Presentato alla Feltrinelli il libro di Rodolfo Ridolfi “Matteo Bomba e le Coop rosse”

ottimalunedì 26 settembre 

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Si è svolta ieri alla Feltrinelli di Ravenna la presentazione dell’ultimo libro di Rodolfo Ridolfi: Matteo Bomba e le Coop rosse, di Rodolfo Ridolfi, edizioni Del Girasole. La presentazione introdotta e moderata da Nello Agusani e nella quale è intervenuto come vivace contraddittore Carlo Zingaretti. Numerosi gli interventi e le considerazioni del pubblico fra le quali  quelle del Consigliere della Provincia di Ravenna Oriano Casadio che si è soffermato sul capitolo di Banca Etruria. La presentazione   ha confermato, cosa assai nota  come l’autore non sia un polemista qualsiasi.  E’ stato esperto per la cooperazione presso il ministero del lavoro, dirigente nella presidenza del consiglio, sindaco di Marradi (in provincia di Firenze), consigliere comunale a Faenza (in provincia di Ravenna) e vicepresidente del Consiglio regionale dell’ Emilia-Romagna. Insomma, conosce bene e dall’interno le cooperative per esserne stato dirigente e  le regioni «rosse». E ha scritto libri sul tema, anche con editori importanti (Mondadori, per esempio). Dall’intervento dell’autore è emerso come«Nessuno meglio di chi vive in una Regione rossa avverte il soffocamento di un regime che pretende che i cittadini facciano la spesa alla coop, comprino il giornale alla coop, acquistino i farmaci alla coop, si facciano barba e capelli alla coop, si curino i denti alla coop, affidino i loro risparmi alla coop, nella coop sottoscrivano le polizze assicurative Unipol, per la costruzione della casa si rivolgano alla cooperativa, mangino alla mensa cooperativa, telefonino con “coop voce”, affidino le pulizie alla coop, si servano delle cooperative di professionisti, prendano i taxi e gli autobus delle cooperative, agli incroci si facciano pulire i vetri dai lavavetri coop, le ferie e i viaggi e il turismo rigorosamente coop, cantino e ballino in cooperativa e utilizzino perfino i servizi funebri coop». Ridolfi ha concluso  il suo intervento leggendo parte della recensione che ha fatto del suo libro il giornalista scrittore Rino Camilleri “…E che dire dell’accoglienza al migrante? «Più di 1.800.000 euro al giorno: tanto, nel 2013, ha speso l’Italia per garantire l’accoglienza», scrive Ridolfi. «E’ una torta luculliana che in Italia si spartiscono ormai da dieci anni veri e propri “colossi” del business dell’accoglienza». L’autore non si limita solo alla filippica, ma snocciola nomi e cifre e date, con tanto di note e citazioni. E io pago (copyright Totò). «Trattenere gli ospiti molto più a lungo del previsto è uno dei “trucchi” utilizzati dai gestori di molti Cara».  Tanto, c’è Pantalone (copyright Goldoni). E fosse solo quello. Il giornalista Bruno Vespa ha recentemente dichiarato quante telefonate pressorie ricevette per non mandare in onda la puntata di Porta a Porta sul caso Forteto. Se volete saperne di più, leggete Ridolfi. Un capitolo del cui libro si intitola «Il cappellano delle coop rosse» (p. 108). Se volete sapere chi è, leggete il libro (dopo esservi muniti di pasticche per il mal di fegato).

EDIZIONI DEL GIRASOLE S.R.L. ufficiostampa.girasole@virgilio.it

 

La Premiazione del Concorso nazionale Dino Campana all’Infinito di Brisighella un evento che onora la Cultura

