Forteto: “quella comunità-setta era l’antro dell’orco…”

fortetomercoledì 26 settembre
Il Vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera Stefano Mugnai ricorda
 
Il nostro lavoro d’inchiesta di allora venne svolto in un clima ostile da parte della sinistra e in particolare del Pd, nel più totale isolamento umano, politico e istituzionale. Tuttavia, ascoltate le vittime di quegli orrori, a noi è sempre stato chiaro da che parte stava la verità. L’abbiamo sostenuta, voluta, cercata, perseguita, conosciuta. I pronunciamenti giudiziari non sono che conferme, ma per quelle vittime hanno oggi il valore morale del riconoscimento della verità».
«La nuova condanna comminata oggi a Rodolfo Fiesoli dal Tribunale di Firenze nel processo stralcio per abusi su uno dei minori affidati all’interno del Forteto non rappresenta che un ulteriore tassello a conferma del mosaico tristemente ricostruito negli ultimi anni a partire dal lavoro della commissione regionale di inchiesta che ho avuto l’onore e l’onere di guidare durante il mio mandato nell’Assemblea della Toscana, ovvero che quella comunità-setta era l’antro dell’orco, e l’orco era Fiesoli»: questo il commento con cui il Vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera Stefano Mugnai riflette sulla sentenza appena emessa dai giudici fiorentini nell’ambito del processo stralcio per violenza sessuale su un minore. Fiesoli, che al Forteto si faceva chiamare ‘Il Profeta’, della comunità di Vicchio del Mugello era il leader indiscusso: «Le violenze e gli abusi in quella comunità erano la regola, la pratica diffusa. Tutti gli adulti, lì, erano vittime e aguzzini manipolati dal burattinaio Fiesoli».
«La verità drammatica che ricostruimmo nel 2012 durante la prima Commissione regionale d’inchiesta, che si rivelò sovrapponibile al castello accusatorio cui era giunta la procura fiorentina il quale sarebbe poi stato validato dai giudici – afferma Mugnai – oggi trova ulteriori conferme. Non ci sorprende.