L’instancabile e concreta iniziativa di Erica Mazzetti e di Forza Italia per l’Alto Mugello colpito


Oggi, lunedì 29 maggio Erica Mazzetti, parlamentare di Forza Italia, componente VIII Commissione ambiente, è stata in visita urgente nei territori dell’Alto Mugello, colpiti dai gravi danni del maltempo.

Prima tappa a Firenzuola, dove Mazzetti si è confrontata con il sindaco Giampaolo Buti, la Giunta, le imprese e le categorie economiche. Punto prioritario è “ripristinare la viabilità – spiega Mazzetti – per l’Emilia-Romagna, che è di riferimento per la popolazione e soprattutto per le imprese. Il comparto della pietra, storica eccellenza di Firenzuola, ha estremo bisogno di poter tornare a trasportare, a pieno carico, verso Ravenna”. I partecipanti hanno posto anche il problema dell’isolamento della frazione di Piancaldoli. È emersa, inoltre, la necessità di “favorire il turismo in questi luoghi, dopo le molte disdette di questi giorni, anche con una specifica campagna promozionale della Regione e del Ministero”.

Sulla strada per Palazzuolo, la parlamentare eletta nel territorio mugellano si è fermata, insieme all’assessore Angelo Di Meo, nella zona Camaggiore, dove ha incontrato i funzionari della Città Metropolitana impegnati nel monitoraggio delle frane.

Arrivata a Palazzuolo sul Senio, accompagnata dal Sindaco Moschetti, dai consiglieri Rodolfo Ridolfi e Raffaella Ridolfi, ha visitato la frana di Baffadi dove sono operativi il Genio Militare e i Vigili del Fuoco. Mazzetti ha ringraziato “i militari, eccellenza e vanto del nostro Paese, per ciò che stanno facendo e il Ministero della Difesa, che è subito intervenuto”. “Visto che ho richiesto formalmente l’intervento dell’Esercito e del Genio Militare in particolare – ricorda – apprezzo l’impegno profuso per sistemare uno dei punti peggiori e più importanti per la viabilità. Bisogna intervenire con urgenza anche su Firenzuola e su tutto il versante toscano colpito. Per questo, mi stupisco che la Prefettura di Firenze, a differenza di quella di Ravenna, non abbia ancora fatto intervenire il Genio: appurerò questa situazione”.

Mazzetti si è confrontata con i referenti di Coldiretti Firenze e Coldiretti Ravenna che hanno esposto il “problema dei castagneti, dei frutteti, dei foraggi e della zootecnia: tutti hanno bisogno al momento di indennizzi”. A seguire, incontro con gli sfollati accolti all’agriturismo Ca’ nova.

Hanno partecipato Matteo Borselli, segretario di zona Mugello Coldiretti, Nicola Zacccaroni, vicepresidente Anacli, Nicola Grementieri, presidente di zona Collina Faentina Coldiretti Ravenna, Maurizio Nati, vicesindaco Casola Valsenio, Alessandro Pifferi, rappresentante dei castanicolturi.

Sempre a Palazzuolo sul Senio, Mazzetti ha incontrato le imprese del distretto della meccanica, che con l’indotto dà lavoro a circa 300 persone: “Serve almeno una linea libera per trasporti pesanti, in tempi sufficienti brevi, anche 10 giorni massimo”. Gli imprenditori hanno chiesto, infatti, il ripristino della strada in località Casole immediatamente “anche con soluzioni provvisorie, purché si possa transitare con mezzi pesanti. Le aziende hanno necessità di tornare a essere collegate con l’ Emilia-Romagna per non perdere consegne e nuovi ordini rischiando di perdere competitività”.

“Non possiamo permetterci pastoie o lungaggini – prosegue Mazzetti già relatrice del nuovo codice – altrimenti: gli affidamenti devono essere diretti e veloci con affidamenti d’urgenza. Per questo, dobbiamo usare le nuove norme del codice appalti che è stato concepito per fare le opere”. “Questo – rimarca Mazzetti – dev’essere anche un momento di rinnovamento culturale. Servono provvedimenti immediati per la manutenzione del territorio: curare i fiumi, le montagne e i boschi. Bisogna proprio cambiare approccio. Bisogna tagliare dove necessario, regimentare le acque, fare opere idrauliche, semplificando le procedure burocratiche, senza ideologia, soprattutto riducendo le troppe competenze e norme, spesso contrastanti”. “Nell’immediato, occorre subito ripristinare la viabilità per la Romagna, anche in via provvisoria e contestualmente trovare forme per incentivare le aree interne e chi le costudisce con il suo lavoro e il suo impegno”, conclude Mazzetti.

Ogni giorno è prezioso: occorre il ripristino, anche in modo temporaneo, della viabilità nell’Alto Mugello colpito dall’emergenza maltempo sia verso la Toscana sia verso la Romagna, altrimenti il rischio è la desertificazione del territorio. Dopo la visita urgente di ieri a Firenzuola e Palazzuolo sul Senio, ho sollecitato quest’oggi l’intervento del Genio Militare nei territori dell’Alto Mugello, scrivendo nuovamente al Prefetto di Firenze e a tutti gli organi competenti in materia”. Lo afferma Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e componente VIII commissione ambiente, che riferisce: “Durante il sopralluogo alla frana di Baffadi, ho potuto apprezzare il lavoro dei Militari inviati dalla Prefettura di Ravenna insieme ai Vigili del Fuoco e li ho ringraziati. Al momento, però, risulta che la Prefettura di Firenze non abbia fatto richiesta di intervento del Genio”. “Questa emergenza – rimarca Mazzetti – richiede il massimo impegno e la massima tempestività da parte di tutti i corpi dello Stato: per questo occorre il Genio Militare a Firenzuola, dove ancora oggi non sono presenti i Militari e dove ci sono delle frazioni ancora isolate, come Piancaldoli, negli altri Comuni colpiti ovvero Marradi e San Godenzo, che ci impegneremo a inserire nel decreto, e nella parte di Palazzuolo sul Senio verso la Toscana”. “Dobbiamo agire con coordinazione e tempestività: salvaguardate le persone occorre ripristinare anche temporaneamente i collegamenti per persone e soprattutto imprese e per questo il supporto del Genio Militare è fondamentale”, conclude Mazzetti.

“Iniziare fin da subito a programmare il post-emergenza, sviluppando una campagna turistica promozionale incentrata sull’Alto Mugello così da salvaguardare la stagione estiva, visto che le disdette sono in costante aumento, anche per colpa di informazioni non corrette che hanno dato l’immagine di un territorio insicuro e irraggiungibile per molto tempo: dobbiamo sostenere le attività del territorio mugellano, altrimenti c’è il serio rischio desertificazione”. Questa la proposta della deputata di Forza Italia, Erica Mazzetti e del capogruppo di FI al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.

La proposta è stata sottoposta ieri dall’on. Mazzetti al Ministero del Turismo e alla Regione Toscana, a seguito del confronto con imprenditori, commercianti e albergatori lunedì a Firenzuola, uno dei Comuni colpiti dal maltempo.

“Il territorio del Mugello si presta – spiega Mazzetti – alla promozione di un turismo diffuso e sostenibile, in linea con gli indirizzi strategici espressi dal Governo, così da rendere anche meno affollate città sature come la stessa Firenze. Messe in salvo le persone, per adesso la priorità rimane il ripristino dei collegamenti, donde la mia richiesta e il mio sollecito all’invio del Genio Militare, che in alcune porzioni del territorio sta già intervenendo come ho verificato nel sopralluogo di lunedì”.

Per la deputata di Forza Italia e componente VIII commissione ambiente “ogni giorno è prezioso: occorre il ripristino, anche in modo temporaneo, della viabilità nell’Alto Mugello colpito dall’emergenza maltempo sia verso la Toscana sia verso la Romagna, altrimenti il rischio è la desertificazione del territorio”. Ecco le sue dichiarazioni:

Atto Dirigenziale
N. 1568 del 31/05/2023

Oggetto
EVENTI METEOROLOGICI DEL 16 E 17 MAGGIO 2023 – ALTO MUGELLO. ISTITUZIONE DI DIVIETI DI TRANSITO E PARZIALIZZAZIONI DELLA CIRCOLAZIONE STRADALE SULLE SSPP 20, 29, 32, 58, 306, 477, 610 E SR302. COMUNI DI BORGO SAN LORENZO, FIRENZUOLA, MARRADI E PALAZZUOLO SUL SENIO. Modifica delle ordinanze n. 1453 del 19/05/2023 e n. 1454 del 21/05/2023.

– Premesso che:
a seguito delle abbondanti precipitazioni avvenute nei giorni 16 e 17 maggio 2023 …….

le strade di competenza interessate sono le SSPP 20, 29, 32, 58, 306, 477, 610 e la SR302 nei territori dei comuni di Borgo San Lorenzo, Firenzuola, Marradi e Palazzuolo sul Senio;

sono stati eseguiti i primi interventi in somma urgenza per rimuovere detriti dalle strade;

sono stati avviati e sono in corso gli interventi di consolidamento dei versanti;

sono in corso continui monitoraggi delle frane e degli smottamenti che si sono verificati;

CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE
Atto Dirigenziale n. 1568 del 31/05/2023

ORDINA
Di consentire il transito sulle seguenti strade o tratti di strade a tutti i veicoli di massa complessiva non superiore a 35 q.li e velocità di 30 km/h nella fascia oraria dalle ore 5:30 alle ore 21:00, ai mezzi di soccorso e ai mezzi impegnati nelle attività di ripristino della viabilità anche di massa superiore:
SP477

SP32

SP306

SP610

SP58 tra l’intersezione con la SP117 e il confine di Regione

Di confermare la chiusura sulla SP20 nel tratto compreso tra l’intersezione con la SP29 e la loc. Abeto.
Di consentire sulle seguenti strade il transito ai residenti e a coloro che si recano sui luoghi di lavoro o nei plessi scolastici, con veicoli di peso non superiore a 35 q.li e velocità di 30 km/h nella fascia oraria dalle ore 5:30 alle ore 21:00;
SP 20, dal Km. 0+900 all’intersezione con la SP29;

SP29, tra il Km. 0+000 e il Km. 3+500.

…………
Carosella Maria Teresa – Direzione Viabilita’ Area 1

Autolinee Mugello Valdisieve Autolinee Toscane S.p.A. Centro Operativo di Borgo San Lorenzo Centro Operativo di Firenzuola Centro Operativo di Marradi Città Metropolitana di Firenze – Coord. Reperib. Viabilità Città Metropolitana di Firenze – Corpo Polizia Provinciale Città Metropolitana di Firenze – Direzione Mobilità TPL Città Metropolitana di Firenze – PROTEZIONE CIVILE Città Metropolitana di Firenze – Uff. Trasp. Eccezionali Città Metropolitana di Firenze – UFFICIO STAMPA COA – COPS Firenze Comando Carabinieri di Borgo San Lorenzo Comando Carabinieri di Firenzuola Comando Carabinieri di Marradi Comando Carabinieri di Palazzuolo sul Senio Comando Prov.le PT Rep.to Amm.ne Postale Comando Provinciale Carabinieri di FIRENZE Comando Provinciale VV.FF.di FIRENZE comune di borgo san lorenzo Comune di Firenzuola – ufficio tecnico Direzione Generale S.A.M. Florence Multimedia MAIOR srl Polizia Municipale di Borgo San Lorenzo Polizia Municipale di Firenzuola Polizia Municipale di Marradi Polizia Municipale di Palazzuolo sul Senio PREFETTURA DI FIRENZE Questura di Firenze RATPdev RATPdev Servizio Pronto Intervento 118 – FIRENZE Sezione Polizia Stradale Firenze Sindaco Comune di Borgo San Lorenzo Sindaco Comune di Firenzuola Sindaco Comune di Marradi Sindaco Comune di Palazzuolo sul Senio Sottosezione Polizia Stradale Firenze Nord TPER Ufficio Provinciale M.C.T.C. – FIRENZE CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE
Atto Dirigenziale n. 1568 del 31/05/2023
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Impegno e proposte concrete

martedì 23 maggio E’ necessario estendere la proposta di Silvio Berlusconi per l’Emilia Romagna di sospendere pagamenti mutui bollete e tasse di ogni genere ai Comuni dell’Alto Mugello colpiti ed anche i ristori alle imprese. Vediamo cosa decide il Governo! Regione e Comuni coinvolti dovrebbero fare lo stesso!
Oggi a Palazzuolo sul Senio arriva l’esercito a dare una mano l’ho appena annunciato il sindaco Moschetti.
Non sappiamo se è una coincidenza o frutto dell’appello accorato del consigliere Rodolfo Ridolfi ma è una notizia che conforta perché nell’immenso dramma che ha travolto la Romagna la sensazione è che la Romagna Toscano o Alto Mugello devastata da frane e smottamenti con la viabilità distrutta ci si è un po’ dimenticati.

Nell’occasione lo stesso Ridolfi sottolinea che “è necessario estendere le provvidenze previste per l’Emilia Romagna ai comuni dell’Alto Mugello sospendere le tasse comunali e le tasse di soggiorno in questi comuni nella speranza che vengano ripristinate tempestivamente le vie di comunicazione e siano nuovamente e agevolmente raggiungibili!”.

Forza Faenza! Forza Romagna

venerdì 19 maggio Queste sono immagini ma tra le immagini e la realtà c’è una grande differenza. Queste non sono cose ma i resti di una vita spesa a costruire e a proteggere. Qui c’è fango che fa scivolare e ti sporca ovunque, c’è la schiena a pezzi, mobili che rompi a calci per portarli fuori e ammassarli accanto a quelli degli altri, ci sono scope che senza sosta spazzano acqua e fango, pompe che tirano fuori acqua sporca e pompe di acqua pulita per lavare via il fango. Ci sono disperazione e speranza mescolate insieme, ci sono abbracci, baci e sorrisi tra amici e parenti infangati fino all’ultimo capello. Nessuno si lamenta, tutti lavorano, alluvionati e non alluvionati accorsi per dare una mano, non un accenno di polemica. E’ una grande lezione di umanità, di solidarietà, di carattere e di speranza.

Raffaella Ridolfi direttore responsabile

Triberti confermato sindaco il nuovo consiglio sarà ridotto a 10 consiglieri ecco i nomi:

martedì 16 maggio

Il nuovo consiglio comunale sarà per i prossimi cinque anni di dieci consiglieri 7 della lista del sindaco 2 del centro destra e 1 di Anima Marradi

Questi sono i Bilanci in profondo rosso del Comune di Marradi: dati utili per i marradesi che domenica 14 e lunedì 15 maggio votano

domenica 7 maggio

Questi sono i Bilanci in profondo rosso del Comune di Marradi:
dati utili per i marradesi che domenica 14 e lunedì 15 maggio votano

31/12/2015 Sindaco Tommaso Triberti V.Sindaco Assessore al Bilancio Rudi Frassinetti -127.670,87 (negativo)
31/12/2016 Sindaco Tommaso Triberti V.Sindaco Assessore al Bilancio Rudi Frassinetti -85.419,69(negativo)
31/12/2017 Sindaco Tommaso Triberti V.Sindaco Assessore al Bilancio Rudi Frassinetti -194.868,53(negativo)

31/12/2018 Sindaco Triberti V.Sindaco Assessore al Bilancio Vittoria Mercatali -314.583,99(negativo)
31/12/2019 Sindaco Triberti V.Sindaco Assessore al Bilancio Vittoria Mercatali -363.997,04(negativo)

Il 23/07/2019 ai sensi del Decreto del Ministero dell’Interno 11/10/2016 avente ad oggetto la determinazione della sanzione ai comuni per il mancato rispetto del patto di stabilità interno, relativo all’anno 2015 (GU n.246 del 20-10-2016), la sanzione comporta per i
comuni la riduzione delle risorse spettanti, per l’anno 2016 (nel caso specifico per l’anno 2019), a titolo di fondo di solidarietà comunale ai sensi dell’articolo 1, comma380 e seguenti della legge 24 dicembre 2012, n. 228.

Il Consiglio Comunale di Marradi il 23-07-2019 con delibera n.38 a seguito della violazione del patto di stabilità e delle gravi irregolarità di bilancio rilevate dalla Corte dei Conti per gli esercizi 2015 e 2016 fu costretto a subire le sanzioni previste dalla legge (Decreto del Ministero dell’Interno 11/10/2016 avente ad oggetto la determinazione della sanzione ai comuni per il mancato rispetto del patto di stabilità interno, relativo all’anno 2015 (GU n.246 del 20-10-2016), la sanzione comportava per i comuni la riduzione delle risorse spettanti, per l’anno 2016 (nel caso specifico per l’anno 2019), a titolo di fondo di solidarietà comunale ai sensi dell’articolo 1, comma380 e seguenti della legge 24 dicembre 2012, n. 228.) impegnandosi con variazione di bilancio a rideterminare lo stanziamento di competenza delle spese correnti dell’esercizio finanziario 2020 in misura non superiore all’importo calcolato ai sensi del comma 26 lettera b) dell’art. 31 della Legge 183/2011; dovendo inoltre attenersi
Divieto di ricorrere all’indebitamento per finanziare gli investimenti

Divieto di procedere ad assunzione di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia contratto, inclusi contratti di sevizio con soggetti privati che si configurino come elusivi della citata sanzione

Riduzione delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza indicati nell’art. 82 del D.Lgs. n. 267/2000 impegnandosi pertanto con variazione di bilancio di rideterminare lo stanziamento di competenza della spesa per le indennità e i gettoni di presenza in capo agli amministratori e consiglieri allora in carica e altresì a vigilare sull’effettivo rimborso della quota pari al 30% del percepito in capo agli amministratori e consiglieri non più in carica

Marradi piange Elisabetta Fabbrini

domenica 30 aprile 2023
Nata nel 1963 a Firenze , da Eliana Visani e Giuseppe Fabbrini, aveva iniziato la carriera nell’Azienda unità sanitaria locale 10 di Firenze, nel 1991. Poi era passata all’ospedale Meyer di Firenze. Risale al 1999 il trasferimento a Milano, all’ospedale San Paolo. Nel 2008 era diventata direttore amministrativo all’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate, tre anni dopo dell’ospedale di Circolo di Busto Arsizio. Nel 2016 era passata alla guida dell’Asst Bergamo Ovest, tre anni più tardi dell’Asst Nord Milano, che comprende il Bassini di Cinisello Balsamo e la struttura di Sesto San Giovanni. Insieme ad altri, nel 2019 aveva progettato la nascita di strutture molto simili alle odierne Case di Comunità. A quell’epoca tutto il sistema dei poliambulatori milanesi era coordinato dall’Asst Nord. Quel progetto sta maturando ora con le risorse del Pnrr. l’annuncio della scomparsa è arrivato dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso: “Oggi è una triste giornata per il sistema sanitario lombardo. Dopo una lunga battaglia contro un male incurabile ci ha lasciati Elisabetta Fabbrini, direttore generale dell’Asst Nord Milano”.
“La dottoressa Fabbrini – ha sottolineato il governatore – era un’ottima professionista che, pur avendo appreso nel pieno della pandemia, del male che l’aveva colpita, non ha mai anteposto il suo bene a quello della collettività. Come una guerriera, piena di passione e amore per il suo lavoro, ha lavorato notte e giorno, nonostante il fisico indebolito, per fare in modo che la sua Azienda offrisse ai cittadini le cure e l’assistenza di cui avevano bisogno. Non dimenticheremo mai il suo impegno e la sua dedizione, messi in pratica fino all’ultimo giorno”.
“La dottoressa Fabbrini – ricorda l’assessore Bertolaso – si è distinta in modo particolare anche nella campagna vaccinale. Sua l’iniziativa di aprire il primo drive trough per i tamponi e le vaccinazioni notturne, nonostante l’organico ridotto di un’Asst certo non tra le più grandi della città Metropolitana. Nessuno, tra il suo personale, osava dirle di no, perché era un capitano capace di fare squadra, dando sempre per prima l’esempio di come deve comportarsi chi si dedica alla vita delle persone”.
“Ai suoi familiari, amici e a tutto il personale dell’Asst Nord Miliano che le sono stati accanto fino alla fine – hanno concluso Fontana e Bertolaso – giunga il più sincero abbraccio da tutta la Giunta di Regione Lombardia”.
Sono giornate molto tristi per il sistema sanitario lombardo ma anche per Firenze, Sesto Fiorentino e per Marradi dove Elisabetta tornava, di tanto in tanto, nell’ abitazione di Casa Gondi, non disdegnando di presenziare insieme alla mamma Eliana le iniziative del Centro Studi “Enrico Consolini” di cui era socia.
Alla Mamma Eliana, al fratello Michelangelo architetto che vive in Mugello ed ai parenti tutti giungano le più sentite condoglianze mie personali, della redazione e dei nostri lettori.
Il direttore Raffaella Ridolfi

25 Aprile: affinità in radice fra fascismo e comunismo.

martedì 25 aprile

UOMO NUOVO, FACILE EROE
Per evitare un’apologia fuori luogo, ripristinare, dove possibile, la verità storica e rendere onore alle vittime innocenti, è necessario
ricordare il fenomeno di ex fascisti diventati eroi e medaglie dell’antifascismo, in terre come la Romagna e la Toscana, che prima di essere comuniste, furono in tanta parte così fasciste. Questo trasformismo ipocrita, fu ben stigmatizzato da Gaetano Salvemini che, rimarcando la fragilità, lo spirito di accomodamento, anche la pavidità, di cui diede prova larghissima parte degli italiani, intellettuali in testa, lamentò come avessero “baldanzosamente esibito le loro idee socialiste, comuniste e cattoliche solo in tempi di bonaccia per poi ritornare facili eroi del 25 aprile”. Domenico Settembrini nel suo libro Fascismo controrivoluzione imperfetta scrive: “Mussolini disse nel 1921 conosco i comunisti. Li conosco bene perché parte di loro sono miei figli spirituali”. Ed era vero. Tanto che Gramsci, almeno fino alla svolta di Mussolini dal neutralismo all’interventismo, lo chiamava nostro capo. C’è quindi un’affinità in radice fra fascismo e comunismo. Mussolini affermava “Il corporativismo, se è serio, è socialismo” ed era impegnato a costruire, nella gioventù, l’uomo nuovo. “E difatti molti dei giovani fascisti, passarono al Pci, spesso venendo dal combattentismo repubblichino”. L’esempio del premio Nobel Dario Fo è emblematico del fenomeno. Scriveva Roberto Denti, scrittore e giornalista de Il Sole 24 ORE, fondatore nel ‘72, a Milano, della Libreria dei Ragazzi: “Prima del 25 luglio tutti dovevamo essere fascisti ma tutti eravamo stanchi della guerra”. Denti aveva diciannove anni quando cadde il fascismo e nel suo libro La mia Resistenza racconta come avvenne, in una villa di Trespiano nei pressi di Firenze, il suo passaggio da sbandato a partigiano grazie ad Antonio, nome di battaglia Cavaradossi, per la passione della lirica, che lo accompagnò e lo introdusse tra i partigiani della Brigata Roselli, nei monti di Marradi. “Nella villa avevo fatto amicizia col figlio del giardiniere, già militante tra i partigiani, riuscii ad essere convincente ed Antonio mi portò con lui nella brigata partigiana di cui faceva parte, a sud di Marradi e con lui raggiunsi la zona di Marradi. Al comandante dovetti dire come mi chiamavo, avevo scelto il nome Mandelli che era il cognome della nonna, la mamma del mio papà”. Marino Pascoli giovane partigiano romagnolo di fede mazziniana scriveva: “Prima di tutto dobbiamo distinguere i partigiani veri dai partigiani falsi. I partigiani veri sono coloro che hanno corso sul serio dei rischi, che hanno combattuto con fede per la liberazione d’Italia e questi, a dir il vero, sono pochi. I partigiani falsi che purtroppo sono la maggioranza, sono coloro che hanno fatto i teppisti mascherati, i collezionisti di omicidi, e che andarono in giro col mitra, quando nonmvi era più pericolo, a fare gli eroi. Questa gente anche se è riuscita a munirsi di un brevetto o di un certificato, anche se oggi milita indebitamente nelle fila dei partigiani, non bisogna avere nessuna esitazione a chiamarla teppa. Attenzione, partigiani veri, partigiani onesti, partigiani italiani e rimasti italiani, a non seguire coloro che vogliono vendere l’Italia allo straniero, altrimenti il vostro sacrificio sarebbe stato vano. L’organizzazione militare venne creata più tardi a rivoluzione d’Aprile conclusa. Quando contati i partigiani, rimpolpate le formazioni, aumentati gli effettivi, organizzate le forze comuniste e muniti i comandi di timbri e carta intestata, si procedette alla farsa della smobilitazione delle forze comuniste, si svolgeva, invece un’opera diametralmente opposta quella cioè di inquadrare ed organizzare per l’avvenire queste forze per un eventuale colpo di Stato. Alla fine della guerra secondo rapidi calcoli le forze partigiane furono fatte ascendere a quasi trecentomila unità. Praticamente di combattenti veri e propri ve ne furono circa un sesto della cifra predetta”. Episodi drammatici, frutto di prepotenza e di assurde ritorsioni, si verificarono anche a Marradi. Era il 14 giugno del ‘44, Pietro Carloni, capostazione titolare della Stazione di Marradi, come d’abitudine, era rientrato alla stazione ferroviaria di Fantino, in Comune di Palazzuolo di Romagna, oggi sul Senio, dove era assuntore suo figlio Armando. In casa c’erano soltanto Pietro e sua moglie Caterina, sorella di mia nonna paterna Agnese Palli, quando si presentarono alcuni individui armati di mitra i quali domandarono del capostazione, intendendo evidentemente riferirsi al capostazione di Fantino. Carloni non fece in tempo a rispondere “sono io”che ricevette una mitragliata al ventre. Caterina riuscì a chiedere aiuto ed a trasportarlo all’ospedale di Brisighella dove morì il giorno stesso. Nessuna giustificazione alla barbara e assurda esecuzione, molto probabilmente una vendetta nei confronti del figlio Armando che non aveva consentito che i sedicenti partigiani si impadronissero di un vagone di farina. Angiolina Ciani il 21 gennaio del ‘45 scrisse alla sorella Annarosa suora a Roma: “Gino Miniati, figlio di Florinda, tua comare (madrina) e marito di Lina Gigli, l’hanno ammazzato e tanti altri hanno fatto la fine del nostro Pietrino, non si sa dove sono!”. L’unica definizione, che mi convince per definire gli autori di quei crimini e di quelle assurde ed insensate vendette è questa “Teppa da reato comune, macchiata di sangue, di prepotenza e di ricatti”.
Il 1945, il 25 aprile in Italia e l’8 maggio in Europa, giorno della resa del nazismo, segnò una vittoria della libertà anche se in quei giorni fu liberata dalla tirannide solo la parte occidentale del continente. Bisognerà attendere fino, alla notte del 9 novembre 1989, caduta del Muro di Berlino, per assistere alla stagione della liberazione dal regime comunista, che, imposto in tanti Paesi di antica civiltà e cultura, li aveva precipitati nel sottosviluppo ed allontanati dalla comune matrice europea. La caduta del Muro di Berlino ha avuto ed ha lo stesso valore simbolico ed integra, nel nostro Paese, la liberazione dalla guerra, dal nazismo e dal fascismo. Per la prima volta, dal Nord al Sud e dall’Atlantico agli Urali, l’Europa si è riconosciuta tutta nel valore della libertà, che si è affermato come valore primario e condizione per l’esistenza di ogni altro.

Rodolfo Ridolfi

Presentazione del Candidato Sindaco e della lista del centro-destra unito

domenica 23 aprile
“perchè Marradi può essere l’ottava meraviglia del mondo”

In un clima di grande partecipazione ed entusiasmo, davanti ad oltre cento cinquanta persone nella Piazzetta antistante il centro culturale Dino Campana, si è svolta, palpabilmente viva e vibrante, la presentazione del candidato Sindaco del Centro destra unito, Stefano Benedettini sabato 22 aprile a Marradi.


Benedettini, al debutto sulla scena politica marradese, e molti dei candidati erano visibilmente emozionati.
L’intervento del candidato Sindaco, di una straordinaria concretezza e responsabilità, si è concentrato su due atti molto semplici, che molti marradesi si aspettano, e che saranno il segno immediato e riscontrabile di un immediato cambio di passo: apertura di Piazza Le Scalelle tutto l’anno e riparazione dell’orologio della Piazza che è diventato anche il suo slogan: “Marradi si è fermata alle 20,45 … e ora ripartiamo”. Si è poi detto convinto del fatto che essere Comune di confine sia un’opportunità e non un disagio ricordato il lavoro fatto personalmente con determinazione ed impegno per addivenire a protocolli d’intesa firmati al Viminale tra le due Regioni Emilia-Romagna e Toscana e tutti i Comuni dell’Appennino tosco emiliano coinvolti per l’intervento dei Vigili del Fuoco nei territori limitrofi fuori regione scavalcando i rigidi limiti imposti dai confini regionali, scelta fortemente voluta con lucida valutazione: perchè prima di ogni cosa siamo tutti cittadini italiani ed abbiamo diritto ad una risposta il più celere possibile soprattutto quando trattasi di emergenze. La convinzione di Stefano Benedettini è che Marradi deve sapersi indirizzare per avere massima collaborazione, disponibilità ed impegno sia sul fronte toscano sia su quello toscano emiliano-romagnolo

Dopo l’intervento del candidato Sindaco hanno preso la parola alcuni candidati consiglieri anche questi concentrandosi sulla necessità di dare risposta a problemi concreti come quelli che attengono alla scuola o alle case popolari e mettendo in campo alcune delle proposte contenute nel programma elettorale visionabile sulla pagina Facebook del candidato, tra le proposte il sogno e la volontà di dar nuovamente vita alla produzione del prodotto simbolo internazionale di questo territorio il Marron Glacès.
Non sono mancati alla presentazione i vertici locali e provinciali di Fratelli d’Italia, della Lega Nord di Forza Italia e dell’Unione di centro, che hanno portato il loro saluto ed hanno garantito il loro fattivo sostegno ed aiuto a Bendettini e al suo gruppo di lavoro, presente inoltre la consigliera regionale Tozzi a conferma di una attenzione anche regionale alle istanze marradesi. Lunedì 24 nella mattinata invece Forza Italia a sostegno di Bendettini schiererà la Deputata di Forza Italia Erika Mazzetti, unico rappresentante alla Camera dei Deputati del Mugello, che sarà a Marradi per una visita ad alcune significative realtà economiche assieme al candidato a Sindaco.
A chiusura degli interventi Stefano Benedettini ha voluto rimarcare come una persona che diventa Sindaco all’improvviso non può diventare onnisciente ma ha la necessità di poter contare sull’esperienza e sulla conoscenza di un gruppo di lavoro affidabile come quello che lo sostiene e a tal riguardo ha voluto preannunciare per la serata del 4 maggio un incontro in tema di sanità con il Dott. Francesco De Pasquale. Ricordando il padre da poco scomparso romano di nascita e stabilitosi a Marradi a seguito dell’alluvione di Firenze ha ricordato quando alla domanda perchè si fosse stabilito a Marradi questo gli rispondeva: perchè Marradi può essere l’ottava meraviglia del mondo.

Amministrative: Erica Mazzetti a Marradi lunedì 24 aprile

sabato 22 aprile
“Nessuna parte del nostro territorio deve essere mai abbandonata: penso soprattutto alle aree interne, a quelle di confine così ricche dal punto di vista ambientale e sede di moltissime imprese ma con servizi e collegamenti insufficienti. Con i fondi nazionali ed europei possiamo dare delle risposte concrete a seconda delle esigenze per creare le opportunità. La politica è questo: stare sul territorio, ascoltare, portare a Roma istanze e proposte. Perciò torno con estremo piacere nell’Alto Mugello e ringrazio il gruppo di Forza Italia.

A Marradi si vota e sicuramente cambiare amministrazione è fondamentale: anche per questo ci sarò, per sostenere il candidato sindaco e tutti i candidati al consiglio”. Lo scrive in una nota Erica Mazzetti, parlamentare di Forza Italia eletta nel territorio e componente VIII Commissione Ambiente, che lunedì 24 aprile sarà a Marradi per una serie di incontri: in programma la visita a tre aziende (Comes, Fabbrica Marroni, Acqua Brick), dunque pranzo nella cornice di Palazzo Torriani, quindi visita al Centro Studi Campaniani. Nel pomeriggio, l’On. Mazzetti sarà a Palazzuolo.

“LIBERI E FORTI”, RITORNO AL 18 APRILE ‘48 di Rodolfo Ridolfi

martedì 18 aprile

Siamo tutti figli del 18 aprile 1948, perché quel giorno fu il popolo vero, fu l’Italia profonda, dal nord al sud, che seppe difendere, unita, un patrimonio comune di valori ereditato nei secoli; perché quel giorno il nostro popolo seppe dire «no» ad una ideologia che, se avesse vinto, avrebbe portato in Italia il terrore rosso che già aleggiava sui Paesi dell’Est europeo, consegnati a Stalin dagli accordi di Yalta; perché, infine, il 18 aprile non vinse, come invece troppo comunemente si crede, il partito che ci avrebbe portati verso il cattocomunismo e la partitocrazia. Il 18 aprile fu giustamente definito una seconda Lepanto, in quanto se Lepanto ha impedito ai musulmani di invadere l’Europa, il 18 aprile ha impedito ai comunisti di conquistare l’Italia. Se il 25 aprile del ’45 segnò la fine del nazifascismo per l’opera determinante delle truppe anglo-americane e dei resistenti, il 18 aprile del ’48 fu la data in cui, con il voto, l’Italia decise per la democrazia e la libertà, sconfiggendo il pericolo frontista.

Come non sottolineare l’intelligenza politica, la lungimiranza ed il coraggio di Saragat, il quale si staccò da un partito socialista, ormai succube del Pci, per dar vita ad un socialismo liberale e democratico? Settantacinque anni sono passati da quel 18 aprile 1948, quando, alle prime elezioni dell’Italia repubblicana, i partiti del centro-destra ottenevano il 48,5% dei suffragi, battendo di oltre diciassette punti la lista di Unità Popolare, formata da Pci e Psi. Il significato della vittoria del 18 aprile va sicuramente al di là del pur considerevole risultato ottenuto dalla Dc, e supera di gran lunga la sigla stessa, sotto la quale tutti quei consensi vennero raccolti. Il 18 aprile vinsero i Comitati Civici, creati pochi mesi prima, che, forti di trecentomila volontari e di ventimila comitati elettorali, intrapresero una politica anticomunista e organizzarono una campagna elettorale nella quale risultò evidente, attraverso slogan e manifesti, che la posta in gioco era la salvezza del Paese dal comunismo. Vinse uno spirito di «crociata» in difesa della civiltà, un anno prima della scomunica lanciata da Pio XII, il 28 giugno del 1949, nei riguardi dei cristiani che aderivano alle dottrine del comunismo e che collaboravano con movimenti comunisti, e undici anni dopo l’enciclica Divini Redemptoris di Pio XI che aveva definito il comunismo «intrinsecamente perverso».

Certamente, una delle cause della sconfitta del Fronte popolare è da ravvisare nella levatura politica e morale di uomini come De Gasperi, Saragat, Einaudi. Fu così che i moderati contribuirono a salvare la democrazia e la civiltà del nostro Paese; mentre presuntuosi intellettuali di sinistra, ciechi di fronte ai crimini di stampo leninista-stalinista, iniziavano la loro triste marcia dentro il comunismo. Un’analisi di oltre mezzo secolo di storia italiana potrà contribuire a far luce sul significato politico e culturale di una data troppo importante per essere dimenticata, forse, un po’ troppo scomoda, dopo che gli sconfitti di ieri vorrebbero diventare i vincitori di oggi. Le istituzioni dovrebbero ricordare con gratitudine i protagonisti di quell’evento: Alcide De Gasperi, Giuseppe Saragat, Luigi Einaudi, Randolfo Pacciardi, che affermarono i valori della democrazia, della libertà, dell’atlantismo, dell’europeismo e dell’Occidente, valori che sono ancora attuali ed irrinunciabili.

Quella del 18 aprile 1948 non fu una delle consuete competizioni elettorali tra differenti forze politiche, ma una scelta di civiltà fra due opposte concezioni del mondo: fra un’Italia profondamente legata alle proprie radici nazionali, religiose e civili, ed una parte del Paese plagiata dall’utopia marxista-leninista; un’utopia che proprio nella primavera dello stesso anno portava con un golpe i comunisti al potere a Praga e forniva l’ennesimo saggio di brutalità nell’Europa dell’Est con la defenestrazione del socialista Masarik. Il clima da guerra civile di quegli anni, le aspettative dei comunisti italiani nei confronti dei partigiani comunisti jugoslavi di Tito, che avanzavano nell’Italia orientale, e l’eliminazione sommaria da parte comunista dei partigiani non comunisti e di tanti innocenti subirono il 18 aprile del 1948 un duro colpo.

Stefano Benedettini Candidato sindaco di Marradi del centrodestra lancia la sfida alla sinistra divisa.

sabato 15 aprile Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo

SI VINCE O SI PERDE TUTTI INSIEME

Stefano Benedettini

Stefano Benedettini candidato Sindaco del Centrodestra unito ha deciso di presentare una lista di sette
candidati invece che di dieci sposando l’idea che si vince o si perde tutti insieme. In caso di vittoria infatti nessuno di coloro che si presenta rimarrà escluso dal Consiglio comunale di Marradi, così ha voluto fermamente il candidato Sindaco, non tradendo neanche in questo caso la sua visione solidale dell’impegno civico, e come segno di riconoscenza e stima nei confronti di coloro che hanno garantito il loro imprescindibile contributo di idee e di esperienze e che si sono votati a garantire un impegno fattivo sia per la partecipazione alle elezioni sia per il futuro amministrativo di Marradi. Questa scelta non è del tutto nuova ma è già stata collaudata nelle elezioni amministrative di Palazzuolo sul Senio nel 2019 dalla lista che vinse la scorsa tornata elettorale. Una lista quella di Benedettini che esprime, sempre per sua ferma volontà, una perfetta parità di genere come previsto dalla legge. Altro punto che ha con determinazione voluto il candidato a Sindaco Benedettini è stato quello di presentarsi con tutti i simboli di partito che lo sostengono, spinto dalla volontà di non nascondersi dietro simboli di presunte e fantasiose liste civiche, che civiche nella realtà non sono affatto ma sono pura
espressione di partiti nazionali o di alleanze di questi senza se e senza ma tanto che nei fatti ne seguono pedissequamente le orme pur di vedersi garantito qualche strapuntino di poltrona. Nell’iniziare questa nuova avventura personale e politica, nel ringraziare tutti coloro che hanno dato la loro disponibilità a candidarsi presenti in lista e non e anche tutti coloro che hanno sottoscritto la presentazione
della sua candidatura, Stefano Benedettini ha dichiarato: “mi auguro che tutti i contendenti alla carica di Sindaco abbiano in animo di confrontarsi dialetticamente e costruttivamente sui temi che interessano il paese e si attengano al rigoroso rispetto delle Istituzioni in base alla legge, senza creare voluti e poco edificanti fraintendimenti di ruoli e situazioni, ed ad un fair play degno di questo nome”.
Ufficio Stampa
Stefano Benedettini
Candidato a Sindaco Centro destra unito Marradi

Auguri Primo! Cent’anni da italiano esemplare

giovedì 23 marzo
Primo Romeri,
nato ad Ardenno in provincia di Sondrio, l’alpino l’ha fatto nel periodo della seconda guerra mondiale, e dopo l’8 settembre a Merano fu catturato e imprigionato. E’ stato nei campi di concentramento di Birkenau, Mathausen, e al confine con la Russia, ma ce l’ha fatta a sopravvivere. ha lavorato nel Corpo Forestale dello Stato, a Gaiole in Chianti, dove si è sposato. Ha avuto tre figli: Mario, Andrea ed Elena e nel 1962 viene trasferito nella Caserma di Marradi. Sempre sorridente e disponibile esempio di marito e padre di famiglia è diventato un marradese stimato e amato da tutti. Ora ha cento anni, ma è autonomo: fa la spesa, e vive da solo. Lo puoi incontrare nelle giornate di bel tempo seduto al Bar Sport e conversare con Lui ti mette di buon umore. Noi gli vogliamo bene e gli facciamo tanti Auguri!

Banalizzazione e Banalità Lettera del Direttore Raffaella Ridolfi

Dott. Raffaella Ridolfi
Direttore
di Marradi Free News

giovedì 16 marzo
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza
Versi 118-120, Canto XXVI dell’Inferno, Divina Commedia

Banalizzazione e Banalità
Lettera del Direttore Raffaella Ridolfi

La banalizzazione e la banalità insistono nel goffo tentativo di riversare le responsabilità di un
indiscutibile fallimento politico su un carattere di una comunità, sia questo vero, utile, presunto o
per squallido mero tornaconto politico.
Raccontare che una popolazione è tendenzialmente fatta di individui perdenti, privi di carattere e
passione, di pantofolai felici e contenti, è un’operazione sporca, è un tentativo subdolo di coloro che
non vogliono prendersi delle responsabilità, un modo per fiaccare o fare sembrare inutile ogni
scintilla di entusiasmo, passione, impegno o aspirazione che ogni essere umano ha per sua essenza;
se il mondo fosse stato fatto da pantofolai l’umanità sarebbe ancora all’età della pietra, se ci pensate
bene! È proprio quello spirito di superamento dei propri limiti, di risoluzione dei problemi che fa di
un uomo un adulto forte della sua autonomia ed indipendenza e che lo rende libero.
L’assunto del “pantofolaio” si addice solo a chi intende una comunità come un branco di pecore, chi
crede nel livellamento del pensiero e delle coscienze, e di chi non conosce speranza e tende ad
affievolire le speranze degli altri in un futuro più roseo per se stesso, le proprie famiglie e i propri
cari.
Un modo di pensare che contrasta con tutte quelle teorie che sostengono che un uomo, e per
estensione del concetto una comunità, seppur invecchia può rimanere attivo e condurre una vita di
soddisfazione se mantiene attive le sue facoltà cognitive, le sue aspirazioni, fino a quando gli è
possibile, un esempio per tutti Umberto Veronesi.
La banalizzazione dei problemi parte dalla non volontà di vederli, dall’incapacità di superarli, dalla
mancanza di visone, dalla ricerca seppur faticosa di una via di uscita, dalla mancanza di spinta
propositiva, in definitiva dalla rassegnazione e dal maldestro tentativo di buttar fumo sugli occhi
delle persone.
La banalità sta nel fatto di non riconoscere la realtà: storicamente i cittadini di Marradi non sono
mai stati dei pantofolai, e questo è vero anche oggi. Basti considerare quanto successo con la crisi
della fabbrica dei Marroni e del coraggio, della tenacia di quelle operaie e operai che hanno dato
vita a quel presidio portandone il peso fisico, emotivo ed economico e di come la comunità si è
stretta intorno a loro fino a quando i soliti pifferai magici hanno visto un’ennesima opportunità ed
hanno ben pensato all’utilità che ne potevano trarre in un equilibrio di giochi di potere e consenso
che niente ha a che fare con la dignità delle persone e dei lavoratori, io sono solita chiamarla,
mutuando Milan Kundera “la Grande marcia” o il “kitsch della politica”.
Una banalità può essere scritta da una bella penna, che magari pochi posseggono, ma una banalità è
sempre comprensibile proprio nella sua valenza di banalità da tutti coloro che la vogliono vedere.
La vita è di per sé movimento e questo si può sostenere senza scomodare filosofi o psicologi, la vita
è una rivoluzione di atomi, neuroni e anime, si è fermi, statici, a riposo, solo quando si è morti e
sembra dalle scoperte scientifiche recenti che neppure allora il movimento si ferma per un
determinato periodo.
Prima di mettere definitivamente le pantofole e decidere di morire crogiolandosi nella
rassegnazione ed incapacità di reazione, invito tutti gli aspiranti pantofolai a chiedersi se è motivo
di orgoglio avere i dati peggiori sul divario scolastico, sulla sanità, sui trasporti, sul reddito pro
capite, mi chiedo se non sia deprimente e al contempo di stimolo, ad esempio, il comprovato
depauperamento del vostro patrimonio immobiliare, che con fatica avete acquisito nell’aspettativa
di lasciare una base di vita per le vostre famiglie. Questi sono i dati che emergono dalla scheda delle
aree interne dedicata al Comune di Marradi e non solo, non sono opinioni e nella loro essenza non
sono banali.
A chi vi vuol mettere il prosciutto sugli occhi è bene rispondere che il prosciutto è fatto per essere
mangiato.