F.Balucani premia G.Zambelli
F.Balucani premia G.Zambelli

sabato 24 settembre Si è svolta a Brisighella, uno dei Borghi più belli d’Italia, dove ha sede l’Officina Artistica creativa “L’Infinito” la cerimonia di Premiazione dell’edizione 2016 del Concorso Nazionale ispirato a “Dino Campana” dal Titolo “La Poesia ci salverà…” E’ G.Battista Zambelli, faentino,  con l’opera “Ritorno” il  vincitore della edizione 2016 del Premio “La Poesia ci salverà…”. La cerimonia di premiazione si è svolta questa mattina nella sala dell’officina creativa artistica “L’Infinito”. A consegnare i premi  insieme ai giurati, il consigliere della Provincia di Ravenna Oriano Casadio e l’Assessore alla Cultura del Comune di Brisighella  Alessandro Ricci. La giuria era  composta da Rodolfo Ridolfi (Direttore Responsabile Marradi Free News); Mirna Gentilini (Presidente Centro Studi Campaniani), Giancallisto Mazzolini (Accademia degli Incamminati), Lamberto Lilli (Presidente Accademia Il Fauno), Pape Gurioli (Direttore dell’Officina Artistica Infinito) Barbara Betti (Direttore di Opera-In-Stabile) Federica Balucani (Soprano), Gianna Botti (Scrittrice),  Maurizio Ferrini (Attore), Riccardo Monopoli (Attore-Regista), Massimo Scalini (Psichiatra).

O.Casadio premia G.Berti
O.Casadio premia G.Berti

Seconda classificata Giulia Berti la giovanissima mugellana di San Piero a Sieve, nata a Borgo San Lorenzo già vincitrice di numerosi premi, che ha grandemente impressionato con la sua opera “Breve Vita Lungarno” e terzo il marradese Lucio Gibin “L’Autunno della vita”. La giuria ha anche ritenuto di premiare, con menzione e diploma, come altamente meritori: Monica Guerra di Faenza “C’era una volta-Tredozio”, Bruna de Medici di Roma “Requiem per un amore”, Paola Carmignani di Altopascio “Se…”, Claudio Mecenero di Fagnano Olona (Varese) ”La ferita languente”, Martina Cappellidi Faenza“Attimo nel tempo” , Patrizia Socci di Empoli “Al di sopra”, Elena Faralli di Pistoia  “La Strada”, Alberta Tedioli  di Modigliana “Arcinarciso”

foto e reportage di Gianni Zampaglione (www.gzpictures.net)

A.Ricci premia L.Gibin
A.Ricci premia L.Gibin

gruppo interno

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La Liberazione di Biforco 18 settembre e di Marradi capoluogo 25 settembre 1944

