Vivi il centro ma soprattutto qualcuno intervenga concretamente

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torre okmartedì 30 settembre

Da Mauro Ridolfi di Forza Italia riceviamo il Comunicato Stampa che pubblichiamo:

Continuano ininterrotte le segnalzioni al nostro Coordinameto da parte dei cittadini scontenti su come viene trattato il nostro bel paese, anche questa volta tocca a zone centrali ed antiche di Marradi ed esattamente a viale della Repubblica, le foto parlano ancora una volta da sole della totale precarieta e pericolosita del manto stradale, tutta la porzione di strada lato mercato coperto è tutta una buca e imbarazzante per chi passa di là, e poi raccontano la favola del Vivi Centro e parlano di riqualificare ll mercato coperto restaurando solo un garage, mentre dove serve fare manutenzione ovviamente tutto viene conservato fatiscente come il vicino Vicolo Torre che conduce al Tennis sede delle aperi-storie e degli aperi-incontri anche lì una situazione di sporcizia in bella vista che fa sfoggio proprio all’ Entrata dell’antico Vicolo cosicchè chi vi entra nota subito un bel quadro della situazione che potrebbe essere una porta per  vivi il centro, “la porta del sudicio”. Abbiamo già segnalato l’abbandono del vicolino che da via Talenti che porta al parcheggio delle scuole medie, dove ragnatele come reti da pesca resistono per la gioia del ragni ed introducono ad un lastricato del vialetto tutto sbriciolato, che da il benvenuto a chi vive Marradi. Pensano così di realizzare il Rinascimento del nostro derelitto paese potrà avere sfoggiando progetti faraonici e ridicoli di tanta conclamata riqualificazione del centro storico quando non sono nemmeno in grado di mantenere l’esistente, tengo a precisare che tra pochi giorni inizieranno le Sagre delle Castagne e a Marradi arriveranno turisti da ogni parte d’Italia (ci auguriamo in massa) e questi vicoli, queste piazze e questi viali verrano calpestati e osservati nei minime dettagli e non credo che faccia piacere ai marradesi far vedere il nostro paese in queste condizioni. Roba da andarsi a nascondere dentro il cassone recentemente collocato nella scalinata che da Via Fabroni conduce a Piazza Scalelle. E’ bene volare alto ed anche sognare  se dietro le chiacchiere non si nasconde nei fatti miopia  e menefreghismo sulla cosa pubblica che ha bisogno di essere affidata a gente con ben saldi i piedi per terra.

Il Presidente di Forza Italia Marradi -Capogruppo  di Forza Italia dell’Unione Comuni del Mugello

Mauro Ridolfi

 

Massimo Scalini: “La geniale follia creativa di un poeta bipolare, orfico ed intellettuale”.

scalini 2martedì 30 settembre

Nel Corso della giornata di premiazione alle Giubbe Rosse il prof. Massimo Scalini ha pronunciato la lectio magistralis che ci piace riportare nella sintesi scritta:

 

 

 

“La geniale follia creativa di un poeta bipolare, orfico ed intellettuale”.

La scomparsa – o l’occultamento – de Il più lungo giorno per mano di Argento Soffici ci ha regalato, ormai un secolo fa,  il canto orfico di un matto da manicomio che oggi, grazie ai progressi della psichiatria, verrebbe diagnosticato e curato come  malato di Psicosi Maniaco Depressiva – o più modernamente di Disturbo Bipolare -, e lo stesso sarebbe accaduto per tanti grandi del passato, da Schumann a Van Gogh per non citarne che alcuni. In meno di un secolo, infatti, le neuroscienze hanno fatto passi da gigante, e questo al di là dei pregiudizi degli avventori della diffidenza ideologica di sinistra che, anche in anni recenti, hanno vessato la psichiatria, ridotta ad una pratica  acchiappa matti, prevaricatrice e soprusiva, atta al mantenimento dell’ordine pubblico. Il progresso delle neuroscienze ha Invece permesso di curare e ridonare alla dignità umana malati quali Campana, oggi non più percepiti, come fu per lui, alla stregua di  matti affetti da un indementimento giovanile – la dementia praecox -, irreversibile ed ingravescente, ma vissuti alla maniera di comuni pazienti afflitti da una psicopatia molto grave e nondimeno curabile. Col suo carico perverso di ineluttabilità, invece, la diagnosi di dementia praecox ha contribuito a fare di Campana il poeta matto per eccellenza, ed ha aperto la via ad oziose discussioni pseudo-intellettuali circa il rapporto fra genio e follia, come se queste due istanze fossero contropolari ed inconciliabili. Nella realtà accade invece il contrario: la follia maniacale si fa talvolta trasgressione creativa, espressione artistica, vivacità intellettuale.

