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Riflessioni e trasparenza sulla Liberazione 80 anni dopo

Marino Pascoli

domenica 11 maggio

In occasione della ricorrenza del 25 Aprile 1945 in Italia, 8 maggio in Europa (giorno della resa del nazismo) è stato giusto e doveroso ricordare la liberazione dalla guerra, dal nazismo e dal fascismo anche se bisognerà aspettare la notte fra il 9 ed il 10 novembre 1989, momento storico della caduta del Muro di Berlino, per vedere completata la liberazione della parte orientale dell’Europa caduta dopo l’oppressione nazista nell’altrettanto odiosa ed efferata tirannide comunista. E stato giusto onorare tutti i resistenti: i nostri giovani combattenti e tutti quegli altri giovani, americani, inglesi, francesi, ebrei e polacchi, dei tanti paesi alleati, che versarono il loro sangue. Senza di loro, il sacrificio dei nostri partigiani sarebbe stato vano. Con rispetto dobbiamo ricordare, anche quelli che in buona fede hanno combattuto dalla parte sbagliata sacrificando la propria vita ai propri ideali e ad una causa già perduta. Quello che non mi è piaciuto anche quest’anno è stato assistere alla falsa e strumentale liturgia dell’apologia di ex fascisti diventati eroi e medaglie dell’antifascismo. Ci sono ancora troppi cattivi maestri comunisti e troppi opportunisti, passati alla resistenza in tarda età, che vorrebbero ergersi a paladini della democrazia. Ricordiamo ai giovani come una gran parte dell’Italia che prima di essere comunista fu in tanta parte così fascista, non ha ancora avuto il coraggio di porre fine a ottant’anni anni di nebbia densa di imbarazzo, rimarcando l’ipocrisia, la, fragilità, lo spirito di accomodamento, anche la pavidità, di cui diede prova larghissima parte degli italiani, intellettuali in testa, che, come lamentò l’esule Salvemini, avevano baldanzosamente esibito le loro idee socialiste, comuniste e cattoliche solo in tempi di bonaccia…”.Sarebbe ora che il “tabù” fosse smascherato. Un’opera non di revisionismo, ma piuttosto una corretta e necessaria operazione di rimozione di falsità, menzogne e silenzi imposti, dalla cultura comunista prima poi di sinistra, alla storia italiana degli ultimi 80 anni. Bisogna dire ai giovani che i partigiani comunisti non aspiravano alla democrazia ma all’instaurazione della dittatura comunista nel nostro Paese ed è per questo che si accanirono sui partigiani non comunisti, soprattutto quelli che non accettavano la loro egemonia, e sui tanti silenziosi ed innocenti non comunisti. Rileggiamoci: “Il sangue dei vinti” Quello che accadde in Italia dopo il 25 aprile, o “la Grande Bugia” di Giampaolo Pansa o “Vincitori e vinti” di Bruno Vespa, che raccontano anche gli eccidi commessi dai partigiani comunisti. Ricordiamo come fra i delitti più odiosi sia da annoverare l’assassinio di Marino Pascoli, giovane giornalista e comandante partigiano di fede mazziniana e del Beato Rolando Rivi, seminarista quattordicenne martire per la fede assassinato dai partigiani comunisti per essersi rifiutato di consegnare la tonaca. Pascoli raccontò su La Voce di Romagna del 6 dicembre 1947: “Prima di tutto dobbiamo distinguere i partigiani veri dai partigiani falsi. I partigiani veri sono coloro che hanno corso sul serio dei rischi, che hanno combattuto con fede per la liberazione d’Italia e questi, a dir il vero, sono pochi. I partigiani falsi che purtroppo sono la maggioranza, sono coloro che hanno fatto i teppisti mascherati, i collezionisti di omicidi, e che andarono in giro col mitra, quando non vi era più pericolo, a fare gli eroi. Questa gente anche se è riuscita a munirsi di un brevetto o di un certificato, anche se oggi milita indebitamente nelle fila dei partigiani, non bisogna avere nessuna esitazione a chiamarla teppa. Teppa da reato comune, macchiata di sangue, di prepotenza e di ricatti Attenzione, partigiani veri, partigiani onesti, partigiani italiani e rimasti italiani, a non seguire coloro che vogliono vendere l’Italia allo straniero, altrimenti il vostro sacrificio sarebbe stato vano…L’organizzazione militare delle Brigate Garibaldine venne creata più tardi a rivoluzione d’Aprile conclusa. Quando contati i partigiani, rimpolpate le formazioni, aumentati gli effettivi, organizzate le forze comuniste e muniti i comandi di timbri e carta intestata, si procedette alla farsa della smobilitazione delle forze comuniste, si svolgeva, invecen un’opera diametralmente opposta quella cioè di inquadrare ed organizzare per l’avvenire queste forze per un eventuale colpo di Stato…”

