Il 20 agosto il Centro Studi “Enrico Consolini” racconta il viaggio di Campana a Buenos Aires

isgiovedì 16 agosto
Si concludono a Marradi,lunedì 20 agosto alle 21.00 nella antica Corte delle Domenicane le “Tre giornate per Dino Campana”, evento organizzato dal Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” come ogni anno in occasione del 20 agosto anniversario della nascita del Poeta. Le iniziative prevedono a Firenze un concerto a lui dedicato e proseguono a Faenza con un percorso guidato nei luoghi più cari a Campana.
Anno importante il 2018 perché è l’anno in cui a trent’anni dalla morte di Enrico Consolini i suoi amici organizzano sotto l’impulso di Enrico Gurioli con l’Amministrazione del sindaco Rodolfo Ridolfi che predispone la bozza di Statuto la nascita del Centro che formalmente inizia la sua attività nel 1989. Il Centro Studi “Enrico Consolini” presieduto in questi trent’anni da Franco Scalini, Rodolfo Ridolfi, e Mirna Gentilini si è imposto a livello nazionale ed internazionale per la sua attività di studio e di ricerca come una delle Istituzioni più prestigiose fra quelle che si dedicano a Dino Campana ed ha spesso ospitato spettacoli con interpreti d’eccezione.
Il tema che il Centro propone quest’anno si collega al viaggio in sud America che , secondo le testimonianze del fratello Manlio e del cugino Lello Campana, il poeta compie nel 1908, precisamente 110 anni fa.
Nel registro passaporti del Comune di Marradi risulta che il 7 settembre fu rilasciato a Campana Dino, professione scrivano, un passaporto per Buenos Aires, ma non esiste nessun documento che ne provi l’effettiva partenza. Tra i grandi scettici del suo viaggio ci fu Ungaretti che negò risolutamente questa possibilità.
Al momento nessun biografo di Campana ha trovato prove certe, tuttavia il poeta ricorda nei Canti Orfici questa esperienze in ben quattro testi : Viaggio a Montevideo, Dualismo ( lettera aperta a Manuelita Etchegarray), Passeggiata in tram in America e ritorno, Pampa.
Negli anni di internamento nel manicomio di Castelpulci Campana ne parla allo psichiatra Carlo Pariani che pubblica l’intervista dalla quale veniamo a sapere che andò a Buenos Aires, si spostò al centro dell’Argentina sino alle Ande, svolgendo vari mestieri: suonò il piano nei bordelli, il triangolo nella Marina argentina, fece il poliziotto, il pompiere, il portiere e lo sterratore nella Pampa sterminata.
Ci sembra improbabile che si sia inventato tutto, dato che nei suoi testi mescola ricordi, emozioni e sogni, ma partendo sempre da un dato oggettivo . Comunque per saperne qualcosa in più abbiamo invitato Barbara Betti che sta svolgendo un’indagine sulla rotta Genova Buenos Aires e che ci racconterà la ricostruzione , secondo lei, di questo viaggio.
Il racconto si immerge nel “mondo – madre” del Tango argentino e grazie alla collaborazione di Riccardo Centazzo, uno dei fisarmonicisti più quotati nel panorama internazionale, saremo condotti nelle origini e nelle pieghe dell’anima di un mondo libero dove Campana aveva immaginato la nascita di un uomo nuovo .
Una serata che consentirà agli intervenuti di ripercorrere con Campana la rotta Genova- Buenos Aires, di ascoltare un racconto pieno di curiosità con riferimenti a marradesi, a conoscenti di Campana e a personaggi del mondo artistico e politico dell’epoca ed infine di sentire la voce fascinosa dell’Argentina con tutta la fisicità del tango.