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In Campana non vi è infatti solo la creatività artistica del poeta orfico, ma anche l’intuizione metacognitiva dell’intellettuale maturo, un’intuizione che a mio avviso andrebbe studiata, approfondita e sviluppata. Mentre infatti n Italia si mettevano a punto le basi pseudo-scientifiche che avrebbero più tardi condotto Carletti ai primi esperimenti sul cane dell’elettroshok, Campana proponeva ai tipi di Lacerba, Soffici e Papini, un suo scritto riassuntivo della cosiddetta psicoanalisi sessuale di Segantini, il pittore divisionista la cui opera trovò nella riflessione psicodinamica di Freud ed Abraham un indubbio contributo alla conoscenza delle dinamiche inconsce. In quell’epoca – era il 1914 -, epoca che peraltro percorse di oltre dieci anni la costituzione della Società Italiana di Psicoanalisi, ed ancor di più la prima opera nostrana ad impronta psicoanalitica, vale a dire la Coscienza di Zeno, Il demente precoce Dino Campana dimostra di conoscere ciò che era oscuro al mondo intellettuale italiano, anche  ai cosiddetti futuristi, e si propone quale divulgatore della conoscenza attraverso la traduzione dal tedesco delle più moderne concezioni filosofiche sull’uomo, concezioni relative a quel cambiamento concettuale allora in atto che ha portato la vita inconscia al centro del determinismo umano grazie alla  psicoanalisi.  Nonostante il pensiero epistemologico di Karl Popper, che attraverso la discriminante della falsificabilità degli assunti ha qualche decennio più tardi relegato la psicoanalisi al mondo del dogma, la riflessione psicoanalitica ha indubbiamente portato nel positivismo scientista del novecento la voce orfica del canto campaniano al centro della vita psichica dell’uomo moderno, oggi più che mai riconoscibile nell’Urlo di Munch, un quadro altrettanto orfico perché la voce di quel grido non c’è, ma si sente. Ed il canto di Campana, così come il grido afono di Munch, con la lievità di una brezza leggera e drammatica riesce ad entrare in risonanza intima con l’inconscio di ognuno di noi, indipendentemente dal livello culturale, e lo solletica, perché quel canto e quel grido trascendono l’uomo, e lo determinano dalle profondità del mondo dell’Es.  Questa trascendenza campaniana  va oltre il dogmatismo popperiano, e forse più in là dell’arte stessa, ed assurge ad una metafisica laica intrisa dei moti dell’inconscio che merita, a mio avviso, un approfondimento dell’opera ortica anche attraverso il contributo della psicodinamica analitica.

Massimo Scalini

Marradi dà il benvenuto all’arciprete don Pellegrino Montuschi

 

arcipretelunedì 29 settembre

Tantissimi fedeli per pregare e dare il  benvenuto al nuovo arciprete di Marradi, Don Pellegrino Montuschi. La  cerimonia, presieduta dal vescovo mons. Claudio Stagni, presenti le autorità civili e militari e molti  parrocchiani di Fusignano, paese dove ha prestato il suo ministero  in precedenza don Montuschi.

Il Vescovo Stagni ha ringraziato don Montuschi per aver risposto positivamente al nuovo incarico, il neo parroco, visibilmente emozionato, si è presentato  alla comunità marradese con l’auspicio di svolgere al meglio la missione  che gli è stata affidata. L’arrivo del nuovo arciprete pone fine alla vacatio che si era di fatto determinata con la scomparsa di Don Patuelli e ci riporta con la memoria ad importanti figure che hanno onorato l’arcipretura di Marradi in particolare Luigi Montuschi, Don Giuseppe Rossi e Don Ulderigo Nuvoli il predecessore di Don Patuelli.   L’augurio di Marradi Free News al nuovo arciprete è quello, in un momento in cui si avverte forte  il bisogno e la difesa di valori cristiani: unità della famiglia, difesa della vita, solidarietà e carità, di saper  condurre la comunità parrocchiale su questa strada infondendo in tutti, soprattutto nei più giovani la cultura della preghiera e del Vangelo.

 

il direttore responsabile Rodolfo Ridolfi