Aumento dell’imposta di soggiorno e Bilancio di Previsione 2023/2025 depressivo nell’Unione dei Comuni

mercoledì 8 marzo Pubblichiamo la sintesi del comunicato inviatoci dal gruppo consigliare Mugello Alto Mugello dell’Unione dei Comuni sul voto contrario all’aumento dell’imposta di soggiorno ed al Bilancio di Previsione 2023/2025

Bilancio di Previsione Depressivo
Il bilancio di previsione dell’Unione dei Comuni proposto per approvazione è asfittico e depressivo. Depressivo perché aumenta le tariffe di sua competenza contribuendo a scoraggiare consumi e iniziative imprenditoriali. (Come dimostra l’aumento, ingiustificato, delle tariffe imposta di soggiorno che avuto testè il nostro voto contrario). Asfittico perché le entrate sono utilizzate quasi esclusivamente per le spese correnti e non per investimenti di sviluppo.
Il bilancio di un ente è lo specchio delle sue virtù e dei suoi vizi.
La seconda valutazione riguarda gli scostamenti tra le risorse previste per i programmi e le spese effettivamente utilizzate, cioè la capacità di tradurre gli obiettivi di programma in fatti: il livello di attuazione è stato ampiamente eluso.
Le debolezze del bilancio si riflettono inevitabilmente negli indicatori che misurano l’efficacia e l’efficienza di gestione.
Gli elementi di positività che pur sono presenti non sono sufficienti per giudicare favorevolmente questo bilancio. Servono un cambiamento e una svolta che ancora non si sono visti: le risorse dedicate alla promozione economica delle attività produttive, commerciali e dei servizi che in momenti di grave crisi richiederebbero il massimo supporto rappresentano una parte insufficiente della spesa. La sinergia tra pubblico e privato, tra Unione, Comuni e operatori economici, oggi più che mai, deve essere massimo e invece è poca cosa. Trasporti infrastrutture sanità hanno un peso irrilevante. Perciò il nostro voto sarà contrario al Bilancio di Previsione 2023/2025.
I titoli di coda della maggioranza di centro sinistra sono rappresentati dalla vicenda della società “Pianvallico” e dal tentativo, fallito, di vendere quote della società che nessuno ha voluto e che alla fine della vicenda porterà nelle casse dell’Unione, per la cessione di quote ormai senza apprezzabile valore, pochi spiccioli.

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Un dolore immenso: la scomparsa di Piera Ballabio

martedì 7 marzo

Piera Ballabio, “La Piera” per antonomasia: donna straordinaria, intelligenza indomabile, sorriso dolce che ti resta dentro, ci lascia un vuoto incolmabile. Lavoratrice instancabile, figura insostituibile per il Turismo della Comunità Montana e dell’Unione dei Comuni ambientalista a tutto tondo moglie e madre esemplare, con Amos ha rappresentato i migliori anni della nostra vita a Marradi fin da quando la incontrammo per la prima volta ad una festa a Gamberaldi arrivata da Milano. Nel ricordarla esprimiamo l’affetto e la riconoscenza di tutti i nostri lettori per questa Marradese di adozione che non dimenticheremo.
Rodolfo Ridolfi

La Poesia ci salverà, al via la X^ edizione del Premio Nazionale Dino Campana

La IX^ Edizione del Premio
Dino Campana 2022

martedì 21 febbraio
Il Quotidiano On-line Marradi Free News indice, con il patrocinio del Comune di Brisighella e dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina e la collaborazione di Rinascimento Poetico-Accademia degli Incamminati – Centro Studi Campaniani Enrico Consolini e Associazione Culturale Opera In-Stabile, la X^ edizione del Premio Letterario “Dino Campana” Edizione 2023 Concorso Nazionale-Internazionale La Poesia ci salverà la cui premiazione si svolgerà a Brisighella nel Chiostro del Convento dell’Osservanza sabato 16 settembre alle ore 11
SVOLGIMENTO: Le opere poetiche dovranno pervenire online sul sito www. marradifreenews.com info utilizzando l’apposito formulario. Ogni autore può partecipare con una sola lirica. La quota di partecipazione alle spese organizzative è di 10 euro. I partecipanti dovranno versarla tramite il c/c postale è 14264477 intestato a Accademia Incamminati 47015 MODIGLIANA (FC) indicando nella causale: Premio Letterario Campana 2023
TESTI: I testi devono essere in lingua italiana, editi o inediti mai postati sui social e mai premiati in altri concorsi. Le opere a tema libero non potranno superare i quaranta versi o righe ed andranno inviate anche con il solo titolo con carattere in corpo 12 in pdf alla segreteria frenewsmarradi@gmail.com
SCADENZA: ATTENZIONE, SARA’ POSSIBILE PRENSENTARE LA PROPRIA OPERA ENTRO E NON OLTRE IL GIORNO 20 Agosto 2023.
PREMI:
Al 1° classificato: € 200,00
Al 2° classificato: € 150,00
Al 3° classificato: € 100,00
Le prime tre classificate saranno pubblicate, su Marradi-Free News on line e sulla rivista “Il Maestro di Marradi” che stamperà per l’occasione le opere vincitrici del premio “2013-2023”
Premio speciale per la musicalità dell’opera istituito nel 2019 a cura di “Opera In-Stabile” in memoria di “Emilio Betti”, già Presidente dell’Associazione, terza edizione
Diplomi di merito e/o partecipazione saranno istituiti ed assegnati dal Presidente della Giuria
GIURIA: La giuria, il cui giudizio è insindacabile, è composta da: Rodolfo Ridolfi (Fondatore del Premio) Presidente; Federica Balucani (Soprano), Barbara Betti (Musicista Opera In-Stabile), Gianna Botti (Scrittrice), Sandro Cosmai (Avvocato Opera In-Stabile), Emanuela Dalla Libera (Poetessa), Paolo Gambi ( Rinascimento poetico) Mirna Gentilini (Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”), Pape Gurioli (Compositore Musicista), Stefano Mercatali (Pittore), Riccardo Monopoli (Attore-Regista), Patrizia Ravagli (Accademia degli Incamminati), Raffaella Ridolfi (Marradi Free News), Lorenzo Somigli (giornalista), Massimo Scalini (Psichiatra), Elisabetta Zambon (Poetessa)
NOTIZIE SUI RISULTATI: Gli autori selezionati saranno avvisati telefonicamente o tramite notifica mail.
I risultati saranno pubblicati, appena disponibili, sul web www.marradifreenews.com
DIRITTI D’AUTORE: Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al concorso, cedono il diritto di pubblicazione a Marradi Free News all’interno delle riviste e sui siti senza aver nulla a pretendere.

“Immagina Marradi” la proposta civica di Rudi Frassineti

il manifesto del convegno

lunedì 13 febbraio Riceviamo dal dott. Rudi Frassineti e molto volentieri pubblichiamo:
Ripartire da Marradi, dai Marradesi dalle loro risorse, capacità, energie, mettere in gioco le idee ed i progetti che queste Genti di Montagna sanno ideare, è questo l’obiettivo che si pone “Immagina Marradi” un innovativo percorso di partecipazione che prende avvio venerdì 17 febbraio, alle ore 20.00 presso l’ Urban center.
Un’iniziativa che nasce all’interno di un percorso civico, sganciato da qualsiasi appartenenza partitica, aperto a tutti quei marradesi che hanno voglia di incidere e decidere il futuro di Marradi.
Ci farebbe piacere averla con noi, per illustrarle il progetto civico, il percorso di partecipazione che vogliamo provare a costruire per dare a Marradi un futuro più solido, con una visione nuova, diversa, in grado di rispondere ai bisogni della nostra comunità.
Nella speranza di incontrarla venerdì prossimo colgo l’occasione per porgerle cordiali saluti.
Rudi Frassineti.

Il messaggio de Il Tazebao in occasione dei 23 anni dalla scomparsa dello statista socialista Bettino Craxi.

Hammamet – Tunisia – Africa – The tomb of Bettino Craxi former president of the Italian Government.

martedì 17 gennaio 2023 riceviamo e molto volentieri pubblichiamo
«I popoli esistono anche quando sono poveri»
Il messaggio de Il Tazebao in occasione dei 23 anni dalla scomparsa dello statista socialista Bettino Craxi.

Tra i firmatari esponenti delle Istituzioni, personalità della cultura e dell’informazione, italiana e internazionale.

Firenze, 17 gennaio 2023 – «Sono ormai 23 anni che Bettino Craxi ci ha lasciato, eppure la sua presenza è più viva che mai tra noi. E se la Fondazione a lui intitolata quando ancora si era tutt’altro che spento il clima infame di Mani Pulite, con uno sforzo tenace e lungimirante ne ha valorizzato l’opera di politico e di statista, il suo popolo ne vuole oggi ricordare la generosità al servizio della pace. Quella racchiusa nell’aforisma “i popoli esistono anche quando sono poveri”, la visione della nostra Europa del Lavoro e dello stato sociale con i piedi ben piantati nel Mediterraneo, culla della civiltà. Quel mare che scrutava dall’esilio di Hammamet cercandovi l’Italia all’orizzonte. Grazie Bettino».

I promotori
Gianni Bonini
Pieraldo Ciucchi
Lorenzo Somigli

I firmatari
Renzo Alessandri
Catia Almenara
Alessandro Battilocchio
Marco Becattini
Antonio Bellizzi di San Lorenzo
Alida Bensi
Fabio Boni
Flavia Bonini
Francesco Borgognoni
Stefano Borselli
Fiorenzo Bucci
Cesare Calamai
Giancarlo Cappelletti
Luciano Casarredi
Simone Cavaciocchi
Giancarlo Ciarpi
Debora Degl’Innocenti
Maurizio Falcinelli
Fabio Fallai
Fabrizio Felici
Stefano Ferroni
Carmine Festa
Matteo Gerlini
Luigi Giacumbo
Riccardo Ginanneschi
Franco Gori
Irene Ivanaj
Talal Khrais
Laura Lodigiani
Salvatore Lombardo
Francesca Longhitano
Massimo Mallegni
Andrea Marcigliano
Jean-Claude Martini
Massimo T. Mazza
Bernardo Mennini
Gianni Mercatali
Renzo Nardi
Stefano Neri
Duccio Niccolai
Fabrizio Pacini
Andrea Pastorelli
Elismo Pesucci
Marco Pieri
Rita Pieri
Mario Poneti
Paolo Ricci
Rodolfo Ridolfi
Elisabetta Romoli
Paola Sacchi
Massimiliano Scapecchi
Lino Signori
Fausto Stefanelli
Maria Cecilia Stefanelli
Edoardo Tabasso
Massimo Taiti
Daniele Taiuti
Leonardo Tirabassi
Marco Tofani
Leonardo Tozzi
Luciano Zeroni

il 19 gennaio del 2000 moriva ad Hammamet Bettino Craxi

Hammamet la tomba di Bettino Craxi

lunedì 16 gennaio
Giovedì 19 gennaio ricorre il ventitreesimo anniversario della morte di Bettino Craxi uno degli statisti italiani più illuminati e lungimiranti del nostro secolo uno degli interpreti più autentici e coerenti dell’impegno per l’affermazione della modernizzazione del nostro paese, l’interprete più originale ed autorevole, negli ultimi cinquant’anni di vita politica italiana. Il ricordo di Craxi accade, quest’anno, nella attualità politica di un governo di centro-destra che muove i suoi primi passi dopo le disastrose eperienze dei governi che hanno avuto come protagonisti tutta una serie di pigmei della politica e di incalliti trasformisti come Renzi, Letta, Conte, e compagnia cantante.La classe politica, tranne lodevoli eccezioni, non brilla certo per capacità e vedute di largo respiro ed è per questo che le idee, il coraggio ed i propositi di Craxi statista e politico ci mancano perché sono oggi di grande attualità e animano un po’ tutte le forze politiche compresa una parte consistente di quelle che lo derisero, lo insultarono e si resero protagoniste, attraverso i metodi che oggi cominciano ad emergere in tutta la loro odiosa evidenza, del suo esilio dopo averlo ingiustamente indicato come l’unico “capro espiatorio” della corruzione politica in Italia.
Venti tre anni fa il 19 gennaio il leader del socialismo tricolore moriva ad Hammamet in Tunisia lasciando un vuoto incolmabile fra i riformisti italiani e chiudendo una importante pagina nella storia del riformismo autonomista, dopo Filippo Turati e Giuseppe Saragat. Tutti gli anni ripetiamo, inascoltati che lo Stato, le Regioni, i Comuni e soprattutto la Scuola dovrebbero rendere adeguato omaggio, ad un grande italiano quale Bettino Craxi è stato contribuendo a ripristinare la verità storica sulla sua vicenda politica ed umana. Dovrebbe essere naturale e doveroso anche per chi dopo la caduta del muro di Berlino, diceva di essersi ravveduto e si richiamava più volte ai principi del socialismo democratico europeo, del quale Craxi è stato indubbiamente uno dei più coerenti e moderni interpreti. Ma ancor oggi tutte le volte che viene proposto di intitolare una via od una piazza a Craxi la risposta della sinistra è sempre la stessa, fu così anche nella Firenze di Matteo Renzi allora leader del Partito Democratico e Presidente del Consiglio. A venti tre anni di distanza dalla scomparsa di Craxi, nonostante qualche volta i commenti della stampa accreditino l’accanimento e la persecuzione che ci fu nei suoi confronti come una anomalia della vita politica italiana, la sinistra catto-comunista e opportunista preferisce rimuovere con il silenzio la verità storica che si ripropone in maniera sistematica come abitudine della cultura giacobina dei comunisti e dei loro eredi e dei poteri forti e dei suoi nuovi camerieri: “rappresentare l’avversario come un essere malvagio, corrotto ed ingiusto”. Fu così per De Gasperi, Scelba, Saragat e Fanfani. E’stato così, per Silvio Berlusconi. La speranza è che prima o poi l’Italia ufficiale dovrà e vorrà ricordare il grande statista padre del “socialismo tricolore” che ci ha lasciato pagine importanti della storia italiana ed europea, come merita.

E’ morto Don Carlo Matulli.

martedì 10 gennaio. E’ morto don Carlo Matulli, già parroco di Cardeto-Biforco nato il 30 luglio 1926 ordinato sacerdote il 12 marzo 1949 dopo aver retto la parrochia di Cardeto Biforco si era trasferito in Svizzera e negli ultimi 20 anni celebrava la messa dalle suore romite di Santa Maria delle Grazie, in lungarno Diaz. Incardinato nella diocesi di Faenza-Modigliana (in cui rientra Marradi), da diversi anni si era stabilito a Firenze. Morto la vigilia dell’Epifania le esequie sono state celebrate al Convitto ecclesiastico, in Viale Michelangelo a Firenze alla presenza dei famigliari tra i quali il fratello Beppe ex Sindaco di Marradi e Vice Sindaco di Firenze. Da lunedì Don Carlo riposa nel cimitero di Cardeto.
Ai famigliari le sentite condoglianze dei lettori e della redazione di Marradi Free News.

RR

Dolore per la morte di Franco Frattini un grande servitore della Repubblica Italiana e sopratutto un amico

con Franco

domenica 25 dicembre un grande dolore abbiamo provato nell’apprendere la notizia della scomparsa di Franco Frattini. L’Italia, l’Europa, l’Occidente perdono uno dei grandi protagonisti, io e la mia famiglia perdiamo un amico di vecchia data con il quale abbiamo condiviso fin dal 1994 l’esperienza dei socialisti nel Movimento Forza Italia, nel PDL ed anche quella della Fondazione Free Foundation che Franco creò insieme a Renato Brunetta nel 2000. E’stato un privilegio enorme avere avuto tante occasioni per frequentarlo e di avere avuto l’onore della sua amicizia e di una sua magistrale prefazione al mio libro “Magistratura e politica tra conflitto e complicità” scritto insieme al compianto giudice Paolo Scalini nel 1998. Per questo sentiamo il dovere di aggiungerci al dolore dei famigliari e di tutti coloro che lo hanno amato e stimato come noi.

Rodolfo Ridolfi

Il Consiglio Regionale autorizza la Giunta a concedere un finanziamento importante per ripristinare “IL Lago”

giovedì 22 dicembre
Il Consigliuere di Forza Italia Marco Stella interessato dal Gruppo Si AMO Marradi sulla vicenda delle condizioni di degrado dell’invaso di Marradi ha contribuito al provvedimento che sarà molto importante petr risolvere una situazione divenuta ormai intollerabile. Ora il Comune dovrà tempestivamente alla stipula della Convenzione con La Regione per le modalità di erogazione e la rendicontazione delle risorse previste per l’intervento fino ad un massimo di 850.000 euro.

Buon Natale e Buon 2023

mercoledì 21/12/1949

APERTO A ROMA IL CENTENARIO DELLA NASCITA DI DON MILANI con Alessandro Mazzerelli

ll Riscatto di A.Mazzerelli

mercoledì 14 dicembre Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo
Con un grande evento, il 9 dicembre, è stato aperto a ROMA , in occasione della FIERA DEL LIBRO : “Più libri, più libertà” , il centenario della nascita del Profeta di Barbiana. La Sala “ANTARES”, dove si è svolto l’iniziativa con la presentazione del libro: “Il riscatto: le esperienze di un giovane che incontrò e non tradì le Profezie di don Lorenzo Milani ” (Ed. IF – PRESS, Roma), era colma di pubblico. La presidenza dell’evento era attorniata da due Fratelli Templari Cattolici in abito. Ha introdotto con la consueta brillantezza Manrico Casini Velcha, esponente del mondo milaniano, che mi ha posto una serie di pertinenti domande alle quali mi sembra di aver risposto con chiarezza. Ho evidenziato, in particolare, l’importanza della nuova pubblicazione, perché da essa si comprendono le ragioni politiche e morali per le quali don Milani volle invitarmi ad andare “urgentemente a trovarlo”. Ha concluso – il bellissimo evento – l’intervento del prof. Giannini Giordano, il quale, con profonde riflessioni culturali, ha evidenziato l’importanza storica del nuovo libro e i suoi rapporti con gli studiosi – milaniani e non – del nostro tempo e non solo… Colgo l’occasione per rivolgere ad ognuno, ognuna di voi, fraterni auguri milaniani di buon Natale e buon Anno. Alessandro Mazzerelli

Il Natale della PropaganZa a Marradi

sabato 10 dicembre

Si narra che tre Magi venuti dalle recondite fila di una lista elettorale seppur civica, abbiano portato caramelle per ripagare il dono fatto dai pargoli del paese campaniano per abbellire il grande albero della Piazza. I Magi che non Portavano oro incenso e mirra ma erano invece spinti dalla poderosa macchina della PropaganZa iniziarono a smanettar incautamente di foto e di social dimentichi di norme e consensi tanto è avida la panza della propaganza. Dopo l’abbuffata di propaganZa gli si infilò però un ossicino di rispetto tra i denti che li costrinse a sputar fuori dal web un bel “ruttino” di gas di propaganZa. Se la propaganZa può sembrar Babbo Natale ricorda che il prezzo dei doni però a te lo fa pagare. Buon Natale!

Raffaella Ridolfi direttore responsabile

Diffida delle Ferrovie al Comune di Marradi a pagare i debiti pregressi, stato della Convenzione e progetti

stazione Marradi-Palazzuolo Sul Senio

mercoledì 7 dicembre, Dopo aver denunciato l’opaca storia dei debiti del Comune di Marradi con l’Unione dei Comuni, ora i consiglieri di Si Amo Marradi, a seguito della messa in mora e la diffida delle Ferrovie al Comune affinchè il Comune di Marradi paghi i debiti pregressi, chiedono lumi e trasparenza sui termini delle locazioni dell’utilizzo delle aree (Parcheggio-locali e capannone) come previsto dalla Convenzione con Ferrovie ed anche sui progetti per aree e locali:

I sottoscritti consiglieri: Raffaella Ridolfi, Giulio Bassetti, Mauro Ridolfi e Cristiano Talenti
Premesso che
Apprendiamo dal sito facebook di Tommaso Triberti che sarebbe al lavoro per definire gli ultimi dettagli sul nuovo volto che avrà l’area della stazione ferroviaria di Marradi con il primo di diversi interventi che partirà già nelle prossime settimane;

In data 26/10/2022 Ferrovie Italiane si è costituita in mora e ha diffidato il Comune di Marradi a saldare i debiti pregressi dovuti per: attraversamento fogna per 979,80 euro; Interferenza Ferroviaria per 164,41 euro; attraversamento Idrico per 1.145,68 euro; attraversamento fogna per 8.400,41 euro; attraversamento fogna per 2.122,36 euro; attraversamento Idrico per 2.382,76 euro; per complessivi 15.192,42 euro;

con determina del 17 novembre pubblicata solo il 6 dicembre il Comune ottemperava poiché in assenza di regolarizzazione di debiti pregressi, la convenzione con Ferrovie Italiane e le obbligazioni conseguenti non si sarebbero perfezionate;

La Giunta del Comune di Marradi, infatti, con Deliberazione del marzo 2020, decideva di sottoscrivere uno schema di Convenzione con Rete Ferroviaria Italiana per, la riqualificazione, di aree ferroviarie dismesse che comportava, tra le altre cose, la locazione, per anni nove più nove, 5.500,00 euro oltre Iva di legge annuali, dei seguenti immobili: area, ad uso parcheggio, di mq 2900, porzione ex Rimessa Locomotive per uso magazzino;

Il Comune di Marradi con la Determinazione n.554 del 30/12/2020 si impegnava a pagare alla Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., per il triennio 2020-2022, 17.892 euro: €4.473,50 per l’affitto di edifici e spazi dell’area stazione nel 2020, €6.710,00 per il 2021; €6.710,00 per il 2022;
Interrogano il sindaco
Per sapere se corrisponda a verità quanto riferito in premessa e se non ritenga doveroso fare chiarezza tempestivamente in Consiglio, od in subordine con la conferenza dei copogruppi, sullo stato della Convenzione con Rete Ferroviaria Italiana S.p.A con particolare riferimento alla situazione delle locazioni e dei conti, e sui progetti che investirebbero l’area della Stazione

Yuri Scalini, lottatore marradese del Team CISA FAENZA medaglia di bronzo alla Coppa Italia

domenica 4 dicembre

Il giovane Yuri Scalini, promettente atleta di lotta greco romana che gareggia per i colori di Faenza, ha conquistato un brillantissimo podio nella categoria 63 Kg. di lotta greco romana nella Coppa Italia Senior del PalaPellicone al Lido di Ostia dietro i più esperti Alex KettMaier e Riccardo Badano. Al giovane campione le più vive e meritate felicitazioni della redazione, dei lettori e di tutti gli appassionati di questa storica disciplina olimpica.

“I pazzi sono sacri ad Allah”. Viva Dino Campana!

Lorenzo Somigli

mercoledì 9 novembre Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo l’interessante articolo del giornalista Lorenzo Somigli

“I pazzi sono sacri ad Allah”, me lo diceva un caro amico libanese, geniaccio di Byblos. Ho apprezzato molto il testo di Rodolfo Ridolfi che spiega con dovizia il caso del manoscritto del “poeta pazzo” o meglio del poeta “che palpava il mondo al di là del convenzionale”, per dirla con il Papini [1].

La prima volta che lo lessi – quinto anno di Liceo e professoressa che pronunziava il suo nome con spiccato accento pugliese – ebbi la sensazione di uno scritto iniziatico, eleusino. Mi colpiva il suo far esplodere il dettaglio, il cogliere silenzi e misteri di luoghi conosciuti del quotidiano come nel suo “Giardino invernale”.

È una personalità quella del Campana che aveva certamente affiancato al continuo, irrinunciabile confronto con la classicità e la tradizione, anche pittorica, il confronto/scontro con la modernità, le Avanguardie che allora popolavano il capoluogo fiorentino, con gli influssi esteri, come quello francese, quello tedesco, quello statunitense ovvero gli amati Whitman e Poe (con le sue poesie come “Il Corvo” e non solo). Assorbito tutto, ci tenne a coltivare una sua alterità.

Campana non si sentiva futurista – pare da alcune lettere che li disprezzasse come disprezzava più o meno tutti (in questo più tosco che emiliano). Era tutto futurista nella simultaneità delle sue visioni che si affastellano come nel “Viaggio a Montevideo”. Quella simultaneità che rende bene il senso di un’epoca di cambiamento, che rivediamo nella frenetica elencazione del Fortunello di Petrolini con il suo “Sono: Omerico Isterico Generico Chimerico Clisterico”.

Del resto, la simultaneità, più che un esercizio di stile, è un moto dell’animo umano, con i suoi torbidi, le sovrapposizioni mnemoniche, le sue note stonate; è l’identità umana che è necessariamente complessa e plurale, più d’una naturalmente.

In più, la sua polemica, che si legge in svariate lettere, contro una cultura italiana incapace di aprirsi, oggi si direbbe “museificata”, è più che mai valida; la si ritrova, sempre in scritti di poeti coevi, seppur con toni più arrembanti, come Majakovskij, il poeta russo (tutto futurista lui) chiede di “…è tempo che le pallottole risuonino sulle pareti dei musei. Fuciliamo l’anticaglia…” [2]

E ancora i suoi sentimenti notturni e dolenti mi sembrano echeggiare – è lo spirito del tempo – quelli del Prufrock di T.S. Eliot [3] e di tutta la sua produzione.

Penso che tutt’oggi possa parlarci molto il Campana uomo del suo tempo, figlio dell’esordio inquieto del Novecento e delle contraddizioni di allora, con la sua ineguagliata ipersensibilità. Oggi che tutti vorrebbero essere ribelli e autentici e sentimentali e veri e poi finiscono per arenarsi nel fotocopiare il pensiero altrui, senza alcuna individualità. Oggi che siamo meno umani e molto più soli, ecco che la sensibilità del genio, di Campana e dei coevi, di coloro che altri lutti hanno vissuto ci può aiutare.

Potrei parlarne per ore, il Campana ogni volta mi appassiona e spero che altri si appassionino, come me. Per adesso ringrazio Rodolfo e il Vostro giornale per l’ospitalità. E stasera mi darò alla rilettura…

Lorenzo Somigli
Giornalista

1. Fonte: riportato nella introduzione dei “Canti Orfici” (ET Poesia) e tratto da “Il poeta pazzo” di G. Papini (1948).

2. “Troppo presto per cantar vittoria” (1918), contenuto in Ode alla Rivoluzione (Passigli Editore).

3. “The Love Song of J. Alfred Prufrock” (1910-1911).

Valorizzare e tutelare l’importante stele di Calisterna uno dei più importanti reperti storici marradesi

martedì 8 novembre riceviamo e pubblichiamo l’interrogazione di Si AMO Marradi sull’antica stele di Calisterna

I sottoscritti consiglieri: Raffaella Ridolfi, Giulio Bassetti, Mauro Ridolfi e Cristiano Talenti
Premesso che:
nel centro di Marradi in Via Fabbrini al n.6, in prossimità del Ponte degli Archiroli, all’interno di una privata abitazione, disabitata murata nella parete di un vano scale ed imbiancata, si trova la stele detta di C.Calesterna, importante reperto archeologico di epoca romana;
della stele, come riferisce il Gori nel 1743, se ne erano perdute le tracce, ma nel 1892 la ritrovò l’avv. Fabbrini fra le pietre da lavatoio;
la stele reca la seguente iscrizione: “VIV C.CALESTERNAE.C.F. PATRI TRABENNAE.L.F. TANNIAE MATRI SEX CALESTERNIAE. C.F. FRATRI C.CALESTERNA.C.F. FECIT.” (Ai vivi:a Caio Calesterna figlio di Caio padre a Trabennia Tannia figlia di Lucio madre, a Sesto Calesterna figlio di Caio fratello, Caia Calesterna figlia di Caio fece);
nel 1960 il soprintendente dott. Nicosia visionò la stele ma solo nel 1989 il sindaco Ridolfi avviò formalmente l’iter con le competenti autorità per restituire agli studiosi ed ai cittadini interessati l’importante reperto ed ottenne nel 1991 il Decreto del Ministero per i Beni culturali che dichiarava la stele di interesse particolare ed importante e come tale sottoposta a tutte le disposizioni di tutela contenute nella legge 1/06/1939 n.1089 e successive modificazioni sulla tutela delle cose di interesse artistico e storico in quanto unica attestazione conosciuta della famiglia Calesterna, gens di origini umbro-etrusche e perché si configura, grazie alle sue peculiarità toponomastiche e per i suoi riferimenti topografici, come documento di grande importanza nell’individuazione del tracciato della via antica ricalcante l’odierna via Faentina e nella definizione della omogeneità sociale ed economica dei due versanti appenninici già in età preromana;
da allora se si fa astrazione per una interrogazione del 2003 e del Convegno dell’aprile 2012, l’importante stele e finita fuori dalle doverose attenzioni dell’Amministrazione Comunale;
Interrogano il Sindaco
per conoscere se non ritenga importante, come gli interroganti ritengono, che il Comune riprenda subito ad esercitare l’azione di controllo, tutela e promozione del bene e soprattutto garantisca agli studiosi ai cittadini interessati ed ai turisti, con un programma concordato con la proprietà dell’immobile, anche con appositi opportuni indicatori segnaletici, la possibilità di visite, anche guidate, alla antica stele valutando nel contempo, con la proprietà, il suo trasferimento in uno spazio culturale ed espositivo pubblico.

La verità sul ritrovamento de “Il più lungo giorno” il manoscritto di Dino Campana smarrito da Soffici

lunedì 7 novembre
LA VERITÀ SUL RITROVAMENTO DEL MANOSCRITTO DE IL PIÙ LUNGO GIORNO

La vicenda del manoscritto è nota. Nel Novembre del 1913 Dino consegna a Papini a suo dire la sola e unica copia delle sue poesie; per disattenzione o altro, Ardengo Soffici (codirettore della rivista Lacerba) smarrì il manoscritto del poeta di Marra-di, e a nulla valsero le minacce e le preghiere che a più riprese Campana rivolse sia a Papini (al quale era stato consegnato il manoscritto) che a Soffici. Questa sparizione, casuale o voluta, provocò nel poeta delusione, disperazione, rabbia; ma anche un frenetico desiderio di vedersi stampato, di realizzare il suo sogno di poeta. Soffici in un trasloco lo perse, costringendo il poeta (che ha sempre dichiarato che quello scritto era l’unica copia di cui disponeva) a un lavoro di rielaborazione che in pochissimi mesi portarono ai Canti Orfici come sono stati pubblicati. Rinvenuto fra le carte di Soffici (probabilmente dallo stesso Soffici), il manoscritto campaniano è stato studiato a fondo, con la conclusione che la perdita da parte di Soffici costrinse e impose a Campana una rielaborazione, in pochi mesi, su testi che conservava (alcuni, per esempio, nel Quaderno), che lo porterà alla sintesi ultima e più matura dei Canti Orfici. Il più lungo giorno vergato con particolare cura, quasi sicuramente nella soffitta della sua casa a Marradi, dove il poeta si ritirava per studiare e per scrivere, come testimonia nel 1957 il fratello Manlio, fu consegnato da Dino Campana a Papini e Soffici per un’eventuale pubblicazione. Siamo nel 1914, la guerra è già scoppiata e Dino a settembre arriva a piedi a Firenze per vendere il suo libro alla gente seduta ai tavolini delle Giubbe Rosse e a quelli del Paszkowski. Dino vede il suo libro accettato, forse più per gioco che per un reale interesse, e si permette anche di strapparne qualche pagina, prima di consegnarlo all’acquirente che non l’aveva completamente convinto di poter capire tutta la sua poesia. Il capolavoro dei Canti Orfici fu stampato soltanto grazie alla sottoscrizione avvenuta nel 1914 fra i quarantaquattro concittadini del poeta. Alla comunità marradese va dunque il merito di avere reso possibile la pubblicazione del grande capolavoro letterario del ‘900.

Luigi Cavallo-Vittorio Sgarbi Poggio a Caiano Fondazione A.Soffici

Nel 1964 muore Ardengo Soffici e, fin dal 1965, Luigi Cavallo nota tra le carte di Soffici a Poggio a Caiano, il manoscritto smarrito. Per vari motivi i familiari di Ardengo Soffici non ritennero opportuno dare subito notizia del ritrovamento, che fu data soltanto nel 1971 con un articolo di Mario Luzi sul Corriere della Sera del 17 giugno intitolato “Un eccezionale ritrovamento fra le carte di Soffici. Il quaderno di Dino Campana”. L’autografo, risultato di grande utilità per gli studi campaniani, venne consegnato agli eredi del poeta. Nel 1973, a cura di Archivi-Roma, d’intesa con la Casa Editrice Vallecchi di Firenze, fu pubblicata la riproduzione anastatica de Il più lungo giorno con prefazione di Enrico Falqui e testo critico di Domenico De Robertis.
Nel 2001, essendo da parecchio tempo esaurita la edizione Archivi – Vallecchi, il Centro Studi Campaniani Enrico Consolini, di Marradi curò una nuova edizione dell’importante manoscritto. Luigi Cavallo, critico d’arte e profondo conoscitore di Soffici e di Rosai (possiede la copia autografa dei Canti del 1914 donata da Dino Campana ad Ottone Rosai completa di dedica al Kaiser) curatore fra l’altro dell’esposizione su Soffici che si svolse a Firenze alla Galleria Pananti dal 4 ottobre al 15 novembre 2001, cui fu affidato l’archivio Soffici dall’anno della scomparsa del maestro, ha fatto luce sulla verità del ritrovamento de Il più lungo giorno una versione più rusticana come la definisce, dei Canti Orfici. Cavallo ha più volte affermato e scritto di avere visto il manoscritto a Poggio a Caiano fra le carte di Soffici già nel 1965, conservato in posizione privilegiata insieme alle lettere di Mussolini. Quindi, non un ritrovamento, quello del 1971, ma una scelta di opportunità. In questa operazione di restituzione ritardata del manoscritto, fu coinvolto Mario Luzi. Luzi scelto come persona degna e Vale-ria Soffici chiese a Cavallo cosa ne pensasse. Io premetti perché fosse lui, afferma Cavallo ed aggiunge: Molto probabilmente Soffici aveva individuato il manoscritto da tempo, forse nel 1947 quando riordinò le sue carte nel secondo dopoguerra ma non aveva ancora deciso cosa farne. Sì io lo vidi agli inizi del 1965, Valeria (Soffici Gattai figlia di Ardengo) e Maria (la moglie) volevano riconsegnarlo agli eredi che purtroppo ne hanno fatto mercato, mi ha detto Cavallo. Non c’è necessità di nessuna polemica; d’altro canto Soffici aveva offerto a Sigfrido Bartolini tanti documenti del suo immenso archivio e fra questi poteva finirci anche il manoscritto de Il più lungo giorno. La critica e tutti noi avevamo accettato la versione, del miracolo che ha permesso di chiarire tutto o quasi. Dopo la scomparsa di Soffici, nel 1971 la vedova, signora Maria Soffici, riordinando le carte del marito (materiale di notevole interesse, è da supporre, per le fitte relazioni che intrattenne con artisti e scrittori di mezza Europa), ritrova il famoso fascicolo; Mario Luzi ne dà notizia al mondo, su cinque colonne nelle pagine del Corriere della Sera, il 17 giugno dello stesso anno, immaginando meraviglie da una improbabile riapparizione del testo perduto, mentre invece abbiamo dovuto prendere atto che le cose, per la verità, non sono andate proprio così. Ma qual è il rapporto fra il manoscritto del Il più lungo giorno e i Canti Orfici? Come dicono Enrico Falqui (nella introduzione) e Domenico De Robertis (nel commento critico al testo), in effetti il manoscritto appare come una bella copia, uno status non definitivo del testo, una redazione ordinata del materiale proveniente da altre carte, alle quali sicuramente Dino attinse anche per la redazione finale del suo libro. In pratica i Canti Orfici riprendono per circa due terzi con poche varianti la struttura e il testo del manoscritto, perdendo per strada solo alcune poesie che sono state recuperate e pubblica-te in altre carte venute alla luce prima del ritrovamento. La storia della ricostruzione a memoria dell’intero libro è da considerarsi pura leggenda. Luzi sostiene: Molto emozionata, la figlia Valeria mi comunicò la notizia ma alla mia impazienza di vedere il reperto oppose la necessità del consenso materno. In realtà madre e figlia erano molto comprese della responsabilità del ritrovamento, ma infine maturò tra loro la convinzione che il primo dovere fosse di rendere pubblica la cosa, ed è proprio ciò che vado facendo. Intanto si sono l’una e l’altra, d’accordo con gli altri due figli, orientate e confermate nel proponimento di donare il quaderno a una importante Biblioteca e sperano che non sorgano ostacoli a questo loro disegno. Le notizie che ci dà Luigi Cavallo nell’articolo pubblicato nel 2002 su Il Giornale sono davvero sorprendenti. Quando Valeria Soffici mi cercò per comunicarmi il ritrovamento del manoscritto campaniano tra le carte del padre, non mi disse che il fortunato evento si era verificato sei anni prima secondo la data memorizzata da Cavallo. Ma Luigi Cavallo insiste di aver visto tra le carte di Ardengo Soffici, vicino alle lettere a Mussolini, a Poggio a Caiano il manoscritto de Il più lungo giorno.
Il 3 marzo 2005 Luigi Cavallo mi scrisse una lettera e mi inviò l’articolo pubblicato dal Giornale che qui di seguito riporto: Il manoscritto dei Canti Orfici fu ritrovato nell’archivio di Soffici nel 1965. Molto dopo infatti affiorò il manoscritto di un’altra poesia di Campana, Domodossola 1915, tuttora nell’archivio di Poggio (riprodotta nel volume di Campana curato da Gabriel Cacho Millet – Le mie lettere sono fatte per essere bruciate, 1978). Di quel ritrovamento furono comunque informati i figli di Soffici, Valeria e Sergio, e il genero di Papini, intimo di famiglia, Barna Occhini.
Si tenga presente in ogni caso che Maria Soffici, anche con qualche sottolineatura vivace di carattere, si dichiarava unica proprietaria e custode delle carte del marito, finché ebbe forze. Era tale il suo attaccamento a ogni foglio che Ardengo aveva toccato, da far scattare una sorta di gelosa ritrosia per ogni richiesta di pubblicazione. Il rispetto per l’autografo di Campana consigliava di non affrettare la diffusione della notizia, di sondare a fondo nelle carte, di non divulgare quel ritrovamento in tempi del tutto inadatti, senza per questo che venisse in mente che si stava commettendo un arbitrio grave nei confronti della storia di Campana, come scrive Luzi. L’intenzione era di non dare appigli per mescolare fatti di carattere squisitamente letterario con argomentali politici, vista la damnatio memoriae da cui era stata afflitta la figura di Soffici. Le infauste vicende politiche del Sessantotto giustificarono ulteriore prudenza. Vedendo nell’insieme quanto accadde, mi sembra che per la famiglia Soffici fosse più che lecito attendere anni meno sinistri, e una voce adeguata come quella di Mario Luzi per rendere pubblico il ritrovamento del manoscritto. L’autografo venne consegnato agli eredi del poeta. Nel 2004 è andato all’asta ed è divenuto proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che a sua volta lo ha consegnato alla Biblioteca Marucelliana di Firenze.

Rodolfo Ridolfi Autore del Libro “Per l’amor dei poeti o principessa dai sogni segreti” Appunti su Dino Campana
Edizioni Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” 2005 pag 65-68

L’on. Erica Mazzetti alla cena di Forza Italia a Firenzuola.

lunedì 24 ottobre Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo
Si è svolta al Ristorante Jolanda a Traversa di Firenzuola la cena di Forza Italia e del gruppo centro-destra Mugello-Alto Mugello nell’Unione dei Comuni, ben organizzata dal consigliere firenzuolino dell’Unione Angelo Di Meo, per incontrare l’onorevole Erica Mazzetti Deputata di Forza Italia, eletta nel collegio uninominale che comprende il Mugello che per la prima volta sarà rappresentato da un esponente della maggioranza del nuovo Governo di Centrodestra.
Presenti numerosissimi dirigenti ed eletti di Forza Italia e del centro destra insieme a militanti e simpatizzanti, hanno fatto gli onori di casa il Sindaco Giampaolo Buti e la Giunta di Firenzuola ed il v.coordinatore vicario della Provincia di Firenze del partito di Silvio Berlusconi: Raffaella Ridolfi.

Introdotta dal Sindaco Giampaolo Buti che ha ricordato come l’eletta al Parlamento si sia messa da subito al servizio del territorio e dei Sindaci, l’on Erica Mazzetti ha esordito: “Sono tornata a Firenzuola per la cena del gruppo Mugello di Forza Italia. Un momento di confronto con i cittadini, con i nostri sostenitori, che hanno dato un contributo determinante alla vittoria, e anche con gli amministratori del territorio.”

Intrattenendosi poi sui problemi reali come l’energia, le infrastrutture, il PNRR “aggiungendo: “In queste prime settimane, della mia seconda legislatura da deputata, mi sono messa al lavoro per capire come poterli risolvere, con particolare attenzione alle questioni mugellane aperte più rilevanti come quelle della sanità, delle infrastrutture e dei trasporti, quelli su gomma e la Faentina. Io ci sono”. Ha concluso Erica Mazzetti.

SiAmoMARRADI interroga sulla gestione delle case popolari.

martedì 18 ottobre riceviamo e pubblichiamo l‘Interrogazione Edilizia Residenziale pubblica Bandi manutenzione degli immobili controlli e vigilanza sugli 80 alloggi del Comune di Marradi
I sottoscritti consiglieri: Raffaella Ridolfi, Giulio Bassetti, Mauro Ridolfi e Cristiano Talenti
Premesso che
Nel territorio del Comune di Marradi gli alloggi di edilizia economica e popolare sono 80 sui quali il Comune ha, insieme a Casa SPA responsabilità di controllo e maggiore autonomia che gli deriva dalla legge regionale 2/1 2019 n.2 giusto art. 38 ed altri;
in data 1 marzo 2022 è entrato in vigore il nuovo regolamento di utenza di Casa S.P.A;
In data 13 agosto 2022 sono state approvate con il nostro voto contrario le modifiche alla Convenzione tra i Comuni associati per l’edilizia residenziale pubblica dell’area fiorentina;
la legge regionale prevede all’art7 comma 2 (bandi di Concorso) che i comuni, singolarmente o in forma associata, procedono all’emanazione, almeno ogni quattro anni, di
un bando di concorso pubblico per l’assegnazione degli alloggi di ERP, in un periodo dell’anno che consenta di acquisire la documentazione aggiornata, relativa all’ultimo anno utile, della situazione economica dei richiedenti. Il bando deve in ogni caso interessare un territorio con popolazione residente non inferiore a diecimila abitanti;
in data 29 novembre 2019 in un incontro informale a Marradi i rappresentanti del Comune di Firenzuola proponevano al Sindaco ed all’assessore Marzia Gentilini l’Associazione fra i Comuni di Firenzuola Marradi e Palazzuolo per poter emanare il Bando per l’assegnazione come previsto dalla legge;
non risulta che tale accordo abbia avuto seguito né che siano intercorsi e conclusi altri accordi con Comuni che interessino un territorio con popolazione di almeno diecimila abitanti;
alcuni assegnatari con particolare riferimento agli immobili di Via XXV settembre ci hanno più volte segnalato inadempienze e latitanza dell’Amministrazione Comunale nelle sue funzioni di vigilanza e controllo anche sullo stato in cui si trovano le aree pertinenziali e condominiali comuni e su alcuni impianti non funzionanti
Interrogano il Sindaco per conoscere:
nel dettaglio lo stato dei bandi dei controlli e della vigilanza in essere e se non intenda intervenire per riportare una corretta gestione delle aree condominiali e pertinenziali provvedendo alla riparazione e manutenzione di eventuali impianti comuni guasti.

Raffaella Ridolfi
Giulio Bassetti
Mauro Ridolfi
Cristiano Talenti

Torna a Marradi, da venerdì 14 ottobre a lunedì 17, dopo due anni di interruzione per la pandemia Covid, la Delegazione francese di Castelnaudary in occasione della Sagra delle Castagne.

Torna a Marradi da venerdì 14 ottobre a lunedì 17 dopo due anni di interruzione per la pandemia Covid, la Delegazione francese di Castelnaudary in occasione della Sagra delle Castagne.

“Dopo 32 anni quello con la cittadina francese di Castelnaudary è un gemellaggio, un rapporto di amicizia ben saldo e riuscito. Un legame forte e concreto che si è rinnovato di anno in anno con visite reciproche, scambi culturali tra le due comunità e le rispettive associazioni. Il gemellaggio fu ideato, voluto, realizzato e firmato a Marradi dai sindaci Rodolfo Ridolfi e Bernard Embry il 30 settembre 1990 e a Castelnaudary il 14 luglio 1991 e lo hanno continuato confermandolo in occasione del ventennale i sindaci Paolo Bassetti e Patrick Mougard, e successivamente anche il sindaco Tommaso Triberti.