Il Beato Rolando Rivi

Rolando Rivi, seminarista quattordicenne, assassinato il 13 aprile 1945 da una pattuglia di partigiani rossi. In quel periodo le simpatie del ragazzo seminarista andavano per gli uomini delle “Fiamme Verdi»”della brigata «Italia», una formazione partigiana di ispirazione cattolica organizzata da don Domenico Orlandini, che aveva il nome di battaglia “Carlo”. Un giorno viene deriso dai partigiani comunisti che scorrazzano per le colline attorno a San Valentino di Reggio Emilia. Il 10 aprile, martedì, al mattino presto Rolando va in chiesa, assiste alla celebrazione, prega, suona l’organo accompagnando i cantori, tra i quali c’è suo papà Roberto. Quindi torna a casa e mentre i suoi genitori vanno a lavorare i campi lui prende i libri sottobraccio e si reca come al solito a studiare nel boschetto a pochi passi da casa. Indossa come sempre la talare nera. A mezzogiorno, non vedendolo tornare il padre il parroco vanno a cercarlo. Trovano un biglietto: «Non cercatelo, viene un momento con noi partigiani». Alcuni partigiani comunisti lo hanno portato nella loro base, lo hanno spogliato della tonaca, lo sbeffeggiano. Lui dice: «Sono un ragazzo, sì, un seminarista… e non ho fatto nulla di male». Viene percosso a cinghiate. Rolando piange, prega, chiede pietà. È soltanto un ragazzo. Qualcuno dei partigiani si commuove e propone di lasciarlo andare, ma gli altri si rifiutano. Decidono di ucciderlo. Lo portano in un bosco presso Piane di Monchio, in provincia di Modena. Rivi si ritrova davanti alla fossa già scavata, implora di avere salva la vita. Gli rispondono con un calcio. Allora si inginocchia e dice: “Voglio pregare per la mia mamma e il mio papà”. Forse prega per i suoi stessi uccisori. Due scariche di rivoltella lo fanno rotolare a terra in una pozza di sangue. I partigiani lo coprono con qualche palata di terra e di foglie secche. La veste da prete diventa prima un pallone con cui giocare, poi viene appesa come trofeo di guerra sotto il porticato di una chiesa vicina. È il 13 aprile 1945. Il padre Roberto e il giovane curato di San Valentino, vanno a cercarlo nei boschi e per i paesi. Mentre camminano, incrociano un capo partigiano. Gli domandano: «Dov’è il seminarista Rivi?». Quello risponde: “È stato ucciso qui, l’ho ucciso io, ma sono perfettamente tranquillo”

Rodolfo Ridolfi 

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Alluvione Toscana, Mazzetti (FI): “Bene consiglio comunale aperto a Firenzuola, informare con trasparenza su bonifiche al Rio Rovigo”