BIFORCO-300x218venerdì 23 settembre

 Il 10 settembre, l’offensiva del generale Clark, che comandava la 5^ Armata, prese corpo. Gli americani avevano il compito di sferrare l’attacco principale lungo la strada Firenze- Firenzuola-Imola, i britannici si dovevano muovere sulla cosidetta Strada Freccia la faentina Borgo San Lorenzo-Marradi-Faenza. Il 18 settembre del 1944 le truppe alleate liberavano Biforco. L’8^ Divisione di Fanteria indiana agli ordini del generale maggiore D. Russel, conosciuto come Russel Pasha, dopo aspri e sanguinosi combattimenti, spesso all’arma bianca, si impadronì del caposaldo tedesco sul monte Femmina Morta aprendo così la strada per Crespino e la Valle del Lamone. Per primi arrivarono, direttamente a Biforco, i GurKa dell’8^ divisione cui si aggiunse in seguito una parte della prima divisione britannica di fanteria ed insieme procedettero alla completa liberazione del capoluogom di Marradi. Il 24 settembre il 2nd North Staffordshire occupò Marradi e si spinse sia a nord che ad est ma la compagnia B, che si muoveva verso Monte Gianni, trovò la posizione occupata in forze ed imprendibile con un assalto diretto. I problemi maggiori erano sul fianco destro della strada per la difficoltà del terreno nonostante gli uomini della 8^ divisione indiana avessero fatto progressi sia pure lentamente, non riuscivano a cacciare i tedeschi dal monte di Castelnuovo senza il cui possesso Marradi non sarebbe stata per niente sicura. Durissima ed impegnativa fu la battaglia per conquistare Gamberaldi. Gli alleati optarono allora per proseguire l’avanzata a nord est verso la via principale per Faenza. C’erano tuttavia da risolvere alcuni problemi: aprire le strade, i genieri tedeschi avevano sabotato e distrutto il ponte ferroviario a Crespino fatto cadere sulla strada; la strada a Camurano era stata fatta saltare; il grande ponte di Biforco era stato distrutto come quello di Marradi. C’era poi il problema di allestire un centro chirurgico a ridosso del fronte, questo problema fu risolto costituendo un centro chirurgico avanzato che aveva come nucleo l’infermeria da campo della 2nd Field Ambulance a Fantino collocata nella Villa di Scalini Scala, unico edificio adatto, che garantì abbondanti letti per tutti i reparti. Per questa complessità, aggravata dalle condizioni metereologiche che impedirono agli alleati di ricorrere alla supremazia aerea, furono necessari ancora alcuni mesi per la liberazione dell’intero territorio comunale e per la fine delle ostilità in quanto la linea di avanzamento delle truppe alleate subì una forte battuta d’arresto così che, Abeto, Gamberaldi, Lutirano e Sant’Adriano come pure le aree di Monte Romano e Fontana Moneta, dove erano sfollati moltissimi marradesi, rimasero sotto il controllo dei nazifascisti. Quei mesi furono interminabili e terribili perché i civili si trovarono intrappolati in una guerra di retrovia di due eserciti agguerriti con l’aggiunta di operazioni belliche e di guerriglia della Brigata partigiana comandata da Bob Luigi Tinti con Guido Gualandi, Moro, commissario politico che tentò inutilmente di sfondare il fronte tedesco a Purocielo e a Cà Malanca come accadde il 9-13 ottobre ’44.

1944-Piazza-Scalelle-182x300A Fontana Moneta, il giorno della liberazione del capoluogo diMarradi, 25 settembre 1944, veniva colpito a morte Teodoro Anforti, trentaduenne marito di Rosa, padre di due figlie Agnese e Nella che, come racconta Fedora, la nipote: “Si trovava, insieme ad altri, al pascolo con le mucche quando una pattuglia di tedeschi, impegnata in combattimento contro i partigiani del Ravenna, lo falciò con una sventagliata di mitra. Il suo corpo fu poi traslato, tre anni più tardi, nella cripta del sacrario dei martiri di Crespino”. Domenico Albonetti e nello stesso luogo tre giorni dopo, Isidoro Cappelli fu ucciso dai tedeschi il 4 ottobre ai Capitelli di S. Adriano. Il 15 ottobre, a Grisigliano, Jacopo Gentilini cadde per mano tedesca e Agostino Frassinetti fu fucilato a Cesata di Lutirano il 29. Il tenente colonnello della Wermacht, Helmut Schroeder, nella rivista Alte Kameraden del ‘57 scrisse: “Coi partigiani avemmo rilevanti noie nei dintorni di Marradi. Più di una volta le salmerie furono assalite e saccheggiate. Essi erano ben armati ed equipaggiati grazie ai rifornimenti di armi paracadutate dagli aeroplani. Li lasciavamo fare quando infine un giorno presero un intero ospedale da campo, con medici, feriti ed attrezzature. Iniziò da quel momento un nostro energico contrattacco condotto su larga scala e setacciammo l’intera zona. Era assai difficile distinguere i partigiani dagli abitanti del luogo”. Le formazioni partigiane operanti nel Territorio di Marradi furono: un gruppo partigiano di Giustizia e Libertà, diretto da Riccardo Gizdulich capitano Bianchi, che organizzò quella banda partigiana che doveva diventare in seguito la Seconda Brigata Rosselli; la Brigata Lavacchini della Divisione Potente, comandata da Donatello Donatini; la Prima compagnia Sergio e la Seconda compagnia Villi, della 8^ Brigata Romagna, che operò dal gennaio all’aprile ‘44, di questa Brigata facevano parte i marradesi Martino Alpi e Sirio Di Paolo Ancillotti; la Banda Corbari, una ventina di uomini impegnati dall’aprile all’agosto ’44 mese della cattura di Corbari e di Ines Versari; le compagnie Amato, Marco, Pino, Tito, Ettore e Paolo della 36^ Brigata Alessandro Bianconcini Garibaldi attiva dall’aprile all’ottobre 1944. Il comandante Paolo, Francesco Gentilini, muratore, classe 1924 di Riolo Terme, tenente partigiano, il 10 giugno 1944 entrò di notte a Marradi fece prigionieri i carabinieri e distribuì un carico di grano destinato alla Germania e prima di andarsene provvide a bruciare gli incartamenti dell’ufficio di leva. Paolo l’11 agosto del ‘44 partecipò alla battaglia di Capanna Marcone e dal 1966 al 1980 fu sindaco comunista di Massa Lombarda. Nel territorio del comune di Marradi operò anche il battaglione Ravenna, forte di una quarantina di uomini. Il Ravenna era comandato da Vittorio Bellenghi e dal suo vice, Bruno Neri, entrambi uccisi a Gamogna nel luglio ’44.