Il Sindaco Triberti visita lo stabilimento del Cassoulet

“Le comuni radici medicee – è scritto nella pergamena firmata dai sindaci 32 anni orsono- servono a mantenere legami permanenti tra le municipalità delle nostre città ed a favorire in ogni campo gli scambi fra i cittadini per sviluppare insieme ad una migliore comprensione reciproca il vivo sentimento della fraternità europea”. Alla luce di quanto è accaduto e sta accadendo in Europa sembrano concetti inconsueti ma che fra i Marradesi e les Chauriens resistono al tempo.

Marradi Free News saluta gli ospiti francesi e augura loro una buona permanenza a Marradi.

Il dolore per la scomparsa di Salvatore Benedettini

Salvatore Benedettini all’inaugurazione della Piscina nel 1971

sabato 8 ottobre
Fra i tanti messaggi di cordoglio abbiamo scelto di pubblicare, in memoria di Salvatore Benedettini, cui eravamo legati da autentica amicizia quello di Giambattista Zambelli:

Devo dire onestamente che la notizia della scomparsa di Salvatore, mi ha addolorato profondamente, mi ha proprio cambiato la giornata…Stimavo molto quest’uomo sotto tutti i punti di vista: nel lavoro e’ stato il “maestro” di tante persone che si sono avvicinate a questa professione proprio perché attratte dal suo esempio, la professionalita’, la sua affidabilità..
Nella vita e’ stato un genitore straordinario con dei grandi valori etici e morali che ha trasmesso ai suoi figli, una famiglia modello unita, collaborativa, sempre disposta ad aiutare chi né aveva bisogno.
Poi il nonno, meraviglioso, sempre con i suoi nipoti ai quali voleva un bene immenso, bastava guardare il suo volto quando era assieme ai suoi cuccioli..Quante chiacchierate di calcio abbiamo fatto Salvatore, tu tifoso romanista ma sempre onesto nel giudicare la tua squadra nel bene e nel male..Sei stato un esempio per il tuoi figli, un uomo mai sopra le righe, una persona che tutti ammiravano e a cui volevano bene..Mi sanguina il cuore oggi, veramente, e stringo con un caro abbraccio la moglie e i figli Stefano, Barbara e Simone..Fai buon viaggio Salvatore il Paradiso ti attende…

La redazione ed i lettori di Marradi Free News partecipano al dolore della Famiglia.

Raddoppiati i debiti del Comune di Marradi nei confronti dell’Unione dei Comuni del Mugello dal 2018 al 2021

sabato 8 ottobre
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del gruppo di opposizione di centro-destra al Comune di Marradi

Raddoppiati i debiti del Comune di Marradi nei Confronti dell’Unione che passano da 145.000 euro del 2018 a 319.000 del 2021

Il gruppo consiliare SiAMO MARRADI preso atto del raddoppio del debito verso l’Unione dei Comuni in quattro anni chiederà nel prossimo consiglio comunale al Sindaco, nonché per lungo tempo responsabile dei servizi finanziari, in quali poste di bilancio siano inseriti questi debiti, la rendicontazione puntuale degli stessi negli anni e l’indicazione delle delibere di giunta e/o consiglio che li approvano e certificano. La situazione dei bilanci del comune di MARRADI, come indicato neanche un mese fa, è piuttosto critica, visti i precedenti che vedono il sindaco Triberti, la sua vecchia Giunta e maggioranza sanzionati dalla Corte dei Conti ci riserviamo di tenere gli occhi molto aperti su questa vicenda. Al permanente, sostanziale risultato negativo dei Bilanci si aggiunge una negativa conferma che per noi non è nuova, il debito esponenziale del Comune nei confronti dell’Unione dei Comuni ammonta a 319.000 euro di debito netto per il 2021. Era il 21 luglio del 2018, quando denunciammo il debito del Comune di Marradi verso l’Unione per gli anni 2015, 2016, 2017, 2018 ammontante ad oltre 145.000 euro. A tre anni di distanza il debito nei confronti dell’Unione è più che raddoppiato dai 145.000 euro del 2018 ai 319.000 del 2021.

I testi che hanno vinto il Premio Letterario Nazionale Dino Campana nella 9^ Edizione 2022

sabato 24 settembre Premiati a Marradi i vincitori ecco i testi:

1° Classificato Luciano Giovannini con Espresso 1486 Italicus

Espresso 1486 Italicus

A Silver Sirotti, il ferroviere che il 4 agosto 1974 ha sacrificato la propria vita nel tentativo di salvare i passeggeri dell’espresso 1486, meglio noto come Italicus.

Io son ferroviere e vedo le case passare
come gli alberi, le macchine e il mare.

Non sapevo che sarei morto
in questo giorno d’agosto
tra i campi di grano
e i mille ordinati filari.
No. Non lo sapevo.
Non lo sapevo quando il treno
fu rapito da fiamme e da pianto.
La notte calò improvvisa nel cielo
che pian piano stava volgendo al tramonto.

Io son ferroviere e vedo le case passare
come gli alberi, le macchine e il mare.

Quanto coraggio ci vuole a non avere coraggio
ad essere fermi quando l’odio t’inchioda le ali
sulle pareti di un grigio destino
ma io non ci misi neppure un secondo
ed entrai nel vagone vicino.

Io ero ferroviere e amavo tanto viaggiare
quanto mi mancano le case, le macchine e il mare.

2^ classificata Monia Casadei con Vieni a cercarmi dentro una fessura

Vieni a cercarmi dentro una fessura
Io esisto sempre in una fenditura,
nella fessura aperta lungo il muro
– crepa da cui si scorgono orizzonti.
Respiro nello iato, dentro la spaccatura,
in uno strappo, nello spioncino aperto
– ancora incuriosito di confini.
Vivo nel taglio obliquo d’uno sguardo,
nell’apertura avida di varchi,
nel foro, nel pertugio, nell’occhiello.
Mi trovi dentro l’incavo del collo
– in cerca di profumi o di promesse –
nell’interstizio arioso tra incisivi,
nello spiraglio celibe di mura.
Sono nell’intervallo muto tra due verbi,
ascosa tra i segreti delle toppe,
sospesa a serrature d’altri vani
– forse a spiarvi il gesto dell’attesa
o a rovistarvi le opportunità.
Invece tu mi cerchi lungo i muri,
nelle certezze solide di rocce,
tra calcestruzzi e intonaci sicuri
– come s’io avessi un’anima di calce.
Frughi nell’emisfero levo del cervello,
nell’evidenza stabile del mondo,
nei giorni fenomenici di sole
– di pioggia o neve o fulmini precisi.
Mi pensi nei poliedri con la base
– supini monoliti sul ripiano –
dentro equazioni certe di sé stesse,
nei quanti che s’allineano costanti
– io che ricordo un atomo impazzito.
Esplori nella fame e nell’arsura,
dentro la biologia di cellule e neuroni,
nelle cloache chiuse sull’asfalto
o dietro l’equilatero imparziale.
Io, viceversa, oscillo nella brezza,
con l’occhio infatuato dei prodigi
e il cuore incapricciato d’infinito.

3^ classificata Grazia Ciampaglione con Chiedimi

Chiedimi come sto,
come sto dentro,
non quanti anni ho,
quante ferite ancora
bruciano nel profondo,
quante notti spalanco
occhi troppo angosciati
e mi chiedo insistente
come sarà domani.

Chiedimi come sto,
come sto con me stesso,
quale disagio oscuro
mi tormenta nel cuore,
mi fa sentir sbagliato
o piccolo a dismisura,
denudato, indifeso,
spaventato da mostri
che io solo conosco
e troppo spesso incontro.

Chiedimi come sto,
come mi vedo,
non davanti a uno specchio,
ma di fronte a ogni scelta,
quanto stride il mio giorno,
malinconico e stanco,
coi desideri ardenti
che mi scuotono dentro,
che tempestano e agitano
il mio mare interiore.

Chiedimi come sto,
non sprecare parole,
non parlare del meteo,
della moda o del calcio,
dammi la possibilità
di gridare la rabbia,
di urlare il mio dolore,
di dirti che ho bisogno
di tirar fuori lacrime
seppellite da tempo.

Luciano Giovannini con l’opera: Espresso 1486 Italicus vince il Premio Campana 2022 ed anche il Premio Speciale per la musicalità “Emilio Betti”

Lunedì 19 settembre 2022

Premiazione della 9^ Edizione del Concorso Nazionale Letterario Dino Campana e del 4° Premio speciale per la musicalità “Emilio Betti” Sabato 24 settembre a Marradi
Con l’opera Espresso 1486 Italicus, Luciano Giovannini di Roma vince il Premio Letterario Dino Campana, davanti a Monia Casadei di Cesena con l’opera Vieni a cercarmi dentro una fessura. Terza classificata Grazia Ciampaglione di Modigliana (FC) con l’opera Chiedimi.
Diplomi e menzioni anche per: Franco Casadei, Giambattista Zambelli, Lucio Gibin, Eleonora Ronconi, Marcello Remia, Patrizia Socci, Ubaldo Bitossi, Claudio Mecenero, Nicoletta Manetti, Lucia Lo Bianco, Franca Donà, M Francesca Giavelli, Tabolli Vanessa, Diella Monti, Gabriella Bertizzolo, Eugenio Cavacciuti, Gian Carlo Guani, Fabiano Gianni, Simone Raveggi, Marcello Di Gianni, Velia Aiello, Biagio Tondo, Paola Tassinari, Franco Donati, Elli Signani, Ida Cecchi.

Alla Premiazione della nona edizione del Premio è abbinato il 4° Premio speciale per la musicalità “Emilio Betti” voluto da Opera In-Stabile. La Giuria tutta al femminile: dott. Raffaella Ridolfi (Presidente); dott. Marzia Leoni; Soprano dott. Federica Balucani; M’ Contrabbassista dott. Barbara Betti; M’Pianista dott. Monica Pacchioni, M’ dott. Concita Anastasi Compositrice e direttore d’orchestra ha scelto unanimemente di assegnare il premio per il 2022 all’opera “Espresso 1486 Italicus” di Luciano Giovannini.
La cerimonia di Premiazione dell’edizione 2022 del Premio Nazionale ispirato a Dino Campana e del Premio speciale per la musicalità Emilio Betti si svolgerà a Marradi, sabato 24 settembre con inizio alle ore 11,00 nella Corte delle Domenicane in Via Castelnaudary 5.
La nona edizione del prestigioso premio nazionale torna a Marradi città natale di Dino Campana in occasione del 90° anniversario della morte del Poeta, dopo gli eventi di Palazzuolo Sul Senio Piazza Alpi 2021, Faenza Palazzo Manfredi 2020, Modigliana 2019, Marradi “Centro Enrico Consolini” 2018, Borgo San Lorenzo “Villa Pecori Giraldi” 2017, Brisighella “L’Infinito” 2016, Firenze Palazzo Panciatichi 2015 e Caffè letterario “Le Giubbe Rosse” nel 2014.
Gli autori che hanno risposto a questo Concorso nazionale per il 2022, riservato a liriche edite e inedite, sono stati 55 provenienti dalla Emilia Romagna 12, Toscana 10, Veneto 8, Lombardia 6 Piemonte, Sicilia, Lazio e Marche 3, Campania, Calabria e Liguria 2, Friuli Venezia Giulia 1.

Presentato a Vicchio il libro di Mazzerelli “Il sogno di Don Milani”

martedì 6 settembre Dal Dott. Alessandro Mazzerelli riceviamo e pubblichiamo:
I GRAVI FATTI DI VICCHIO DI MUGELLO, CONTRO UN LIBRO CHE CAMBIA LA STORIA
Sia chiaro, ce lo aspettavamo. La conferenza del 1° settembre u.s. a Vicchio di Mugello non l’avevamo sponsorizzata, né agognata, sapevamo che sarebbe finita in uno scontro e lo scontro c’è stato. Nella piccola piazzetta Dante vi erano 19 persone, al giorno d’oggi non poche per la presentazione di un libro: “IL SOGNO DI DON MILANI” – Edizioni LEF : LIBRERIA EDITRICE FIORENTINA 2022. Dopo la sempre bella e documentata introduzione di Manrico Casini Velcha, che alla fine del suo dire si è preso di “razzista” perché ha osato dire che il Profeta era della sua “razza”, cioè era nato ebreo. ( Apriti cielo, gli ipocriti gli hanno gridato : Razzista! razzista! Le “razze” non esistono…” Parole che pronunciate da chi ha forse sulla coscienza l’aver coperto un criminale, mi hanno subito fortemente indignato). Nicola Di Renzone, giornalista de “La Nazione”, che aveva attentamente letto “Il Sogno di Don Milani”, ha diretto la conferenza ponendomi una serie di pertinenti domande, alle quali mi sembra di aver risposto con chiarezza milaniana. Al termine, intervengono immediatamente i cattocomunisti che hanno strumentalizzato il Profeta, ma che, soprattutto, hanno, quasi certamente, trascinato Don Milani a copertura del criminale Fiesoli, (finalmente in galera) il “profeta” , così si faceva chiamare, per richiamarsi – da infame – al vero e grandissimo Profeta, il quale è risultato il massimo responsabile dello terribile scandalo del “Forteto”, ove era uso costante far violenza sessuale su i bambini e sulle bambine !!!!!!!!! La mascalzonata cattocomunista, è partita con l’esibizione di una clamorosa menzogna. La lettera di Don Milani , nella quale si descrive l’accordo fra chi scrive e il Profeta, sarebbe un falso. Ebbene, io qui sfido – ora e per sempre – a dimostrarlo!!!!!! Quindi, si tenta di accreditare grottescamente l’appartenenza di Don Milani all’ambiente comunista, perché Ingrao andò a Barbiana, dimenticandosi di dire che a Barbiana ci andarono anche i fascisti del Bagaglino, anche se per provocare… Ovviamente ho replicato fermamente e duramente. Ma questo evento ci deve servire da lezione. Non si può andare disorganizzati in casa dei nostri avversari. Tutti i veri milaniani, gli amici del MAT, ma soprattutto i Fratelli dell’Ordine Templare Cattolico, si devono sentire in dovere di partecipare alle nostre manifestazioni. L’ottimo Sindaco di Vicchio, che al termine dell’evento ha invitato a cena me e il carissimo Manrico, è intenzionato a promuovere un nuovo evento. Dico, sin da ora, che chiunque può ha il dovere di parteciparvi, senza se e senza ma. Vi abbraccio. Alessandro Mazzerelli – Firenze, 5 settembre 2022.

Terza interrogazione del centrodestra nel Mugello per conoscere lo stato dei trasferimenti delle risorse dai Comuni all’Unione.

domenica 4 settembre Riceviamo dal Gruppo Consiliare Centro Destra Mugello l’interrogazione che pubblichiamo integralmente:
I sottoscritti Angelo Di Meo, Rodolfo e Mauro Ridolfi
Premesso che: l’Unione dei Comuni, svolge le sue funzioni statutarie e le gestioni associate che i Comuni si sono impegnati a sostenere con i trasferimenti di risorse nelle quantità, nei tempi e nei modi prestabiliti e codificati; negli anni è accaduto che alcuni Comuni non ottemperassero agli impegni previsti dall’apposito Piano gestionale dell’Unione dei Comuni del Mugello; l’Unione dei Comuni vantava rilevanti crediti nei confronti dei Comuni; la pubblicità dello stato dei crediti vantati dall’Unione nei confronti dei Comuni appare un atto dovuto; ogni qualvolta si predispongono gli atti per il Bilancio dell’Unione una dettagliata e comprensibile tabella che renda note le eventuali totali e/o parziali inadempienze dei Comuni è oltremodo necessaria; in base all’ art 37 dello Statuto “Finanze dell’Unione” comma 2 lettere a,b,c, g e comma 3 “L’Unione per le proprie spese di funzionamento provvede con deliberazione a quantificare le risorse finanziarie che ogni Comune partecipante dovrà iscrivere nel proprio Bilancio di Previsione per l’anno successivo a titolo di funzionamento ordinario” che l’art.20 del regolamento del Consiglio dell’Unione, comma 4 prevede che la risposta scritta alle interrogazioni è fornita dal Presidente o dal Sindaco delegato per materia e comunicata agli interroganti entro il termine ordinatorio di 20 giorni dalla data di presentazione; l’Unione dei Comuni, dovrebbe svolgere le sue funzioni statutarie e le gestioni associate che i Comuni si sono impegnati a sostenere con i trasferimenti di risorse nelle quantità, nei tempi e nei modi prestabiliti e codificati; nella fattispecie dobbiamo quindi registrare una intollerabile violazione dello Statuto e del Regolamento nonostante la nostra assoluta disponibilità ad accettare il prolungamento dei tempi di attesa della risposta per manifestate difficoltà attribuite agli uffici di provvedere in merito; il tempo di oltre diciotto mesi ci parrebbero oltremodo sufficienti a raccogliere e comunicare i numeri di una comoda risposta: una comprensibile tabella che renda note le corrette adempienze dei Comuni od eventuali totali e/o parziali inadempienze; conoscere lo stato dei crediti vantati dall’Unione nei confronti dei Comuni è la pubblicità di eventuali inadempienze dei Comuni associati è un atto di trasparenza amministrativa dovuto.

Interrogano il Presidente per conoscere se non ritenga giunto il momento di porre fine a questa reiterata violazione statutaria e regolamentare provvedendo secondo Statuto e Regolamento a fornire nel dettaglio: Comune per Comune le eventuali inadempienze nel corrispondere i trasferimenti a partire dal 2019.

Una ricca testimonianza di reperti bellici per ricordare il passaggio del fronte a Marradi nel 1944

martedì 23 agosto
Grande successo della Mostra di reperti bellici e foto che documentano il passaggio degli eventi della seconda guerra mondiale a Marradi e nella linea Gotica, allestita presso l’Urban Center in concomitanza con la Sagra del Cinghiale che si è svolta sotto il Mercato Coperto il 14, 15 e 18 agosto.
Un omaggio che gli organizzatori, primo fra tutti il consigliere comunale Cristiano Talenti, hanno fortemente voluto per ricordare il 78° anniversario della Liberazione di Biforco e Marradi. La pregevole mostra ci ha riportato alla mente una pagina triste della Storia locale di quel 1944 che sinteticamente riproponiamo:

Dopo i terribili bombardamenti del 5, del 30 giugno e gli altri del ‘44, il Paese appariva uno spettrale e desolante cumulo di macerie e la popolazione era quasi tutta sfollata obbligatoriamente per ordine del maresciallo Kesselring. Il 10 settembre, l’offensiva del generale Clark, che comandava la 5a armata, prese corpo. Gli americani avevano il compito di sferrare l’attacco principale lungo la strada FirenzeFirenzuola-Imola, i britannici si dovevano muovere sulla cosidetta Strada Freccia la faentina Borgo San Lorenzo-Marradi-Faenza. Il 18 settembre del 1944 quando mio nonno era a Mauthausen, Kommando di Peggau, le truppe alleate liberavano la sua Biforco. L’8a divisione di fanteria indiana agli ordini del generale maggiore D. Russel conosciuto come Russel Pasha dopo aspri e sanguinosi combattimenti, spesso all’arma bianca, si impadronì del caposaldo tedesco sul monte Femmina Morta aprendo così la strada per Crespino e la Valle del Lamone. Per primi arrivarono, direttamente a Biforco, i GurKa dell’8a divisione cui si aggiunse in seguito una parte della prima divisione britannica di fanteria ed insieme procedettero alla completa liberazione del capoluogo di Marradi. Il 24 settembre il 2nd North Staffordshire occupò Marradi e si spinse sia a nord che ad est ma la compagnia B, che si muoveva verso Monte Gianni, trovò la posizione occupata in forze ed imprendibile con un assalto diretto.

I problemi maggiori erano sul fianco destro della strada per la difficoltà del terreno nonostante gli uomini della 8a divisione indiana avessero fatto progressi sia pure lentamente, non riuscivano a cacciare i tedeschi dal monte di Castelnuovo senza il cui possesso Marradi non sarebbe stata per niente sicura. Durissima ed impegnativa fu la battaglia per conquistare Gamberaldi. Gli alleati optarono allora per proseguire l’avanzata a nord est verso la via principale per Faenza. C’erano tuttavia da risolvere alcuni problemi: aprire le strade, i genieri tedeschi avevano sabotato e distrutto il ponte ferroviario a Crespino fatto cadere sulla strada; la strada a Camurano era stata fatta saltare; il grande ponte di Biforco era stato distrutto come quello di Marradi.

C’era poi il problema di allestire un centro chirurgico a ridosso del fronte, questo problema fu risolto costituendo un centro chirurgico avanzato che aveva come nucleo l’infermeria da campo della 2nd Field Ambulance a Fantino collocata nella Villa di Scalini Scala, unico edificio adatto, che garantì abbondanti letti per tutti i reparti. Per questa complessità, aggravata dalle condizioni metereologiche che impedirono agli alleati di ricorrere alla supremazia aerea, furono necessari ancora alcuni mesi per la liberazione dell’intero territorio comunale e per la fine delle ostilità in quanto la linea di avanzamento delle truppe alleate subì una forte battuta d’arresto così che, Abeto, Gamberaldi, Lutirano e Sant’Adriano come pure le aree di Monte Romano e Fontana Moneta, dove erano sfollati moltissimi marradesi, rimasero sotto il controllo dei nazifascisti. Quei mesi furono interminabili e terribili perché i civili si trovarono intrappolati in una guerra di retrovia di due eserciti agguerriti con l’aggiunta di operazioni belliche e di guerriglia della Brigata partigiana comandata da Bob Luigi Tinti con Guido Gualandi, Moro, commissario politico che tentò inutilmente di sfondare il fronte tedesco a Purocielo e a Cà Malanca come accadde il 9-13 ottobre ’44. A Fontana Moneta, il giorno della liberazione del capoluogo di Marradi, 25 settembre 1944, veniva colpito a morte Teodoro Anforti, trentaduenne marito di Rosa, padre di due figlie Agnese e Nella che, come mi racconta Fedora, la nipote: “Si trovava, insieme ad altri, al pascolo con le mucche quando una pattuglia di tedeschi, impegnata in combattimento contro i partigiani del Ravenna, lo falciò con una sventagliata di mitra. Il suo corpo fu poi traslato, tre anni più tardi, nella cripta del sacrario dei martiri di Crespino”. Domenico Albonetti e nello stesso luogo tre giorni dopo, Isidoro Cappelli fu ucciso dai tedeschi il 4 ottobre ai Capitelli di S. Adriano. Il 15 ottobre, a Grisigliano, Jacopo Gentilini cadde per mano tedesca e Agostino Frassinetti fu fucilato a Cesata di Lutirano il 29.

Il tenente colonnello della Wermacht, Helmut Schroeder, nella rivista Alte Kameraden del ‘57 scrisse: “Coi partigiani avemmo rilevanti noie nei dintorni di Marradi. Più di una volta le salmerie furono assalite e saccheggiate. Essi erano ben armati ed equipaggiati grazie ai rifornimenti di armi paracadutate dagli aeroplani. Li lasciavamo fare quando infine un giorno presero un intero ospedale da campo, con medici, feriti ed attrezzature. Iniziò da quel momento un nostro energico contrattacco condotto su larga scala e setacciammo l’intera zona. Era assai difficile distinguere i partigiani dagli abitanti del luogo”. Le formazioni partigiane operanti nel Territorio di Marradi furono: un gruppo partigiano di Giustizia e Libertà, diretto da Riccardo Gizdulich capitano Bianchi, che organizzò quella banda partigiana che doveva diventare in seguito la Seconda Brigata Rosselli; la Brigata Lavacchini della Divisione Potente, comandata da Donatello Donatini; la Prima compagnia Sergio e la Seconda compagnia Villi, della 8a Brigata Romagna, che operò dal gennaio all’aprile ‘44, di questa Brigata facevano parte i marradesi Martino Alpi e Sirio Di Paolo Ancillotti; la Banda Corbari, una ventina di uomini impegnati dall’aprile all’agosto ’44 mese della cattura di Corbari e di Ines Versari; le compagnie Amato, Marco, Pino, Tito, Ettore e Paolo della 36a Brigata Alessandro Bianconcini Garibaldi attiva dall’aprile all’ottobre 1944. Il comandante Paolo, Francesco Gentilini, muratore, classe 1924 di Riolo Terme, tenente partigiano, il 10 giugno 1944 entrò di notte a Marradi fece prigionieri i carabinieri e distribuì un carico di grano destinato alla Germania e prima di andarsene provvide a bruciare gli incartamenti dell’ufficio di leva. Paolo l’11 agosto del ‘44 partecipò alla battaglia di Capanna Marcone e dal 1966 al 1980 fu sindaco comunista di Massa Lombarda. Nel territorio del comune di Marradi operò anche il battaglione Ravenna, forte di una quarantina di uomini. Il Ravenna era comandato da Vittorio Bellenghi e dal suo vice, Bruno Neri, entrambi uccisi a Gamogna nel luglio ’44.

Quest’anno fa tappa a Marradi la 9^Edizione del Premio Nazionale Dino Campana.

foto delle edizioni precedenti

domenica 21 agosto

La Poesia ci salverà, al via la valutazione delle 54 opere partecipanti alla IX^ edizione del Premio Letterario Nazionale Dino Campana.

La Giuria della IX^ Edizione del Premio letterario Nazionale Dino Campana, La Poesia ci salverà, indetto e organizzato dal Quotidiano Marradi Free News con il Patrocinio del Comune di Marradi in collaborazione con l’Accademia degli Incamminati di Modigliana, il Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” di Marradi e l’Associazione Culturale Opera In-Stabile, ha iniziato il lavoro di valutazione delle 54 opere in concorso, per il 2022 riservato a opere edite e inedite.
Al premio, che si svolge prevalentemente attraverso le modalità della rete per contribuire alla ricerca ed alla promozione dei talenti poetici, partecipano autori provenienti dalla Emilia Romagna (12), Toscana (10), Veneto (8), Lombardia (6) Piemonte, Sicilia, Lazio e Marche (3), Campania, Calabria e Liguria (2), Friuli Venezia Giulia (1).
Della Giuria del Premio, che formulerà la graduatoria dei vincitori, fanno parte: Rodolfo Ridolfi, presidente, Pedro Luis Ladron De Guevara Mellado (Docente Universitario), Mirna Gentilini (Presidente Centro Studi Campaniani), Giancallisto Mazzolini (Avvocato) e Patrizia Ravagli (Professoressa Presidente Biblioteca Classense) (Accademia degli Incamminati), Pape Gurioli (Musicista e compositore) Barbara Betti(Maestro Contrabbassista) e Sandro Cosmai (Avvocato) (di Opera-In-Stabile) Federica Balucani (Soprano), Gianna Botti (Scrittrice), Emanuela Dalla Libera (Scrittrice e poetessa), Stefano Mercatali (Pittore), Riccardo Monopoli (Attore e Regista), Massimo Scalini (Psichiatra).
Al Premio letterario è abbinato il 4° Premio speciale per la musicalità “Emilio Betti” voluto da Opera In-Stabile che ha scelto una Giuria tutta al femminile: Dott. Raffaella Ridolfi (Presidente); Dott. Marzia Leoni; Dott. Federica Balucani Soprano; M’ Contrabbassista Barbara Betti; M’Pianista Monica Pacchioni, M’Concita Anastasi Compositrice e direttore d’orchestra.
La Premiazione si terrà a Marradi presso il Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” sabato 24 settembre alle ore 11.

“Lo scempio dell’ex Lago di Marradi” commento di Paolo Piani sui social

mercoledì 17 agosto Ci pare doveroso pubblicare l’intervento ricavato dai social del dott. Paolo Piani sul vergognoso ed imbarazzante stato di quel che resta del “Lago dell’Annunziata” un tempo attrattiva turistica e importante riserva d’acqua per i mezzi dell’antincendio, elicotteri ed autobotti, ridotto dall’incuria degli amministratori ad un melmoso, maleodorante acquitrino infestato di topi e zanzare, nonostante le ricorrenti proteste dei residenti e le insistenti richieste di interventi da parte dei consiglieri comunali di opposizione.

In questi giorni sono a Marradi, da classico marradese lontano che ama e torna sempre volentieri nel proprio paese, specialmente nella settimana di ferragosto. Abitando in via Francini giocoforza passo spesso sul ponte del lago…….ex lago perché chiamarlo ancora lago è veramente fuori luogo. Parliamo di un acquitrino dove l’acqua è talmente bassa che anche la bella popolazione di paperelle, che lo abita, non nuota più ma cammina sulle acque come fece Gesù nei passi dei tre vangeli. Verrebbe da gridare al miracolo, ma io grido alla scempio di chi in questi anni ha avuto la responsabilità di amministrare e ha fatto ridurre in questo stato quello che fu un meraviglioso invaso artificiale. Un tempo non lontano ricordo che si poteva navigare in canoa e con i gommoni e quando si andava a pescare per “trovare il fondo” dovevi darne di lenza tra l’amo ed il galleggiante….
Abbiamo il dovere di preservare al meglio luoghi come questo che sono le attrazioni turistiche per eccellenza, in paese che si sta “desertificando” di persone. L’amministrazione dovrebbe averlo in cima alle priorità!! Meno panchine, meno vasi di fiori, meno arredi urbani per favore! Non si capisce che turisti dovrebbero accogliere visto che al momento sono quasi inesistenti come in un romanzo di Italo Calvino e più fatti veri e concreti altrimenti la morte di questo splendido paese è già scritta!

a Marradi. “Ci voleva il mare” di Gabriella Costa

La Presidente Fidapa A.Farolfi

venerdì 12 agosto
Organizzata dalla Fidapa di Marradi, nella sala del Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”, si è svolta, giovedì 11 agosto di fronte ad un pubblico prevalentemente femminile la presentazione del Romanzo di Gabriella Costa: “Ci voleva il mare” edito da Equinozi. Per Gabriella un ritorno a Marradi un anno dopo la presentazione del suo romanzo “Intrecci di donne e un gatto”.
Dopo l’introduzione della neo presidente, Antonella Visani che ha ricordato storia, finalità e programmi della Fidapa di Marradi ed i saluti dell’assessore alla Cultura Francesca Farolfi e della presidente del Centro Mirna Gentilini, Silva Gurioli, chiamata a dialogare con l’autrice, ha tracciato le caratteristiche del libro: “ Clara Morandi, trentenne di origine elbana, allontanandosi dall’isola e da un’infanzia deprivata degli affetti più cari, ha trovato rifugio a Bologna e nell’arte, in una vita tranquilla del cui passato nessuno sa nulla, nemmeno l’amica più intima. Finché un giorno, a causa di una scomoda eredità, è costretta a fare ritorno sull’isola e ad affrontare il passato. Scopre così che certi legami non si possono sciogliere, che certe parti di sé vanno comprese e accettate, che la riconciliazione è sempre possibile. “Il romanzo di Gabriella Costa, si dipana in molte situazioni altalenanti di sentimenti che coinvolgono da subito il lettore”

Nel dialogo fra Silva e Gabriella, è emersa la qualità della piacevole scrittura dell’autrice palazzuolese di nascita e fiorentina d’adozione che ha concluso “Esistono ricordi così dolorosi da volerli a tutti i costi cancellare”
La serata si è conclusa con dediche ed autografi sulle copie del romanzo da parte dell’autrice che sui social ha subito dopo chiosato: “Eccoci alla presentazione a Marradi accolta dalle signore amiche socie della Fidapa. C’erano tante persone, soprattutto donne, ma si sa le donne sono curiose leggono, ridono…”

La solenne celebrazione della Festa di San Domenico nella Chiesa delle Domenicane di Marradi.

La solenne concelebrazione eucaristica

venerdì 12 agosto

Lunedì 8 agosto scorso, festa di San Domenico, è stata una bellissima e toccante giornata per le Monache di clausura del Monastero della SS. Annunziata e per i numerosissimi marradesi intervenuti alla Santa Messa, concelebrata da Padre Cornelius, dall’arciprete di San Lorenzo Don Pino Montuschi e dai marradesi, Don Domenico Naldoni della Curia fiorentina, don Massimo Monti parroco di San Michele Arcangelo in Tredozio e Don Bruno Malavolti parroco Di Santa Maria nascente in Crespino sul Lamone. Nella Chiesa, addobbata a festa e rallegrata dall’organo e dal pregevole coro femminile che ha accompagnato il solenne rito con canti liturgici, l’imponente statua di San Domenico collocata in cornu Epistolae. Per la solenne occasione, si è rinnovato come dal 1575, il carisma del bianco filo domenicano che lega San Domenico a Marradi presente per mezzo della vita delle monache della SS. Annunziata che, in continuità con le consorelle di Prouille, sono: “consacrate a Dio solo, associate mediante la preghiera e la pertinenza alla santa predicazione”


Nella sua dotta omelia padre Cornelius si è intrattenuto sulla figura di san Domenico da Guzman, uomo di preghiera, grande predicatore che non ebbe altra aspirazione che la salvezza delle anime, in particolare di quelle cadute nelle reti delle eresie albigesi del suo tempo che volevano abolire i simboli e la pratica dei sacramenti nella Chiesa.

1° CONTEST NAZIONALE PER ARTISTI, BAND ED ENSEMBLE “CANTI ORFICI IN MUSICA” BANDITO A 90 ANNI DELLA MORTE DI DINO CAMPANA

mercoledì 10 agosto Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo il Comunicato Stampa del Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”:

La cantautrice bolognese Roberta Giallo vince il contest musicale dedicato a Dino Campana, indetto dal Centro Studi Campaniani di Marradi in collaborazione con il MEI di Faenza. Al secondo posto il genovese Marco Buccellato alias Boccanegra e al terzo il romano Stefano Cinti .
Menzionati il bolognese Paolo Schena, il marradese Francesco Chiari e premio speciale teatro e musica all’ amiatino Stefano Bechini.
Si è chiuso con grande successo a fine luglio il Concorso “Canti Orfici in Musica” dedicato a giovani artisti provenienti da tutta Italia. Il Bando aveva la finalità di fare conoscere la vita e l’opera di Dino Campana che il poeta di Marradi definisce “europea, musicale e colorita”.
Tanti i brani e di alta qualità, pervenuti agli organizzatori del concorso, ispirati o tratti dai versi di Campana, capaci di segnalare il notevole interesse che la sua poesia continua a suscitare anche tra i giovani cantautori per le tematiche decisamente attuali e moderne.
Tra i tantissimi partecipanti che si sono cimentati, la giuria, coordinata dal Meeting delle Etichette Indipendenti e dal Centro Studi Campaniani, ha proclamato vincitrice la cantautrice bolognese Roberta Giallo con il brano “Io canto l’estate”. La canzone è originale, incalzante, caratterizzata da un bel ritmo e da una voce di grande gradevolezza e piacevolmente modulata. Nel testo inoltre sono rintracciabili echi dei temi campaniani.
Roberta Giallo, che vince il premio di 500 euro e una medaglia con l’effige di Dino Campana si esibirà a Marradi il prossimo 20 agosto in occasione del genetliaco campaniano, manifestazione ormai istituzionalizzata e arricchita quest’anno da una serie di eventi che si protrarranno anche nel giorno successivo.
Al secondo posto troviamo il cantautore genovese Boccanegra con il brano “La luce è spenta” che l’autore ha inviato proprio perché ispirato ad atmosfere campaniane.
Infine al terzo posto si pone il cantautore romano, ma residente a Bruxelles, Stefano Cinti che ha musicato “La Petite Promenade du Poete”. Cinti scrive di essere rimasto folgorato dalla bellezza e cantabilità dei versi di Campana.
Vi sono anche alcune menzioni speciali per il particolare merito e valore che vanno a Paolo Schena, cantautore e chitarrista bolognese con “Poesia Facile”, e a Francesco Chiari, cantautore e chitarrista di Marradi per il particolare arrangiamento musicale de “La Petite Promenade du Poete”; infine un premio speciale per il legame tra testo teatrale e musica viene assegnato al toscano Stefano Bechini per “Barche amorrate,” tratto da un progetto più ampio che ha come genesi musicale e narrativa una selezione dei testi tratti dai Canti Orfici.
I brani vincitori saranno pubblicati online sul sito del MEI di diffusione nazionale e sul suo canale di distribuzione digitale e in tutti i canali promozionali social del MEI inoltre saranno pubblicizzati nel sito e nella pagina Facebook del Centro Studi Campaniani.
Saranno ospiti del Centro Studi Campaniani e saranno invitati ad esibirsi sempre a Marradi sabato 20 agosto anche il secondo e il terzo classificato; l’invito sarà esteso inoltre ai menzionati.
ll Contest sarà preceduto da uno spettacolo teatrale “Il Cappello alla Rembrandt” di Dino Campana adattamento teatrale di Silvano Salvadori. Interpreti: Andrea e Benedetta Giuntini. Filmmaker Luca Paolieri. Realizzazione grafica Andrea Pecchioli. Musica ed effetti sonori Gabriele Bochicchio.

Ancora conti in rosso per il Comune di Marradi


giovedì 4 agosto Riceviamo e pubblichiamo:
Le gestioni amministrative, competenti e corrette non lasciano debiti alle future generazioni.

Solo oggi, 2 agosto, il Comune pubblica, nell’Albo Pretorio, la delibera del Consiglio Comunale del 15 giugno 2022 sul Rendiconto del 2021. A quel Consiglio Comunale, per sottolineare con forza la nostra contrarietà ed il nostro dissenso, su come il Sindaco e la sua maggioranza hanno gestito e gestiscono il Bilancio del Comune, già oggetto di censure e provvedimenti da parte della Corte dei Conti, non abbiamo partecipato come pure ha fatto il consigliere Marco Milani. I rendiconti del Comune di Marradi, come denunciamo da molto tempo, sono negativi e critici e presentano un dissesto per il 2021 di oltre 90.000 euro 77.000 derivanti da riaccertamenti e 15.000 circa ex art. 39 Dl 165/2019. Il nostro gruppo di opposizione Si Amo Marradi, ritiene che le evidenti difficoltà a gestire il Bilancio non siano solo il frutto di scelte politiche sbagliate ma anche della prolungata mancanza di personale con particolare riferimento nel servizio finanziario-ufficio ragioneria, retto, in deroga al principio della separazione fra politica e gestione, consentita da una disposizione per i piccoli Comuni peraltro di dubbia legittimità, dallo stesso Sindaco che firma i pareri di regolarità tecnica della delibera in questione dallo stesso proposta.
In definitiva sul Bilancio la maggioranza “se la canta e se la suona” ma con risultati negativi che incideranno sul futuro di Marradi.

A Marradi si è fermato il tempo! La Naja non suona più e i cittadini protestano

martedì 2 agosto
La cupola rossa con il suo leone non canta più. L’orologio si è fermato da mesi ed i cittadini, sopratutto quelli del centro, protestano. Abbiamo doverosamente raccolto alcuni dei numerosissimi post di facebook sull’argomento:
Scrive la scrittrice Gianna Botti:

Marradi, paese senza tempo. Sbiaditi i quadranti, immobili le lancette: da mesi è fermo l’orologio sulla torre comunale. Ultimo atto di una morte iniziata anni fa col “silenziamento” dei rintocchi delle ore e l’abolizione della “Naia”. Personalmente la cosa mi rattrista, ma non ho visto post né commenti in merito come se quell’orologio a cui istintivamente volgiamo lo sguardo non interessasse più. Certo i cellulari lo rendono obsoleto, ma è obsoleta la memoria delle nostre radici?.
Le fa eco Giovanna Bandini già assessore alla cultura del Comune di Marradi:
Gianna, dopo aver letto il tuo scritto sull’orologio, ho cercato queste righe che scrisse un caro compaesano al momento del silenziatore per la naia e vari rintocchi perché disturbavano chi era venuto ad abitare nei paraggi. Ora siamo al limite. Un paese senza un orologio funzionante è un paese “morto” a prescindere dai pochi abitanti rimasti. Senza considerare che questo orologio è ricordato anche negli scritti di Campana.
Brava, condivido in pieno tutto ciò che hai dichiarato!

e Maria Anna Innocenti
Chi a suo tempo era venuto ad abitare nei paraggi doveva aver visto che c’era l’orologio !!!! Forse siamo l’unico paese che ha un orologio non funzionante, speriamo che fra le imprese faraoniche che saranno illustrate il 9 agosto ci sia anche qualche spicciolo per restaurare l’orologio.

Quanti residenti attività e iniziative sta perdendo Marradi da dieci anni a questa parte! Speriamo che almeno l’orologio con i suoi rintocchi della Naja venga salvato.

“La Donna nell’arte fra sacro e profano”

mercoledì 27 luglio

Con un intervento dell’arch. Bianca Maria Canepa, la F.I.D.A.P.A di Marradi, in collaborazione con l’Associazione Acquarellisti Faentini ed il Centro Studi “Enrico Consolini”, giovedì 28 luglio alle ore 20,30 inaugura nella Corte delle Domenicane la mostra: “La Donna nell’arte fra sacro e profano”. La mostra sarà aperta anche il 4, 8,11 agosto dalle 20,30 alle 23,00.

“Non funziona niente finché non funziona tutto”
In questa citazione di Louis Kahn ritrovo molto la mia visione razionale sul progetto senza distogliermi dagli aspetti legati alla ricerca di bellezza ed equilibrio, fra tutti gli elementi che lo compongono e nel quale l’espressione artistica ha sempre avuto il suo ruolo centrale.
Dopo il diploma di Liceo Artistico, nel 1992 conseguo la laurea in Architettura a Roma presso l’Università degli Studi “La Sapienza” con il prof. Sergio Lenci.
Mi trasferisco nel 1993 da Roma a Faenza (RA) per intraprendere le prime esperienze professionali e qui ho iniziato collaborando a vari progetti di recupero e restauro, in ambito di beni vincolati e centro storico. Parallelamente curavo gli allestimenti di numerose mostre d’arte contemporanea presso il Circolo degli Artisti, confermando così quell’interesse e quel percorso complementare che ha sempre tenuto vivo l’interesse per l’Arte contemporanea in tutte le sue forme di espressione.Oggi continuo a svolgere la libera professione in ambito privato occupandomi della realizzazione di progetti prevantemente di recupero e rigenerazione senza mai tralasciare l’importante ruolo dell’Arte sia nell’ambito del progetto che come valore nella quotidianità delle persone e nella collettività.
Nel 2010 ho co-fondato l’associazione culturale “Distretto A” attraverso la quale, a Faenza, curo e coordino diversi progetti di riqualificazione urbana fra i quali un contest internazionale di street art, il week-end con la Cena Itinerante giunta alla XV edizione, e quattro edizioni di Studi Aperti di Architettura.
Sono stata membro della Commissione Qualità Architettonica e Paesaggistica del Comune di Faenza dal 2010 al 2018 e del Consiglio Direttivo di Ente Ceramica Faenza dal 2012 al 2022.
Da giugno 2021 faccio parte del Consiglio Provinciale dell’Ordine degli Architetti di Ravenna
Considero la conoscenza dell’Arte così come la Bellezza non solo insegnamenti ma valori imprescindibili, concreti e socialmente indispensabili per un ideale livello della qualità di vita in una città.
Bianca Maria Canepa

Una interessante iniziativa su Don Milani di Alessandro Mazzerelli

mercoledì 20 luglio

La cerimonia a Crespino sul Lamone con la Santa Messa, il corteo e la presenza delle autorità si terrà domenica 17 luglio, preceduta da alcuni incontri storici e religiosi, mercoledi 13 e giovedi 14.