martedì 15 aprile
Firenze, 15 apr. – “È stato importante partecipare al Consiglio comunale aperto a Firenzuola ieri e ringrazio tutta l’amministrazione che ha voluto tenere informati, con trasparenza, i cittadini sugli sviluppi del caso della discarica sul Rio Rovigo, riemersa dopo decenni per l’impatto dell’alluvione senza che nessuno ne sapesse nulla prima”.
Lo dice, in una nota, l’On. Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e componente VIII Commissione ambiente. “Ho fatto un’interrogazione in Commissione Ambiente al Governo – ricorda -. Al Ministero non c’era traccia di questa discarica.
Ho chiesto conto di verificare l’esistenza o meno di altre discariche in questo territorio e di seguire con attenzione tutti gli iter che la Regione dovrà effettuare insieme ad ARPAT e Consorzio di bonifica Medio Valdarno, ribadendo che la gestione del territorio è di competenza regionale ma il governo ha fatto e farà la sua parte”. “Sicuramente, smaltire queste tonnellate di rifiuti sarebbe stato molto più semplice con impianti in loco, anziché spostarli in altre discariche e poi smaltirli – forse – negli impianti Hera nella vicina Emilia Romagna”.
“Sono in stretto contatto con l’amministrazione, seguo e seguirò lo sviluppo della vicenda, l’iter delle bonifiche e dello smaltimento dei rifiuti, perché adesso la priorità è salvaguardare l’ambiente il territorio e l’economia poi ad appurare le responsabilità ci penseranno gli organi competenti”, assicura Mazzetti.

XII^ Edizione Premio Internazionale Dino Campana nel ricordo di Pape Gurioli il 20 settembre a La Spezia

martedì 25 marzo

La 12^ Edizione del Premio Internazionale Dino Campana sarà a La Spezia il 20 settembre 2025 nella Sala della Mediateca Ligure “Sergio Fragoso”. Sarà nel segno di Pape Gurioli Il grande musicista che faceva parte della Giuria. Marradi Free News , le Associazioni e le Fondazioni che organizzano l’importante evento ricorderanno la genialità ed il talento dell’artista marradese recentemente scomparso. Il Premio, patrocinato dal Comune di La Spezia si tiene per la prima volta nella città ligure, nel 110° anniversario della presenza del Poeta di Marradi a La Spezia, e conferma anche per il 2025 la Sezione Internazionale che si è aggiunta al Premio Emilio Betti per la musicalità delle opere poetiche in concorso che giunge alla V^ Edizione.

BANDO DELLA 12^ EDIZIONE DEL PREMIO NAZIONALE ED INTERNAZIONALE DINO CAMPANA E DEL PREMIO EMILIO BETTI.
ORGANIZZAZIONE: Quotidiano On-line Marradi Free News
PATROCINIO: Comune di LA SPEZIA
Collaborazioni: Accademia degli Incamminati-Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”- Opera In-Stabile-Cotidie Legere- Rinascimento Poetico.
TEMA: Libero
SVOLGIMENTO: Le opere poetiche dovranno pervenire scrivendo alla mail redazione@marradifreenews.com oppure premiocampana@gmail.com oppure marradifreenews@gmail.com in formato Pdf con carattere in corpo 12 con il solo titolo e testo. Il solo titolo con nome cognome indirizzo e telefono dell’autore dovrà essere inviato dall’autore alla segreteria. Ogni autore può partecipare con una sola lirica. La quota di partecipazione alle spese organizzative di segreteria è di 15 euro. I partecipanti dovranno versarla tramite il c/c postale è 14264477 intestato a Accademia Incamminati 47015 MODIGLIANA (FC) indicando nella causale: Premio Letterario Campana 2025 oppure bonifico Beneficiario Accademia Degli Incamminati IBAN IT19K0760113200000014264477 Banca POSTE ITALIANE SPA Causale Premio Campana 2025
TESTI: I testi devono essere in lingua italiana, editi o inediti mai postati sui social e mai premiati in altri concorsi. Le opere a tema libero non potranno superare i quaranta versi o righe ed andranno inviate anche insieme al solo titolo in pdf alla segreteria freenewsmarradi@gmail.com
insieme alla copia del versamento.
SCADENZA: ATTENZIONE, SARA’ POSSIBILE PRESENTARE LA PROPRIA OPERA ENTRO E NON OLTRE IL GIORNO 30 Agosto 2025.
PREMI: Al 1° classificato: € 200,00 Al 2° classificato: € 150,00 Al 3° classificato: € 100.00 I primi tre classificati riceveranno anche il diploma e le loro opere saranno pubblicate, su Marradi Free News Premio “Emilio Betti” Il/La vincitore/vincitrice della quinta edizione Premio speciale per la musicalità di “Opera In-Stabile” “Emilio Betti”, riceverà €100 euro, una targa e la sua opera verrà pubblicata su Marradi Free News
PREMIO Sezione Internazionale Per il 2025 sarà possibile essere ammessi con le stesse modalità del Premio, ma con testi in lingua inglese e/o francese e/o spagnolo editi o inediti che non potranno superare i quaranta versi o righe. Al vincitore sarà consegnata una targa ed un diploma e la sua opera sarà pubblicata su Marradi Free News Per la Sezione Internazionale come per il Premio Emilio Betti sono confermate le specifiche giurie. Diplomi di merito e/o partecipazione potranno essere istituiti e assegnati a discrezione dei Presidenti
GIURIE: i giudizi delle giurie saranno inappellabili.
NOTIZIE SUI RISULTATI: Gli autori selezionati saranno avvisati telefonicamente o tramite notifica mail. I risultati saranno pubblicati, appena disponibili, sul web www.marradifreenews.com. e sui social network collegati. La Premiazione si terrà a La Spezia (SP) sabato 20 settembre del 2025 alle ore 10,30.
DIRITTI D’AUTORE: Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al concorso, cedono il diritto di pubblicazione a Marradi Free News senza aver nulla a pretendere come diritto d’autore. I diritti rimangono comunque di proprietà dei singoli Autori.