Rodolfo Ridolfi

“Dino Campana: dai silenzi della Verna al canto di Genova”. Enrico Gurioli al Liceo Galvani di Bologna

988892_10205761492547285_8854992320359820927_nsabato 24 settembre alle ore 11 nella Biblioteca Zanbeccari del Liceo Ginnasio “Luigi Galvani” di Bologna Enrico Gurioli, giornalista e scrittore di mare, terrà una Lectio Magistralis su  “Dino Campana: dai silenzi della Verna al canto di Genova”.

Devo la conoscenza di Dino Campana a Claudio Marabini, che fuori dai programmi scolastici ministeriali ci insegnava la letteratura del Novecento” esordisce Enrico Gurioli aggiungendo “mi stimava.  Sotto la sua docenza all’Istituto Oriani,  avevo vinto con un tema la borsa di studio annuale della Banca Popolare di Faenza che era sempre stata appannaggio dei  Licei faentini.  L’ultima volta che ci siamo visti eravamo diventati colleghi al Resto del Carlino e devo ammettere la cosa mi rese  orgoglioso”. Giornalista e scrittore di professione, Enrico Gurioli è nato a Marradi, bolognese d’adozione da quasi quarant’anni dice“ Essere nato nel paese di Dino Campana non lo vivo ne come merito ne come colpa” dice sorridendo, ha studiato a Faenza e Firenze con una mancata laurea in architettura “per colpa del ’68” così sostiene. In questi ultimi anni soggiorna, quando ha tempo, tra gli ulivi che sovrastano il Monastero della Domenicane in Fognano di Brisighella. Afferma Paolo Briganti docente di Letteratura Italiana all’Università di Parma “Lo scrittore Enrico Gurioli per primo ha iniziato a disegnare criticamente le vie d’acqua del poeta di Marradi.” Autore di due libri e quattro saggi su Dino Campana, Gurioli  asserisce in modo perentorio di non far parte della Compagnia di giro dei campanisti di professione: si considera un campanista di recupero  “Dino Campana li definirebbe i professionisti dell’industria del cadavere – dice. “Con la compiacenza delle Istituzioni non fanno altro che continuare a perpetrare una serie di equivoci culturali sull’esistenza e la poetica di questo grande genio europeo, intensamente italiano ma con una cultura cosmopolita e di mare“  Il Corpo docente e la Preside del prestigioso Liceo bolognese conoscevano la produzione letteraria di Enrico Gurioli. “ Non ho mai voluto rimanere prigioniero dei miei libri né di Campana anche se ho svelato l’arcano mistero del titolo nella poesia Barche amorrate” . Poi aggiunge sorridendo.“Devo ammettere che per me è motivo di grande soddisfazione tenere una lezione nel  liceo che da sempre forma la classe dirigente di Bologna e dell’Emilia Romagna, io che appartengo a quella categoria di ricercatori formati da studi irregolari  al di fuori della cultura ginnasiale italiana”. La conferenza di sabato 24 settembre è aperta al pubblico