La Cerimonia del 1964

mercoledì 13 luglio

Anche quest’anno Marradi Free ricorda quelle tragiche giornate di settant’otto anni orsono così:

Il 17 luglio ‘44 a Monte Lavane (Marradi) gli alleati effettuarono un lancio di armi, munizioni e vestiario destinati ai partigiani che, attaccati da ingenti forze nazifasciste, ingaggiarono un duro combattimento di otto ore cui partecipò insieme alla banda Corbella, come (lui) la chiamava, l’ufficiale Usa, Chester Kingsman, salvato a Pian delle Fagge. Quello stesso giorno ed il giorno successivo, a Crespino, antico Borgo di incontaminato verde, di acque limpide e di quiete, sorto intorno all’antica abbazia vallombrosana di Santa Maria a Crespino sul Lamone, si consumò un’assurda tragedia. I nazisti si macchiarono dell’orrendo crimine di strage che non risparmiò neppure Don Fortunato Trioschi, arrestato insieme ai suoi parrocchiani e costretto a scavarsi la fossa prima di essere trucidato. I fatti sono da inquadrare nella recrudescenza nazista che in seguito alla caduta di Mussolini e all’8 settembre ’43 avevano fatto scattare “l’operazione Alarico” l’invasione e l’occupazione militare dell’Italia. Insieme a Don Trioschi, il 17 luglio, furono uccisi sul greto del Lamone, dove oggi sorge il sacrario, Luigi e Vittorio Bellini, Giuseppe e Lorenzo Ferrini, Giovanni Malavolti, Giuseppe e Guglielmo Nati, Angelo, Attilio Lorenzo fu Luigi e Lorenzo fu Pietro Pieri, Giuseppe Barlotti, Dante Chiarini, Pietro Tagliaferri, Ottavio Scarpelli, Luigi Vinci, Gherardo Visani, Adolfo Rosselli, Sante Bosi, Giulio Sartoni, Bruno Santoni e due persone non identificate. Abramo Tronconi fu fucilato a Fantino. Alfredo Beltrami, sua moglie Cecilia, e la figlia Lorena, furono fucilati il 17 luglio nel podere Il Prato con Alfredo Righini fucilato nell’aia. I Beltrami erano, padre, madre e sorella di Umberto il partigiano di cui Pietro Monti, detto Marconi, definito da Arturo Frontali, come il testimone che tutto ricordava della strage di Crespino, racconta: “Ha preso una bomba a mano e gliel’ha tirata (alla Croce Rossa) ed ha ucciso il tedesco ed insomma tutti e due, l’autista ed il ferito”. il 18 luglio1944 con una raffica di mitra venne ucciso da un soldato tedesco che l’aveva sorpreso mentre portava cibo ad un partigiano ferito e ricoverato in un capanno da caccia, il proprietario di Campergozzole, Francesco Naldoni, classe 1882, diplomato nel 1904 al Liceo Torricelli di Faenza, che aveva trascorso la sua vita coltivando il podere. sempre il 18 luglio nel podere I Mengacci, di proprietà di Giovanni Buccivini Capecchi, i mezzadri, Francesco Botti, suo figlio Bruno diciassettenne, il quindicenne Pierino Caroli e suo padre Vincenzo, che era iscritto al partito fascista e che mostrò invano ai tedeschi la tessera, furono trucidati nonostante il disperato tentativo della coraggiosa mamma Palmira Gentilini Botti che, con le lettere dei figli militari in mano, cercava di far capire ai tedeschi che i suoi famigliari non c’entravano con i partigiani. Giuseppe Caroli e Adele Donatini furono fucilati al Cerreto di Fantino lo stesso giorno come Dionisio Rossi. Carlo Quadalti, contadino della Casa Nuova, fu fucilato quello stesso giorno nel podere La Castellina dove si trovava per la mietitura a dare una mano ad Arturo Raspanti. La Wehrmacht aveva stabilito il proprio comando a Crespino, nella villa di Carlo Mazza, proprietario terriero della zona. I partigiani che operavano nell’area, ed ai quali erano associati i giovani renitenti alla leva repubblichina sbandati, erano quelli della 36a Brigata Garibaldi Alessandro Bianconcini. Valeria Trupiano nel suo pregevole lavoro A sentirle sembran storielle Luglio 1944 La memoria della strage di civili nell’area di Crespino del Lamone del 2008 riporta quanto contenuto nel bollettino partigiano della Bianconcini datato Imola 21 ottobre 1945. Ventotto pagine consegnate alla Trupiano dall’ex partigiano Bruno.
Il bollettino, con la relazione ufficiale, contiene il diario delle azioni e dei sabotaggi giornalieri operati dalla brigata, gli spostamenti, le imboscate, le catture ed uccisioni di nazisti e spie fasciste, gli attacchi e le uccisioni di partigiani e di civili da parte dei tedeschi. A proposito della giornata del 17 luglio tra le varie azioni partigiane realizzate nel territorio viene descritta la seguente “Elementi misti delle compagnie di Paolo e di Marco attaccano il traffico sulla strada Faentina. Un automezzo tedesco distrutto, 2 soldati uccisi e sei feriti. Da parte nostra un ferito. A seguito di tale azione i tedeschi per rappresaglia massacrarono 35 coloni raccolti nei dintorni. La versione partigiana ha molto in comune con quella raccontata dagli abitanti di Crespino. Nel libro di Don Bruno Malavolti Estate di Fuoco, nella parte di Arturo Frontali che ricostruisce i fatti attraverso le testimonianze, si fa capire che alcuni giovani partigiani e soldati sbandati, dopo l’8 settembre, continuavano ad appoggiarsi al paese e al podere dei Mengacci. Verso la fine di aprile, alcuni di questi partigiani uccisero due tedeschi in località Casaglia. Sembra che una delle vittime fosse il comandante di un gruppo appartenente alla Marina tedesca, che era acquartierato a Villa Ersilia a Marradi. L’episodio, tuttavia, rimase impunito per l’intercessione di una nobildonna tedesca sfollata a Ronta che ebbe il merito di convincere gli occupanti a stipulare con il paese una sorta di patto di tregua. L’accordo venne tuttavia violato dai partigiani del posto che ai primi di luglio, presso il ponte di Spedina, catturarono altri due soldati, scaraventandone uno da un burrone e lasciandosi scappare il secondo che, raggiunti i suoi commilitoni, dette l’allarme. Successivamente, la mattina del 17 luglio, la stessa banda, appostata su una collinetta, attaccò una pattuglia tedesca uccidendo un soldato e scagliando una bomba a mano contro l’autoambulanza sopraggiunta dal vicino ospedale militare di Villa Fantino. Il 17 luglio, dopo appena un’ora dall’agguato, una seconda pattuglia tedesca, rinforzata da squadre provenienti da Marradi, arrivava sul posto, interrogava due contadini intenti alla mietitura, mentre uno affermava di avere visto i partigiani imboscarsi e fuggire dopo l’attentato, l’altro taceva e veniva ucciso perché ritenuto complice. La rappresaglia partì poi dal podere Prato con lo sterminio dell’intera famiglia Beltrami, cui apparteneva uno dei partigiani responsabili dell’attacco. I tedeschi rastrellarono tutti gli uomini che trovarono, li raccolsero presso Villa Mazza, sede del comando, poi li trasferirono sulle rive del Lamone e qui li fucilarono. Soltanto uno dei prigionieri, Giuseppe Mariano Maretti, sopravvisse all’esecuzione, morendo poi nel 1948 in seguito alle ferite riportate quel giorno. Convocato il parroco, Don Fortunato Trioschi, e altri due contadini sul luogo dell’eccidio, i tedeschi li costrinsero a scavare una fossa e li fucilarono sul posto. Il 18 luglio l’operazione proseguì a Fantino con l’invasione di casa Caroli, in località Mengacci: gli uomini, quattro, furono trattenuti nell’edificio, mentre le donne e i bambini furono portati, attraverso il castagneto, in una grotta naturale e lì sorvegliati con una mitragliatrice. Quando le donne ed i bambini, che erano stati rilasciati, tornarono verso il podere in fiamme, trovarono una scena agghiacciante: due uomini assassinati con il colpo di pistola alla nuca e due legati ai materassi e asfissiati. Un altro reparto, nazifascista, frattanto, era impegnato nella ricerca e nell’assassinio di contadini rimasti a Castellara, Castellina, Cerreto, Lozzole e Campergozzole. La mattanza si concluse la sera del 18 luglio, con un bilancio di 44 vittime nell’area Crespino, Fantino e Lozzole. Anche se la documentazione tedesca non fa espressamente riferimento alla strage, sembra di poter ricostruire la presenza sul territorio di unità di polizia tedesca o miste italo-tedesche, come il III Polizei Freiwilligen Bataillon Italien, il cui trasferimento presso l’Appennino è dato certo. Da allora ogni anno si commemora l’eccidio con una testimonianza che si rinnova per sottolineare come la gente di Marradi e della Valle del Lamone non dimentica il sacrificio di quanti, consapevoli ed inconsapevoli, si immolarono con la stessa dignità e fierezza che molto tempo prima i loro padri, il 24 luglio 1358 alle Scalelle, avevano dimostrato fermando la compagnia tedesca di ventura del conte Lando. Nella memoria comune, i partigiani avevano, come ha riportato nel suolibro Valeria Trupiani, “le loro colpe: rubavano in casa dei benestanti, ostentavano simboli comunisti compiendo operazioni contro i soldati tedeschi senza avere il corraggio di affrontarli a viso aperto”. Tuttavia la Trupiani ha anche aggiunto: “Quei giovani, che abbiamo denominato, così detti partigiani, avevano il diritto e il dovere di nascondersi tra le montagne per non farsi catturare e rischiare la morte o la deportazione in Germania”. Forse la strage sarebbe accaduta lo stesso ma in quelle vicende i partigiani non ebbero un comportamento esemplare, nè tanto meno eroico. Eppure certa retorica ideologica nelle ricorrenze degli ultimi anni ha rimosso parte della verità storica, o parte dei pregiudizi. Ricordo quando Domenico Vanni, che come vice sindaco di Marradi e deportato a Mauthausen aveva titolo istituzionale e morale per partecipare alla commemorazione, raccontava che al pranzo con il vescovo gli “girarono il piatto”. I tempi sono cambiati i crespinesi che si opposero duramente, nel 1964, quando l’Amministrazione Comunale inaugurò la parte superiore del sacrario, all’affissione dei manifesti dell’ANPI in cui c’era scritto W i partigiani, W la Resistenza, convivono con labari, medaglieri dell’ANPI e garibaldini ed ai buffet, preparati con cura dalle donne di Crespino, nessuno più si vede girare il piatto. “Sic transit gloria mundi”.

Rodolfo Ridolfi

10 luglio 1944 i partigiani Bruno Neri e Vittorio Bellenghi cadono in combattimento contro i tedeschi a Gamogna.

domenica 10 luglio

Sono passati 78 anni da quando, il 9 luglio 1944 i tedeschi a Marradi fucilano il partigiano Iandelli e il 10 a Gamogna caddero in combattimento il calciatore partigiano Bruno Neri e Vittorio Bellenghi. In questa circostanza ci piace commemorare i giovani che sulle nostre montagne si immolarono per restituitrci la libertà e ricordare il coraggio del prete marradese Don Ferrini.

Al sergente partigiano Sergio Iandelli, ventenne, pellettiere fiorentino della 36a Bianconcini, catturato il 9 luglio 1944 seviziato e ucciso dalle SS tedesche, fu dedicata una lapide posta sul muro della strada che conduce a Palazzuolo sul Senio il 23 luglio 1945.


Domenica nove luglio ‘44 nel Casale di Modigliana, dove si trovava il parroco partigiano don Angelo Savelli, si riunì il battaglione Ravenna, forte di una quarantina di uomini, per prendere posizione fra la banda Corbari e la 36a Brigata Garibaldi Bianconcini. Il comando venne affidato a Vittorio Bellenghi, Nico, ex ufficiale del Regio Esercito ed al suo vice Bruno Neri, nome di battaglia Berni, (calciatore che aveva giocato nel Faenza, poi alla Fiorentina fino alla stagione 35/36, nella Lucchese nel Torino fino al 1940 e nella Nazionale italiana dove esordì il 25 ottobre 1935 contro la Svizzera. L’attività partigiana non gli impedì di tornare ad indossare gli scarpini da calciatore: partecipò, infatti, al Campionato Alta Italia 1944 con la maglia del Faenza). La formazione partigiana si mise in movimento lungo il sentiero del crinale, diretta al Lavane e la sera aveva sorpassato il Torretto e l’indomani avrebbe raggiunto Gamogna.

La strada fra Marradi e San Benedetto brulicava di tedeschi che avevano alle Canove il loro comando retto da un capitano con circa cento militari e molti uomini del luogo, rastrellati forzatamente e costretti ai lavori stradali. I due comandanti, partigiani, Bruno e Vittorio, decisero, con grande imprudenza, di andare da soli in avanscoperta a perlustrare l’area. Quando, nel primo pomeriggio, con le armi in pugno, giunsero al cimitero, vennero sorpresi allo scoperto da una pattuglia tedesca e nello scontro a fuoco furono uccisi. Il parroco, don Angelo Ferrini, cercò di dare ai due giovani una sepoltura dignitosa, ma, come raccontò in una intervista del 1989, dopo aver trasportato, aiutato dal partigiano Vincenzo Lega, i corpi dei due giovani nella cappella del cimitero parrocchiale, si recò in municipio a Marradi a chiedere le bare che gli furono negate con questa motivazione: “Non possiamo disporre nulla per dei traditori, per dei partigiani”. “Quindi dovemmo seppellirli in una fossa comune avvolti nella paglia e nelle frasche”. Il giorno successivo don Ferrini durante l’imponente rastrellamento nazista, dopo essere stato apostrofato dai tedeschi “Tu pastore badogliano adesso fare Kaput a te e bruciare chiesa”, come racconta Carlo Martelli nel suo libro Fascismo Antifascismo, sfuggì per miracolo alla morte grazie all’intercessione, presso i tedeschi, del parroco di Albero, don Vittorio Fabbri.

Rodolfo Ridolfi

Raffaella Ridolfi assume la Direzione del nostro giornale. Rodolfo Ridolfi traccia il bilancio di dodici anni di attività.

sabato 9 Luglio 2022.

Raffaella Ridolfi

Cari lettori,
Dopo 12 anni di intensa attività e senza ricevere un solo euro di pubblicità, Marradi Free News il primo portale e quotidiano online della Romagna Toscana, di mia proprietà, che pubblica sotto la mia direzione dal giugno 2010 cambierà direttore responsabile, sarà Raffaella, mia figlia giornalista pubblicista da oltre 15 anni ad assumere l’impegno, io continuerò ad essere direttore responsabile del quotidiano nazionale Free News on Line e mi dedicherò allo sviluppo dei Quaderni di lettere e cultura “Il Maestro di Marradi” Rivista che nasce d’intesa con Opera-In Stabile di Barbara Betti. Lascio il giornale, cui continuerò a collaborare in ottime mani. In questi dodici anni di vita, Marradi Free News si è fatto promotore di numerose iniziative culturali, la più importante Il Premio Letterario Nazionale Dino Campana on Line- La Poesia ci salverà che giunge il prossimo 10 settembre alla sua 9^ Edizione. Quest’anno, insieme all’ormai consueta cerimonia di premiazione, Marradi Free News ed Opera In-Stabile hanno in serbo per il pommeriggio una eccezionale sorpresa che regaleranno a tutti coloro che amano la “musica colta”

Marradi Free news è ad oggi il primo ed unico quotidiano online nel territorio dell’Alto Mugello-Romagna Toscana. Un fatto storico che non poteva che accadere nella terra di Dino Campana, di Celestino Bianchi, fra i fondatori e direttori de “La Nazione” e di Anacleto Francini, giornalista a Torino alla Gazzetta del Popolo e poi alla RAI.
Marradi Free News in questi dodici anni ha offerto una lettura della realtà di Marradi del Mugello, della Valle del Lamone e della Romagna Toscana mettendo a disposizione le notizie, ma anche spesso un modo per comprenderle meglio ed ospitando migliaia di comunicati che i lettori, le Associazioni e le Istituzioni hanno indirizzato alla Redazione.
Marradi è un luogo ricco di energie e potenzialità culturali, artistiche, ambientali, turistiche ed umane, inespresse, quindi spesso sprecate. Il nostro territorio, dove spesso si manifestano rassegnazione e galleggiamento, i mali contro i quali continueremo ad impegnare le nostre iniziative editoriali e la nostra passione civile, ha bisogno di un tessuto cittadino più moderno e dinamico. Marradi Free news, che nasce e vive con una struttura volontaristica, è costruito con le competenze di chi, senza beneficiare di nessuna contropartita diretta od indiretta, le mette liberamente e gratuitamente a disposizione degli altri: Associazioni, Istituzioni e cittadini. E’ un’occasione da non perdere ed in questi anni in moltissimi l’hanno colta.

I numeri ci attestano che a dodici anni di distanza dall’inizio della nostra esperienza l’attenzione e la fidelizzazione dei lettori è straordinariamente aumentata, a fronte di un calo rilevante dei residenti. Il bilancio che ne traggo è positivo soprattutto per chi collabora in redazione e per i lettori. Il collegamento con Facebook, twitter, google+,linkedin e whats up, con i migliori anni della nostra vita a Marradi ed il Maestro di Marradi e la collaborazione con i media del territorio romagnolo e toscano ci hanno consentito di incrementare la divulgazione delle notizie, soprattutto le più importanti ai nostri lettori. La nostra attività continua sui web: www.marradifreenews.com e da oggi su www.dinocampanacarlo,com il sito della rivista di lettere e cultura.
Sono sicuro che Raffaella saprà fare molto bene e raggiungerà risultati importanti e Le auguro Buon Lavoro!

Rodolfo Ridolfi direttore responsabile

Ridolfi apre la rassegna “Vita, poesia, amore e follia di Dino Campana ” parlando di Dante e Whitman nei Canti Orfici

mercoledì 6 luglio
Concludendo la serata inaugurale della rassegna: Vita, poesia, amore e follia di Dino Campana nel Chiostro del Convento dell’Osservanza di Brisighella dove sono intervenuti anche Giovanni Tonelli ed Elisabetta Zambon
Rodolfo Ridolfi di fronte ad un numerosissimo ed attento pubblico ha detto fra l’altro:

Nel corso L’ anno di Dante mi ha riportato alla mente tre grandi eventi nel segno di Dante e di Campana che ho condiviso con il Prof. Luigi Bonaffini del Brooklin College di New York il più autorevole e competente studioso della componente dantesca in Dino Campana: il genetliaco campaniano il 20 agosto 1992 a Marradi, la giornata di Studi su Campana dell’American Association of Italian Studies nel 2004 ad Ottawa ed il convegno del 2008 a New York all’Istituto Italiano di Cultura dove Bonaffini tenne una lezione magistrale su Dante e Campana ed io parlai di Whitman e Campana.
I Canti Orfici sono un grande album di un paesaggio influenzato da citazioni culturali toscane Giotto, Michelangelo, Leonardo, Piero della Francesca immerse nel presagio dei suoi “divini primitivi” Dante e Frate Francesco. oppure in quelli barbarici e bizantini della Romagna: ‘Volevo nel paesaggio collocare dei ricordi” afferma Campana.
Mio padre definisce Campana “il più grande poeta italiano del novecento” forse con la stessa autrance di Carmelo Bene che negli anni ottanta portò su alcuni palcoscenici dei più importanti teatri italiani insieme alla lectura Dantis la lettura di Campana e ricordo per avere assistito ben due volte, a Firenze e a Prato, alle sue performances come l’attore pugliese affermasse che Dante era stato il più grande poeta italiano del Medioevo e Campana era il più grande poeta italiano del nostro novecento.
Dino Campana chiude gli Orfici con una citazione a colophon da Walt Whitman: “They were all torn/and cover’d with the boy’s blood”. che nel Song of Myself è in realtà “ The three were all torn and cover’d with the boy’s blood”. Carlo Pariani nelle sue Vite non romanzate di Dino Campana scrittore e di Evaristo Boncinelli scultore scrive: …L’epigrafe finale tradusse così: Erano tutti stracciati e coperti col sangue del fanciullo” aggiunse “E’ una poesia di un americano Walt Whitman”.
Lello Campana, anch’egli poeta e grande appassionato di armi, buon amico di famiglia più volte parlandomi di poesia mi raccontava dell’avventuroso viaggio di suo cugino Dino in Sud America e della sua partenza da Genova: “Quando partì da Genova, l’aveva accompagnato mio padre Torquato, aveva con se una lettura che lo entusiasmava Leaves of Grass di Walt Whitman e la pistola belga calibro 38” che aggiungeva Lello, “ho usato tanto anch’io”. Whitman è il centro della letteratura statunitense ma ha influenzato anche quella che attinge ad altre radici da Thomas Stern Eliot a Ezra Pound, da Federico Garcia Lorca a Borges, Pablo Neruda, Dino Campana e Cesare Pavese. Fra le sue fonti letterarie Omero, Eschilo, Dante. Come quella di Dino Campana la poesia di Whitman è permeata di Dante Alighieri che Whitman raccontò di aver letto in un bosco. L’americano che, a differenza di Campana visse a lungo influenzò il poeta di Marradi non soltanto nel colophon ma anche nel finale di Pampa dove si possono cogliere diversi riferimenti a Whitman; il bivacco notturno che ricorre nella sezione Drum Taps contamina Campana così:
“Mi ero alzato.
Sotto le stelle impassibili, sulla terra infinitamente deserta e misteriosa, dalla sua tenda l’uomo libero tendeva le braccia al cielo infinito non deturpato dall’ombra di Nessun Dio.”


Campana stesso afferma di voler creare una poesia italiana di stampo europeo. E’stato, ampiamente documentato dalla critica che nella poesia orfica di Dino Campana confluiscono varie esperienze culturali e letterarie, tra cui la tradizione misterico-religiosa, la poesia europea appartenente al filone orfico, e poi Nietzsche e Schurè. Non c’è dubbio che egli fosse sempre disposto a raccogliere ciò che di valido la tradizione occidentale poteva offrire. La ricerca e la scoperta di una nuova dimensione poetica non comportava affatto il rifiuto indiscriminato della tradizione, come alcuni hanno voluto credere, fedeli al mito di un Campana ribelle ed avanguardista a tutti i costi, ma si basava, e lo stesso poeta lo dichiara apertamente in una lettera del ’15 a Papini, sull’innesto della “più viva sensibilità moderna nella linea della più pura tradizione italiana”. La più pura tradizione italiana per lui significava soprattutto Dante e Leopardi, come suggerisce in un’altra lettera ad Emilio Cecchi: soprattutto Dante su cui la poesia moderna doveva innestarsi Infatti i riferimenti espliciti a Dante sono numerosi nell’opera di Campana. L’immagine di Francesca è un leit motif che ricorre più volte nella Notte e nella Verna, mentre non mancano i versi danteschi citati per intero. Il dantismo di fondo dei Canti orfici si trova ad esempio nelle similarità tra la salita alla Verna e l’ascesa purgatoriale di Dante: Ed è poi evidente il nesso tra la “poesia di movimento” di Dante, come la chiama Campana, ed il motivo del viaggio nei Canti Orfici.
La presenza di Dante nei Canti orfici è da considerarsi di importanza fondamentale alla comprensione della struttura e del sottofondo mitico-religioso del libro
Come sempre la poesia di Dante risulta dalla lotta tra il nordico e il latino Ed è ancora Dante lo scrittore che personifica l’arte crepuscolare per eccellenza:
L’arte crepuscolare (era già l’ora che volge il desio) in cui tutto si affaccia e si confonde, e questo stadio prolungato nel giorno aiutato dal vin de la paresse che cola dai cicli meridionali e nella gran luce tutto è evanescente e tutto naufraga, sì che noi nel più semplice suono, nella più semplice armonia possiamo udire le risonanze del tutto. II riferimento a Dante è ripetuto in un altro brano dei Taccuini sull’arte crepuscolare: … in queste sere in cui è profondamente dolce la voce dell’organetto, la canzone di nostalgia del marinaio, dopo che il giorno del sud ci ha riempito du vin de la paresse. Il marinaio è, naturalmente, quello dell’ottavo canto del Purgatorio (“era già l’ora che volge il disio”), mentre l’organetto è senz’altro un riferimento alla “dolce armonia da organo” (Par. XVII, 43).


La Vita Nuova specialmente,
Nel senso che i Canti orfici, come la Vita Nuova, sono un diario spirituale, un libro della memoria letto in retrospettiva alla ricerca di un significato simbolico, una disciplina e una iniziazione alla vera via della salvezza, l’analogia tra i due libri e apparente. Nei Canti orfici è evidente lo sforzo di reinterpretare e riordinare esperienze ed episodi sconnessi attraverso la memoria, che diventa così, come in Dante, rivelazione e strumento di rigenerazione spirituale. Ma se Beatrice conduce Dante al Paradiso ed alla Trinità nella Divina Commedia, in Campana Euridice s’identifica con la Chimera, l’Amore ambiguo, che conduce il poeta sia in alto sia in basso. La differenza essenziale tra il viaggio di Dante e quello di Campana è che il primo si muove dalle tenebre verso una luminosità sempre maggiore, mentre Campana si muove attraverso le tenebre, penetrate di quando in quando da bagliori che però non riescono ad abolirle. Mentre la poesia di Dante segue un movimento verticale. quella di Campana segue un movimento ciclico.
Persino l’alternanza di prosa e versi negli Orfici potrebbe far pensare alla Vita Nuova per quando diversi i risultati. Dante nella prosa controlla, unisce e commenta i componimenti in versi, con chiarezza critica ed intellettuale. In Campana la prosa non è separabile dalla poesia, e non ha quindi la spiccata funzione strutturale della prosa della Vita Nuova. Ma se i Canti orfici si considerano nel loro insieme, si nota che i componimenti in versi spesso forniscono un’intensificazione e risonanza del materiale presentato in modo piu’ esteso nella prosa. Questo è vero per i Notturni rispetto alla prosa della Notte e per “Immagini del viaggio e della montagna” e “Viaggio a Montevideo” rispetto alla prosa della Verna.
I parallelismi strutturali e tematici tra l’entrata di Dante nella città di Dite e l’entrata di Campana in Faenza sono notevoli. La torre, sia in Campana sia in Dante, è il punto focale del loro graduale avvicinarsi alla città.
Ecco l’inizio della Notte:
Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita, arsa su la pianura sterminata nell’Agosto
torrido…
E Dante: (Inf. VIII, 67- 74)
II Canto V dell’Inferno aveva per Campana un fascino particolare. Un altro riferimento diretto lo troviamo negli Inediti:
E’ il carillon d’una torre gotica. Dante nel V canto ebbe
questa fantasia cavalleresca che trionfa dell’inferno latino. (“E’ il carillon”).
E nella descrizione della pianura di Romagna, in cui si sente l’eco del Canto XIV del Purgatorio. dove Dante ricorda con nostalgia l’antica Romagna e “le donne e i cavalier, li affanni e li agi, /
che ne ‘nvogliava amore e cortesia, riappare la figura di Francesca:
Occhi crepuscolari in paesaggio di torri là sognati sulle rive della guerreggiata pianura…
Ritorno
Presso Campigno 26 settembre
Laggiù nel crepuscolo la pianura di Romagna….dove si perde il grido di Francesca…, guerriera, amante, mistica, benigna di nobiltà umana, antica Romagna
Torna la visione disgregante di Campana sottolineata da Luigi Bonaffini che consente di affermare che i Canti Orfici sono un canto di un Myself del poeta che cerca e perde la propria Euridice e finisce, come Orfeo, lacerato e diviso.

Giovanni Tonelli: Ecco il Dino Campana che ho amato…

mercoledì 6 luglio 2022 molto volentieri pubblichiamo una riflessione di Giovanni Tonelli del 2002

Giovanni Tonelli

Non posso nascondere di provare un po’ di disagio nello scrivere di Dino Campana oggi.
Oggi, dopo l’uscita del film presentato a Venezia, che lo ha improvvisamente fatto conoscere al grande pubblico.
Un caro amico poeta, sinceramente Campaniano mi ha detto:”…se almeno il film spingesse anche solo una persona a leggere i Canti Orfici…”
Leggere i Canti Orfici, ecco il modo più diretto per avvicinarsi a Campana .Leggerli e basta,col rischio di restare perplessi e disorientati, come è successo a me dopo la prima lettura. Ma senza restare condizionati dalla diffidenza o dalla pietà umana che inevitabilmente ci attanaglia dopo che
si è stati informati sulla travagliata vita del poeta di Marradi.
Io ho sentito pronunciare per la prima volta il nome di Campana da Giuseppe Cangini, compositore di Forlì. Mi trovavo in treno e lamentavo la carenza di musicalità di tanta poesia moderna quando
l’amico musicista: “Campana! Ha mai letto Campana?…”non so se tra rocce il tuo pallido/viso m’apparve, o sorriso/di lontananze ignote /fosti…” Era “La Chimera”. Lo stesso giorno, acquistato il libro dei “Canti Orfici”, iniziò la mia conoscenza del nostro poeta. Un impatto duro, non accattivante. Un linguaggio ricco, alto,. aristocratico, senza
compromessi. Poi, gradatamente, scivolai attraverso le visioni di ponti ed archi e sagome nere di zingari in quella mistica atmosfera…era “la Notte”…Campana si presenta così, all’inizio dei “Canti Orfici, con quella prosa poetica che tanto lo caratterizza. E poi le liriche. E prima, a prenderci per mano “La Chimera”. Questo primo impatto si trasformò ben presto in una passione che mi spinse a realizzare ben quattro spettacoli teatrali su Dino Campana ed alla scrittura di un atto unico,”Varcando il ponte”, il tutto nel giro di un paio di anni. Ma…procediamo con ordine. Quale che sia la ragione che ci ha spinto a leggere le poesie di Campana, o l’amico musicista o il film, ora abbiamo di fronte questo libro.Apriamolo a caso…
…Vasto, dentro un odor tenue vanito/Di catrame, vegliato da le lune/Elettriche, sul mare appena vivo/Il vasto porto si addome./S’alza la nube delle ciminiere/Mentre il porto in un dolce scricchiolio/Dei cordami s’addorme…
Proviamo ora a leggere questi versi ad alta voce…la musica, ecco che esce la musica.E l’aspetto fonetico-musicale è di grande rilievo nel poeta di Marradi. Come lo è la conoscenza profonda che Campana aveva dei contemporanei. “Il vasto porto s’addorme “…questi sono versi dannunziani, alla faccia di chi vuole contrapporre il nostro al Vate…
Campana era poeta colto. Conosceva D’Annunzio, Whitman, Rimbaud. Ebbe una infatuazione per Nietzsche, per le sue teorie che il nostro”…tenta disperatamente di vivere, di attuare nei limiti e nell’ambito di una vita miserabile…con la dedizione e l’innocenza del credente, dell’iniziato,
dell’uomo che vuole elevarsi idealmente verso la bellezza apollinea, nobilitarsi alla luce dell’assoluto contro tutte le viltà e le povertà del quotidiano e del comune, anzi attraversando il fuoco della più amara e dionisiaca ebbrezza…per risvegliarsi nell’azzurro.”(Bonifazi)
Altro che il povero “matto del villaggio” che poteva parere ad alcuni suoi contemporanei… Ed ecco che il marchio è uscito fuori. La parola “matto” intendo. Campana fu inseguito per tutta la vita e poi raggiunto dalla follia. Rinchiuso nel 1906 ad Imola e poi rilasciato (vi resta dal 4 settembre al 31 ottobre),perseguitato da un’ansia ossessiva che gli faceva cambiare continuamente luogo,cercò tuttavia disperatamente di vivere disperatamente…ecco l’immenso uso degli avverbi
melodiosamente ripetuti, instancabilmente,ininterrottamente…
Un ritmo musicale, sensazioni di classicità, di atemporalità, di tensione verso l’assoluto…
…qual ponte, muti chiedemmo, qual ponte abbiamo noi gettato sull’infinito,che tutto ci appare
ombra di eternità? Ecco, ecco il ponte che Campana gettò tra la poesia ottocentesca e i moderni.
E l’amore,quella unica intensa passione che lo legò a Sibilla Aleramo(ecco il film)e che forse provocò la rottura di quel fragile equilibrio…causando il definitivo internamento nel manicomio di Castel Pulci nel 1918, dove il poeta resterà sino alla morte, avvenuta il primo marzo del 1932. Ed alla vanità delle umane passioni, anche delle più intense, il nostro Dino si riferisce in questi versi, dedicati proprio a lei, a Sibilla…”Vi amai nella città dove per sole/Strade si posa il passo illanguidito/Dove una pace tenera che piove/A sera il cuor non sazio e non pentito/Volge a un’ambigua primavera in viole/Lontane sopra il cielo impallidito…” Ecco il Dino Campana che ho amato e che continuo ad amare, nonostante il film…il grande poeta che tuttora mi fa rabbrividire quando le mie labbra, in questa sera di ottobre, sussurrano… Oro, farfalla dorata polverosa perché sono spuntati i fiori del cardo?In un tramonto di torricelle rosse perché pensavo ad Olimpia che aveva i denti di perla la prima volta che la vidi nella prima gioventù?…
Giovanni Tonelli 02 ottobre 2002

Il Gruppo Escursionisti Marradesi al capolinea, Marradi perde un’altra importante risorsa del turismo ambientale

giovedì 30 giugno

Marradi perde un prezioso strumento di socialità e di animazione per i marradesi ed i villeggianti appassionati di Trekking. Con lo scioglimento del G.E.M, un’Associazione fondata cinquant’anni orsono dal compianto Beppe Gurioli si spenge il fulcro dell’attività escursionista, il motore di gite e ritrovi conviviali cultura e musica che ha coinvolto un considerevole numero di amanti dei nostri monti e delle nostre tradizioni. Fra i più attivi ed assidui protagonisti ci piace ricordare Ettore Contarini che ne è stato anche Presidente, Giuseppe Meucci autore insieme a Beppe Gurioli del volume “La Nostra Piccola Valle Dell’Eden”, GianCarlo Vinci provetto ed appassionato cavaliere, Giovanna Rivola e tantissimi altri. Al GEM si devono le prime importanti iniziative dei “Percorsi Campaniani”: Monte Filetto, Il Lavane, La Verna degli anni ’80/’90 e le tante iniziative a Coloreto (Coloreda). Il GEM è sempre stato attento alle emergenze ambientali e alla difesa della salvaguardia storica del territorio dove ha operato, emblematica la riscoperta e la valorizzazione e tutela dell’antica quercia di Trebbana.

Giuliano Mercatali l’ultimo dinamico animatore getta la spugna e con amarezza afferma: “…eravamo rimasti in pochi non c’è stato ricambio generazionale, ai giovani oggi interessa poco scoprire i profumi delle ginestre…” Speriamo non si riproponga come si legge nel libro di Gurioli e Meucci: Vita negli anni ’30 alle Fontanacce, un podere dell’alto Appennino marradese”… Poi, nel giro di pochi anni, questo mondo scomparve: le case si vuotarono, divennero ruderi e tutto fu avvolto dai rovi e dal silenzio.

Marradi, San Godenzo e Londa selezionati nell’ambito del Bando Borghi (PNRR) fascia B progetti quadriennali.

domenica 26/06/2022 –
Ai ventun Comuni italiani sotto i cinquemila abitanti selezionati per ottenere 20 milioni del Bando Borghi PNRR per la Toscana è stato assegnato al Borgo di Castelnuovo di Avane Arezzo, Comune di Cavriglia si aggiungeranno, fra i 229 progetti selezionati nel piano B, riservato alla rigenerazione culturale e la rivitalizzazione sociale ed economica ci sono anche i Comuni di Marradi e Londa San Godenzo
Si tratta di progetti quadriennali, per un valore totale di 1 milione 650 da erogare al Comune di Marradi a fronte degli interventi realizzati entro il 2026 e di un totale di 2.077.000 euro, per i Comuni di Londa San Godenzo.
Ogni Progetto locale di rigenerazione culturale e sociale dovrà essere ultimato entro giugno 2026 e una parte entro giugno 2025. Il progetto del Comune di Marradi si propone prima di tutto di recuperare l’ex Albergo “Il Lamone” quelli di Londa e San Godenzo lo Chalet del Lago a Londa e il Palazzo Storico Del Campana a San Godenzo –
Grazie a queste selezioni, le imprese che svolgono attività culturali, turistiche, commerciali, agroalimentari e artigianali localizzate nei tre comuni oggetto dei Progetti di rigenerazione culturale e sociale, potranno partecipare ad una successiva procedura di selezione, a gestione centralizzata di responsabilità del MiC, per accedere a finanziamenti a fondo perduto, con una dotazione finanziaria per territorio pari a circa 800.000 euro.

Marradi piange la scomparsa di Marina


venerdì 24 giugno Con la scomparsa di Marina, Marradi perde una delle sue donne più generose creative ed intelligenti che l’hanno animata negli ultimi 30 anni! A noi piace ricordarti così ora che sei volata in cielo! Esprimiamo anche a nome di tutti i nostri lettori sentite condoglianza alla famiglia ed un abbraccio ad Iccio

Rodolfo Ridolfi Direttore Responsabile

L’Istituto Dino Campana di Marradi C’E’…..il Comune meno

mercoledì 22 giugno Scrivono gli insegnanti dell’Istituto Dino Campana di Marradi:
L’Istituto Dino Campana di Marradi C’È… La nostra scuola, come tutte le scuole, fra le mille difficoltà che ha vissuto negli ultimi tempi a causa dell’emergenza covid ha cercato anche quest’anno di offrire ai suoi ragazzi una proposta il più possibile ampia e qualificata.
Le iniziative si sono concentrate nel corso del secondo quadrimestre e, in particolare, al termine dell’anno scolastico quando le regole legate alla pandemia si sono piano, piano, alleggerite. Sono state preparate iniziative legate ad alcune giornate particolari, già tradizionali nella nostra scuola, come la “Giornata della Memoria” con il Comitato di Crespino, memoria instancabile a ricordo dell’eccidio avvenuto nell’estate del 1944 o la giornata contro il femminicidio, in cui il Palazzo comunale di Piazza Scalelle si è colorato di mille drappi e palloncini rossi.Non sono mancati i momenti di solidarietà e condivisione: al presidio della Fabbrica dei Marroni dove gli operai per giorni e giorni hanno difeso il diritto al proprio lavoro; poi la suggestiva “marcia della pace” con il paese a illuminare il crepuscolo con fiaccole e con tutta la voglia di futuro dei nostri ragazzi, per dire un forte “no” alla guerra e all’invasione dell’Ucraina. Ne è poi scaturita la raccolta spontanea da parte degli alunni di qualche piccolo risparmio, che tramite la Misericordia locale è servita a formare tante piccole gocce di solidarietà per l’Ucraina. Ma la piena vitalità della scuola si è concentrata soprattutto nell’ultimo periodo dell’anno scolastico quando sono ripresi i progetti e si sono svolte le gite e le uscite di fine anno, una tradizione da sempre nel nostro Istituto. Tutte le classi dall’infanzia alla secondaria di primo grado si sono “sguinzagliate” verso mete diverse: dal mare e monti, dagli zoo alle città…
E qui va davvero il nostro grazie alla nostra Preside prof.ssa Meri Nanni che ha capito l’importanza di queste iniziative per i nostri ragazzi e con “coraggio”, pur essendo il primo anno che condivideva con noi, ha autorizzato fidandosi quanto richiesto dai vari insegnanti di classe.
Ed infine la “ciliegina sulla torta: durante l’anno scolastico con il prof. Niccolò Baldassini come capofila, instancabile promotore e realizzatore, l’istituto ha aderito ad un bando ministeriale indetto a livello nazionale per l’ampliamento dell’offerta formativa a.s. 2021/2022 – D.M. 48/2021 art. 3 comma 1b.
Il progetto è stato incentrato sulla figura del nostro poeta Dino Campana, in ricordo del novantesimo anno dalla morte, e con grande soddisfazione non solo abbiamo vinto, ma siamo arrivati addirittura primi……
Mentre ci complimentiamo con i dirigenti e gli insegnanti non possiamo non ricordare con oggettività i momenti di latitanza e l’assenza del Comune rispetto al Plesso scolastico e lo facciamo con la pubblicazione di questa foto emblematica delle condizioni non ottimali in cui hanno lavorato insegnanti ed alunni nell’anno scolastico appena terminato sperando che alla ripresa autunnale il Comune abbia provveduto ai necessari interventi che consentano agli alunni di frequentare una struttura accogliente e sopratutto sicura.

Rodolfo Ridolfi il 1 luglio a Brisighella apre la rassegna Campaniana

mercoledì 22 giugno

Si apre il 1luglio alle ore 21 nel Chiostro del Convento dell’Osservanza di Brisighella con un dialogo fra Rodolfo Ridolfi ed Elisabetta Zambon la rassegna Vita, poesia, amore e follia di Dino Campana curata dalla Compagnia degli Accesi.

Rodolfo Ridolfi scelto come curatore, nel 2021, anno di Dante, di una prestigiosa edizione dei Canti Orfici voluta dalle Edizioni Il Papavero con il prezioso contributo del Prof. Luigi Bonaffini parteciperà alla serata di apertura della rassegna impegnato in un dialogo con Elisabetta Zambon sul tema “Campana tra poesia e vita”.

Grazie Luogotenente Paolo Tiberii e buona permanenza a Marradi

Tiberii nel 2012

venerdì 17 giugno
Dopo quarant’anni di pregevole servizio nell’Arma Benemerita, il maresciallo Paolo Tiberii, sessant’anni, di cui gli ultimi sedici vissuti a Marradi dove ha comandato la locale Stazione dei Carabinieri si godrà la meritata pensione. Paolo Tiberii, bolognese, dal 1985 al 1987 frequenta la scuola sottufficiali, poi la prima esperienza in Val Camonica, presso la stazione di Capo di Ponte. Nel 1988 è a Collio in val Trompia come brigadiere sciatore per raggiungere l’anno successivo Sondrio, come comandante della squadra di soccorso alpino dei carabinieri e in seguito come comandante dell’aliquota radiomobile.

Dal 1995 al 2001 opera al nucleo NAS di Torino e successivamente alla sezione di polizia giudiziaria del Tribunale di Vercelli. Nel luglio 2006 arriva a Marradi con l’incarico di comandante della stazione come maresciallo aiutante ed oggi si congeda con il grado di luogotenente con carica speciale. A Paolo Tiberii il ringraziamento del nostro giornale, dei lettori e del Direttore Responsabile per il proficuo lavoro e per i risultati positivi ottenuti nell’adempimento del suo importante servizio a favore della comunità marradese e l’augurio a Lui ed alla sua famiglia di una felice permanenza fra di noi.

P.S.

Raffaella Ridolfi Ridolfi (Forza Italia) vede con favore la ‘rinascita’ di Fratelli d’Italia a Marradi

giovedì 2 giugno

Raffaella Ridolfi, Vice Coordinatore Provinciale Forza Italia di Firenze e Capogruppo di Siamo Marradi in Consiglio Comunale ha dichiarato:
Abbiamo accolto con favore la “rinascita” di Fratelli d’Italia a Marradi. Questo ci fa ben sperare per il futuro amministrativo a Marradi avendo noi, con grande impegno e dedizione, portato avanti fino ad oggi una puntuale, attenta e serrata opera di opposizione, denuncia, e proposta di centro destra nella sede istituzionale del Consiglio Comunale Marradese e nell’Unione dei Comuni.

Riteniamo che per il futuro, visto la compattezza del Pd ed Italia Viva nel sostenere una candidatura espressione dei renziani, imposta al PD dall’uscente Sindaco Triberti, sia quanto mai utile e necessario che quella parte di destra non più rappresentata ad oggi nel consiglio comunale marradese, vista l’uscita dalla maggioranza di governo che sosteneva il candidato Sindaco Triberti del Consigliere e poi assessore Fabio Gurioli e che fino a poco tempo fa esprimeva totale sostegno ad un progetto di paese oggi miseramente fallito, debba battere un colpo.

Dopo quattro anni, al netto della pandemia, e della propaganda portata avanti con grande costanza e pervicacia dal Sindaco, tutti gli indicatori reali ci mostrano un paese in forte declino ed agonizzante! È Finito il tempo di strisce pedonali e di lavori realizzati dalle ferrovie e magnificati come “opere in house – fatte in casa” dal Sindaco, non c’è merito o abilita, se non bieca appartenenza di partito, nell’attrarre finanziamenti dal partito che governa Regione, Città Metropolitana e Unione dei Comuni.

Non è più tempo di affidamenti di progetti che verranno non si sa quando, sempre se verranno, che hanno un ingannevole sapore meramente elettoralistico. Non è più tempo di far finta che i Bilanci del Comune non siano preoccupanti, non è più tempo di far finta che la macchina comunale sia poderosa quando invece la realtà dimostra che ci sono tantissime difficoltà legate al personale ridotto al lumicino.

Non è più accettabile che il Comune venga gestito sommariamente e alla buona anche dal punto amministrativo. E’ tempo che i Fratelli d’Italia di Marradi nelle loro rappresentanze e nei loro aderenti, sperando vivamente in un’intensa opera di dialogo che vorranno intraprendere Jacopo Cellai e Claudio Gemelli, al di là delle bandiere, decidano se continuare a sostenere per il futuro il PD ed Italia Viva, oppure inizino un dialogo assai serrato con noi che ci siamo spesi per non far cadere Marradi nel “fondamentalismo” renziano locale, garantendo una visione alternativa e di buon governo della cosa pubblica.

Noi ci auguriamo quanto prima di poter mettere a disposizione e di condividere con tutti coloro che sono e sono stati i nostri alleati, quel progetto e quel programma di Paese realizzabile e realistico che abbiamo portato avanti dal 2018 ad oggi privilegiando sempre i contenuti e soprattutto la capacità ed il merito che dovranno essere la strada maestra per garantire un futuro possibile per Marradi.