Dott. Raffaella Ridolfi Direttore Responsabile Marradi Free News

Il Mondo della musica italiana piange la scomparsa del talentuoso artista marradese Pape Gurioli

mercoledì 12 marzo Il mondo della musica italiana piange la scomparsa di Pape Gurioli, pianista, compositore e arrangiatore di talento, morto all’età di 66 anni. Nato a Marradi il 19 novembre 1959, Gurioli si è distinto per la sua versatilità e creatività, collaborando con alcuni dei più grandi nomi del panorama musicale nazionale e internazionale.
La sua carriera ha preso il via nella formazione del prete rock don Italo Cavagnini, punto di riferimento per molti giovani musicisti. Dopo gli studi al Conservatorio di Firenze, con il suo caro maestro Padre Albino Varotti, il suo talento lo ha portato a lavorare con artisti del calibro di Jovanotti (con cui ha suonato per otto anni), Laura Pausini, Giorgia, Lunapop e Cesare Cremonini. Fu co-arrangiatore del celebre Pavarotti & Friends dal 1996 al 2000 e ha condiviso il palco con leggende del jazz e della musica contemporanea come Joe Zawinul, Steve Grossman Billy Cobham e Quincy Jones.
Oltre alla sua attività di pianista e arrangiatore, Gurioli ha composto brani per pianoforte adottati in diversi conservatori italiani ed europei. La sua esperienza e il suo spirito innovativo gli hanno permesso di lavorare anche in grandi eventi internazionali, come: I concerti a Londra e Berlino quello organizzato dalla Presidente della Repubblica di Malta, quelli di Firenze e Carrara. Alle Olimpiadi di Torino del 2006, collaborò alla regia musicale.
Legatissimo alla città di Faenza, Pape Gurioli era presidente di giuria del Pavone d’Oro, storico concorso canoro che ha lanciato molti giovani talenti. “Perdiamo non solo un grande musicista, ma anche un amico prezioso e un punto di riferimento per la nostra comunità” hanno dichiarato con commozione gli organizzatori dell’evento.
Gurioli è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Torregalli, a Firenze, dopo un improvviso peggioramento delle sue condizioni di salute. Già due anni fa aveva affrontato una grave malattia che lo aveva portato a vivere un’esperienza di pre-morte, un momento che aveva deciso di raccontare pubblicamente.
Il sindaco di Faenza, Massimo Isola, ha espresso il cordoglio dell’amministrazione comunale, ricordando Gurioli come “un innovatore capace di esplorare nuovi orizzonti sonori con creatività e passione, lasciando un segno indelebile nella nostra città e oltre”.
Giordano Sangiorgi patron del MEI ha scritto: E’ scomparso un grande artista della nostra comunita’ musicale: l’amico Pape Gurioli che ho potuto riabbracciare poco tempo fa a una reunion dall’amico Lamberto Fabbri. Ricordo ancora , oltre a quando quindicenni andavamo insieme a lezione di musica da Padre Albino Varotti in Parrocchia a San Francesco, tra i tanti ricordi e tra le diverse cose fatte tra Marradi e Faenza, alcune sul grande poeta Dino Campana, quando mi fece ascoltare il primissimo demo dei Lunapop registrato nel suo studio segnalandomi che sarebbe diventato un grande gruppo pop italiano. Tra le cose recenti, il bellissimo progetto con la grande voce di Federica Caseti Balucani. Un abbraccio fortissimo ai tuoi cari. Ti Ricorderemo anche in un evento pubblico per tutto quello che di grande e unico hai fatto per la musica! Francesco Donati Faenza Rock Contest Faenza Indie MEI – Meeting Degli Indipendenti Casa della Musica / Rumore di Fondo
