Portative” o più comunemente dette “Santini” del XIX e primo trentennio del XX secolo, in alcuni casi centinato ad arco, particolare che rende l’oggetto di notevole pregio e valore. Sui documenti musicali queste indicazioni , anche in assenza di titolo, indicano a chi è dedicato il brano e a quale periodo del calendario liturgico è riferito. Nel manoscritto “acefalo” di Francesco Durante “Vergin tutta Amor” oggi in esecuzione, San Giovanni Battista in Incipit indica l’Avvento e alle sue spalle l’arco stellato che corona il Capricorno indica Maria rendendo immediata la catalogazione anche a bibliotecari non musicisti.

 

BARBARA BETTI- ERIKA CAPANNI