Raffaella Ridolfi rilancia la Proposta di SiAMO MARRADI “Bilancio di Prospettiva 2021-2023” del 15 luglio 2021 sull’utilizzo del Molinone di Marradi

martedì 15 marzo
Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:
Le risorse del PNRR vanno richieste per progetti innovativi e strategici e non per improbabili inutili e ritriti progetti di cattedrali nel deserto
Un parco sperimentale del ciclo energetico nella struttura del Molinone a Marradi
Si AMOMARRADI alla propaganda sterile dei tavoli, tavolinetti e strapuntini “concertanti” di opache concertazioni preferiamo la concretezza e la trasparenza delle idee che linearmente proponiamo. In questa ottica insistiamo sulla la necessità per Marradi di proporre il punto 2 già contenuto ed indicato nel nostro Bilancio di prospettiva del luglio 2021 Energia Green studio, progettazione e realizzazione di un parco sperimentale del ciclo energetico nella struttura del Molinone. Il Molinone da tempo cerca una sua collocazione, struttura cadente ma di pregio, infilata in tutti i possibili progetti di ristrutturazione non ultima come sede museale, a nostro avviso, vista la sua storia, vista la sua collocazione, potrebbe essere ripensata e riconvertita in un parco sperimentale di energie rinnovabili ed alternative dedicato alla produzione integrata delle varie fonti di energia rinnovabile ed alternativa. Un ciclo completo di utilizzo, stoccaggio, allacciamento e riutilizzo di tutti i prodotti e gli scarti del ciclo energetico al fine della sussistenza energetica concepita in piccole energy grid da dedicare in prima istanza alle abitazione e alle attività produttive del nostro territorio. In particolare riteniamo strategica la produzione e/o stoccaggio di idrogeno abbinata con la possibilità di introdurre nella ferrovia Faentina i treni ad idrogeno.

Raffaella Ridolfi
Capogruppo in Consiglio Comunale-Vice Coordinatore Provinciale di Forza Italia

LA FABBRICA DEI MARRONI MUTILATA

lunedì 7 marzo
Pubblichiamo la Sintesi della Conferenza Stampa di Firenze Palazzo Medici Riccardi
Si è svolta, questa mattina, a Palazzo Medici Riccardi, sede della Città Metropolitana di Firenze, la Conferenza Stampa del Gruppo Si AMO MARRADI in merito a quella che a seguito dell’epilogo della crisi dell’Ortofrutticola del Mugello è stata definita “LA FABBRICA DEI MARRONI MUTILATA” E’ intervenuto alla Conferenza insieme a Raffaella Ridolfi Vice Coordinatore Provinciale di Forza Italia e capogruppo al Comune di Marradi ed ai consiglieri comunali del gruppo, Paolo Gandola capogruppo degli azzurri in Città Metropolitana. I relatori hanno sottolineato fra l’altro:
La prima funzione di un pensiero liberale degno di tal nome consiste nella tutela del diritto al dissenso, alla critica, alla messa in discussione di qualsiasi idea e provvedimento; e il fascismo andava combattuto a partire da questa base, per riconsegnare agli italiani «il diritto ed il vantaggio della discordia» come ci ha insegnato Einaudi che aggiungeva.
«conservare della struttura sociale presente tutto ciò e soltanto ciò che è garanzia della libertà della persona umana contro l’onnipotenza dello stato e la prepotenza privata; e garantire a tutti, qualunque siano i casi fortuiti della nascita, la maggiore eguaglianza possibile nei punti di partenza». A questi valori abbiamo ispirato il nostro agire quando ci siamo messi a completa disposizione e sostegno del presidio delle lavoratrici dell’Ortofrutticola del Mugello nonostante avessimo intuito, a seguito delle notizie di stampa, delle riunioni del consiglio comunale e di quelle dei capigruppo, come i sindacati e l’Amministrazione comunale, nonostante le perplessità fino ad allora manifestate fossero in procinto di dare il loro assenso al fumosissimo piano industriale del gruppo Italcanditi e del redivivo ex proprietario Gaetano Defeo.

Abbiamo evitato, durante la trattativa qualsiasi commento che la pregiudicasse scegliendo di tacere persino sui diversivi mediatici dell’acquisto di (Bertelli) Prada dell’Ortofrutticola che avrebbe salvato la produzione a Marradi dei marrons glaces condizione ritenuta irrinunciabile da parte di tutti i soggetti istituzionali. Oggi di fronte all’epilogo degli eventi, qualcuno ha detto che “La montagna ha partorito il topolino” altri, più propriamente, che i protagonisti istituzionali e sindacali “hanno ceduto con fermezza”. Noi oggi per coerenza ed onestà intellettuale utilizziamo questa Conferenza Stampa per sottolineare come l’accordo firmato sia un accordo al ribasso, frutto di paure e disuguaglianze. Un accordo senza prospettive che sposta soltanto nel tempo la possibilità di chiusura di una industria mutilata della sua parte più importante che vede mortificati in primis i lavoratori a tempo indeterminato e soprattutto irrimediabilmente penalizzato l’intero territorio comunale che puntava sulla produzione dei “marrons glaces” come garanzia non soltanto di stabilità occupazionale ma per lo sviluppo dell’intera filiera agro alimentare e di tutto l’indotto. Un accordo di basso profilo rispetto al livello di lotta e di solidarietà espresso che i più disincantati hanno percepito come una mancetta concessa da un imprenditore per potersi liberare dal fastidio dei clamori mediatici, una resa per due spiccioli, una pagina non certamente esaltante di impresa, lavoro e relazioni sindacali. Una soluzione che dimostra e conferma quanto sostenuto da tutti che se gli imprenditori in questione hanno accettato di pagare salari a un numero pari a più di sessanta lavoratori stagionali per un periodo di due anni anche in caso di non prestazione dell’attività lavorativa il grande valore della Ortofrutticola risiedeva proprio nella lavorazione e confezionamento dei Marrons Glaces a Marradi. I più ottimisti possono parlare di risultato mediocre perché era del tutto evidente, che la vendita della “fabbrica dei marroni” nel 2020 che il Sindaco aveva salutato con parole rassicuranti di eccessivo e imprudente favore fosse il preludio alla chiusura perché quello che interessava ad Italcanditi era eliminare l’incremento di quote di mercato sempre maggiori che un’azienda di limitate dimensioni come l’Ortofrutticola, puntando sulla qualità si era conquistato. Sospettiamo inoltre che le parti sindacali coinvolte, pur di chiudere la vertenza in ambito toscano per ascriversene il merito abbiano voluto rifiutare l’ipotesi certamente più impegnativa e difficile di aprire il tavolo a livello nazionale come suggerito dal ViceMinistro Bellanova e da altri illustri esperti di queste vicende che si erano messi a disposizione con la loro esperienza, lontano dai riflettori mediatici.

Lamentiamo come siano state oltremodo sacrificate le posizioni dei lavoratori a tempo indeterminato che hanno portato sulle spalle e sopportato due mesi di presidio che gli ha azzerato le buste paga. Per questi la magra consolazione è data solo da un tempo utile per trovarsi nel giro dei prossimi due anni un altro lavoro o maturare la pensione sapendo bene che se tra due anni la fabbrica chiuderà non ci saranno i margini per una nuova contrattazione. Sembra per i cultori del pensiero “meglio un uovo oggi che una gallina domani” che ci sia un temporaneo vantaggio per coloro che ahimè vivono una costante instabilità lavorativa e che sono costretti ad accontentarsi delle proposte di imprenditori che in passato hanno ridotto il valore dei loro contratti al minimo per mantenere temporaneamente la produzione a Marradi e che forse oggi sono parzialmente interessati all’opera dei lavoratori stagionali perché qui, rispetto ad altri territori dove il ricorso al reddito di cittadinanza imperversa, si trova ancora la disponibilità della manodopera a basso costo. Infine per usare una terminologia non nostra ma di chi è abituato con troppa disinvoltura a cambiare umore, “il tremendo mortale colpo inferto al tessuto sociale del nostro territorio” non è possibile ammortizzarlo illudendosi di vivacchiare vivendo di illusioni verbali e proclami fatui come accade in campo economico da quasi un decennio. Un tessuto economico agonizzante, quello di Marradi, condizionato certo dalla preoccupante decrescita demografica, che l’amministrazione subisce passivamente. Lamentiamo qui come l’Amministrazione non sia riuscita neppure ad agevolare la nascita di una cooperativa di donne per la lavorazione dei prodotti locali come avevamo indicato e proposto nel programma elettorale di Si-AMOMARRADI e come abbiamo di nuovo indicato al Sindaco alla fine del 2019 assicurando la nostra collaborazione, energie ed idee trasformate dal Sindaco nell’ennesimo evento di propaganda politica per le elezioni del Consiglio Regionale cui ha fatto seguito “il niente”. La soluzione alla vertenza dell’Ortofrutticola del Mugello, infine, non dovrebbe far tirare un respiro di sollievo a nessuno anzi dovrebbe rappresentare, per chi non si rassegna al declino, la ripartenza di una nuova spinta politico-amministrativa di sviluppo fondata sulla consapevolezza che non c’è nessun evento da festeggiare ma solo da rimboccarsi le maniche per fare in modo di utilizzare un tempo inesorabilmente corto per dare forma almeno ad un primo vagito di una Marradi che vuole proiettarsi nel futuro.
Raffaella Ridolfi- Giulio Bassetti-Mauro Ridolfi-CristianoTalenti

Il Tempio di Dino Campana Visivo e Visionario in un video realizzato dal Centro “Enrico Consolini” con il contributo della Regione.

lunedì 20 dicembre

“Artisti per Dino Campana” esce dal Museo e diventa un messaggio emozionante e formidabile grazie ad un Video di grande qualità in tre versioni una che riproponiamo qui di seguito ed altre due sottotitolate in Inglese e Francese.

Disagi sulla Faentina: invece di Risolvere i problemi la Regione nega tutto.

mauro ridolfiRodolfo Ridolfi unionesabato 30 ottobre Pubblichiamo l’interrogazione dei consiglieri di Forza Italia nell’Unione dei Comuni: Rodolfo e Mauro Ridolfi sui disagi dei pendolari nella tratta ferroviaria Firenze-Faenza

Interrogazione al Presidente dell’Unione dei Comuni

Oggetto: Linea Firenze-Faenza (Faentina): treni inadeguati, ritardi, soppressioni, sovraffollamento, mancati rimborsi disagi inaccettabili. La Regione smentisce.

Premesso: che una ferrovia efficiente rappresenta una risorsa importante per il Mugello ed una condizione insostituibile per arrestare il declino e l’ulteriore gravissimo spopolamento in atto dei Comuni di Marradi e Palazzuolo Sul Senio;

che purtroppo e da lungo tempo i cittadini interessati subiscono disservizi e disagi intollerabili quali ritardi quasi costanti, soppressioni, sovraffolamento delle vetture (in violazione delle norme anti-covid sul distanziamento), mancati rimborsi ai lavoratori ed agli studenti;

che la sinistra che governa la Toscana, il Mugello, Borgo San Lorenzo e Marradi, come abbiamo sostenuto puntualmente ed impietosamente in tempi non sospetti, (2012 ai tempi di “Fuori dal Tunnel e poi fino ad oggi) con numerosi e ricorrenti documenti, odg e interrogazioni nei comuni interessati, sulla Faentina non riesce a togliere un ragno da un buco;

che “Lo supponevo” diceva Zagar il personaggio dei fumetti esperto in travestimenti (da conte, da alpino, da canguro e da struzzo, da strisce pedonali), abbiamo pensato di fronte al teatrino dell’assessore regionale di turno Stefano Baccelli che non si piega neppure di fronte alla tardiva, ma opportuna iniziativa dei Sindaci di Borgo San Lorenzo e Marradi che si erano accorti che “La situazione non è più sostenibile”;

che l’assessore della Regione, ha seccamente smentito anche i suoi sindaci affermando che: puntualità delle corse, efficienza della linea e servizi all’utenza sarebbero migliori di quelli codificati nel 2020 “nonostante si siano verificati alcuni ritardi e soppressioni, la Faentina si conferma fra le migliori linee diesel in Toscana”;

che la Regione Toscana ed Rfi con la complicità spesso degli Enti Locali hanno disatteso le esigenze dell’utenza destinando, spesso “le risorse attese da oltre 20 anni comprese quelle per i danni della Tav ad imbiancare stazioni invece di istituire nuovi treni più corse e servizi efficienti per gli utenti”, in primis studenti e lavoratori pendolari;

 Interrogano il Presidente

Per conoscere se quanto riportato in premessa corrisponda a verità e del caso se non ritenga, come gli interroganti ritengono, necessaria una immediata azione di concerto con i Comuni interessati affinchè vengano ricondotte alle proprie  responsabilità la Regione Toscana affinchè esercitando le sue prerogative con i gestori RFI e Trenitalia,  garantisca “a studenti, pendolari e cittadini un servizio adeguato” per il Mugello e la Romagna Toscana/ Marradi e Palazzuolo Sul Senio.

 Rodolfo Ridolfi- Mauro Ridolfi

Le poesie: Casa Vuota di Grazia Ciampaglione e Verdivinità di Alberta Tedioli terze classificate al Premio Campana.

 

pape pape2 pape3 pape4sabato 2 ottobre   Terminiamo la pubblicazione delle opere vincitrice la 8^ Edizione del Premio Campana on line con le terze classificate ex aequo:

CASA VUOTA
Oggi punge più forte nostalgia
e di ricordi il cuore tuo sospira,
guardando la tua casa orfana e quieta,
libera da paffuti scalpiccìi
di dolci figli, nipoti e tanti ancora.
Quanti sono passati, quanto cuore
hai sparso in ogni bacio, in tante cure,
in lacrime asciugate con parole,
in sguardi attenti a cogliere il mistero
di turbamenti oscuri ed inespressi.
Ora ti parlan muti i giochi stesi
di bambini ormai grandi e assai lontani,
e tu siedi pensosa a rimirarli
su di un divano che più nessuno accoglie,
dove piccoli piedi hanno saltato.
Il tuo dono si estende ad altri luoghi,
dove vivono bimbi ormai cresciuti,
nelle cure che portano ai piccini,
nello sguardo amorevole e profondo
che hanno appreso e trasmettono col cuore.
Scorre lento ogni attimo, e sopìti
sono tanti conflitti, tante pene,
rimembranze di crescite lontane,
mentre corre il pensiero al grande Amore
che ti attende di là, sull’altra riva.

VERDIVINITA’
Il bosco sta lì, è mio è tuo.
Se il senso della vita ti sfugge
vai a perderti in un bosco
vai a cercare musiche nuove
il bosco ti accoglie.
Nel tuo avanzare vedrai
plotoni di uomini
di corteccia e fronde
farsi incontro a te festosi.
Li cingerai con le tue braccia
e li stringerai appoggiando la tua guancia
nella ruvida corteccia
non sentirai il tempo passare
resterai lì a godere
nuova linfa scorrere dentro di te
prenderai un ramo e gli darai il buongiorno
gocce di rugiada ti bagneranno il viso
nell’abbraccio racconterai di te
e l’albero ti capirà
plotoni di uomini della pace
sono intorno a te
per darti calma e respiro, amore
la tua solitudine sarà curata
col respiro profumato del bosco
coi tuoi piedi sulla terra soffice.
Al tramonto gli amici piegano il capo
facendo passare un refolo di vento
e raggi di sole filtrano a regalare
i colori più vivi, lampi di vita
riflessi di luce divina
per i tuoi occhi appannati.
Si avvicina la sera
il tempo si è fermato
le favole del bosco
ti sei raccontato
gli alberi continuano a parlare
un verde sempre più scuro
dove c’è bosco non c’è solitudine
la solitudine è un bosco tagliato

Seconda classificata al Premio Campana: “Nostalgia” di Patrizia Socci

monopoli 3 monopoli 4 monopoli monopoli2diploma poesia.cdrmercoledì 29 settembre:

Continuiamo, come prevede il Bando della  VIII^ Edizionedel Premio Dino Campana, di cui il nostro giornale è il principale motore insieme all’Accademia degli Incamminati, Opera-In- Stabile ed il Centro Studi “Enrico Consolini”, alla pubblicazione delle opere vincitrici,  pubblicando il testo della seconda classificata Nostalgia di Patrizia Socci:

Nostalgia
Non più lacrime sgorgano i miei occhi
nemmeno abbracci cerca la mia solitudine,
nessun colore oltrepassa il mio sguardo
che scruta lontano un quieto silenzio.
Ho amato tanto le mie verdi colline
luccicanti, profumate di vita,
eterne ragazze vogliose d’amore,
generose a chi passa, fedeli a chi resta.
Ho sfogliato un calendario pieno di primavere
al suono magico del vento di sera.
Mi ha cullato e amato la mia terra
nel tepore di acque sorgive
dentro un alito caldo di passioni proibite,
un abbraccio materno nei fuggevoli istanti
di occasioni perdute.
Non più lacrime sgorgano i miei occhi
ma sangue rosso acceso che scorre leggero
e lascia un vuoto dei sensi
come foto sbiadita da pioggia di pianto
sul futuro incerto della mia nostalgia.
(dedicata alla mia Valdorcia)

“Nonno perchè?” di Giambattista Zambelli vincitore del Premio Campana e del Premio “Emilio Betti”

zambelli bn zambelli e famiglia zambelli e nipote zambelli musica zambelli parla zambellidiploma poesia.cdrmartedì 28 settembre

Si è concluso sabato scorso il Premio Campana  che è giunto alla VIII^ Edizione ed il nostro giornale che è il principale motore insieme all’Accademia degli Incamminati, Opera-In- Stabile ed il Centro Studi “Enrico Consolini” pubblica come prevede il Bando i Testi dei Vincitori iniziando proprio dall’opera di Giambattista Zambelli:

” Nonno perche’?”

Lo sguardo che grida

parole taciute,

silenzio assordante

di urla mai udite….

O nonno perche’,

ignari del male,

mi han tolto il torpore,

cuscino essenziale

dei sogni di bimbo?

Perché tu e la nonna,

il babbo la mamma,

perché sì gran gelo

prosciuga la stanza,

di amore sincero?

O putto mio caro,

la vita ti degni

di ciò che l’ignaro destino

ti ha reso,

in modo sì amaro…

Carezza divina

il tuo dolce sorriso,

che ammalia ed intriga…

Ma il volto scurisce:

la mera illusione

di bimbo felice,

archivia, finisce…

O nonno o nonno,

ma il bene

ed il male,

il giusto, sbagliato

e l’odio, l’amore,

mi fu mai spiegato?

Tu bruco, tu bruco,

che vola farfalla,

ti spuntin le ali,

e uscito dall’ombra

di oscuri misteri,

abbracci la vita

 

 

A Giambattista Zambelli il Premio “Dino Campana” nel segno di Dante

Giambattista Zambellisabato 18 settembre

Giambattista Zambelli con l’opera “Nonno perché?” si aggiudica il

Premio Letterario Campana on line, davanti a Patrizia Socci “Nostalgia”

ex aequo per il terzo posto Grazia Ciampaglione con l’opera “Casa Vuota” e Alberta Tedioli “Verdivinità”. Anche il Premio Speciale per la musicalità di “Opera In-Stabile” titolato ad “Emilio Betti” va a Giambattista Zambelli.

Diploma di merito anche per: Lucio Gibin, “La Noia”, Emanuela Dalla Libera, “Leggendo un poeta”, Francesco Bertaccini, “Corniolo”, Eleonora Ronconi, “Nobiltà smisurata”, Osvaldo Crotti, “La forza cede alla fragilità della vita”, Biagio Tondo, “Indietro a Marradi”, Claudio Mecenero, “Solitario Amplesso”, Sabrina Poggiolini, “Perdonami, Martina Capelli, “Noi Ombre”, Francesco Giordano, “Respirando di nascosto”.

con giani

La cerimonia di Premiazione dell’edizione 2021 del Concorso Nazionale ispirato a “Dino Campana” nel segno del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri si svolgerà a Palazzuolo con inizio alle ore 11,00 nella Piazza “Ettore Alpi” antistante il Palazzo Comunale alla presenza del Sindaco e Presidente dell’Unione dei Comuni del Mugello, Phil Moschetti e dei giurati: Rodolfo Ridolfi (Presidente, direttore di Free News), Mirna Gentilini (Presidente Centro Studi “Enrico Consolini”), Giancallisto Mazzolini (Accademia degli Incamminati), Pape Gurioli (Compositore-Musicista) Sandro Cosmai (di Opera-In-Stabile), Federica Balucani (Soprano), Barbara Betti (Musicista), Gianna Botti (Scrittrice), Stefano Mercatali (pittore), Riccardo Monopoli (Attore-Regista), Massimo Scalini (Psichiatra).La ottava edizione del prestigioso premio letterario arriva a Palazzuolo Sul Senio, città di Maghinardo Pagano che Dante definisce il lioncel dal nido bianco (Inf., XXVII, vv. 49-51) e luogo campaniano legato alla relazione fra Campana e l’Aleramo, dopo le edizioni di Faenza 2020 Palazzo Manfredi, di Modigliana, 2019, Marradi “Centro Enrico Consolini” 2018, Borgo San Lorenzo “Villa Pecori Giraldi” 2017, Brisighella “L’Infinito” 2016, Firenze Palazzo Panciatichi nel 2015 e Caffè letterario “Le Giubbe Rosse” nel 2014.

Le opere vincitrici saranno lette da: Riccardo Monopoli e Ugo De Vita, ospite per la prima volta della manifestazione come Elisabetta Costantini Pelosini maestro d’orchestra che consegnerà il Premio “Emilio Betti” di Opera In Stabile.

 

Firenze-Ravenna: Un gemellaggio storico nel segno di Dante Alighieri.

S.Gurioli-C.Baldrati

S.Gurioli-C.Baldrati

lunedì 13 settembre

Molto volentieri pubblichiamo questo editoriali di Silva Gurioli:

Ricorrono quest’anno i 25 anni del gemellaggio storico  nel nome di Dante  siglato a Ravenna dalle sezioni  FIDAPA – BPW – ITALY   Firenze Arno  e di Ravenna rispettivamente presiedute da Silva Gurioli e da Costanza Baldrati, all’insegna delle celebrazioni più importanti della vita del Sommo Poeta Il patto fu siglato a Palazzo Merlato in Ravenna l’8 Settembre 1996 in occasione delle celebrazioni del 645° anno della morte di Dante alla presenza dei sindaci di Ravenna e di Firenze e alle rappresentanti delle due sezioni Fidapa  e a Palazzo Vecchio il 9 Febbraio 1997, 732° anniversario della nascita di Dante.

Il sindaco M.Primicerio

Il sindaco M.Primicerio

L’intento delle due sezioni era:

– dare il proprio contributo per il restauro del “Ritratto di Dante” di Attilio Runcaldier donato alla Biblioteca Classense;

– dar voce agli appassionati di ricerca nell’opera dantesca di quegli aspetti fino ad allora non approfonditi per far sì che le due città strettamente legate dalle vicende umane del Sommo Poeta trovassero un momento di sintesi nella realizzazione di un prezioso mosaico.

S. Tommaso-S.Francesco Dante: Paradiso XI, 106-108 mosaico

S. Tommaso-S.Francesco
Dante: Paradiso XI, 106-108
mosaico

Il mosaico, donato alla città di Firenze, raffigura San Tommaso che tesse l’elogio di San Francesco (“… nel crudo sasso intra Tevere Arno/ da Cristo prese l’ultimo sigillo/che le sue membra due anni portarono, PAR.XI, 106-108). Il cartone, realizzato da Virgilio Guzzi nel 1965 in occasione del VII centenario della nascita del Poeta fu pubblicato nella raccolta”Torna la poesia nella città dei mosaici” Lungo Editore Ravenna. Gli studenti del Centro di Formazione “Albe Steiner” di Ravenna, seguendo l’opera magistrale del mosaicista Zelo Molducci, lavorarono alacremente al compimento dell’opera, di dimensioni 150x130cm, 34 Kg di peso, con l’applicazione di tecniche antiche e nuove. Il 9 febbraio del 1997 si tenne, altresì, a Palazzo Vecchio  un’interessante conferenza sul tema: Dante e la sua Chiesa, relatori i Professori Vittorio Vettori poeta, scrittore, critico letterario e dantista italiano; Marcello Vannucci critico letterario  e il Dott. Giovangualberto Ceri, docente di astrologia, che all’epoca presentava i suoi studi astrologici e le sue nuove scoperte sul giorno di nascita di Beatrice, sul suo primo incontro con Dante e di quello in cui Beatrice gli sorrise per la prima volta. Ceri era alla ricerca di un nuovo editore. Fu un gemellaggio foriero di aspettative. Riporta il giornale “LA NAZIONE” del 3 Settembre del 1986 nell’articolo ”Il Sindaco sulla Tomba di Dante – Si riaccendono le polemiche” … Almeno dal 1989 ( e forse anche da più tempo ancor) nessun Sindaco di Firenze ha partecipato alla cerimonia della consegna  della bottiglia dell’olio votivo a Ravenna (e con l’olio verrà portato un assegno di 200.000 lire quale contributo alle spese annuali del sepolcro). La sezione FIDAPA BPW di Firenze aveva informato per lettera il Sindaco fin dal 14 febbraio 1996 del gemellaggio inteso a favorire l rapporti amichevoli, la reciproca comprensione ed una proficua collaborazione fra le donne di tutto il mondo. “Chi più di Dante ha universalmente celebrato la donna nella letteratura e nella storia” seppur con tratti legati all’epoca, ma che ancor oggi rivelano come l’animo umano sia costantemente combattuto tra la passione e la ragione. (Crf LA NAZIONE – Firenze – Venerdì 6 settembre 1996- Silva Gurioli – Presidente Fidapa Sez. Arno).

S. Gurioli  alla Tomba di Dante

S. Gurioli
alla Tomba di Dante

Si potrebbe ipotizzare che l’iniziativa delle due sezioni aiutò l’allora Sindaco a prendere una decisione che da lungo tempo non era stata assunta dai suoi predecessori. Lo convincemmo? Non lo sapremo mai! La cerimonia a Palazzo Merlato fu sontuosa e incentrata sul nostro gemellaggio. In questo 25° anniversario possiamo trarre alcune considerazioni e conclusioni: nelle celebrazioni del 700° anniversario della morte di Dante possiamo constatare con orgoglio che: -il “Ritratto di Dante” di Attilio Runcaldier è stato scelto per la copertina dell’”Inferno”, edito dal Corriere della Sera;- il Comitato di Capodistria della Società Dante Alighieri ha scelto il Ritratto di Dante del Runcaldier per l’emissione del francobollo celebrativo della Slovenia;- il mosaico realizzato dagli studenti del corso di formazione “Albe Steiner” di Ravenna, esposto nel Museo della Casa di Dante a Firenze, è stato scelto per inserirne una fotografia nell’Anastatica  dei Canti Orfici – Edizioni Il Papavero 2021 a testimonianza dell’indiscutibile influenza del Sommo Poeta nell’opera di Dino Campana-Il Dott. Giovangualberto Ceri, che aveva pubblicato nel 1995 il libro “Dante e l’Astrologia”, ha continuato la sua ricerca astrologica pubblicandola sul suo facebook e inserendo i video delle sue interviste su You tube. Il Ceri dichiara di non voler più stampare libri ma pubblicare in diretta le sue ricerche. Gli intenti delle due sezioni Fidapa sono stati non solo portati a termine ma hanno scavalcato i 25 anni a dimostrazione della lungimiranza delle scelte: pittura, arte musiva, studi sul Sommo Poeta rappresentano un tris vincente per celebrare le donne che il Prof. Vittorio Vettori aveva approfondito nell’ intervento: Dante e l’universo donna. Un sincero ringraziamento va a tutte le socie delle due sezioni che intrapresero quel viaggio dantesco ideale e reale fra Ravenna e Firenze, avendo nel cuore e nella mante ii versi di Dante: “ Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai in una selva oscura/ ché la diritta via era smarrita “(Crf INF. I. 1-3) …. A l’alta fantasia qui mancò possa;/ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,/sì come rota ch’igualmente è mossa,/ l’amor che move il sole e l’altre stelle.”(Crf. Paradiso, XXXIII 142-145).

 

Barbara Briccolani: artista poliedrica

giovedì 9 settembre

Molto volentieri proponiamo l’articolo comparso nel numero 8 settembre della prestigiosa rivistav “La Toscana nuova” a firma Jacopo Chiostri che traccia un ritratto della nostra talentuosa Barbara Briccolani:

barb bric

barbara

Figlio della marradese Fabrizia Fabbrini è un’ eccellenza mondiale nel campo della ricerca

piccininidomenica 29 agosto

Il nostro quotidiano si è  già occupato di Filippo Piccinini il talentuoso ricercatore faentino figlio di Lamberto e della marradese Fabrizia Fabbrini. Filippo rappresenta una eccellenza nel campo della ricerca e crediamo quindi doveroso sottolinearne i meriti ed i riconoscimenti mondiali che sta ottenendo esprimendogli a nome di tutti i marradesi, che ci leggono, e della redazione un grande ringraziamento ed i più vivi rallegramenti.

dott. Rodolfo Ridolfi direttore responsabile

La scrittrice Gianna Botti con il suo “Scirocco” conquista Marradi

gruppo Sciroccovenerdì 13 agosto

Ieri sera, presso l’antica corte delle Domenicane di Marradi, si è svolta l’attesa236045028_4168001539962797_7624825684943005693_npresentazione del Romanzo storico di Gianna Botti: “Scirocco” edito da Aletti. Impeccabilmente organizzata dalla Fidapa di Marradi, l’evento, ha segnato la partecipazione di un numeroso, attento e qualificato pubblico che non ha voluto perdere l’evento nonostante l’applicazione delle norme anticovid e le concomitanti iniziative in corso.

pubblico2La Presidente della Fidapa di Marradi, Silva Gurioli, dopo i saluti del Sindaco Tommaso Triberti e della Presidente del Centro Studi Campaniani, Mirna Gentilini, ha svolto considerazioni e tracciato le caratteristiche del libro sottolineandole il carattere originale ed avvincente definendolo “ una narrazione incalzante incisiva ed emozionante che coinvolge il lettore fino all’ultima delle 400 pagine ”. Il romanzo storico, di Gianna Botti, si dipana come in una pellicola cinematografica a raccontare una lunga storia di spionaggio. Un romanzo che narra in maniera verosimile molti intrighi internazionali, legati alla guerra di Algeria in un susseguirsi di Azioni fra Parigi e la Francia, il Nord Africa, la Penisola Iberica e la Sicilia: molte situazioni che scottano e coinvolgono da subito il lettore.

pubblico

Nel dialogo con Silva Gurioli e poi con Rodolfo Ridolfi, inframmezzato e impreziosito dalle suadenti letture di Maurizio Brunetti di alcune significative pagine del Romanzo, è emersa ancora una volta la forte personalità e la qualità culturale della talentuosa autrice marradese che ha concluso la serata firmando, con legittima soddisfazione, numerose copie del romanzo disponibile nelle librerie ed acquistabile anche on-line dall’aprile scorso.

Siamo precipitati abbondantemente sotto la soglia dei tremila abitanti: occorre un vero cambio di passo per arrestare il declino


mercoledì 12 agosto

Riceviamo e pubblichiamo il documento dei Consiglieri dell’opposizione a Marradi

Trascorsi tre anni dell’inizio della attuale consiliatura comunale riteniamo di fare il punto della situazione politica amministrativa marradese. In questa prima esperienza abbiamo trovato un Sindaco a volte disponibile a raccogliere, copiare, condividere e qualche volta attuare le nostre idee e questo ha aggiunto produttività alla nostra intensa attività istituzionale di controllo esercitata in Consiglio Comunale. Nella nostra attività mai pregiudiziale verso la maggioranza ed il Sindaco abbiamo registrato come ai buoni propositi ed ai progetti spesso non completati abbia corrisposto un passo troppo lento in un momento storico dove spingere sull’acceleratore sarebbe stato più che mai essenziale. Una macchina comunale ridotta all’osso, con pochi dipendenti fra l’altro in transito che appena arrivati mirano ad altre sedi modello organizzativo poco efficiente perché “mordi e fuggi” che fa il paio con una situazione di Bilancio molto difficile ed una rotazione degli assessori assai inusuale. I momenti di confronto politico e sociale spesso individuati ma quasi mai attivati o utilizzati: ad oggi la commissione straordinaria per il commercio e turismo non ha mai preso avvio così come non è mai stata convocata la seconda commissione per eleggere il Presidente, nelle more di una opportuna modificazione dello Statuto condivisa che giace da tanto tempo nei cassetti ma che non ha trovato spazio negli ordini del giorno dei Consigli comunali. Una politica di rilancio turistico che procede a spizzichi e bocconi con qualche accelerata e momenti troppo lunghi di pausa, non utilizzati per una minuziosa costruzione di opportunità di svago e di un tessuto ricettivo adeguato ed inoltre molto soggetta a risorse esterne al Comune. Una spirale di pseudo inaugurazione di opere che si esauriscono in propaganda e rimangono inutilizzate nel loro limbo. La peggior e irrisolta criticità riguarda sempre e comunque il fatto che Marradi continua a vivere nonostante i proclami in un “terzo mondo digitale” che in tre anni non ha visto alcun miglioramento significativo. Canali televisibili che spesso non si captano telefonia che funziona a singhiozzo, didattica a distanza problematica etc…
Il drammatico contesto della Pandemia ha poi accentuato l’assoluta assenza della Regione Toscana mettendo in evidenza l’approssimazione con cui si è gestito il Covid e le vaccinazioni e la carenza dei servizi sociali e sanitari nei confronti dei piccoli comuni marginali della montagna come Marradi
contribuendo ad allargare la differenza di trattamento fra cittadini di serie A e cittadini di serie B. La campagna vaccinale sarebbe stata disastrosa senza l’iniziativa personale di tanti cittadini che si sono rivolti ai punti vaccinali della Romagna efficiente, generosa e disponibile. Attendiamo, inoltre con preoccupazione, che “si consumi” la fine dello spot elettorale del 2018, su Villa Ersilia e l’ex Ospedale figlio di promesse e soldi contesi “scippati” tra cattivi compagni toscani di rito renziano e lettiano, dato per terminato nel 2019, oggi rilanciato nella Piazza paesana vestita  a festa per San Lorenzo con comizio politico sotto le stelle e formiche volanti a far da cornice all’ennesimo spot elettorale da due milioni di euro. L’annunciata soluzione della crisi a Villa Ersilia non è stata spiegata nel dettaglio ma annacquata con due ipotesi che testimoniano ancora troppa incertezza ed approssimazione. Qual’è la soluzione l’intervento diretto dell’Asl o la proroga dei contratti in essere e fino a quando?  In questi anni la crisi demografica non ha rallentato anzi si è accentuata insieme all’esodo di molte famiglie riducendo la popolazione residente abbondantemente sotto la soglia dei tremila abitanti. Il comune di Marradi continua ad essere, per reddito pro capite. uno dei più poveri della intera Regione e nessun cenno di ripresa od inversione di tendenza è in atto. In questa situazione di declino acclarato noi continuiamo, in modo puntiglioso, a combattere la cultura della rassegnazione ad una qualità della vita in regresso e ad offrire il nostro impegno per tentare una qualche inversione di tendenza che faccia uscire il Comune dalle secche della marginalità economica e sociale in cui versa al di là delle belle speranze e delle fatue apparenze.

Trent’anni fa la medaglia d’oro al Merito Civile al Gonfalone di Marradi: 3 luglio 1991

Valdo Spini appunta la Medaglia d'oro sul Gonfalone del Comune di Marradi

Valdo Spini appunta la Medaglia d’oro sul Gonfalone del Comune di Marradi

Giovedì 1 luglio

“Piccolo centro attraversato dalla linea gotica, sopportava con fierissimo e dignitoso contegno spaventosi bombardamenti aerei e terrestri, subendo la distruzione della maggior parte del centro abitato e offrendo alla causa della Patria e della libertà il sacrificio eroico di quarantadue civili inermi, trucidati a scopo di rappresaglia dalle truppe d’occupazione naziste.”

Nel libro Testimonianze, ricordi dei comuni toscani del 1994 pubblicato dalla Regione Toscana si legge: “Per le vicende della guerra Marradi, unico Comune della Provincia di Firenze, ha ottenuto nel luglio 1991 la medaglia d’oro al merito civile”.

gonfaloneAntonio Cassigoli, nel libro “Marradi nella Resistenza testimonianze e sacrifici” del luglio 1984, scriveva nella premessa: “Marradi, risorta nel segno della libertà e delle riconquistate istituzioni democratiche merita che la Nazione riconosca, anche ufficialmente e tangibilmente, questo suo sanguinoso, immane e doloroso contributo alla rinascita della Patria nel segno del sacrificio” e continuava nel capitolo Una medaglia per il gonfalone. “Tutti i sindaci che si sono avvicendati alla guida del Comune di Marradi dalla liberazione in poi-Pierino Zacchini, Mario Bellini, Antonio Cassigoli e poi ancora Mario Bellini, Goffredo Nannini, Giuseppe Tarabusi, Arturo Zambelli, Enrico Consolini, Lorenzo Liverani ed ancora Enrico Consolini- si sono premurati, chi più chi con minore insistenza, di richiedere un riconoscimento al Comune, in quanto tale, per le lotte, le sofferenze, le distruzioni, le morti, le deportazioni che funestarono il territorio marradese durante l’infausto e glorioso 1944. Ricordiamo, per tutte, la richiesta avanzata, il 4 dicembre 1970 dal sindaco On. Goffredo Nannini che la rinnovava nel 1972”. Nel 1984 ricorreva il quarantesimo anniversario dell’eccidio di Crespino, ma il riconoscimento non ci fu nonostante le speranze. Bisognerà attendere la decisiva e risolutiva azione del sindaco Rodolfo Ridolfi che, dopo avere ottenuto un intervento finanziario del Ministero della Difesa a favore del sacrario di Crespino, pazientemente ma con determinazione ripropose il dossier ed ottene il 3 Luglio del 1991 con decreto del Presidente della Repubblica la Medaglia d’oro al merito civile per il Comune di Marradi.

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Il direttore responsabile di Free News on line e di Marradi Free comm.Rodolfo Ridolfi ricorda: “…parlando a Crespino alla presenza di Valdo Spini, Sottosegretario agli Interni del governo Andreotti, dissi:“…I sacrifici di tutto il popolo marradese durante il terribile conflitto hanno raggiunto limiti inimmaginabili. La ritrovata libertà, il senso di responsabilità e la ripresa positiva del pacifico, quotidiano travaglio sono state premiate con alto riconoscimento di virtù civica”. Quella medaglia, dunque, che oggi ci onora, fu meritata da tutti gli eroi discreti, quasi anonimi, di quella stagione, dalle vittime dei bombardamenti, dalle donne e dagli uomini morti in seguito ai cannoneggiamenti, dagli undici giovani fucilati nel cimitero di Marradi dai deportati nei campi di sterminio, dai martiri dell’eccidio di Crespino e da coloro che senza colpa alcuna furono innocenti vittime dell’odio e della violenza.”

Nel frattempo domenica 16 si commemora il 77° anniversario dell’eccidio di Crespino che fu un atto di inaudita ferocia compiuto il 17 luglio 1944 da militari tedeschi che per rappresaglia trucidarono 44 civili inermi, dopo averli prelevati dalle loro case di Crespino e dal vicino borgo di Fantino in Comune di Palazzuolo Sul Senio.

 

P.S.

L’anno di Dante Alighieri: Campana, Dante e l’orfismo.

ICampana-a-New-York-Miracco-Bonaffini-Ridolfi1domenica 6 giugno

Il 2021 anno di Dante mi riporta ad evidenziare due eventi di cui sono stato testimone e protagonista a Marradi nel 1992: “Campana, Dante e l’Orfismo: Componenti Dantesche nei Canti Orfici” affidato alla magistrale lezione del Prof. Luigi Bonaffini del Brooklin College di New York. Con Bonaffini, il più autorevole e competente studioso della componente dantesca in Dino Campana, ho poi condiviso il Convegno che si svolse Il 18 agosto del 2008 a New York all’Istituto Italiano di Cultura dove Bonaffini, autore fra l’altro di due edizioni in lingua inglese dei Canti Orfici, parlò sulla Poesia di Dino Campana e sull’influenza di Dante nell’opera del poeta di Marradi ed io parlai sull’influenza di Walt Whitman nei Canti Orfici.  I Canti Orfici sono un grande album di un paesaggio influenzato da citazioni culturali tutte toscane Giotto, Michelangelo, Leonardo, Piero della Francesca immerse nel presagio dei suoi “divini primitivi” Dante e Frate Francesco. oppure in quelli barbarici e bizantini della Romagna: ”Volevo nel paesaggio collocare dei ricordi” afferma Campana. Campana stesso afferma di voler creare una poesia italiana di stampo europeo. La più pura tradizione italiana per lui significava soprattutto Dante su cui la poesia moderna doveva innestarsi Infatti i riferimenti espliciti a Dante sono numerosi nell’opera di Campana. L’immagine di Francesca è un leit motif che ricorre più volte nella Notte e nella Verna, mentre non mancano i versi danteschi citati per intero. Il dantismo di fondo dei Canti orfici si trova ad esempio nelle similarità tra la salita alla Verna e l’ascesa purgatoriale di Dante: Ma tornando alla Verna, il ‘pellegrinaggio’ si modella sulla ‘poesia di movimento’ dantesca fin nel senso di vastità vuota, luminosa, donde si dislaga la montagna del Purgatorio, che Dante uscito dalla tenebra infernale prova con una insistenza quasi inebriata, dove pentimento e dolore e ricordo della terra e del passato formano uno stato d’animo inscindibile coi presentimenti del futuro. Ed è stato poi notato il nesso tra la “poesia di movimento” di Dante, come la chiama Campana, ed il motivo del viaggio nei Canti Orfici. La presenza di Dante nei Canti orfici è da considerarsi di importanza fondamentale alla comprensione della struttura e del sottofondo mitico-religioso del libro. Il viaggio dantesco illumina continuamente il viaggio di Campana, in un continuo intreccio dei piani narrativi e simbolici, ed è il filo su cui si dipana la visione di Campana. Campana intendeva Dante, come suggerisce la lettera di Campana ad Emilio Cecchi: Ora io dissi: Die tragodie des letzten Germanen in Italien mostrando di aver nel libro conservato la purezza morale del Germano (ideale non reale), (Cercavo idealmente una patria non avendone.).” Campana indica Dante e Leopardi come veri Germani o tipi morali superiori, dei quali si considerava discendente diretto, anzi uno dei pochi che conservasse la loro “purità d’accento” nella poesia. La vera arte può nascere solo dalla fusione dello spirito germanico o nordico e quello latino: “Se una nuova civiltà latina dovrà esistere, essa dovrà assimilare la Kultur.” Stranamente, lo scrittore che meglio rappresenta questa fusione di culture è proprio Dante: È il carillon di una torre gotica. Anche Dante nel V Canto ebbe questa fantasia cavalieresca che trionfa dell’Inferno latino. Come sempre la poesia di Dante risulta dalla lotta tra il nordico e il latino Ed è ancora Dante lo scrittore che personifica l’arte crepuscolare per eccellenza: L’arte crepuscolare (era già l’ora che volge il desio) in cui tutto si affaccia e si confonde, e questo stadio prolungato nel giorno aiutato dal vin de la paresse che cola dai cicli meridionali e nella gran luce tutto è evanescente e tutto naufraga, sì che noi nel più semplice suono, nella più semplice armonia possiamo udire le risonanze del tutto. II riferimento a Dante è ripetuto in un altro brano dei Taccuini sull’arte crepuscolare: … in queste sere in cui è profondamente dolce la voce dell’organetto, la canzone di nostalgia del marinaio, dopo che il giorno del sud ci ha riempito du vin de la paresse. Il marinaio è, naturalmente, quello dell’ottavo canto del Purgatorio (“era già l’ora che volge il disio”), mentre l’organetto è senz’altro un riferimento alla “dolce armonia da organo” (Par. XVII, 43). Il nome di Dante, come esponente della migliore poesia italiana, appare di nuovo in una lettera a Sibilla Aleramo: Je serais heureux si je pouvais vous faire partager mes admirations pour cette ligne sevère et musicale des Appenines qui marque depuis Dante et Michel Ange l’esprit de nos meilleurs.

Il Direttore Responsabile Rodolfo Ridolfi

Marradi piange “il dottor Gabri” campione rigoroso ed intelligente di altruismo e solidarietà

foto x programmagiovedì 8 aprile

Uomo dolce e rigoroso, intelligente, di grande valore mai ostentato, di una fede straordinaria e di un senso della solidarietà autentica che ormai è merce rara.