A rendergli omaggio è stato anche il sindaco di Marradi, Tommaso Triberti, che ha voluto dedicargli un sentito messaggio di cordoglio. “Per la mia generazione era ‘Pape di Marradi, quello che suona con Jovanotti!’. Lo raccontavo agli amici con tanto orgoglio, come se un pezzetto di quel palcoscenico fosse anche mio”, ha scritto Triberti, sottolineando il senso di appartenenza che lega i marradesi ai successi dei propri concittadini.Gurioli, però, era molto più di un artista. “Ammetto che come artista l’ho scoperto con il tempo – ha aggiunto il sindaco – e negli ultimi anni abbiamo collaborato in diverse occasioni”. Tra i ricordi più vividi, Triberti ha rievocato un concerto in piscina a Marradi durante l’infanzia, un momento che gli ha fatto comprendere il potere profondo della musica: “Ho capito che certa musica è in grado di catturarti l’anima, di renderti leggero, di abbracciarti contemporaneamente il cuore e la mente, di alleviarti”.
“Oggi Marradi ha perso uno di noi. La musica ha perso un grande artista”, ha concluso il sindaco, stringendosi idealmente alla famiglia e agli amici del musicista. Il suo ricordo continuerà a vivere attraverso la sua musica e il segno profondo che ha lasciato in chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e collaborare con lui.
E il fratello Enrico ha scritto:Pape è mio fratello. Il mio confidente. Sono il suo confidente. La mia croce. Molto più spesso il mio orgoglio. Suppliva alla mia mancata paternità! Perché negarlo.
Pape non ce l’ha fatta. Non ce l’ha fatta a reggere l’urto di un balordo aneurisma all’aorta addominale arrivato all’improvviso tre anni fa. Non ce l’ha fatta ieri quando il destino gli ha nuovamente presentato il conto di una esistenza vissuta per la musica. Quella vera, affrontata da professionista, sfidando le leggi del buon senso volute da una esistenza mediocre.
Pape non è mai stato un essere banale: ha nascosto nella sua umile vivacità di pianista quell’arroganza vera dell’artista. E non è stato un modesto musico di paese pronto a cercare negli anfratti dei vicoli del borgo natio, effimeri successi. Dopo un suo concerto realizzato per la Presidente della Repubblica di Malta mi disse con orgoglio «Io non mi considero un musicista ma continuo a sentirmi un orchestrale» Forse aveva ragione: anche se non sono mai stato d’accordo su questa sua affermazione.
Pape è stato un musicista vero; uno che conosceva fino in fondo il segreto nascosto di una tastiera, di una orchestrazione, del canto. Un virtuoso senza presenza scenica. Ma con un cuore grande (questo sì!) da antico orchestrale, di quelli che vanno a dormire quando sorge il sole. Quante volte è arrivato all’alba nella sua casa a Marradi. Casa che non ha mai voluto abbandonare. Mi diceva spesso «Io a Marradi non vedo nessuno. Non esco quasi mai di giorno, soltanto la notte mi è amica.»
Pape da Marradi ripartiva per inseguire la sua vocazione. Non era un sogno da realizzare, una meta da raggiungere ma, la realtà del suo vivere da artista della musica.
Ciao Pape. Fratello mio