Gabriele Miniati, “il dottor Gabri”,  era nato a Marradi il 24 marzo 1938 dove si è spento l’8 di aprile lasciando un vuoto incolmabile non solo nella sua bella famiglia ma anche fra i tantissimi marradesi che lo hanno conosciuto ed amato.

Medico di famiglia per un lustro, sposato con Mirna da cinquantacinque anni, ha segnato la storia della solidarietà e del volontariato come fondatore e Presidente della Comes agli albori del Pronto Intervento organizzato insieme alla Misericordia.

Assessore alla Sanità e Membro dell’esecutivo della Società della Salute dal 2008 al 2013 considerava l’impegno politico e amministrativo  come una continuazione della linea che da sempre aveva contraddistinto la sua vita: “la vicinanza e la partecipazione ai bisogni della collettività” e amava citare Don Milani: ”..la politica intesa come servizio è il luogo privilegiato per essere vicini ai bisogni dell’uomo e trovare le adeguate risposte”. Un cammino quello di Gabriele Miniati basato sulla “Cultura al Servizio della Persona” illuminato dai più profondi valori cristiani.

Rodolfo Ridolfi

Ricordo di Francesco Galeotti “Pittore Contadino” nel 10° anniversario della morte

autoritratto galeottidomenica 21 febbraio 2021

Il più grande pittore naive della Romagna-Toscana Francesco Galeotti era nato il 25 maggio 1920 a S.Adriano di Marradi (Firenze) dove morì  il 22 febbraio 2011. Nel decimo anniversario della sua scomparsa lo Lo ricordiamo, come sempre commossi, insieme a tutti gli amici dell’Associazione “Il Maestro di Marradi”, che ha istituito, fin dal 2008, una personale sezione amici di Francesco Galeotti che realizzò in occasione del suo novantesimo compleanno il libro “Francesco Galeotti: novant’anni di vita a colori”, monografia curata da Rodolfo Ridolfi  e che fu presentata sabato 19 giugno 2010 nel Teatro degli Animosi di Marradi, dove, alla presenza del Maestro Francesco Galeotti e della premurosa moglie Maria intervennero il Sindaco di Marradi, Paolo Bassetti, Cecilia Filippini e Mirna Gentilini. Nell’autunno del 2012. l’assessore alla cultura Silva Gurioli, grazie alla generosità della vedova del pittore, Maria, realizzò al primo piano del “centro Dino Campana” uno spazio espositivo permanente dove sono esposte le opere del pittore ed un premio dedicato ai giovanissimi delle scuole medie.  Maria ha poi voluto arricchire nell’agosto del 2018, la sala con le “Vetrine Francesco Galeotti”, teche che contengono premi e riconoscimenti al grande Pittore di Sant’Adriano.

 

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Marradi Free News e l’Associazione Culturale il “Maestro di Marradi” su Galeotti hanno scritto: “Se il Maestro di Marradi, ha colorato di porpore e di ori il nostro artistico passato, Francesco Galeotti occupa con grandi meriti un posto di rilievo per le sue meravigliose tele ricche di inconfondibili colori. Contadino, iniziò a dipingere fra le soste delle sue fatiche nel 1952. La sua predisposizione naturale lo avvicinarono al grande pittore macchiaiolo Eduardo Gordigiani durante i soggiorni a Popolano del maestro toscano. Ma la vera esplosione fantastica di Galeotti lo portò ad allontanarsi ben presto come sostenne, Anatole Jakovsky, dal lato aneddotico delle cose rappresentate, a tal punto che la forma e gli elementi che popolano le sue tavole acquistano una vita pressoché indipendente. Tali sono ad esempio i girasoli, le faraone e gli uccelli che finiscono per vivere un mondo fantastico abitato dalla poesia. Quando Firenze, a Palazzo Vecchio, allestì la grande rassegna europea sui primitivi del XX secolo, da Rousseau il Doganiere a Ligabue, Galeotti venne scelto per rappresentare la Toscana e l’Italia. Cataloghi, giornali riviste d’interesse nazionale ed internazionale hanno parlato di lui e pubblicato riproduzioni delle sue opere con le caratteristiche faraone ed i girasoli. Le opere di Galeotti si trovano in raccolte pubbliche e private europee e americane tra le quali: Museo Nazionale dei naif italiani di Luzzara (Reggio Emilia) Collezione della Baronessa Rockfeller (trenta dipinti distribuiti oggi nei Musei degli Stati Uniti)-Coll. Zavattini-Raggianti-Bargellini-Mazzacurati-Ferrante-Viotti-Nevio Iori-Galleria d’Arte Moderna di Firenze, Museum of Modern Art di New York- Colchester Gallery di Greenwich.

GaleottiIl 2021 è l’anno del decennale della morte del Pittore Contadino e a sottolineare lo straordinario patrimonio artistico e culturale che Francesco Galeotti ci ha lasciato. ci sembra doveroso celebrarlo con un ritratto a Lui dedicato da Renato Ridolfi e pubblicato nel suo libro il Canzoniere.

 

unnamedIncontri d’autunno: Pittore-contadino (il Canzoniere 2019 Free News)

Renato Ridolfi
Chi va oltre Sant’Adriano in Scola, per la statale Faentina, subito dopo lo stretto ponte, s’imbatte nella vasta e vecchia mole di Cà di Cappello. E’ una casa colonica, con una torre, l’avanzo di un vecchio castello. Non meraviglia sapere che è stata in antico dimora di Maghinardo tanto tradisce un che di altero, di medievalmente maestoso. Qui, in un autunno rosso di pampini e di bacche scherzose, pieno di voli di uccelli e di spazi, profumato di arrosti e di mosti, conobbi Checco. Magro, faccia bonaria di persona per bene, capelli al vento, abiti stinti, che sapevano ancora di guerra e prigionia, zoccoli sporchi di terra fresca, voce calma, tratto pacato, una modestia straordinaria. Francesco Galeotti ricevette, incuriosito e timido la mia curiosità impertinente e con un cerimoniale semplice, cordiale mi introdusse nella cucina affumicata dal grande camino sempre acceso, interrotta da rustiche suppellettili, tra cui la bontà d’animo e la povertà romagnola in armonia di toni. Presso il grande fuoco di spino, seduto su un rozzo sediolo di castagno, alzammo il bicchiere rosso di sangiovese, ma di quello che fa schioccare la lingua golosa, a belle nature morte, a fagiani variopinti, a gallinelle punteggiate, a girasoli d’oro civettanti allo splendore della fiamma. Il silenzio e la meditazione erano rotti di tanto in tanto dalle poche parole di Checco e dallo scoppiettio delle monachine sotto la cappa calda. Poi…la visita allo studio. Una stanzetta buia, vicina al granaio, ingombra di casse vuote, di panieri, di sacchi, di stuoie. Il cavalletto, i colori, gli olii, i pennelli, vicino ad una finestrucola che portava a olio, sull’unico scuretto una fanciulla bionda, primitiva, età della pietra. Entrava scarsissima luce, ma c’era tanto calore di passione e di poesia. Checco sorrideva compiaciuto, orgoglioso di quel suo regno di pace. Le giornate invernali gli impedivano il lavoro dei suoi campi, ma egli fissava i colori del cielo, del sole, delle erbe, dei fiori, dell’onda chiacchierina del ruscello, che gli scivolava accanto, sulle sue tele, che semplici, genuine, primitive, profumavano di campo, di aria libera, di muschio. Checco guardava le sue creature e le presentava con timidezza, con semplici note, ma con forte amore.

"La Rapina" Francesco Galeotti 1963 proprietà Stefano Bianchi Pistoia

“La Rapina” Francesco Galeotti 1963 proprietà Stefano Bianchi Pistoia

E, quando qualcuna delle sue opere lo portava a ricordare colui che considerava il suo grande maestro, Eduardo Gordigiani, si commuoveva e ci commuoveva. Checco dal grande Eduardo aveva imparato la semplicità, la modestia, la passione per l’arte, la poesia del colore, l’amore della propria terra. E questo amore e questa poesia io ebbi modo di farle esporre in contemporanea alla mostra dei cento incisori italiani del 1959 nei locali del piano terreno del Palazzo Scolastico in compagnia di altri, tanti artisti dilettanti marradesi. E fu qui che il Presidente della provincia di Firenze Mario Fabiani, acquistò un quadro di Galeotti come premio all’arte naive del nostro pittore- contadino. E fu conosciuto ed apprezzato fuori dei confini del Comune. Poi, Francesco ha esposto in gallerie famose e i suoi colori tinteggiano molti salotti in Italia e all’estero Così cominciò a prendere corpo l’opera artistica di questo contadino che non rinunciava ai suoi campi sudati, ma leniva la sua quotidiana fatica nell’arte genuina. Il lavoro è stato tanto, la tenacia sempre presente. Ha potuto così correre le strade di molte città italiane ed estere e colorarle di viva luce, mentre il chiocciare delle sue gallinelle d’india in mezzo all’oro dei girasoli rallegravano di semplicità e spontaneità artistica le arie tristi di un mondo malato. Ora la vecchia torre di Maghinardo Pagano da Susinana si è rinnovata, Checco è andato altrove, portando con se quella modestia, quella passione giovanile che lo hanno assurto tra i più grandi pittori naive del mondo.

Pietro Nenni: ricordi e riflessioni nel quarantesimo anniversario della morte.

Enrico Consolini il 3 gennaio 1980 a Roma ai funerali di Pietro Nenni

Enrico Consolini il 3 gennaio 1980 a Roma
ai funerali di Pietro Nenni

sabato 26 dicembre

Ho conosciuto personalmente Pietro Nenni a Faenza il 23 aprile del 1974 accompagnato da Bettino Craxi vicesegretario Nazionale del PSI, per la corrente autonomista. Una data storica, Nenni scrive nel suo diario: “Volutamente ho tenuto stasera a Faenza il mio primo discorso nella campagna elettorale…”. Al Circolo U. Bubani, dopo il comizio di chiusura della campagna referendaria sul divorzio, al vecchio palazzetto dello sport Bubani in Piazza d’Armi, Giorgio Boscherini, v.Sindaco di Faenza nel ‘75 e poi Sindaco dal ‘81 al ‘93, ci presentò Pietro Nenni con me c’era Enrico Gurioli che aveva realizzato il manifesto socialista di Nenni a favore del no, e Vincenzo Galassini che sarà sindaco di Brisighella. Con Nenni parlammo di mio nonno e se lo ricordava bene Vanni che aveva frequentato a Parigi durante gli anni dell’esilio, Mengone come lo chiamò familiarmente, accennando un sorriso, mentre ricordava divertito gli anni della sua gioventù quando da Faenza, in bicicletta, saliva a Marradi per incontrare qualche bella ragazza toscana. La breve conversazione scivolò sull’incontro con mio nonno al Congresso dell’Eur del ‘68, un incontro che ho ancora davanti agli occhi: mio nonno era seduto accanto a mia sorella Giuliana, si alzò, salì al banco della Presidenza, si sedette vicino a Nenni e gli parlò. Nenni sorrise poi firmò una cartolina. Quella cartolina mia sorella la spedì a “nonna Linda”.

nenni-a-Faenza-1974Pietro Nenni moriva quarant’anni orsono il 1 gennaio del 1980, quando ormai il PSI era saldamente nelle mani del suo delfino, Bettino Craxi. Ai funerali di Nenni a Roma il 3 gennaio  partecipai insieme a mia moglie Silva e ad Enrico Consolini che lo stesso anno sarebbe diventato sindaco di Marradi.  Il PSI sotto la guida di Bettino Craxi intraprenderà la stagione della sua modernizzazione attraverso il percorso del “socialismo tricolore” per poi concludere la sua centenaria storia sotto i colpi dei comunisti alleati con le toghe rosse.

Pietro Nenni, nato Faenza, isola bianca della Romagna, il 9 febbraio 1891 da una famiglia umilissima, ha rappresentato per oltre mezzo secolo la storia e gli ideali del Socialismo e del Partito Socialista Italiano.  Ricordo con sofferenza e fastidio come negli anni del “prodismo incipiente” a Faenza i catto-comunisti delle coop bianche e rosse volessero addirittura cancellare Piazza Pietro Nenni e come noi socialisti di Forza Italia ci battemmo perché ciò non avvenisse. Bettino Craxi, Pietro Nenni e Giuseppe Saragat rappresentano l’orgoglio socialista che si riprende la rivincita storica contro il Pci e la Dc del compromesso storico. Parlare di Nenni significa parlare anche degli anni del frontismo e della peculiare e paradossale situazione di fine anni ’40 quando Nenni e il Psi avevano i voti e i militanti, Saragat e il Psdi la classe dirigente e i quadri intermedi.

Nella primavera del 1947 De Gasperi si recò negli Usa ed al rientro estromise comunisti e socialisti dal governo varando una formula di governo quadripartito centrista composta, oltre che dalla Dc, dai repubblicani di Pacciardi (Pri), dai liberali di Einaudi (Pli) e dai socialdemocratici di Saragat (Psli) che assumerà la Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria (1956) magnificata da Giorgio Napolitano, Nenni si riavvicinò a Saragat, proponendo ed ottenendo la riunificazione tra le due diverse anime del socialismo italiano e, dopo aver intrapreso la via dell’autonomismo, giunse a collaborare al governo con la DC di Fanfani e di Moro, con il PSDI di Saragat ed il PRI di Ugo La Malfa come vicepresidente del consiglio e poi ministro degli esteri. Subì a sinistra la scissione del Psiup (1964) ma avviò nel 1966 la riunificazione con il Psdi di Saragat, destinata però a durare solo tre anni.

Oggi possiamo tranquillamente affermare che la posizione anticomunista di Saragat fu assai lungimirante e vincente e poi confermata, nell’ultimo decennio del Novecento, dagli stessi avvenimenti storici. Saragat assunse ben presto posizioni riformiste moderate e filoatlantiche in contrasto con tutti gli altri partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti d’Europa aprendo la strada all’autonomismo nenniano ed al riformismo craxiano. De Gasperi, Saragat, La Malfa il 18 aprile 1948 sconfissero, il Fronte Democratico. Il più grande errore di Nenni, fu il patto di unità d’azione con i comunisti che portò alla lista unica con il PCI nelle elezioni del 1948. Saragat fu uno dei sostenitori dell’apertura ai socialisti di Nenni che dopo i fatti d’Ungheria del 1956, avevano abbandonato l’opzione frontista con i comunisti di Togliatti. Contro Saragat e Nenni e poi contro Craxi, si scateneranno le ire e le accuse di tradimento della classe operaia, dei comunisti e dei loro eredi, che ancora oggi in maniera ipocrita e strumentale sono ancora in campo, a riproporre il balletto strisciante degli opportunismi con Conte, Zingaretti, Di Maio, Renzi e Speranza impedendo di fatto il compimento di quel rinnovamento dell’Italia di cui Pietro Nenni nel suo ultimo articolo aveva parlato: “Rinnovarsi o perire” “Tutto è in questione, tutto è posto di fronte all’alternativa di rinnovarsi o perire”, un invito, un ammonimento. Certo è che, letta quarant’ anni dopo, la frase di Nenni mantiene intatta la sua grande forza ideale e morale.

Rodolfo Ridolfi

Marradi Piange la scomparsa di Emilio Betti

emilio2domenica 20 dicembre

Ci ha lasciato nei giorni scorsi all’età di 82 anni Emilio Betti uomo, generoso, affabile, intelligente e brillante, che non si risparmiava e non lesinava il suo contributo, importante tanto quanto la sua esperienza frutto di una lunga e meritoria attività associativa e benefica. Emilio Betti il secondo dei tre figli della marradesissima famiglia di Giuseppe Betti e Bruna Squarcini, ragioniere bancario nella filiale di Marradi della Cassa di Risparmio di Firenze e direttore della filiale di Palazzuolo Sul Senio ha meritato per i risultati conseguiti nel suo lavoro, il San Giovannino d’oro dell’Ente Cassa di Risparmio.

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Con la scomparsa di Emilio, Marradi perde uno dei protagonisti assoluti della vita Associativa che Emilio ha servito attraverso il suo impegno per tutta la vita, come Presidente del Club Sportivo Culturale di Marradi dal 1972 al 1974, i migliori anni della Graticola d’oro, e come storico volontario e socio componente del Magistrato della Venerabile Confraternita della Misericordia dove ha svolto per molti anni il ruolo di Governatore. Membro dell’AIDO di Palazzuolo Sul Senio da quarant’anni. Sposato con Anna Gentilini da 55 anni, dal 2011 cofondatore e primo presidente dell’Associazione Opera In-Stabile che ha promosso la musica, la ricerca storica e archivistica e di tutte le arti.  La sua vita rimane nella sua attività e nelle scelte che insieme a tanti altri ha saputo compiere per il bene del paese che lui amava, in particolare la cura per, oltre che l’attenzione particolare per qualunque forma innovativa del fare associazionismo e volontariato.

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Una attività ricca tanto in qualità che in quantità, portata avanti con tanta passione e onestà intellettuale. Chi lo ha conosciuto ne ricorda i tratti della assoluta semplicità e riservatezza che sapeva coniugare con la curiosità, la disponibilità nei confronti dei più giovani, l’apertura al dialogo, il carisma, la positività e l’ottimismo.

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Consapevoli di avere perso un amico generoso e leale e una intelligenza tanto feconda, nel ricordarlo con indelebile affetto ci stringiamo intorno ad Anna, Barbara e Francesco ed alla famiglia tutta.

 

Rodolfo Ridolfi

 

Rodolfo Ridolfi è il nuovo Responsabile Enti Locali di Forza Italia nella Provincia di Firenze

fotodomenica 6 dicembre

 

FIRENZE – Durante il Direttivo provinciale di Forza Italia di lunedì 16 novembre svoltosi in modalità streaming il coordinatore Paolo Giovannini ha comunicato che in data 23 ottobre ha provveduto  ad indicare, visto l’impegno profuso per il Partito e gli attestati di stima di tutto il coordinamento provinciale di Firenze,  quale nuovo responsabile degli Enti Locali e componente la Giunta Esecutiva Rodolfo Ridolfi, attuale capogruppo nell’Unione dei Comuni Montani del Mugello-Alto Mugello.

Iscritto a Forza Italia dal 1994, commendatore al merito della Repubblica, è stato Sindaco di Marradi, V.Presidente del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna, Dirigente della Presidenza del Consiglio dei Ministri, giornalista pubblicista è direttore responsabile del Mattinale, di Free news on line, quotidiano nazionale e del locale Marradi Free News.

Ridolfi rispondendo positivamente alla proposta del Coordinatore Provinciale Giovannini nel suo intervento al coordinamento provinciale ha affermato: “ho accettato di mettere a disposizione la mia esperienza, per la grande stima ed amicizia che mi lega al coordinatore regionale, senatore Massimo Mallegni ed a quello provinciale Paolo Giovannini nel momento in cui Forza Italia in Provincia di Firenze si sta riorganizzando. Coordinerò l’attività degli Eletti nella Provincia di Firenze ed intendo iniziare il mio lavoro seguendo in particolare gli appuntamenti elettorali nei Comuni di Reggello e Sesto Fiorentino che vanno al voto nel 2021.

nomina Ridolfi

 

 

Sottolineo anche come sia importante avere affidato la responsabilità dell’Organizzazione a Maria Tauriello una dirigente azzurra di grande capacità ed intelligenza”.

Il gemellaggio Marradi-Castelnaudary 1990-2020 trent’anni dopo. Diario di un viaggio.

gemellaggio-Marradi-Castelnaudarydomenica  11 ottobre

Il  Virus cinese ha interrotto il gemellaggio con la  città francese nel trentesimo anniversario così non è stato possibile per la delegazione di Marradi essere in Francia nell’estate scorsa e non sarà possibile come è accaduto tutti gli anni alla delegazione francese essere presente alla Sagra delle castagne. Tuttavia dopo 30 anni quello con la cittadina francese di Castelnaudary è un gemellaggio, un rapporto di amicizia ben saldo e riuscito. Un legame forte e concreto che si  è rinnovato  di anno in anno con visite reciproche, scambi culturali tra le due comunità e le rispettive associazioni. Il gemellaggio fu firmato a Marradi dai sindaci Rodolfo Ridolfi e Bernard Embry il 30 settembre 1990 e a Castelnaudary il 14 luglio 1991 e lo hanno continuato confermandolo in occasione del ventennale e del venticinquennale  i sindaci Paolo Bassetti e Tommaso Triberti con il sindaco Patrick Mougard. Ricordiamo quindi doverosamente come: “Le comuni radici medicee – è scritto nella pergamena  firmata dai sindaci trent’anni orsono- servono a mantenere legami permanenti tra le municipalità delle nostre città ed a favorire in ogni campo gli scambi fra i cittadini per sviluppare insieme ad una migliore comprensione reciproca il vivo sentimento della fraternità europea”. Alla luce di quanto è accaduto e sta accadendo in Europa sembrano concetti inconsueti ma che fra i Marradesi e les Chauriens  hanno resistito nel tempo. L’idea di un gemellaggio fra Marradi ed una città dell’allora regione Languedoc-Russillon gemellata con la Toscana fu di Silva Gurioli moglie del Sindaco di Marradi che lavorava al dipartimento delle relazioni internazionali presso la Presidenza della Regione Toscana  che la preparò in tutti i dettagli e la sottopose alla Amministrazione del Comune di Marradi che la fece propria. Fu così che il 30 settembre 1990 Marradi accolse la delegazione francese e ci fu la firma del gemellaggio. La speranza è che l’Europa si liberi quanto prima dalla pandemia e che le numerose ed importanti iniziative culturali, commerciali, sportive sociali fra i due Comuni possano riprendere il loro trentennale cammino. A ricordo di quegli anni riportiamo il diario di un viaggio a Castelnaudary del maestro Renato Ridolfi:

locandina Marradi 90“Il torpedone rumoreggia. I giovani marradesi sono pronti a partire. Il fiume Lamone, da sotto il ponte grande, manda il suo fresco saluto ai gitanti. Il teatro degli Animosi, voluto e costruito  nel 1792 dai Fabroni, nobili marradesi fedeli alla famiglia de’ Medici, assiste, silenzioso e severo, l’allegra e chiassosa partenza. Un ultimo bacetto ai propri cari che restano in trepida attesa e la carovana si muove tra sospiri dignitosi e calde lacrimucce. La cupola rossa…con il suo leone”, di campaniana memoria , dal palazzo municipale, saluta i partenti con svelti rintocchi. Le vie silenziose e assonnate hanno un breve sussulto. Si imbocca la statale 302 per Firenze davanti al Monumento ai Caduti di tutte le guerre e via per Biforco e Castiglionchio, le cascate di valbura, l’abazia di Santa Maria di Crespino, Casaglia, la Colla con i suoi930 metri sul mare, poi la discesa a Ronta, Panicaglia, dall’antica badia di S.Giovanni, Borgo san lorenzo con la torrelongobarda, San Piero a sieve, ai piè della rocca medicea, a Cafaggiolo turrita residenza della Famiglia De’ Medici, presso il lago asciutto di bilancino, borgo natio del famoso corridore ciclista gastone Nencini, Prato la tessile città patria di Curzio Malaparte, giornalista e scrittore, Pistoia, città romana e medievale importante, che ha originato i Fabroni, Montecatini Terme, Viareggio famosa per il suo carnevale, e Carrara dal marmo bianco caro a Michelangiolo Buonarroti e ad Antonio Canova.

Qui, Toscana…addio!

La confinante Liguria si presenta con La Spezia, importante arsenale della Marina Militare Italiana; e Genova, la “Superba” città natale di Cristoforo Colombo; sanremo la città dei fiori e del festival della canzone italiana e giù per la riviera fino a Ventimiglia.

Ora l’Italia cede il passo alla Francia che mostra la Costa Azzurra, Mentone e il Principato di Monaco con Montecarlo e il suo casinò, e Nizza, la città italiana, patria di Giuseppe Garibaldi, ceduta dai Savoia alla Francia nel 1860 per aver aiuti militari nella II^ guerra d’indipendenza contro l’Austria, Cannes, rinomata, tra l’altro per il festival cinematografico internazionale, Aix en Provence, centro termale per la cura dei reumatismi a trenta chilometri da Marsiglia; Salon de Provence , che ospita la Scuola di Aeronautica Militare francese; Arles, sul fiume Rodano nella Camargue, di origine greca, ma civilizzata dai Romani che, sotto l’impero di Augusto, la dotarono di insigni monumenti, Nimes conquistata dai Romani nell’anno 120 a.c. e abbellita da importanti opere, come la “Maison Carrée”, tempio  fatto costruire da Agrippa, l’Arena e il tempio di Diana, ancora  visibili. Poi, Montpellier, il più importante centro della Languedoc Roussillon e Narbonne, interessantissimo nodo ferroviario ed autostradale fra l’Atlantico, la Provenza e la spagnola Catalogna. Anche qui si trovano importanti vestigia romane. C’è Carcassone, lungo il fiume Aude e il Canal du Midì, che presenta il fascino medievale del più bell’esemplare francese di fortificazioni. Ma quello che più commuove chi arriva dalla valle del Lamone fiorita dicastagni ai rigogliosi vigneti del Louragais è il cartello segnaletico del gemellaggio: “Castelnaudary-Marradi”.

Castelnaudary, fondato dalla regina di Francia, Caterina De’ Medici, gemellato con Marradi, già possesso della Signoria medicea, ampliato ed abbellito dai Fabbroni che la rappresentavano in questo territorio ai confini con la Romagna e ne difendevano la “Via del grano e del sale”.

La cerimonia di Premiazione dell’edizione 2020 del Concorso Nazionale ispirato a “Dino Campana” si svolgerà a Faenza, sabato 26 settembre con inizio alle ore 11,00 nella sala del Consiglio Comunale “Enrico De Giovanni”.

 

 

IMG_2168 (Copia)martedì 22 settembre

Emanuela Della Libera con l’opera “Tu non dirmi qual è il mio Confine” vince il Premio Letterario Campana on line, davanti a Patrizia Socci ed il faentino Giambattista Zambelli con le opere “Hikikomori” e “Mistero la vita” ex aequo. Terza classificata Maria Teresa Biason con l’opera “Rosa del deserto”. Premio Speciale per la musicalità a “Una lacrima c’è” di Osvaldo Crotti.

Alla presenza del Sindaco, Massimo Isola, consegneranno i premi ai vincitori i giurati: Rodolfo Ridolfi (Presidente), Mirna Gentilini (Presidente Centro Studi Campaniani), Giancallisto Mazzolini (Accademia degli Incamminati), Pape Gurioli (Compositore-Musicista) Sandro Cosmai (di Opera-In-Stabile), Federica Balucani (Soprano), Barbara Betti (Musicista), Gianna Botti (Scrittrice),  Stefano Mercatali (pittore), Maurizio Ferrini (Attore), Riccardo Monopoli (Attore-Regista), Massimo Scalini (Psichiatra).

IMG_2194 (Copia)La settima edizione del prestigioso premio dal titolo “La Poesia ci salverà…” arriva a Faenza città campaniana per eccellenza, dopo gli eventi di Modigliana, 2019, Marradi “Centro Enrico Consolini” 2018, Borgo San Lorenzo “Villa Pecori Giraldi” 2017, Brisighella “L’Infinito” 2016, Firenze Palazzo Panciatichi nel 2015 e Caffè letterario “Le Giubbe Rosse” nel 2014.

MANIFESTAZIONE DI FORZA ITALIA A MARRADI: IN TOSCANA PREVALGA IL CAMBIAMENTO. SOLO COSI’ POTREMO SVILUPPARE I TERRITORI DELLA MONTAGNA

raffa a Marradivenerdì 18 settembre

Marradi ombelico dell’universo azzurro. Alla manifestazione elettorale degli azzurri di Marradi Palazzuolo e Firenzuola sono intervenuti, insieme agli eletti,  Mauro Ridolfi coordinatore Comunale, Mirco Monti capogruppo a Palazzuolo S/Senio,  Fulvio Boni storico dirigente di Forza Italia di Borgo San Lorenzo e la responsabile del Mugello, Silva Gurioli. 

Paolo Gandola Consigliere della Città Metropolitana di Firenze, Massimo Mallegni Coordinatore Regionale e Raffaella Ridolfi V.Coordinatore della Provincia di Firenze hanno svolto gli interventi centrali:

“La Toscana – ha osservato Mallegni – è un elemento importante, perché la sconfitta della sinistra in questa regione non potrà passare inosservata rispetto agli equilibri di governo. Noi abbiamo un compito come Forza Italia: riportare il popolo moderato a votare perché lo abbiamo probabilmente trascurato in questi anni. Noi parliamo a questo mondo per dire che ci siamo e che non siamo certo su posizioni antieuropeiste”.

“Quest’anno abbiamo davanti a noi un’occasione irripetibile per far prevalere il cambiamento in Toscana – ha aggiunto Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia – centrodestra per il cambiamento – un’occasione storica e anche una grande responsabilità: cambiare faccia alla Toscana. Solo con Forza Italia possiamo avere persone competenti alla guida della Toscana. Forza Italia è uno dei movimenti più importanti della politica nazionale che Silvio Berlusconi ha inventato con lungimiranza 26 anni fa ed è ancora attuale. Sta a noi tornare a riempirla di uomini e donne capaci che provengono dal mondo del lavoro e che sappiano garantire capacità, competenza e concretezza, in Toscana ed in Italia. Raffaella Ridolfi concludendo ha sottolineato: Nell’imminenza delle elezioni regionali che si terranno il 20/21 prossimi riteniamo opportuno indicare un’azione di governo regionale che dia nuova linfa strategico-amministrativa ai nostri territori della
montagna. Scendendo nello specifico sottolineiamo come la marginalità che sta vivendo la montagna sia un dato allarmante, un dato figlio dell’incapacità di invertire il trend dell’inurbamento, che sarà sempre più importante in futuro, e che creerà difficoltà sia alle grandi città sia ai nostri territori che già si stanno pesantemente spopolando a causa di mancanza di lavoro, di infrastrutture telematiche, di servizi, di trasporti adeguati, di un piano efficace di sviluppo economico e di una sanità adeguata.

Riteniamo che un nuovo governo della regione debba oggettivamente mettere in campo una politica a rete che garantisca uno sviluppo dei territori omogeneo e sinergico per non trovarsi a gestire in un futuro ormai prossimo, le emergenze che uno stravolgimento dell’assetto della popolazione della regione comporterà immancabilmente. Riteniamo necessario rivedere il ciclo completo delle politiche di sviluppo dei territori a 360° ed è necessario ripartire proprio dalla cenerentola regionale che è ormai la montagna. I cittadini che la abitano già da tempo pagano il prezzo di una politica vecchia non capace di tagliare un vestito su misura per i territori, che sappia arginare e ribaltare quei terribili dati che vedono pochissime possibilità di lavoro e di fare impresa, gravi disagi legati alla fruibilità del sistema sanitario regionale, di comunicazioni viarie che non riescono pienamente a servire i territori ed assecondare le poche speranze di sviluppo di questi, politiche agricole adeguate e lungimiranti, piani di difesa del territorio. I cittadini della montagna non solo si caricano i costi della distanza da tutti i servizi ma soprattutto sopportano e pagano il Prezzo della marginalità a loro riservata.

Toscana 2020 una Regione “all’altezza” della propria montagna.

cangini raffalunedì 7 settembre  Raffaella Ridolfi V.Coordinatore di Forza Italia della Provincia di Firenze in occasione dell’incontro degli azzurri e delle azzurre di Marradi, Palazzuolo e Firenzuola che si terrà a Marradi domenica 13 settembre  dal titolo”ci giochiamo la montagna” scrive:

Nell’imminenza delle elezioni regionali che si terranno il 20/21 prossimi riteniamo opportuno indicare un’azione di governo regionale che dia nuova linfa strategico-amministrativa ai nostri territori della montagna.

Scendendo nello specifico sottolineiamo come la marginalità che sta vivendo la montagna sia un dato allarmante, un dato figlio dell’incapacità di invertire il trend dell’inurbamento, che sarà sempre più importante in futuro, e che  creerà difficoltà sia alle grandi città sia ai nostri territori che già si stanno pesantemente spopolando a causa di mancanza di lavoro, di infrastrutture telematiche, di servizi, di trasporti adeguati, di un piano efficace di sviluppo economico e  di una sanità adeguata.

Riteniamo che un nuovo governo della regione debba oggettivamente mettere in campo una politica a rete che garantisca uno sviluppo dei territori omogeneo e sinergico per non trovarsi a gestire in un futuro ormai prossimo, le emergenze che uno stravolgimento dell’assetto della popolazione della regione comporterà immancabilmente. Riteniamo necessario rivedere il ciclo completo delle politiche di sviluppo dei territori a 360° ed è necessario ripartire proprio dalla cenerentola regionale che è ormai la montagna.

I cittadini che la abitano già da tempo pagano il prezzo di una politica vecchia non capace di tagliare un vestito su misura per i territori, che sappia arginare e ribaltare quei terribili dati che vedono  pochissime possibilità di lavoro e di fare impresa, gravi disagi legati alla fruibilità del sistema sanitario regionale, di comunicazioni viarie che non riescono pienamente a servire i territori ed assecondare le poche speranze di sviluppo di questi, politiche agricole adeguate e lungimiranti, piani di difesa del territorio. I cittadini della montagna non solo si caricano i costi della distanza da tutti i servizi ma soprattutto sopportano e pagano il prezzo della marginalità a loro riservata.

mallegni marradiA nostro avviso non è più il tempo di politiche buone per tutte le stagioni e per tutti i territori.

La montagna costituisce una risorsa veramente poco sfruttata e troppo spesso dimenticata a livello regionale che adeguatamente trattata potrebbe rappresentare una risposta importante in termini di qualità della vita per molti cittadini, non solo per quelli che ancora la abitano, come ampiamente dimostrato durante l’emergenza Covid. Pianificare il futuro di questa regione passa a nostro avviso attraverso una nuova concezione della Toscana come un tessuto dove ogni trama ha il suo colore e si combina alle altre spiccando in un unico tessuto, se non si sposa questa visione siamo destinati a rattoppare sempre un tessuto pieno di buchi. Riteniamo che chi non è riuscito in questo fino ad oggi non riuscirà neppure nel futuro e per questo auspichiamo che i cittadini toscani abbiano il coraggio di cambiare affidando in mani nuove il loro futuro.

20 agosto: 135° anniversario della nascita di Dino Campana

th (1)martedì 18 agosto

In occasione di questo 135° anniversario della nascita di Dino Campana mi piace ricordare come il Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” aggiungerà, alle sue tante iniziative editoriali, il 20 agosto “Il più lungo giorno” riproduzione anastatica integrata di testi e documenti curata da Mirna Gentilini contenente un importante testo Omaggio a Soffici di Stefano Giovannuzzi.  In questa nuova edizione è contenuta anche una mia riflessione sulla vicenda del ritrovamento del manoscritto e perché Campana restò nel cassetto secondo il racconto di Luigi Cavallo, Come nel ’65 ritrovai la copia smarrita tra le carte di Soffici a Poggio a Caiano, in “Il Giornale”, Milano, a. XXIX, n° 216, 13 sett. 2002; e, Caro Luzi, ecco perchè Campana restò nel cassetto, in “Il Giornale”, Milano, 5.10.2002. Continua così una importante attività della quale ricordo, per esserne stato uno dei coprotagonisti:

Canti Orfici, edizione anastatica, presentazione di Rodolfo Rodolfi, introduzione di Pedro Luis Ladrón de Guevara Mellado, Libreria Chiari, Firenze-1994. Con quella ristampa, ricordammo come nella vicenda umana e poetica di Dino Campana il rapporto con la sua terra natale non fu soltanto un rapporto difficile e spesso conflittuale: un rapporto di grande amore, segnato da alcune amicizie sincere, come furono quelle con Luigi Bandini che raccolse la colletta dei 44 sottoscrittori marradesi, trattò con lo stampatore Bruno Ravagli e lo persuase a stampare quella sublime poesia campaniana che rivoluzionerà il “Novecento” culturale italiano e mondiale e Anacleto Francini amico di sempre di Dino Campana che ha recitato per Francini nella Commedia operetta “Il Marciapiede alla Ribalta” e nello Zibaldone. Di Francini Campana scrive a Papini nel febbraio del 1915: “E’ un toscano della vecchia razza, non mai contento di quello che fa….Lavora alla Gazzetta del Popolo come redattore. Io vendo lo stesso giornale per le vie di Torino…” ma anche di risentimento: ” …è stato il dottore, il farmacista. Il prete l’ufficiale della posta, tutti quegli idioti di Marradi, che ogni sera al Caffè facevano quei discorsi da ignoranti e da scemi. Tedescofobi, francofili, massoni e gesuiti…mi fecero andare in bestia”.

locandina genetliaco.cdrIl Più Lungo Giorno riproduzione anastatica del manoscritto 2001.

Su questa pubblicazione scrisse Alberto Bertoni:  È interessante notare quanto Rodolfo Ridolfi scrive nella Prefazione: “Campana aveva una cultura straordinaria ed un culto per la perfezione filologica e questo fatto è largamente testimoniato dalla tragicità con la quale vive la perdita del manoscritto, tanto da far pensare fino al ritrovamento, che “Il più lungo giorno” contenesse una più alta espressione della poesia campaniana rispetto ai Canti Orfici, soprattutto perché Campana affermava di avere ricostruito a memoria il testo del manoscritto perduto. Fortunatamente così non è.” Ce lo conferma uno dei maggiori esperti mondiali di Campana, il drammaturgo e giornalista argentino Gabriel Cacho Millet”, prosegue Bertoni.

premio campanaCampana dal vivo Il libro fu pubblicato dal Centro Studi Campaniani Enrico Consolini con il titolo Campana dal vivo (Scritti e testimonianze sulla vita e sulla poesia), Pedro Luis Ladrón de Guevara Mellado, Marradi 2002, presentazione di Mario Luzi e prefazione di Rodolfo Ridolfi, presentato al Caffè “Giubbe Rosse” di Firenze il 27 febbraio 2002 e ripubblicato con il titolo “Campana dal vivo Scritti e testimonianze sul poeta” nel 2006 da Firenze Libri. Fra i tanti scritti contenuti  quelli di Binazzi sul “Giornale del Mattino” del 25 dicembre del 1914 che dimostra come sia Ardengo Soffici il primo a convincere il libraio Ferrante Gonnelli della Qualità degli Orfici “è una vera rivelazione Soffici pensa che sia l’unico volume di Poesia uscito in quest’anno  Leggilo!” e dello stesso  Soffici in due articoli del 1930 sulla Gazzetta di Torino e in Dino Campana a Firenze Ricordi di vita artistica e letteraria Vallecchi 1931 che  racconta come Papini  nel 1913  gli disse che aveva trovato nel libretto “cose molto buone” “…in quello scartafaccio scritto per tutti i versi, dove nella stessa pagina maculata e sgualcita si vedevano brani di canzoni, note di viaggio e antiche operazione aritmetiche cancellate  io trovai accenti di così pretta e forte poesia da restare stupito trattandosi per lo più dell’opera d’un autore  alle prime armi e d’aspetto tanto bizzarro” ed ancora “dalla sua conversazione trapelavano ogni momento conoscenze di paesi, di linguaggi, di usi e costumi alieni e remoti, che nessuno di noi sapeva spiegarsi…”

20 agosto 2003

20 agosto 2003

Ed infine l’anastatica dei Canti Orfici del 20 agosto 2004, con contributi critici di Paolo Berruti, Luigi Bonaffini, Fiorenza Ceragioli, Pedro Luis Ladron de Guevara, Christophe Mileschi, presentazione di Rodolfo Ridolfi. In quell’ occasione sulla base del ritrovamento delle bozze di stampa dei Canti Orfici realizzammo il progetto che cullavamo da tempo di un’edizione dei Canti che riproponesse la lezione originale, integrata da quelle poche correzioni autografe di Campana, contenute nelle bozze di stampa, ma ignorate dal tipografo Ravagli. Dino Campana disse a Paolo Toschi mostrandogli la bozza dei Canti Orfici: Voglio che lo legga anche Lei, il mio volume; non posso regalargliene una copia, ma Le darò le bozze, tanto fra i poeti non si fanno complimenti. Fino allora nessuno aveva utilizzato le bozze di stampa dei Canti Orfici, con le correzioni autografe di Campana che fin dal 1926 Paolo Toschi dichiarava di possedere.

Rodolfo Ridolfi

Buone Vacanze a Tutti le pubblicazioni riprendono il 20 agosto

 

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sabato 15 agosto

 

La redazione del giornale si concede 5 giorni di riposo riaprirà il 20 agosto. Purtroppo questi ultimi giorni sono stati turbati dalla comparsa nel nostro territorio e nel territorio limitrofo Brisighella e Modigliana di casi di Sars 2 Covid 19. Ci auguriamo una pronta guarigione per le persone  colpite ed un comportamento responsabile di tutti i cittadini insieme ad una efficace azione di controllo e prevenzione da parte delle autorità preposte. Buone vacanze.

Cinto Gurioli e Renato Ridolfi ricordati nella Corte delle Domenicane il 5 agosto u.s.

foto locandina Immagine1mercoledì 12 agosto

Nella splendida cornice dell’antica Corte delle Domenicane, davanti ad un numeroso pubblico, presente nonostante il termometro sfavorevole e le scrupolose disposizioni anti covid cui si è dovuto sottoporre, si è svolta, a Marradi, l’attesa presentazione dei libri: “Cinto Frammenti di Piano” e “Signori, Il Canzoniere..!” Un unico evento finalizzato a ricordare Cinto Gurioli e Renato Ridolfi protagonisti della Storia del Teatro Marradese e dell’intera Comunità. La narrazione dei relatori si è soffermata ad intrecciare il comune vissuto non solo teatrale e musicale dei due protagonisti raccontando pagine di amarcord, dove molti dei presenti hanno potuto ritrovare spunti del loro personale vissuto giovanile, altri scoprire la meraviglia e la creatività di protagonisti di una Marradi che fu capitale culturale della Romagna Toscana, e tutti  riflettere sulle  radici di una straordinaria irripetibile stagione da non dimenticare.

Mirna Gentilini Presidente del Centro Studi Campaniani ha affermato: Cinto Gurioli e Renato Ridolfi sono stati due personaggi di rilievo   a cui sono legati momenti significativi dello svago, del divertimento ma anche della cultura e della storia del nostro paese. Cinto lo ricordo seduto al pianoforte durante le rappresentazioni scolastiche a cui ho partecipato perché alunna della maestra Ginette Vanni Ridolfi. Frequentavo la seconda elementare quando il Canzoniere venne rappresentato e divenni famosa imitando Marilyn Monroe. Del maestro Ridolfi ho un ricordo più chiaro: profondo conoscitore della poesia di Campana è intervenuto al Centro Studi in diverse occasioni. In questi ultimi anni ha dato anche un significativo contributo al progetto per la salvaguardia del dialetto marradese. La sua pubblicazione delle favole di Fedro tradotte in “marradese” è un riferimento importante per chi vuole provare a scrivere nel nostro dialetto.

Il Sindaco Tommaso Triberti che nella prefazione del Canzoniere! Scrive: “… Renato Ridolfi insegnante di marradesi anche illustri, scrittore, poeta, alpino uno di quei volti senza cui Marradi non sembra più la stessa …era per tutti “il maestro” e faceva vivere il nostro bel teatro con le sue invenzioni sul palco e sulla pagina…” si è detto onorato di aver concesso il patrocinio all’iniziativa così come di avere partecipato a Faenza alla presentazione del libro “Cinto Frammenti di Piani” nel novembre 2019.

Silva Gurioli:  Cinto fu uno degli animatori della vita culturale marradese. Fu attore al teatrino dell’Asilo alla fine degli anni ’30 e protagonista al pianoforte di tutte le più importanti operette e riviste rappresentate a Marradi, a Borgo San Lorenzo e nella vicina Romagna. La collaborazione musicale con la Scuola Giovanni Pascoli e l’avviamento professionale ed il sodalizio artistico con Renato Ridolfi è ampiamente documentata dagli attestati di benemerenza a lui indirizzati. Mio padre fu anche organista della Chiesa di San Lorenzo e della SS. Annunziata del Monastero delle Domenicane; preparò e suonò per i mitici veglioncini di carnevale dei bambini, fece parte dell’Orchestra Castellina, e dell’orchestra “STAR” fondata insieme all’amico Sanzio di Brisighella. Al circolo UGM si esibì insieme ai fratelli Gentilini, Amerigo Mercatali, Romano Frasinetti e Silvano Farolfi. Preparatore paziente delle giovani voci, insegnò la musica, sul pianoforte acquistato dalla famiglia di Dino Campana a molti giovani che venivano nella sua casa di Via Fabbrini.

Pape Gurioli autore dei brani musicali del CD allegato ha aggiunto: Purtroppo ricordo pochissimo di mio padre tuttavia questo lavoro insolito mi ha portato ad unire il pianoforte acustico che ho immaginato suonato da mio padre e il Piano Fender Rhodes due generazioni che duettano e parlano fra loro. Ho confessato così a mio padre la storia delle donne della mia vita affidandola ad un percorso cromatico impressionista, cangiante, umorale, istintivo, sentimentale e perché no anche di tecnica pianistica su due tastiere.

 

Una delle caratteristiche di stampa del libro postumo di Renato Ridolfi –ha detto Rodolfo Ridolfi –penso si possa sintetizzare col termine “divertente, arioso ma anche colto”. Le tante foto, alleggeriscono ulteriormente il “cammino” del lettore all’interno del libro, gli concedono pause e, per certi versi, sintetizzano l’emozione di quanto scritto “attorno ad esse”. Finito di scrivere il copione “Signori, il Canzoniere…!”, il 20 febbraio del 1956, lo spettacolo fu rappresentato per la prima volta al Teatro degli Animosi di Marradi dagli alunni della Scuola Elementare “Giovanni Pascoli” e dagli allievi della Scuola d’Avviamento Professionale, il 7 maggio 1956. Biografo scrupoloso di Anacleto Francini “Bel Amì”, l’inventore della Rivista comico satirica e musicale, Renato diventa a Marradi caposcuola di quella tradizione teatrale. Mio padre, buon latinista e studioso del dialetto, per i suoi testi si è spesso ispirato a due modelli: uno popolare, quello dei cantastorie che animavano i mercati settimanali dei suoi tempi, ed uno colto, letterario: Canzoniere è infatti l’opera di maggior spicco di Francesco Petrarca: “Rerum vulgarium  fragmenta”, Frammenti di componimenti in volgare del poeta. Per questa suggestione nel suo libro sono  inseriti  vari scritti inediti, rinvenuti in vecchi ma ordinatissimi quaderni, insieme ad alcune corrispondenze: quella di Lello Campana, di Ida Lupi e Domenico Mughini (Bibi) dall’Argentina, del Cardinal Gualtiero Bassetti suo alunno a Fantino nel 1947 e di Oriana Fallaci nella quarta di copertina. Una prima integrazione dei suoi scritti editi, dal suo primo libro “Cose di Casa Nostra” del 1977 al suo ultimo “Quadèrne” del 2015.
L’ex Sindaco Paolo Bassetti, allievo di Renato Ridolfi come il cugino cardinal Gualtiero ed il compianto Sindaco Enrico Consolini e tanti altri marradesi di molte generazioni, ha voluto portare la sua emozionante testimonianza sul suo maestro elementare.

 

La Festa di San Domenico nella Chiesa della SS.Annunziata a Marradi

san domenico 8 agostomercoledì 12 febbraio

Sabato 8 agosto scorso, festa di San Domenico, è stata una bellissima giornata per le Monache di clausura del Monastero della SS. Annunziata di Marradi e per i tanti fedeli intervenuti alla Santa Messa, concelebrata da mons. Sante Orsani Amministratore della millenaria Abbazia Valsenio e dal marradese don Massimo Monti parroco di San Michele Arcangelo in Tredozio. Nella Chiesa, addobbata a festa e rallegrata dall’organo e dal pregevole coro femminile che ha accompagnato il solenne rito con canti liturgici,  l’imponente statua di San Domenico collocata in cornu Epistolae per la solenne occasione, si è rinnovato come dal 1575, il carisma del bianco filo domenicano che lega San Domenico a Marradi presente per mezzo della vita delle monache della SS. Annunziata che, in continuità con le consorelle di Prouille, sono: “consacrate a Dio solo, associate mediante la preghiera e la pertinenza alla santa predicazione

foto suore

“Chiamate da Dio affinché ad esempio di Maria siedano ai piedi di Gesù E ascoltino le Sue parole. Si rivolgano tutte a Dio allontanandosi dalle sollecitudini e dalle vanità del mondo”. San Domenico affidò ai frati il compito di “proclamare al mondo la buona novella del Signore e alle monache quello di cercarLo, di pensare a Lui, di invocarLo nel segreto affinché la parola che esce dalla bocca di Dio non ritorni a Lui senza avere portato frutto”. “Rivolgere lo sguardo in alto come faceva San.Domenico in un momento in cui il relativismo rischia di prendere il sopravvento e affidarsi alla preghiera affinchè chi ha la responsabilità dell’Ordine Domenicano non sia tentato dall’egoismo ma ispirato dallo Spirito Santo a fare scelte di carità e di giustizia”. Parole che hanno toccato non soltanto il cuore delle suore ma anche del popolo dei fedeli.

 

La morte di Franco Scalini

 

Franco Scalini-P.Sidoli-R.Ridolfi-Mirna Gentilini 8 agosto1994

Franco Scalini-P.Sidoli-R.Ridolfi-Mirna Gentilini 8 agosto1994

 

20 agosto 2003

20 agosto 2003

domenica 9 agosto

E’ morto Franco Scalini marradese illustre che ha lasciato un segno indelebile nella scuola, nella cultura marradese e nella ricerca botanica.

La Redazione di Marradi Free News condivide il lutto con la figlia Sabrina, la famiglia e tutti gli amici e lo ricorda con questo pensiero affidato alla Presidente del Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” di cui Franco fu uno dei fondatori, primo Presidente e socio onorario.

C’è stato un tempo in cui Franco Scalini era per me, alunna della scuola media, il signor Scalini, il segretario della scuola.

La differenza di età svanì per la  comune passione verso  la poesia di Dino Campana, che ci avvicinò,  quando divenni socia del Centro Studi Campaniani  di cui lui era presidente. Lo affiancai per imparare e mentre Franco attento e preciso metteva le basi per costituire il centro di documentazione (ancora oggi unico e fondamentale), io  organizzavo gli eventi. Nel 1993 lasciò l’incarico di presidente che passò a Rodolfo Ridolfi, ma volle dividere con me quello di vicepresidente che assieme abbiamo svolto sino al 2007.

Sono stati anni di intenso lavoro durante i quali ho imparato tanto da lui che teneva le fila di tutte le attività. Negli anni in cui come docente di Lettere insegnavo a  Marradi  nell’Istituto Comprensivo che porta il nome del poeta, non mancava di darmi tutta la sua approvazione ed anzi mi esortava a parlare di  Campana ai miei alunni, perchè trovava disdicevole che i marradesi non conoscessero il loro illustre concittadino.

Biblioteca Piazza Scalelle 1994

Biblioteca Piazza Scalelle 1994

Discutevamo sovente di Dino, della sua vita, a volte commentavamo un verso, altre facevamo riflessioni sul suo modo di pensare.  Non sempre eravamo d’accordo. Una volta per l’interpretazione di un frammento tratto dal Taccuino faentino: “ad ogni poesia fare il quadro” ricordo che  arrivammo addirittura a  scriverci lettere  a tinte forti, tanto per stare in tema.

Dopo la morte della moglie si era ritirato in casa con la sua seconda grande passione : la botanica .

Ogni volta però che avevo bisogno di un’informazione  lo chiamavo con la certezza che le sue risposte sarebbero  state sempre sicure e documentate come pure i suoi  consigli.

Anche recentemente l’ho chiamato al telefono, per una pubblicazione  del Centro Studi che sto curando; siamo stati a parlare per un’ora. Mi ha scritto per confermare una sua testimonianza che ho utilizzato. Gli ho mandato da leggere il pezzo una volta terminato, chiedendo un suo giudizio (l’ho sempre temuto) che ho aspettato con trepidazione. Il verdetto è stato favorevole e mi sono tranquillizzata : se lo dice Franco !…

Non immaginavo che se ne sarebbe andato così repentinamente in un caldo giorno d’estate, avevo ancora tante domande da  porgli, ma so che lo ha fatto come avrebbe voluto: in modo discreto, senza disturbare.

Mirna Gentilini Presidente

Addio a Sergio Zavoli.

premio campanathSergio Wolmar Zavoli nato a Ravenna nel 1923 e morto a Roma all’età di 96 anni  era ormai di casa a Marradi. Fu a Marradi nel ’54 come scrive mio padre nel suo ultimo libro che abbiamo presentato nel giorno della morte del grande giornalista : …A conclusione del ciclo culturale campaniano, il 26 settembre 1954, il Comune intitolava al suo importante concittadino una via del capoluogo. “Nel vento e nella pioggia “ Sergio Zacchini espose il perché della posa della targa. Il prof Seroni nel Teatro degli Animosi, commemorò il Poeta e la R.A.I. era presente con Sergio Zavoli che mandò in onda uno splendido radio servizio.  A Zavoli, quando ero Sindaco,  insieme al  Presidente del Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”,   Franco Scalini  proponemmo di assumere la Presidenza della Giuria del Premio Dino Campana,  e in una memorabile incontro romano alla RAI,  accettò la proposta. Per tutti i 15 anni della mia presidenza del Centro ci siamo incontrati spesso. Quando il Sindaco Matulli  trasformò il  premio biennale  dell’ Associazione delle Città Campaniane  Sergio Zavoli venne confermato. Zavoli  era un buon conoscitore dell’opera di Dino Campana ed aveva intervistato molti marradesi che avevano conosciuto Dino Campana. Ha scritto anche un libro nel ’94 ” I giorni della meraviglia : Campana ,Oriani, Panzini,Serra e i “Giullari della Poesia” dove si possono leggere nella dieci pagine  dedicate a Campana le sue interviste del ‘ 54  ai marradesi Don Pietro Poggiolini, Nella Rivola,  Maria e Pietro Cappelli, al Cav Buccivini Capecchi  V Leo Consolini Vice Sindaco.  Oggi ci sentiamo quindi di ricordarlo con affetto.
Rodolfo Ridolfi

 

A Marradi mercoledì 5 agosto la presentazione dei libri: “Signori, il Canzoniere…!” e Cinto Frammenti di “Piani”

 

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Chi è interessato si può ancora prenotare  

335/396752 oppure redazione@marradifreenews.com 

 

 

 

 

martedì 4 agosto

Per Il libro di Renato Ridolfi, che si suddivide in due parti: la pubblicazione dell’originale del copione di “Signori, il Canzoniere…!” rivista per ragazzi in due tempi e un prologo scritta e rappresentata nel 1956 e Album fotografico, componimenti inediti e frammenti, curati da Rodolfo Ridolfi è la prima presentazione in assoluto.Per Cinto “Frammenti di Piani” Libro+ CD curato da Silva Gurioli ed il fratello Pape che è stato presentato a Faenza a Palazzo Manfredi il 19 novembre 2019 è l’ approdo a Marradi che si accinge così con un unico evento a  ricordare  un binomio così importante di protagonisti assoluti della Storia del Teatro Marradese e dell’intera Comunità quali sono stati Cinto Gurioli e Renato Ridolfi.

  • Marco Giacinto Gurioli il popolare Cinto, nato a Aigle (Svizzera), era il più giovane degli undici figli di Enrico e Uliva Camurani emigrati che gestivano un ristorante ma che rientrarono a Marradi allo scoppio della 1^guerra mondiale. Il giovane Marco frequenta la scuola comunale di musica diretta dal maestro Boldi e impara a suonare, il pianoforte, l’organo, il clarino ed il sassofono. Fa parte e recita nel ’39 nel Teatro Educativo Asilo di Marradi con l’intramontabile Marco Alpi (Capana), Enzo Barzagli, Vieri Buccivini, Lello Campana, Orazio Monti, Goffredo Nannini, Renato Ridolfi e la mitica Carolina Benini con la quale fonderà, insieme a Enzo Barzagli e i fratelli Torsitano, la compagnia di prosa del Teatro degli Animosi. Pompiere, virtuoso artigiano falegname, esprime il meglio di sé come compositore e musicista.  Suona nella Filarmonica locale, fonda insieme a Giuseppe Biagi e Pietro Maretti, la “Schola Cantorum” della Chiesa Arcipretale di Marradi dove suona l’organo come pure nella Chiesa della SS.Annunziata delle Monache Domenicane. Nel 1945 è assessore comunale e fra i soci fondatori della Cooperativa di Consumo con Ottorino Randi e Angiolo Cappelli, ma, soprattutto, musica e dirige una serie di Operette come “Cenerentola” e “Fior di Loto” per la regia e la coreografia di Renato e Gina Ridolfi. Ed ancora “La Regina delle Dolomiti” e “La Ragazza Ungherese” che, insieme alle tante recite scolastiche, gli valgono numerosi attestati e riconoscimenti del Patronato Scolastico e della Direzione delle Scuole elementari e agrarie di Marradi. Cinto acquista, da Elisa e Manlio Campana, il 3 settembre 1946, il pianoforte della famiglia del poeta. Sposato con Isolina Fabbrini, “Lina di Cinto muore a Marradi all’età di 53 anni nel 1966.
  • Renato Ridolfi, è nato a Marradi il 7 maggio 1919 e morto a Faenza il 20 giugno 2018. Secondo genito di Giulio Francesco Ridolfi, e Agnese Palli, Renato, frequentò le scuole elementari a Marradi proseguì gli studi fu nel Seminario di Modigliana poi a Faenza al Liceo Classico e all’Università di Firenze. Insegnante, Tenente degli Alpini, giornalista, fu tra i rifondatori dell’Accademia degli Animosi e fra i fondatori e dirigenti dell’Unione Giovanile Marradese della Società Sportiva Marradi, del Club Sportivo Culturale Marradese. Fece parte del Comitato Cittadino per l’incremento Turistico e della Pro Loco che iniziò “la sagra delle Castagne”. Nel 1957 ricevette l’onorificenza di cavaliere di San Giorgio di Antiochia, Assessore Comunale all’Istruzione, alla Cultura ed ai lavori pubblici; Consigliere dell’Ospedale S. Francesco; Presidente della Fratellanza Popolare di Palazzuolo Sul Senio, coltivò sempre grande amore per la Storia, il Teatro, il dialetto marradese, la letteratura greca e latina e per i grandi marradesi del passato. Renato Ridolfi rimarrà uno dei pochi scrittori marradesi che hanno utilizzato il dialetto dopo Anacleto Francini, collaborò in questo ambito a New York con Oriana Fallaci al libro Insciallah.

E’ stato autore di numerose riviste, a favore della Scuola, dell’Avis, della Comes, e del Gemellaggio, fra le quali: Il Canzoniere, La dolorosa storia del povero soldato, Suona la naja, Marradi per Castelnaudary . Con Lello Campana, Cinto Gurioli, la moglie Ginette, Giuseppe Biagi, Alberto Vigna, Beppe Tarabusi, e Pierluigi Nieddù ha regalato alla Romagna Toscana indimenticabili eventi. Regista ed interprete di numerose rappresentazioni teatrali e operette fra le quali Ombre della Notte, L’Invasore 1945, La regina delle Dolomiti 1950, La Ragazza Ungherese 1951, L’Antenato 1951, Fior di Loto 1951, La resa di Titì 1952.

NON C’E’ PACE NEPPURE PER I MONASTERI

manifesto9martedì 28 luglio da Barbara Betti e Raffaella Ridolfi riceviamo una riflessione sulla situazione delle Domenicane di Marradi che di seguito pubblichiamo:

NON C’E’ PACE NEPPURE PER I MONASTERI

 L’incipit più idoneo per questo comunicato stampa sarebbe la fedele trascrizione dei primi tre articoli della dichiarazione Universale dei diritti dell’Umanità così come l’inserimento di una cernita di articoli della Costituzione e di violazioni sanzionate dal Codice penale, per terminare con le considerazioni di un religioso che riportiamo: “L’abuso di coscienza è un abuso vero e proprio e a subirne le conseguenze sono soprattutto le persone più fragili e vulnerabili. “Non si vede in maniera evidente e non si va in Questura per denunciarlo”, spiega il domenicano fr. Adrien Candiard. Questa forma di abuso avviene “quando uso la fiducia che le persone depongono in me, per orientarle verso una mia soluzione: ‘Devi fare questo’”. Ci può essere poi una correlazione molto stretta “tra l’abusato e l’abusatore, tra chi ha voglia di dire all’altro come vivere e chi ha voglia di sentirsi dire come vivere” cit. Fr. Adrien Candiard. Temi che dovrebbero essere assai lontani dalla vita monastica di un Monastero di clausura in un paese di tremila anime e poco più, ai piedi dell’appennino. Questo invece è il pane quotidiano delle Suore di Marradi ahimè.

Le Suore subiscono pressioni psicologicamente molto forti che richiamano alla mente le parole sopra riportate, sono soggette a scatti di ira da parte di chi non accetta la loro volontà di rimanere una comunità in seno al paese di Marradi, gli viene espressamente richiesto di rinunciare ai propri diritti civili, al diritto alla difesa, senza neppur aver mai avuto una ragione, un motivo valido, che giustificasse tale richiesta e che non fosse una regola utilizzata solo per alcuni e non per tutti.

 Non è neppure concesso loro sapere cosa sarà della loro casa, oggi tenuta e mantenuta egregiamente grazie al loro lavoro e impegno , alle loro risorse, all’aiuto dei congiunti e di tanti benefattori. Questo patrimonio, che è patrimonio del Monastero delle Suore di Marradi, creato e liberamente dato loro dai Fondatori e riconosciuto dai successori e benefattori fino ad oggi, non ha mai beneficiato dell’intervento dell’intervento economico degli enti ecclesiastici. Da  alcuni anni la Congregazione no ha “favorito” l’ingresso di postulanti e nuove suore, facendo ora del numero delle Madri presenti il grave difetto di questa comunità. Inoltre la Congregazioni, assumendo la Legale Rappresentanza di questo Monastero, persegue una gestione economica che non tiene in alcun conto le necessità di queste donne e della loro casa costringendole all’umiliante atto di “mendicare” le risorse necessarie ed adeguate alla propria sussistenza. Le Suore di Marradi legittimamente risiedono nel Monastero ed il loro Diritto in termini legali è tutelato dal Diritto Civile, si fa presente inoltre che la soppressione canonica del Monastero non corrisponde alla soppressione dell’Ente Monastero, e nella loro casa possono a buon diritto decidere chi ricevere od ospitare per sentirsi in piena sicurezza e pace, nessuno di noi ospiterebbe, come è normale che sia, chi si è presentato inveendo o indirizzando moniti punitivi.

 Per questo motivo le Suore, alle quali non è mai stata data una spiegazione, plausibile, della necessità di una  “scelta seppur dolorosa ma necessaria” (riportato letteralmente da missiva ricevuta) fin quando i termini della discussione rimarranno sugli stessi binari ritengono assai superflui altri incontri. Ritengono quindi, dopo un significativo periodo di riflessione, che potranno riprendere in mano la discussione solo se saranno rivisti i termini della questione, ribadendo che loro stesse hanno già assunto una scelta “dolorosa”, che le ha esposte a pressioni significative “ ci vedremo costretti a ricorrere a gravi sanzioni…” ( tratto da missiva ricevuta),  per la difesa della loro casa e “necessaria” per il rispetto della fratellanza che le lega come una “famiglia” composta nel nome del Signore.

 Per coloro che hanno difficoltà a capire la scelta necessaria e dolorosa compiuta dalle Suore di Marradi, tesa alla difesa dei loro diritti costituzionali e civili, è bene sottolineare come questa nasca dalla ferma volontà di tutelare la salute e la dignità delle persone che compongono quella comunità, che possono avere profili di fragilità ad affrontare un “trasloco” coatto senza destinazione, come fossero cose e non persone capaci di intendere e di volere, alle quali nessuno può togliere i diritti naturali e costituzionali irrinunciabili come  la libertà ed il dovere di salvaguardare la propria vita, la propria salute, la propria dignità e che solo una frainteso richiamo all’ “obbedienza” può legittimare un arbitrio per il quale esiste “il dovere di non ubbidire”, e che le metterebbe di fatto sulla strada.

              Le Suore quindi sono determinate a continuare nel loro silenzio, nella loro clausura e nella loro instancabile preghiera e a non ricevere visite che inevitabilmente comprometterebbero la serenità del Monastero, in più, dopo essersi consultate con il loro avvocato, si sono viste costrette a sporgere denuncia per “molestie telefoniche continuate” contro ignoti, perché ormai da più di un mese qualcuno con grande fervore cerca di rendere la loro vita impossibile di giorno e di notte.

L‘Immanenza delle presenze silenziose: in ricordo di Francesca Ferrini

La Chiesa di S.Lorenzo

La Chiesa di S.Lorenzo

lunedì 27 luglio Riceviamo e pubblichiamo questo ricordo di Silva Gurioli dell’amica Francesca Ferrini scomparsa nei giorni scorsi. La redazione del giornale coglie l’occasione per esprimere ai famigliari, alle amiche ed agli amici di Francesca le più sentite condoglianze sicura di interpretare i sentimenti di quanti fra i lettori di Marradi free hanno conosciuto Francesca.

L‘Immanenza delle presenze silenziose

In ricordo
di Francesca Ferrini

Ciao Francesca, ho appreso la notizia della tua scomparsa. In un attimo ho rivissuto gli anni della
gioventù trascorsi nel tuo atelier, dove ci incontravamo il pomeriggio insieme alle amiche di Via
Fabbrini ed altre ancora. Tu eri sempre al lavoro: tagliavi le stoffe, imbastivi gli abiti, li provavi alle
clienti e poi li cucivi a macchina. Noi disponevamo le sedie a cerchio e, mentre tu continuavi il tuo
lavoro, ci raccontavamo i problemi della nostra gioventù: le nostre storie, i divertimenti, le passioni, gli
amori giovanili, la moda e cosi trascorrevano tanti pomeriggi. Gioa, spensieratezza, amicizia ci hanno
legato indissolubilmente.
Ricordo un aneddoto divertente. Una tua cliente venne a misurarsi l‘abito che le stavi cucendo e durante
la prova esordì improvvisamente:“ Ma lei cosa ne pensa di quella povera Flora?“ La guardasti incredula e
trasecolata interrogandoti su chi fosse la donna citata. Chiedesti allora:“Di chi parlate? La signora rispose
addolorata: “Parlo di Flora la moglie di Marcello Mastroianni!! Quel vagabondo l‘ha lasciata!“
Scoppiammo in una sonora risata. Il nostro pensiero era rivolto alla realtà marradese e non avevamo
notizie in proposito. Quando pronunciò il cognome Mastroianni fummo inaspettatamente catapultate nel
mondo del gossip che non apparteneva alle nostre conversazioni .
Fu Giugi (Giuliana Bellini ) ad introdurci nel tuo laboratorio dove apprendeva il mestiere di sarta. Grazie
alla tua maestria era diventata molto brava ed estrosa. Noi amiche confidavamo in lei per la confezione di
abiti alla moda. Purtroppo ci ha lasciato troppo presto!
Mia madre quando venivo da te mi diceva: Torna presto! Ho molte cose da fare! Non avrei mai voluto
lasciare quella bella compagnia! Quando giovanissima mi sono trasferita a Firenze ogni volta che tornavo
a Marradi ti venivo a trovare con mia figlia Raffaella. Non ci siamo mai perse! Ho sempre chiesto di te.
Mi mancavi molto come pure le amiche di Via Fabbrini.
Piena di amiche di tutte le età – ricorda Silvana Barzagli – con lei era spontaneo confidarsi, ti ascoltava,
non ti interrompeva mai, non ti giudicava, e con poche parole di conforto sapeva tranquillizzarti. L‘estate
era sempre da noi a prendere Bruna Rossi per la loro consueta passeggiatina serale fino al 1995. La
incontravo alla S. Messa nei giorno feriali: terzultima panca a destra entrando in chiesa e scambiavamo
due parole e ci lasciavamo con un sorriso. Era al settimo cielo quando Rita Rossi rientrava a Marradi.
Durante le Sagre andava ad aiutare i volontari della Comes. E‘ sempre stata vicina alla Comunità di
Sasso. Sola ed ammalata fu ricoverata a Villa Ersilia e sovente andavo a farle visita. La trovavo silenziosa
mi sorrideva sempre riconoscendomi e pronunciava brevi frasi alle mie domande. I nostri ricordi la
commuovevano. Si è dimostrata con me sino alla fine un‘educatrice ed un‘amica che resta nel mio cuore“
Teresa Pieri racconta: „Ho avuto la fortuna di conoscere i suoi genitori- persone semplici ma molto
caritatevoli e tolleranti. Francesca li ha curati e rispettati per tutta la vita seguendo quei sani principi
cristiani che le avevano trasmesso. Suo padre è stato Sacrestano della Chiesa Arcipretale per lungo tempo:
uomo dagli occhi limpidi, sereni e distesi. Piegato dal lavoro entrava nel suo laboratorio felice di vederci
in sua compagnia. Sua madre sempre affacendata a volte si tratteneva con noi a chiaccherare. L‘umiltà
aleggiava nella sua famiglia. Ricordare le persone umili, laboriose, generose è oggi più che mai un dovere
per lasciare la testimonianza di un habitus sociale più ricco di rispetto e comprensione“.
Carissima Francesca, riposa in pace! Noi ti terremo con immutato affetto nei nostri cuori e nella nostra
memoria!
Marradi 26 Luglio 2020 Silva Gurioli

Rodolfo Ridolfi: L’Unione dei Comuni del Mugello si batta per l’indennizzo ai familiari del Dott.Iannucci e per una adeguata tutela dei medici di base

Giandomenico-Iannuccidomenica 26 luglio: I medici, gli infermieri i volontari sono stati e sono in prima linea nella guerra al virus Sars 2 Covid 19  anche nel nostro territorio. il 3 aprile scorso il dott. Giandomenico Iannucci di Scarperia è rimasto vittima a causa del virus contratto durante la sua attività lavorativa. Il mancato indennizzo a favore dei famigliari da parte delle assicurazioni, ha messo in evidenza la necessità che le Istituzioni intervengano concretamente per l’indennizzo ai famigliari e per la tutela dei medici di base e su questo insiste Rodolfo Ridolfi nella interrogazione presentata al Presidente dell’Unione dei Comuni il 23 luglio scorso e che doverosamente pubblichiamo.

 

Premesso:

che nel corso della riunione del Consiglio dell’Unione dei Comuni Montani del Mugello, del 24 aprile scorso illustrando l’interrogazione presentata insieme a Mauro Ridolfi  il 19 febbraio scorso sullo stato di emergenza sanitaria Sars 2, Ridolfi si è soffermato a ricordare l’estremo sacrificio del medico di Scarperia il primo medico vittima del coronavirus in
provincia di Firenze Giandomenico Iannucci, che operava a Scarperia e San Piero (Firenze), risultato positivo al Covid-19 a metà marzo scorso e deceduto il 3 aprile, esprimendo
vicinanza, affetto e condoglianze alla famiglia credendo così di interpretare i sentimenti di tutto il Consiglio dell’Unione;

che il Presidente dell’Unione dei Comuni a seguito delle parole di Ridolfi chiedeva, molto opportunamente, che l’Assemblea rispettasse un minuto di raccoglimento;

che alla solidarietà espressa non è ad oggi intervenuto alcun concreto risarcimento alla famiglia stante il rifiuto delle assicurazioni di versare l’indennizzo per decesso a causa di virus in quanto non previsto;

che   a fronte dei rifiuti, sarebbe opportuno attingere al fondo nato grazie alle donazioni e destinato proprio al sostegno alle famiglie di medici ed infermieri morti durante l’emergenza Covid;

che la vicenda mette in luce la più generale questione della inadeguatezza delle necessarie tutele dei medici di base;

Interroga il Presidente

Per conoscere se non ritenga, come l’interrogante ritiene, necessaria una iniziativa di stimolo di concerto con i Comuni,  con la Regione Toscana, le istituzioni sanitarie e l’Ordine dei Medici affinché si intervenga concretamente attingendo al fondo in premessa e si avvii, subito, coinvolgendo le compagnie Assicurative, una immediata revisione delle clausole che escluderebbero l’indennizzo ai familiari dei medici di base per morte sopravvenuta nell’esercizio dell’attività lavorativa causa virus.

Due Maestri del Teatro Marradese: Cinto Gurioli-Renato Ridolfi

 

5 agosto

Una dignitosa storia calcistica rischia di sparire e un bellissimo stadio oggetto di importanti interventi si avvia a divenire una “cattedrale nel deserto”

incontro "Primi calci 2011" Virtus Faenza -Marradese

incontro “Primi calci 2011” Virtus Faenza -Marradese

mercoledì 15 luglio

Fra la sorpresa di molti nella passata stagione il Club Sportivo Culturale Sezione Calcio non ha partecipato ai campionati dilettanti riservati agli adulti, limitandosi alla, pur importantissima, attività riservata ai più giovani  e ai bambini “primi calci” grazie soprattutto all’encomiabile dedizione ed impegno di Fabrizio Ciottoli e Franco. Oggi la scelta del “rompete le righe” sembra ufficialmente confermata e così i calciatori marradesi dovranno continuare il loro pendolarismo verso altre società non solo quelle faentine come la Virtus ma anche Palazzuolo.  Anche gli appassionati ed i cittadini avvertono l’impoverimento di Marradi anche in questo settore e non si rassegnano. Per sollecitare un intervento del Sindaco i consiglieri comunali Raffaella Ridolfi, Giulio Bassetti, Mauro Ridolfi e Cristiano Talenti chiedono nell’odg che riportiamo un Consiglio Comunale Straordinario e aperto alle Società Sportive ed a tutti gli interessati per capire se è possibile scongiurare la fine dell’esperienza calcistica marradese per giovani ed adulti:

Oggetto: Proposta di O.d.g. Ai sensi del art.16 del regolamento del Consiglio Comunale di Marradi: Campionati di Calcio 2020/ 2021 di iniziativa dei consiglieri Raffaella Ridolfi, Giulio Bassetti, Mauro Ridolfi, Cristiano Talenti

Il Consiglio Comunale di Marradi :

Considerato

che nella stagione calcistica 2019/ 2020 il Club Sportivo Culturale Marradese ha rinunciato ad allestire la prima squadra limitando la propria attività al settore “primi calci” e fonti ufficiali della Associazione confermano che nell’anno calcistico 2020/2021 la squadra di Marradi non sarà presente nei campionati Prima Squadra e Giovanili;

Tenuto Conto

Come il calcio sia uno sport molto seguito e di grande interesse anche per le sue capacità di aggregazione come dimostrato dall’ampia partecipazione dei bambini alle attività calcistiche loro riservate;

Sottolineato come

l’Amministrazione comunale pur di mantenere l’impianto in condizioni di piena fruibilità si è economicamente esposta con impegni importanti e lo Stadio di Marradi è  un impianto di interesse straordinario e non merita di ridursi ad una “cattedrale nel deserto”;

Impegna

il Sindaco a convocare i vertici del Club Sportivo Culturale Marradese gli sportivi ed i cittadini interessati in un Consiglio Comunale Aperto per scongiurare la triste prospettiva del “calcio marradese” capire e condividere le  difficoltà, necessità e proposte per verificare la possibilità di avere di nuovo squadre di calcio che rappresentino Marradi al pari degli altri Comuni nelle manifestazioni calcistiche dedicate anche a giovani e adulti.

Ricordo dei trucidati dalle truppe d’occupazione naziste il 17-18 luglio 1944 a Crespino-Fantino-Lozzole e Campergozzole (Marradi e Palazzuolo Sul Senio)

 

Spini-Ridolfi_n-300x200Lunedì 13 luglio

Sono passati settantasei anni da quella tragica estate del 1944 che ebbe come epicentro il territorio della piccola frazione di Crespino Sul Lamone. Marradi non dimentica e continua ad onorare i suoi martiri. Nel libro Testimonianze, ricordi dei comuni toscani del 1994 pubblicato dalla Regione Toscana si legge: “Per le vicende della guerra Marradi, unico Comune della Provincia di Firenze, ha ottenuto nel luglio 1991 la medaglia d’oro al merito civile”.— Marradi, estate 1944.“..Quando fui eletto sindaco, nell’autunno del ‘88, dopo avere ottenuto un intervento finanziario del Ministero della Difesa a favore del Sacrario di Crespino, del quale ancor oggi il Comune beneficia, riproposi il dossier ed ottenni, il 3 Luglio del ‘91, con decreto del Presidente della Repubblica, la Medaglia d’oro al merito civile per il Comune di Marradi con la seguente motivazione: “Piccolo centro attraversato dalla linea gotica, sopportava con fierissimo e dignitoso contegno spaventosi bombardamenti aerei e terrestri, subendo la distruzione della maggior parte del centro abitato e offrendo alla causa della Patria e della libertà il sacrificio eroico di quarantadue civili inermi, trucidati dalle truppe d’occupazione naziste”. Ho riletto in questi giorni sulla pubblicazione “Marradi Capitale Culturale della Romagna Toscana” -1993 -quanto ebbi a dire, parlando a Crespino insieme al sottosegretario di Stato agli interni del governo Andreotti, Valdo Spini “…I sacrifici di tutto il popolo marradese durante il terribile conflitto hanno raggiunto limiti inimmaginabili. La ritrovata libertà, il senso di responsabilità e la ripresa positiva del pacifico, quotidiano travaglio sono state premiate con alto riconoscimento di virtù civica.”

crespinoAnche in quest’anno molto difficile è giusto  ricordare e celebrare l’evento ed io lo faccio riportando  dal mio Libro “Domenico Vanni sovversivo per la libertà” due parti che contengono, la prima le motivazioni con le quali la mia Amministrazione ottenne la medaglia d’oro per il Comune di Marradi  e la seconda che ricostruisce l’Eccidio di Crespino-Fantino. Antonio Cassigoli, nel libro “Marradi nella Resistenza testimonianze e sacrifici” del luglio 1984, scriveva nella premessa: “Marradi, risorta nel segno della libertà e delle riconquistate istituzioni democratiche merita che la Nazione riconosca, anche ufficialmente e tangibilmente, questo suo sanguinoso, immane e doloroso contributo alla rinascita della Patria nel segno del sacrificio” e continuava nel capitolo Una medaglia per il gonfalone. “Tutti i sindaci che si sono avvicendati alla guida del Comune di Marradi dalla liberazione in poi-Pierino Zacchini, Mario Bellini, Antonio Cassigoli e poi ancora Mario Bellini, Goffredo Nannini, Giuseppe Tarabusi, Arturo Zambelli, Enrico Consolini, Lorenzo Liverani ed ancora Enrico Consolini- si sono premurati, chi più chi con minore insistenza, di richiedere un riconoscimento al Comune, in quanto tale, per le lotte, le sofferenze, le distruzioni, le morti, le deportazioni che funestarono il territorio marradese durante l’infausto e glorioso 1944. Ricordiamo, per tutte, la richiesta avanzata, il 4 dicembre 1970 dal sindaco On. Goffredo Nannini che la rinnovava nel 1972”. Nel 1984 ricorreva il quarantesimo anniversario dell’eccidio di Crespino, ma il riconoscimento non ci fu nonostante le speranze. Quando fui eletto sindaco nell’autunno del ‘88, dopo avere ottenuto un intervento finanziario del Ministero della Difesa a favore del Sacrario di Crespino, riproposi il dossier ed ottenni, il 3 Luglio del ‘91, con decreto del Presidente della Repubblica, la Medaglia d’oro al merito civile per il Comune di Marradi con la seguente motivazione: “Piccolo centro attraversato dalla linea gotica, sopportava con fierissimo e dignitoso contegno spaventosi bombardamenti aerei e terrestri, subendo la distruzione della maggior parte del centro abitato e offrendo alla causa della Patria e della libertà il sacrificio eroico di quarantadue civili inermi, trucidati dalle truppe d’occupazione naziste”. Quella medaglia, dunque, che oggi ci onora, fu meritata da tutti gli eroi discreti, quasi anonimi, di quella stagione, dalle vittime dei bombardamenti, dalle donne e dagli uomini morti in seguito ai cannoneggiamenti, dagli undici giovani fucilati nel cimitero di Marradi dai deportati nei campi di sterminio, cinque a Mauthausen: Claudio Bandini, Alberto Ciani, Domenico Vanni, Giampiero Verdi, Armando Visani ed uno a Flossemburg poi ad Hersbruck, Alessandro Pieri, dai deportati ai lavori coatti, dai martiri dell’eccidio di Crespino e da coloro che senza colpa alcuna furono innocenti vittime dell’odio e della violenza. Nel libro Testimonianze, ricordi dei comuni toscani del 1994 pubblicato dalla Regione Toscana si legge: Il 17 luglio ‘44 a Monte Lavane gli alleati effettuarono un lancio di armi, munizioni e vestiario destinati ai partigiani, che, attaccati da ingenti forze nazifasciste, ingaggiarono un duro combattimento di otto ore cui partecipò insieme alla banda Corbella, come lui la chiamava, l’ufficiale Usa Chester Kingsman salvato a Pian delle Fagge. Quello stesso giorno ed il giorno successivo, a Crespino, antico Borgo di incontaminato verde, di acque limpide e di quiete, sorto intorno all’antica abbazia vallombrosana di Santa Maria a Crespino sul Lamone, si consumò una assurda tragedia. I nazisti si macchiarono dell’orrendo crimine di strage che non risparmiò neppure Don Fortunato Trioschi, arrestato insieme ai suoi parrocchiani e costretto a scavarsi la fossa prima di essere trucidato. I fatti sono da inquadrare nella recrudescenza nazista che in seguito alla caduta di Mussolini e all’otto settembre ‘43 avevano fatto scattare “l’operazione Alarico” l’invasione e l’occupazione militare dell’Italia. Insieme a Don Trioschi, il 17 luglio, furono uccisi sul greto del Lamone, dove oggi sorge il sacrario: Luigi e Vittorio Bellini, Giuseppe e Lorenzo Ferrini, Giovanni Malavolti, Giuseppe e Guglielmo Nati, Angelo, Attilio Lorenzo fu Luigi,e Lorenzo fu Pietro Pieri, Giuseppe Barlotti, Dante Chiarini, Pietro Tagliaferri, Ottavio Scarpelli, Luigi Vinci, Gherardo Visani, Adolfo Rosselli, Sante Bosi, Giulio Sartoni, Bruno Santoni e due corpi non identificati. Abramo Tronconi fu fucilato a Fantino. Alfredo Beltrami, sua moglie Cecilia, e la figlia Lorena, furono fucilati il 17 luglio nel podere Il Prato con Alfredo Righini fucilato nell’aia. I Beltrami erano, padre,madre e sorella di Umberto il partigiano di cui Pietro Monti, detto Marconi, definito da Arturo Frontali, come il testimone che tutto ricorda della strage di Crespino racconta: “Ha preso una bomba a mano e gliel’ha tirata (alla Croce Rossa) ed ha ucciso il tedesco.ed insomma tutti e due, l’autista ed il ferito”. Il diciotto luglio nel podere I Mengacci, di  proprietà di Giovanni Buccivini Capecchi, i mezzadri, Francesco Botti, suo figlio Bruno diciassettenne, il quindicenne Pierino Caroli e suo padre Vincenzo, che era iscritto al partito fascista e che mostrò invano ai tedeschi la tessera, furono trucidati nonostante il disperato tentativo della coraggiosa mamma Palmira Gentilini Botti che con le lettere dei figli militari in mano, cercava di far capire ai tedeschi che i suoi famigliari non c’entravano con i partigiani. Giuseppe Caroli e Adele Donatini furono fucilati al Cerreto di Fantino il 18 luglio come Dionisio Rossi. Carlo Quadalti contadino della Casa Nuova fu fucilato quello stesso giorno nel podere La Castellina dove si trovava per la mietitura a dare una mano ad Arturo Raspanti. La Wehrmacht aveva stabilito il proprio comando a Crespino, nella villa di Carlo Mazza, proprietario terriero della zona. I partigiani che operavano nell’area, ed ai quali erano associati i giovani renitenti alla leva repubblichina sbandati, erano quelli della 36^ Brigata Garibaldi Alessandro Bianconcini. Valeria Trupiano nel suo pregevole lavoro A sentirle sembran storielle Luglio 1944 La memoria della strage di civili nell’area di Crespino del Lamone del 2008 riporta quanto contenuto nel bollettino partigiano della Bianconcini datato Imola 21 ottobre 1945. Ventotto pagine consegnate alla Trupiano dall’ex partigiano Bruno. Il bollettino, con la relazione ufficiale, contiene il diario delle azioni e dei sabotaggi giornalieri operati dalla brigata, gli spostamenti le imboscate, le catture ed uccisioni di nazisti e spie fasciste, gli attacchi e le uccisioni di partigiani e di civili da parte dei tedeschi. A proposito della giornata del 17 luglio tra le varie azioni partigiane realizzate nel territorio viene descritta la seguente: “ Elementi misti delle compagnie di Paolo e di Marco attaccano il traffico sulla strada Faentina. Un automezzo tedesco distrutto, 2 soldati uccisi e sei feriti. Da parte nostra un ferito. A seguito di tale azione i tedeschi per rappresaglia  massacrarono 35 coloni raccolti nei dintorni. La versione partigiana ha molto in comune con quella raccontata dagli abitanti di Crespino. Nel libro di Don Bruno Malavolti Estate di Fuoco, nella parte di Arturo Frontali che ricostruisce i fatti attraverso le testimonianze, si fa capire  che alcuni giovani partigiani, conosciuti da tutti e soldati sbandati, dopo l’otto settembre, continuavano ad appoggiarsi al paese e al podere dei Mengacci. Verso la fine di aprile, alcuni di questi partigiani uccisero due tedeschi in località Casaglia. Sembra che una delle vittime fosse il comandante di un gruppo appartenente alla Marina tedesca, che era acquartierato a Villa Ersilia a Marradi. L’episodio, tuttavia, rimase impunito per l’intercessione di una nobildonna tedesca sfollata a Ronta che ebbe il merito di convincere gli occupanti a stipulare con il paese una sorta di patto di tregua. L’accordo venne tuttavia violato dai partigiani del posto che ai primi di luglio, presso il ponte di Spedina, catturarono altri due soldati, scaraventandone uno da un burrone e lasciandosi scappare il secondo che, raggiunti i suoi commilitoni, dette l’allarme. Successivamente, la mattina del 17 luglio, la stessa banda, appostata su una collinetta, attaccò una pattuglia tedesca uccidendo un soldato e scagliando una bomba a mano contro l’autoambulanza sopraggiunta dal vicino ospedale militare di Villa Fantino. Il 17 luglio, dopo appena un’ora dall’agguato, una seconda pattuglia tedesca rinforzata da squadre provenienti da Marradi, arrivava sul posto, interrogava due contadini intenti alla mietitura: mentre uno affermava di avere visto i partigiani imboscarsi e fuggire dopo l’attentato, l’altro taceva e veniva ucciso perché ritenuto complice. La rappresaglia partì poi dal podere Prato con lo sterminio dell’intera famiglia Beltrami, cui apparteneva uno dei partigiani responsabili dell’attacco. I tedeschi rastrellarono tutti gli uomini che trovarono, li raccolsero presso Villa Mazza, sede del comando, poi li trasferirono sulle rive del Lamone e qui li fucilarono. Soltanto uno dei prigionieri, Giuseppe Mariano Maretti, sopravvisse all’esecuzione, morendo poi nel 1948 in seguito alle ferite riportate quel giorno. Convocato il parroco, Don Fortunato Trioschi, e altri due contadini sul luogo dell’eccidio, i tedeschi li costrinsero a scavare una fossa e li fucilarono sul posto. Il 18 luglio l’operazione proseguì a Fantino con l’invasione di casa Caroli, in località Mengacci: gli uomini, quattro, furono trattenuti nell’edificio, mentre le donne e i bambini furono portati, attraverso il castagneto, in una grotta naturale e lì sorvegliati con una mitragliatrice. Quando le donne ed i bambini, che erano stati rilasciati, tornarono verso il podere in fiamme, trovarono una scena agghiacciante due uomini assassinati con il colpo di pistola alla nuca e due legati ai materassi e asfissiati. Un altro reparto, nazi-fascista, frattanto, era impegnato nella ricerca e nell’assassinio di contadini rimasti a Castellara, Castellina, Cerreto, Lozzole e Campergozzole. La mattanza si concluse la sera del 18 luglio, con un bilancio di 44 vittime nell’area Crespino, Fantino e Lozzole. Anche se la documentazione tedesca non fa espressamente riferimento alla strage, sembra di poter ricostruire la presenza sul territorio di unità di polizia tedesca o miste italo-tedesche, come il III Polizei Freiwilligen Bataillon Italien, il cui trasferimento presso l’Appennino è dato certo. Da allora ogni anno si commemora l’eccidio con una testimonianza che si rinnova per sottolineare come la gente di Marradi, e della Valle del Lamone non dimentica il sacrificio di quanti consapevoli ed inconsapevoli si immolarono con la stessa dignità e fierezza che molto tempo prima i loro padri il 24 luglio 1358 alle Scalelle avevano dimostrato fermando la compagnia tedesca di ventura del conte Lando. Quando avvennero i luttuosi fatti, mio nonno era a Mauthausen. Nella memoria comune, i partigiani avevano, come ha riportato nel suo libro Valeria Trupiani: “le loro colpe rubavano in casa dei benestanti, ostentavano simboli comunisti compiendo operazioni contro i soldati tedeschi senza avere il corraggio di affrontarli a viso aperto”. Tuttavia la Trupiani ha anche aggiunto: “Quei giovani, che abbiamo denominato, così detti partigiani, avevano il diritto e il dovere di nascondersi tra le montagne per non farsi catturare e rischiare la morte o la deportazione in Germania”. Forse la strage sarebbe accaduta lo stesso ma in quelle vicende i partigiani non ebbero un comportamento esemplare. Eppure certa retorica ideologica nelle ricorrenze degli ultimi anni ha rimosso parte della verità storica, o parte dei pregiudizi. Ricordo di quando mio nonno, che come vicesindaco e deportato a Mauthausen aveva titolo istituzionale e morale per partecipare alla commemorazione, mi raccontava che al pranzo con il vescovo gli “girarono il piatto”. I tempi sono cambiati i crespinesi che si opposero duramente, nel 1964, quando l’Amministrazione Comunale inaugurò la parte superiore del sacrario, all’affissione dei manifesti dell’ANPI in cui c’era scritto W i partigiani W la Resistenza, convivono pacificamente da molti anni con labari, medaglieri dell’ANPI e garibaldini e antifascisti dell’ultima ora; ed ai buffet, preparati con cura dalle donne di Crespino, nessuno più si vede girare il piatto.

Rodolfo Ridolfi  capogruppo centro destra Unione dei Comuni Montani Mugello Alto Mugello ex sindaco di Marradi.

Stefano Mugnai, Paolo Giovannini e Raffaella Ridolfi (Forza Italia): “Il Presidente Mattarella nomini immediatamente Silvio Berlusconi senatore a vita” Gli azzurri della Provincia di Firenze si mobilitino per far conoscere la verità.

Annotazione 2020-06-30 164003  martedì 30 giugno riceviamo da Forza Italia della Provincia di Firenze e molto volentieri pubblichiamo

 

 Stefano Mugnai, Paolo Giovannini e Raffaella Ridolfi (Forza Italia): “Il Presidente Mattarella nomini immediatamente Silvio Berlusconi senatore a vita” Gli azzurri della Provincia di Firenze si mobilitino per far conoscere la verità.

Quello che molti sapevano, sulla infinita persecuzione giudiziaria e mediatica di Silvio Berlusconi e della sentenza taroccata che gli è costata l’ingiusta condanna, l’estromissione dal Senato e l’impossibilità a ricandidarsi è stato certificato dalle prove inconfutabili emerse in questi giorni.  Torna quindi in prima pagina la necessità di smascherare i protagonisti del Golpe Giudiziario che ha cambiato la storia della Repubblica penalizzando non solo Il Presidente ma anche il suo Movimento Politico. Per fare chiarezza sui mandanti e le parti politiche che hanno organizzato e gestito questo autentico colpo di Stato occorrono iniziative nelle sedi istituzionali, a tutti i livelli, che ripristino la verità. Il Presidente della Repubblica ha tuttavia il dovere di nominare immediatamente   Silvio Berlusconi senatore a vita, come piccolo atto di risarcimento, democratico, nei confronti del grande statista che è stato oggetto del plotone di esecuzione della politica per via giudiziaria.

 

On Stefano Mugnai                    Paolo Giovannini               Raffaella Ridolfi

Coordinatore Regionale            Coordinatore Provinciale     V.Coordinatore

 

 

Marradi piange Giovanna Lippi vedova Ciottoli.

Giovanna Ciottolivenerdì 28 maggio

 

Nata a Fucecchio il 21 dicembre del 1927 laureata in Farmacia sposa Silvano Ciottoli anch’egli farmacista il 14 dicembre 1950, due figli: Giovanni Battista e Luigi. Giovanna con Silvano gestisce l’antica Farmacia di Vito Ciottoli a Marradi fino al 1marzo 1988 e rimasta vedova continua come titolare dell’antica e premiata farmacia fino al 27 maggio scorso giorno in cui è tornata alla “Casa del Padre”.
Giovanna è una donna intelligente e colta, bella, dai tratti gentili. Anche quando partecipa intensamente alla vita della sua comunità, alla quale non fa mai mancare il suo importante contributo, lo fa in punta di piedi con discrezione come quando accetta nell’ottobre del 1988 di rappresentare nel Consiglio dell’Asilo il Sindaco Rodolfo Ridolfi ed il Consiglio Comunale per continuare la straordinaria opera che a tale istituzione aveva dedicato il marito Silvano per 21 anni come Presidente. Nel 1992 è la prima Presidente del Comitato per il Gemellaggio Marradi-Castelnaudary, nel 1999 è fra le socie fondatrici della Sezione marradese della FIDAPA. Giovanna era attiva nella S.Vincenzo dè Paoli, nella Charitas, nell’Associazione per il Tempo Libero, nella Misericordia e nell’ AIDO di cui, come ricordano i figli, era socia da 40 anni. All’atto della sua morte Giovanna ha voluto concludere la sua vicenda terrena con un gesto di grande amore consentendo l’espianto del suo fegato. Tutti coloro che l’ hanno frequentata e apprezzata per la sua grande sensibilità la piangono e la ricordano nelle loro preghiere.

Cristiano Talenti subentra in Consiglio Comunale ad Alessandro Brasino.lunedì 18

Cristiano Talenti

Cristiano Talenti

lunedì 18 maggio

In seguito alle dimissioni, per motivi di lavoro, da Consigliere Comunale, di Alessandro Brasino, il Consiglio Comunale di Marradi  nella seduta del 16 maggio scorso ha provveduto alla surroga del consigliere della lista Si AMO MARRADI con Cristiano Talenti.

Cristiano Talenti, operaio, 52 anni iscritto a Forza Italia è stato il capogruppo della Lista “Palazzuolo Viva” nel vicino Comune di Palazzuolo Sul Senio, scegliendo di subentrare nel Consiglio Comunale di Marradi ha rassegnato le dimissioni dal Consiglio Comunale di Palazzuolo Sul Senio.  Nel 1946 il nonno Evaristo era stato consigliere comunale socialista nelle prime libere elezioni. Il padre Giovanni ha ricoperto numerosi incarichi nel Partito Socialista e nel Sindacato CISL. Il gruppo dei 4 consiglieri comunali  di Si AMO Marradi risulta quindi così composto: Raffaella Ridolfi capogruppo, Giulio Bassetti v.capogruppo, Mauro Ridolfi e Cristiano Talenti.

La redazione di Marradi Free News rivolge un cordiale saluto ad Alessandro Brasino ed un augurio di buon lavoro a Cristiano Talenti

1° Maggio festa dei lavoratori, il discorso di Attilio Vanni in piazza Scalelle il 1° maggio del 1945.

Vanni-Attilio-300x185giovedì 30 aprile 2020
Mi piace ricordare il 1° Maggio riportando dal mio libro “Domenico Vanni, sovversivo per la libertà” questo ricordo ed il  il testo del discorso di Attilio Vanni, nato a Marradi il 12 aprile 1885, biforchese, impresario edile, sindaco socialista dal gennaio all’ aprile 1945, membro socialista del CLN con Arturo Scalini.
Di Attilio Vanni scrive il maresciallo Ulderigo Gazzarini comandante la stazione dei reali carabinieri in una informativa del 14 ottobre 1927 V anno della Rivoluzione Fascista: “…Ha militato nel partito socialista…fu il primo pioniere del partito socialista di questo paese, tenne più volte conferenze pubbliche riuscendo di attirare la buona parte al socialismo gli operai di questo paese…”). Con Palmerino Mercatali, Guglielmo Ranieri uno degli ex amministratori “ sotto l’egida di Gigi il Rosso (Luigi Maestrini) e degli altri compagni che regnarono in Marradi con l’etichetta socialista”, Giovanni Bernasconi segretario socialista e della Lega Operaia aderente alla Camera del Lavoro di Firenze, Giuseppe Mercatali , Alessandro Cappelli e Domenico Vanni (Consigliere Provinciale nel 1920) Attilio Vanni è uno dei principali protagonisti della Marradi Socialista della prima metà del secolo scorso.
Il discorso tenuto da Attilio Vanni il 1° maggio del 1945, il primo dopo che Marradi fu liberata dagli alleati il 25 settembre del 1944, è una pagina molto bella, improntata ai valori più pregnanti del riformismo turatiano, preludio alle più moderne teorie socialdemocratiche che hanno prevalso nella storia del movimento operaio dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989.

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“Cittadini marradesi, Compagni! Mentre gli ultimi avanzi di quella che fu la tirannia fascista volge ignominiosa e la giustizia umana ha finalmente inchiodato al muro il rinnegato Mussolini; mi è caro potervi liberamente parlare in questo 1° Maggio, che si riallaccia all’antica consuetudine di celebrare la festa dei lavoratori. Ricordiamoci, che non dobbiamo essere degli approfittatori di questa libertà tanto duramente conquistata poiché altrimenti cadremmo nell’errore del 1919, i fatti che si sono succeduti ci debbono dare esempio, se vogliamo che questa nostra Italia risorga bella e libera non insozzata di sangue impuro, non abbandoniamoci in pretese egoistiche, tutto ciò che desideriamo deve avere scopo collettivo, poiché soltanto, seguendo l’antica divisa socialista: uno per tutti e tutti per uno, potremo risanare le orribili ferite che dilaniano la nostra povera Patria. Nelle rovine e nelle distruzioni che vediamo nel nostro paese, dobbiamo vedere l’immagine di quelle che sono le sofferenze di tutta l’Italia. Mentre noi pensiamo intanto alla ricostruzione delle nostre case distrutte mettiamo in questa opera la nostra volontà e tutto il nostro spirito di sacrificio. Solo con una stretta e leale collaborazione di tutti i lavoratori del braccio e del pensiero, senza pregiudizio di partito, potremo riuscire ad ottenere veri e proficui risultati.
Lavoratori! Non aspettate a fare il vostro sforzo solo quando la vostra famiglia, sentirà la stretta del bisogno materiale, ma iniziamo subito l’opera della ricostruzione, con animo fermo e braccio vigoroso. Avremo così l’orgoglio di mettere il nostro paese uno dei più colpiti dall’asprezza della guerra, all’avanguardia dei paesi d’Italia.
Il braccio del lavoratore marradese, si è distinto sempre ovunque esso sia portato, in Italia ed all’estero, questo braccio deve oggi centuplicare le sue forze e dimostrare la sua bravura per ricostruire i focolari infranti e far sì che, il paese riprenda nel più breve tempo possibile il suo aspetto e la sua vita normale.
Date prova di voi stessi, perché soltanto così i vostri dirigenti potranno sostenervi di fronte a qualsiasi conflitto di interessi che potesse sorgere tra capitale e lavoro e difendere i vostri santi interessi.”

Attilio Vanni 1 maggio 1945 

 

Rodolfo Ridolfi

Ridolfi rende omaggio alle vittime del virus cinese ed al dottor Iannucci, elogia il personale sanitario ed i volontari.

 

UMCM da remoto

UMCM da remoto

sabato 25 aprile

Nel corso della riunione del Consiglio dell’Unione dei Comuni Montani del Mugello, del 24 aprile scorso, illustrando l’interrogazione che insieme al collega Mauro Ridolfi aveva presentato, il 19 febbraio scorso, sullo stato di emergenza sanitaria Sars 2 Coronavirus per l’epidemia diffusasi dalla città di Wuhan in Cina; sulle misure di contenimento adottate e sulle precauzioni igienico sanitarie necessarie, Rodolfo Ridolfi ha ricordato che la richiesta allora di una convocazione urgente del Consiglio sarebbe stata opportuna, anzi necessaria. Ciononostante, ha sottolineato, come la Società del Mugello e dell’Alto Mugello abbia reagito per il meglio ed il sistema, al netto delle gravi lacune ed i mancati appropriati controlli ed interventi in due RSA, abbia funzionato grazie al personale medico, paramedico ed ai tanti ammirevoli volontari ai quali deve andare la riconoscenza di tutte le Istituzioni.

Giandomenico-Iannucci

Ridolfi si è poi soffermato a ricordare l’estremo sacrificio del medico di Scarperia: Giandomenico Iannucci, che operava a Scarperia e San Piero esprimendo vicinanza, affetto e condoglianze alla famiglia, credendo così di interpretare i sentimenti di tutto il Consiglio dell’Unione. Il Presidente dell’Unione Moschetti a seguito delle parole di Ridolfi ha chiesto che l’Assemblea rispettasse un minuto di raccoglimento.

25 Aprile, il 75° anniversario della Liberazione nell’anno del Pandemia del virus cinese.

vannimercoledì 22 aprile

In questo clima di dopoguerra che la Pandemia del virus cinese ha riproposto il 75° anniversario della Liberazione assume un significato particolarissimo; noi lo vogliamo celebrare riproponendovi la lettura del libro di Rodolfo Ridolfi “Domenico Vanni-Sovversivo per la libertà” che racconta la figura del grande e autentico combattente antifascista marradese.

Domenico Vanni classe 1889 scalpellino, pioniere del socialismo nella Romagna Toscana, consigliere provinciale di Firenze nel 1920, antifascista, partigiano, deportato a Mathausen, vicesindaco di Marradi nel 1946, socialdemocratico, imprenditore a Parigi, amico di Nenni e di Saragat. Un saggio quello di Rodolfo Ridolfi che partendo dal nonno riscrive una parte importante della storia politica ed amministrativa fra le due guerre e si spinge fino agli anni novanta. 130 pagine, arricchite da immagini, si animano delle testimonianze, spesso sussurrate all’orecchio, dei terribili accadimenti del passaggio del fronte, dei lutti e degli atti di eroismo e degli omicidi della guerra civile in un’area che fu teatro di acerrimi scontri fra alleati e nazifascisti. Ridolfi ricostruisce in maniera organica la presenza delle formazioni partigiane nell’appenino, ricorda i martiri e fra questi Bruno Neri, riporta l’articolo di Marino Pascoli sulla Voce del 1947 a proposito dei falsi partigiani e rende onore a tutte le vittime. Nella prefazione si legge: “Nel libro di Ridolfi c’è la leggerezza incosciente di un Paese che spianò la strada al regime e ne subì passivo le violenze e gli errori. Ci sono quei ragazzi italiani che attraversarono il fascismo come una malattia lunga e dolorosa ma mai mortale, perché la loro fede nella libertà era più forte e un giorno avrebbe vinto. Poi c’è la guerra civile, le atrocità, la ricostruzione vista non in astratto ma nella vita quotidiana dei nostri borghi, distrutti dalle bombe eppure vitalissimi, quasi euforici, ubriachi di democrazia. E c’è il dopoguerra, la ripresa, la crescita, il cambiamento politico e sociale. Ma nel libro di Ridolfi c’è anche altro, qualcosa che scotta e coinvolge subito il lettore: una ricerca di verità che costringe a infrangere molti miti, molta di quella retorica sulla Resistenza che per decenni ha inchiodato l’Italia ad una finzione. Da un lato c’era il Male del fascismo oppressore, dall’altro il Bene assoluto della Liberazione. La Liberazione fu una grande prova di orgoglio e di riscatto nazionale. Ma fu anche la vicenda di un popolo che – magari proprio nella Toscana della vivacissima Marradi o nella Romagna, regioni prima così nere poi d’incanto così rosse – cambiò bandiera per puro opportunismo. Fu, soprattutto, la durissima e sorda lotta fra i liberatori, che proseguì quella combattuta nei tempi dell’esilio e dell’antifascismo letterario ed epistolare. Se negli anni venti e trenta Matteotti, Turati, Gobetti e Rosselli erano fra i principali nemici di Gramsci e di Togliatti, un attimo dopo aver sconfitto il nazifascismo quel conflitto si ripropose con forza, seppur celato dal trionfalismo di un Paese in festa e dalla geopolitica che voleva l’Italia in ogni caso “occidentale” e “americana”. Ben poco emerse, quindi, di un duello cruento che si svolse senza nessuna ribalta, come sepolto e dimenticato. Ben poco restò, nella memoria collettiva, di quel sangue che – per avvicinarci alla formula usata da Pansa, “Il sangue dei vinti” – fu il sangue innocente dei “vincitori”: i socialisti riformisti in primis, ma anche i liberali e i cattolici, che avevano vinto anch’essi la guerra alla dittatura ma furono presto schiacciati dall’organizzazione militare comunista. Una cultura totalitaria non dissimile da quella appena sconfitta, anzi certamente più feroce e determinata. “Mio nonno fu tanto antifascista quanto anticomunista”, dice Rodolfo Ridolfi di Domenico Vanni, e si coglie nelle sue parole un orgoglio trattenuto troppo a lungo, perché nell’antifascismo di maniera i due totalitarismi erano visti come sideralmente distanti. Invece, a creare questa separazione fu solo la tracotanza dei più potenti fra i vincitori che, come sempre accade, riscrivevano la Storia a loro piacimento. La vita di Domenico Vanni, che per l’autore è il punto di incontro di “ricordi, convinzioni ed emozioni”, va quindi oltre la biografia e diventa l’occasione di riscoprire ciò che siamo stati davvero.

P.S.

Ricordo di “Cinto” Gurioli nel 54° anniversario della morte

img20160420_18043571martedì 21 aprile

Il 21 aprile del 1966 moriva a Marradi all’età di 53 anni Marco Giacinto Gurioli il popolare Cinto, nato a Aigle (Svizzera), era il più giovane degli undici figli di Enrico e Uliva Camurani emigrati che gestivano un ristorante ma che rientrarono a Marradi allo scoppio della prima guerra mondiale. Il giovane Marco frequenta la scuola comunale di musica diretta dal maestro Boldi e impara a suonare, il pianoforte, l’organo, il clarino ed il sassofono. Fa parte e recita nel ’39 nel Teatro Educativo Asilo di Marradi con l’intramontabile Marco Alpi (Capana), Enzo Barzagli, Vieri Buccivini, Lello Campana, Orazio Monti, Goffredo Nannini, Renato Ridolfi e la mitica Carolina Benini con la quale fonderà, insieme a Enzo Barzagli e i fratelli Torsitano, la compagnia di prosa del Teatro degli Animosi. Pompiere, virtuoso artigiano falegname. da il meglio di sé come compositore e musicista.  Suona nella Filarmonica locale. fonda insieme a Giuseppe Biagi e Pietro Maretti, la “Schola Cantorum” della Chiesa Arcipretale di Marradi dove suona l’organo come pure nella Chiesa della SS.Annunziata delle Monache Domenicane.

copertina cinto

Nel 1945 è assessore comunale e fra i soci fondatori della Cooperativa di Consumo con Ottorino Randi e Angiolo Cappelli, ma, soprattutto, musica e dirige una serie di Operette come “Cenerentola” e “Fior di Loto” per la regia e la coreografia di Renato e Gina Ridolfi. Ed ancora “La Regina delle Dolomiti” e “La Ragazza Ungherese”  che, insieme alle tante recite scolastiche,  gli valgono numerosi attestati e riconoscimenti del Patronato Scolastico e della Direzione delle Scuole elementari e agrarie di Marradi. Cinto acquista, da Elisa e Manlio Campana, il 3 settembre 1946, il pianoforte della famiglia del poeta. Sposato con Isolina Fabbrini, “Lina di Cinto”,   scomparsa nel 2011, molto volentieri lo ricordiamo, insieme ai figli Enrico, Silva, Giampaolo Pape e le nipoti Arianna e Raffaella, nel cinquantaquattresimo della morte. In sua memoria è uscito il libro “Cinto-Frammenti di Piani” il 19 novembre 2019 con allegato il CD del figlio Pape Gurioli.

La redazione

“Signori, il Canzoniere..!” di Renato Ridolfi (1919-2018)

LASTRA 35X50_coperta.cdrlunedì 20 aprile

Pronto dal 2019 per ricordarne il centenario della nascita, Signori il Canzoniere…! di Renato Ridolfi, scomparso nel giugno del 2018 è curato dal figlio Rodolfo Ridolfi, esce solo ora a causa della pandemia in atto. La pubblicazione comprende la ristampa anastatica della Rivista per ragazzi in due tempi e un prologo “Signori, il Canzoniere…!” insieme a componimenti vari e frammenti del poliedrico intellettuale marradese. “..Ho aggiunto un album di vecchie foto, aggiunge il curatore, che danno il sapore “d’epoca” ed altre che lo ritraggono insieme a noi, suoi famigliari, ad amici, persone importanti della sua e della nostra vita, prima di tutto mia mamma Gina con lui per 72 anni ed oggi ancora vicina nel camposanto di Marradi come lo fu nella scuola, nelle operette e nel teatro. Ed il Sindaco del Comune di Marradi Tommaso Triberti scrive: “… Renato Ridolfi: uno di quei volti senza cui Marradi non sembra più la stessa. …Avrei voluto conoscere l’uomo prima e più a fondo, durante i suoi anni più impegnati, quando era per tutti “il maestro” e faceva vivere il nostro bel teatro con le sue invenzioni sul palco e sulla pagina… Dentro queste righe cercavo un termine che descrivesse Ridolfi, insegnante di marradesi anche illustri, scrittore, poeta, alpino come lo vedevo io ad ogni raduno, e molto altro ancora. Renato è stato un protagonista del suo tempo, capace di connotare una comunità con la sua presenza e la sua attività infaticabile: ne incarnava non meno di altri il genius loci…Possiamo dire che ha contribuito a salvare, scrivendo i propri ricordi, l’immagine di una
comunità che nel passaggio cruciale del Novecento ha cambiato profondamente abitudini, stili di vita, orientamenti culturali. La sua testimonianza si rivela preziosa per ricordare a ognuno di noi chi siamo permettendoci di riscoprire chi siamo stati. Nel caos attuale ce n’è quanto mai bisogno… Ecco quindi l’importanza di ristampare questo testo …. Auspico che il testimone della sua esperienza venga idealmente raccolto e che questo lavoro sia messo nuovamente in scena nello splendido Teatro degli Animosi. Grazie, maestro”

Autore Renato Ridolfi
Titolo “Signori, il Canzoniere…!”
a cura di Rodolfo Ridolfi
con il patrocinio del Comune di Marradi
Copyright 2019: Free News
Stampato dalla Tipo-Litografia Fabbri s.n.c.
Anno edizione: 2020
Pagine: 136 Prezzo 15 euro IVA compresa

Guardiamo all’esempio del 18 aprile del 1948 Quando l’Italia per rinascere scelse di essere Libera e Forte

fullpsdivenerdì 17 aprile

 

Nelle difficoltà estreme che stiamo subendo a causa del virus cinese (SARS 2) troviamo il tempo per guardare le pagine più luminose del diario della nostra storia e da esse traiamo insegnamenti per il futuro dell’Italia.

Siamo tutti figli del 18 aprile 1948, perché quel giorno fu il popolo vero, fu l’Italia profonda, dal nord al sud, che seppe difendere, unita, un patrimonio comune di valori ereditato nei secoli; perché quel giorno il nostro popolo seppe dire «no» ad una ideologia che, se avesse vinto, avrebbe portato in Italia il terrore rosso che già aleggiava sui Paesi dell’est europeo, consegnati a Stalin dagli accordi di Yalta. Il 18 aprile fu giustamente definito una seconda Lepanto, in quanto se Lepanto impedì ai musulmani di invadere l’Europa, il 18 aprile impedì ai comunisti di conquistare l’Italia. Se il 25 aprile del ’45 segnò la fine del nazifascismo per l’opera determinante delle truppe anglo-americane e dei resistenti, il 18 aprile del ’48 fu la data in cui, con il voto, l’Italia decise per la democrazia e la libertà, sconfiggendo il pericolo frontista. Come non sottolineare l’intelligenza politica, la lungimiranza ed il coraggio di Saragat, il quale si staccò da un partito socialista, ormai succube del Pci, per dar vita ad un socialismo liberale e democratico. Settantadue quattro anni sono passati da quel 18 aprile 1948, quando, alle prime elezioni dell’Italia repubblicana, i partiti del centro-destra ottenevano il 48,5% dei suffragi, battendo di oltre diciassette punti la lista di Unità Popolare, formata da Pci e Psi.

Il significato della vittoria del 18 aprile va sicuramente al di là del pur considerevole risultato ottenuto dalla Dc, e supera di gran lunga la sigla stessa, sotto la quale tutti quei consensi vennero raccolti. Il 18 aprile vinsero i Comitati Civici, creati pochi mesi prima, che, forti di trecentomila volontari e di ventimila comitati elettorali, intrapresero una politica anticomunista e organizzarono una campagna elettorale nella quale risultò evidente, attraverso slogan e manifesti, che la posta in gioco era la salvezza del Paese dal comunismo. Vinse uno spirito di «crociata» in difesa della civiltà, un anno prima della scomunica lanciata da Pio XII, il 28 giugno del 1949, nei riguardi dei cristiani che aderivano alle dottrine del comunismo e che collaboravano con movimenti comunisti, e undici anni dopo l’enciclica Divini Redemptoris di Pio XI che aveva definito il comunismo «intrinsecamente perverso». Certamente, una delle cause della sconfitta del Fronte popolare è da ravvisare nella levatura politica e morale di uomini come De Gasperi, Saragat, Einaudi. Fu così che i moderati contribuirono a salvare la democrazia e la civiltà del nostro Paese; mentre presuntuosi intellettuali di sinistra, ciechi di fronte ai crimini di stampo leninista-stalinista, iniziavano la loro triste marcia dentro il comunismo. Un’analisi di oltre settant’anni di storia italiana potrà contribuire a far luce sul significato politico e culturale di una data troppo importante per essere dimenticata, forse, un po’ troppo scomoda, dopo che gli eredi degli sconfitti di ieri vorrebbero diventare i vincitori di oggi. Le istituzioni dovrebbero ricordare con gratitudine i protagonisti di quell’evento: Alcide De Gasperi, Giuseppe Saragat, Luigi Einaudi, Randolfo Pacciardi, che affermarono i valori della democrazia, della libertà, dell’atlantismo, dell’europeismo e dell’Occidente, valori che sono ancora attuali ed irrinunciabili. Quella del 18 aprile 1948 non fu una delle consuete competizioni elettorali tra differenti forze politiche, ma una scelta di civiltà fra due opposte concezioni del mondo: fra un’Italia profondamente legata alle proprie radici nazionali, religiose e civili, ed una parte del Paese plagiata dall’utopia marxista-leninista; un’utopia che proprio nella primavera dello stesso anno portava con un golpe i comunisti al potere a Praga e forniva l’ennesimo saggio di brutalità nell’Europa dell’est con la defenestrazione del socialista Masarik. Il clima da guerra civile di quegli anni, le aspettative dei comunisti italiani nei confronti dei partigiani comunisti jugoslavi di Tito, che avanzavano nell’Italia orientale, e l’eliminazione sommaria da parte comunista dei partigiani non comunisti e di tanti innocenti subirono il 18 aprile del 1948 un duro colpo.

Rodolfo Ridolfi

La musica di Amos Fabbri un bel dono che ci riporta indietro nel tempo…

 

bandaiod-amos-fabbrimartedì 14 aprile Dopo il single del maestro Gabriele Bertozzi, ci fa molto piacere riprendere dal Filo del Mugello questa news che racconta di come il nostro amico e artista Amos Fabbri dedichi il tempo della chiusura forzata cui ci costringe il virus cinese alla sua grande passione musicale che libera la sua migliore creatività

 

PANICAGLIA – Che questi tempi di clausura forzata siano occasione propizia per dedicare tempo alle proprie passioni e attitudini è perfino scontato. Fornelli, lavori nell’orto, bricolage e lavoretti in casa, letture, film, musica. E per chi ama suonare è il momento dell’esercizio della propria creatività. Come per Amos Fabbri, chitarrista e vocalist di lungo corso, come ben si può notare leggendo la sua biografia musicale (qui la scheda). Ed ora, chitarra, voce e computer, sul quale crea basi musicali davvero ben fatte, ha iniziato a incidere  una serie di pezzi.

Di recente ne ha diffusi un paio, una cover, dei Dik Dik, ma anche un brano di propria produzione, parole e musica. Ascoltateli su Facebook o sul Filo del Mugello

 

L’ultima fatica di Gabriele Bertozzi musicista e poeta: “Così te ne sei andata”

bertozzisabato 11 aprile

Il nuovo singolo di Gabriele Bertozzi che racconta un amore  si intitola “Così te ne sei andata”. il brano lanciato oggi da Gabriele Bertozzi per l’etichetta di Alfonsine (Ravenna) PMS Studio, è un  brano che l’autore e arrangiatore racconta essere stato scritto in un momento particolare della sua vita, ” in quella fase che anticipa il divorzio, quando cerchi di tenere in piedi una storia ma ti rendi conto che dall’altra parte non c’è la stessa volontà, e allora si mescolano pensieri e sentimenti, dall’amarezza alla dolcezza, ma anche la rabbia..” Tutto questo nel brano scritto da Bertozzi volutamente “arrangiato con semplicità, senza troppi orpelli, volevo che la maggior parte dello spazio d’ascolto fosse occupato dal testo”. Bertozzi, che in carriera ha ricevuto riconoscimenti di grande importanza come arrangiatore ed autore, collaborando anche, tra gli altri, con la PFM nel brano “Maestro della voce“, lavora quotidianamente fianco a fianco con artisti emergenti, arrangiando e firmando brani che spesso arrivano a conquistare premi a livello nazionale (al suo attivo anche una finale di Castrocaro, sempre come autore). “Così te ne sei andata” si trova, scaricabile, su tutte le piattaforme digitali più conosciute, primo capitolo di “quello che forse  diventerà un album. Di sicuro  altri tre- quattro brani sono pronti e usciranno nei prossimi mesi-.

 

 

Da oggi al prossimo 8 aprile le domande al Comune per ricevere i buoni spesa

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Da oggi e FINO ALLE 12 DEL PROSSIMO 8 APRILE è possibile presentare domanda al Comune per ricevere i buoni spesa destinati alle persone e/o alle famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza Coonavirus.

 

E’ presente anche il modello di autocertificazione da compilare e consegnare, unitamente a documento di riconoscimento in corso di validità, nelle modalità indicate per presentare la richiesta di L’istanza andrà inviata preferibilmente via posta elettronica certificata (pec), al seguente indirizzo: comune.marradi@postacert.toscana.it Oppure posta ordinaria a: m.savorani@comune.marradi.fi.it Al fine di limitare il più possibile gli spostamenti e gli assembramenti, qualora il cittadino fosse impossibilitato a provvedere con i mezzi sopra indicati, la richiesta potrà essere presentata anche telefonicamente all’assistente sociale che provvederà alla compilazione della domanda. I numeri utili da contattare in tal caso e/o per richiedere informazioni sono esclusivamente: 055 8045005 in orario di ufficio 8.30 – 16.00 338 5492139 in orario d’ufficio 8.30 – 16.00 Inoltre per chi non riuscisse a fare la richiesta tramite telefono o tramite e-mail, la domanda potrà esser consegnata direttamente nella cassetta postale che l’amministrazione predisporrà fuori dal portone del palazzo comunale. Infine l’assistente sociale sarà disponibile in front office, previo appuntamento, qualora ne ravvisi le necessità, nelle giornate di: • lunedì 6 aprile 14.30 – 17.30 • mercoledì 8 aprile 9.00 – 12.00 presso il Palazzo Comunale, al piano terra. Ogni famiglia potrà presentare una sola istanza. Coloro i quali hanno consegnato istanza al Comune via mail ordinaria o depositata nella cassetta postale, in prossimità dell’ingresso al Palazzo Comunale, saranno contattati entro la fine della scadenza del presente avviso per comunicare loro il numero di protocollo e l’avvenuta ricezione.buoni alimentari.

L’amministrazione si raccomanda di seguire con attenzione le modalità di presentazione indicate nell’avviso, di NON RECARSI PRESSO GLI UFFICI COMUNALI, ma di contattare i numeri messi a disposizione che vi supporteranno nella presentazione della domanda.

Le Suore del Convento della SS.Annunziata di Marradi combattono la pandemia con la preghiera e con il sostegno concreto alla Protezione Civile

manifesto9 -PAXP-deijEmercoledì 01/04/20 

Le suore di clausura di Marradi: Suor Maria Domenica, Suor Maria Rosaria, Suor Maria Margherita, Maria Francesca e Caterina assicurano il loro aiuto non solo attraverso la preghiera costante con la quale chiedono protezione per tutti noi, ma hanno disposto un bonifico di € 500 in favore dell’ Associazione Protezione Civile di Marradi.

Stefano Benedettini, a nome dell’Associazione di Protezione Civile Volontari Marradi scrive : “In questo periodo di grossa difficoltà, non rimaniamo indifferenti, ma commossi dalla generosità delle nostre Monache che, come cittadine di Marradi hanno voluto contribuire in un momento così difficile. La loro vicinanza ci aiuterà ad affrontare al meglio tutte le situazioni.       Un infinito Grazie.

Da domani ci si muova solo per lavoro salute ed emergenza rimanete in casa ed uscite solo per necessità inderogabili attenendovi a tutte le precauzioni indicate dalle autorità

logomartedì 10 marzo 

Cari lettori cari marradesi,

Da oggi ci si muove solo per lavoro, salute o emergenza. Misure valide per tutti fino al 3 aprile. Abbiamo bisogno di avere un sistema sanitario in grado di curare tutti coloro che si ammalano di coronavirus  e anche coloro che si ammalano di altre patologie. E allora abbiamo bisogno di contenere il virus, perché se continuasse a crescere con questa velocità non saremmo più in grado di rispondere come stiamo facendo. Nel complesso il sistema sanitario può reggere ma è importante che le persone diano il proprio fondamentale contributo alla causa attenendosi alle indicazioni fornite dalle autorità. Facciamo appello a tutti anche a coloro che in maniera superficiale hanno ignorato fino ad oggi l’alto rischio che corre il Paese intero  di attenersi scrupolosamente alle indicazioni. Insieme alle norme igieniche è fondamentale evitare il più possibile i contatti e le occasioni di contatto a partire dalla frequentazione dei luoghi chiusi pubblici e privati. In maniera composta, evitando allarmismi ma soprattutto evitando pericolosissime minimizzazioni del rischio reale che tutti, nessuno escluso, stiamo correndo, dobbiamo rallentare il propagarsi del virus per consentirne nei tempi che saranno necessari la sconfitta. Se saremo tutti uniti e terremo comportamenti intelligenti anche nella comunicazione fra di noi potremo farcela.

il direttore responsabile

Rodolfo Ridolfi

STRADA PROVINCIALE 306: NON E’ PIU’ ACCETTABILE QUESTA SITUAZIONE DI INSICUREZZA. GANDOLA E RIDOLFI: LA CITTA’ METROPOLITANA INTERVENGA.

Uno dei tanti dissesti della strada 306 in Comune di Palazzuolo S/Senio

Uno dei tanti dissesti della strada 306 in Comune di Palazzuolo S/Senio

domenica 9 febbraio

Non è più accettabile questo stato di cose. La città metropolitana intervenga e dopo anni  di abbandono metta finalmente in sicurezza la strada provinciale 306 che da Palazzuolo sul Senio si biforca in due direzioni: Marradi, da un lato e Casola ValSenio, dall’altra.

“Su invito e precisa sollecitazione di Rodolfo Ridolfi, Capogruppo del Centrodestra all’unione dei comuni del Mugello e Consigliere comunale a Palazzuolo sul Senio – dichiara Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia, centrodestra per il cambiamento – mi sono recato nei giorni scorsi ad effettuare un sopralluogo in zona.  In tal modo ho  potuto constatare direttamente le gravi criticità dell’arteria che in più punti presenta frane, gravi smottamenti e seri problemi di stabilità della sede stradale. Gran parte dei guard-rail sono divelti, se non addirittura assenti, sostituiti da transenne volanti e new jersey.  L’asfalto della sede stradale è completamente deteriorato con plurimi crolli del sedime stradale e in un tratto la percorribilità è da molti anni garantita ad un unico senso di marcia alternato con l’istallazione di un semaforo provvisorio”.

Gandola - ridolfi (2)“Questa situazione di assoluta difficoltà  – commentano Gandola e Ridolfi – si protrae irrisolta da anni con tutti i problemi connessi alla viabilità e alla mancata sicurezza stradale per tutti i cittadini che quotidianamente percorrono le due strade. Per questo è già pronta al riguardo l’interrogazione in Città metropolitana. Con l’atto predisposto – continua Gandola – chiediamo al Sindaco o al consigliere delegato di conoscere tutti gli interventi sin qui svolti sull’arteria, in particolare i costi di ciascun intervento effettuato, nonché il costo del mantenimento in opera sull’arteria di new jersey, transenne, semafori e altro materiale da cantiere; chiederemo, infine, di conoscere i tempi e i costi per il ripristino totale e definitivo dell’arteria, nonché di conoscere il completo e puntale cronoprogramma circa la rimessa in sicurezza della strada”.

“Alla luce del sopralluogo, la situazione che ho potuto constatare è del tutto inaccettabile e senza immediati e non più rinviabili lavori di manutenzione straordinaria e di completo ripristino la strada è destinata  a degradarsi ulteriormente ed il rischio concreto è che i cittadini si trovino senza un collegamento fondamentale della zona. Per questo – conclude il consigliere metropolitano – saremo intransigenti nel chiedere risposte in tempi celeri.

Raffaella Ridolfi è il nuovo vice coordinatore provinciale di Forza Italia Firenze.

 

Raffaella Ridolfi  è il nuovo vice coordinatore provinciale di Forza Italia Firenze.

raffaella-ridolfi-2sabato 8 febbraio

FIRENZE – Durante l’odierno coordinamento provinciale di Forza Italia, il coordinatore Paolo Giovannini ha provveduto ad indicare quale nuova vice coordinatrice provinciale di Forza Italia Firenze Raffaella Ridolfi, attuale capogruppo di Siamo Marradi

 

“Visto l’impegno profuso per il partito e gli attestati di stima ricevuti negli anni da tutto il coordinamento – ha dichiarato Giovannini – ho provveduto a indicare Raffaelleaquale mia vice per consolidare l’azione del partito sul territorio anche a fronte delle importanti sfide elettorali dei prossimi mesi. Si tratta di un incarico conquistato sul campo con capacità e competenza”.

Iscritta a Forza Italia dal 1 febbraio 1994, giornalista pubblicista dal 2005, Raffaella Ridolfi ha 48 anni, vive a Marradi, è impiegata presso l’ufficio affari legislativi e aiuto di Stato della Regione Emilia Romagna e ha una consolidata esperienza politica essendo stata eletta consigliera comunale al Comune di Faenza nel 2010, consigliera provinciale a Ravenna nonchè candidata alle elezioni politiche nel listino toscano nel 2018.

Pienamente soddisfatto si è espresso Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia-centrodestra per il cambiamento: “Raffaella è una amica dalla lunga militanza politica in Forza Italia, un volto conosciuto e stimato, una persona perbene e altamente qualificata che in tutti i consessi nei quali è stata chiamata ad operare ha sempre dimostrato di saper ben rappresentare il proprio territorio ed il nostro partito”.

Onorata si è espressa la nuova vice coordinatrice: “sono davvero onorata di essere stata indicata dal coordinatore provinciale Paolo Giovannini ed essere stata scelta dal coordinamento provinciale di Forza Italia per ricoprire questo ruolo nella provincia di Firenze. Un impegno – ha aggiunto Ridolfi – quanto mai delicato in questa fase storica del nostro partito che richiede una mobilitazione straordinaria e un contributo di idee importante. Metterò a disposizione del mio partito e di quei valori e quelle idee che a 22 anni mi hanno fatto scegliere Forza Italia come casa politica il mio impegno e la mia esperienza. Ci aspettano appuntamenti importanti nei quali ci proponiamo di non essere i gregari di nessuno”.

Commissione Forteto, on. Mugnai (FI): «Finalmente insediata Ora presto via ai lavori, coronamento del lavoro di anni» Rodolfo Ridolfi Unione dei Comuni, soddisfatto

Mugnai-Ridolfi-Donzelli

Mugnai-Ridolfi-Donzelli

venerdì 7 febbraio:

 Mugnai: «Dopo 4 rinvii, la costituzione dell’organismo era divenuta un thriller»

La soddisfazione di Rodolfo Ridolfi capogruppo del centro destra nell’Unione dei Comuni che  il 26 novembre aveva presentato l’ordine del giorno approvato dal Consiglio: ” Avviare tempestivamente “La Commissione d’inchiesta sul Forteto, approfondire e vigilare sull’attività di affidamento di minori a famiglie, comunità e istituti cui vengono affidati. Proteggere tempestivamente tutti coloro che subiscono violenze nei contesti familiari, extrafamiliari o istituzionali e solidarietà alle vittime del Forteto.

«Alla quinta convocazione, la sua costituzione aveva acquisito contorni thrilling. Finalmente, però, stamattina la Commissione parlamentare d’inchiesta sugli affidi all’interno della comunità-setta del Forteto in Mugello, nella provincia di Firenze si è insediata. Dopo quattro rinvii, stamani il lavoro di anni trova il proprio coronamento. Non un traguardo, bensì un punto di ripartenza che rende possibile avviare gli approfondimenti sui drammatici abusi a danno di minori affidati all’interno di quella comunità degli orrori e sulle responsabilità politico-istituzionali che di quei fatti sono state la cornice. Quindi, ora, via veloci ai lavori»: è con un misto di soddisfazione e sollievo che il Vicepresidente del Gruppo Forza Italia alla Camera dei Deputati, onorevole Stefano Mugnai, annuncia l’arrivo in porto dell’insediamento della Commissione bicamerale d’inchiesta sui fatti del Forteto, la comunità del Mugello – alle porte di Firenze – al cui interno per decenni i minori venivano collocati in affido dall’autorità giudiziaria.

«Ma proprio lì – richiama Mugnai che segue la vicenda fin dal 2012 quando, all’epoca in Consiglio regionale della Toscana, ebbe a presiedere la prima commissione regionale di inchiesta – vigeva un sistema di vita dagli schemi ribaltati, in cui la disgregazione della famiglia era un valore così come le pratiche sessuali sui minori e la distorsione delle naturali dinamiche relazionali. I bambini lì collocati subivano manipolazioni e violenze di ogni tipo, morali e materiali. E tutto questo orrore è andato avanti per trent’anni finché i bambini di allora, divenuti giovani adulti, non hanno trovato il coraggio di denunciare ottenendo ragione lungo tre gradi di giudizio culminati nella condanna in via definitiva dei loro aguzzini».

Come è stato possibile? «Quella domanda risuona da anni nella testa di chi come me e con me ha lavorato per scoperchiare il pentolone – ricorda Mugnai – ma prima ancora risuona nella testa delle vittime. A loro, dopo la giustizia processuale, si deve il riconoscimento istituzionale. Questa Commissione bicamerale che io stesso ho promosso con una delle proposte di legge istitutive, la mia prima da deputato, può contribuire in maniera determinante al percorso di verità e legittimazione delle vittime. Non solo: il riconoscimento di quei fatti e della loro genesi potrà formare nel sistema anticorpi affinché non debba mai più ricapitare un simile corto circuito istituzinoale. Mai più».

Premio letterario Dino Campana on line “La Poesia ci salverà” 7^ edizione 2020

Bando 2019

Bando 2020

Premio letterario Dino Campana  on line  “LA POESIA CI SALVERA’

BANDO DELLA  7^ EDIZIONE Anno 2020

ORGANIZZAZIONE: Quotidiano On-line Marradi Free News- “Accademia degli Incamminati” di Modigliana-“Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” di Marradi- Associazione Culturale “Opera In-Stabile” – #Poetry di Faenza

TEMA: Libero

SVOLGIMENTO:Le opere poetiche dovranno pervenire online sul sito www. marradifreenews.com info utilizzando l’apposito formulario. Ogni autore può partecipare con una sola lirica. La quota di partecipazione alle spese organizzative è di 10 euro. I partecipanti dovranno versarla tramite il c/c postale è 14264477 intestato a Accademia Incamminati 47015 MODIGLIANA (FC) indicando nella causale: Premio Letterario 2020

Le opere non potranno superare i quaranta versi o righe

TESTI: I testi devono essere in lingua italiana, editi o inediti.

SCADENZA: ATTENZIONE, SARA’ POSSIBILE PRENSENTARE LA PROPRIA OPERA ENTRO E NON OLTRE IL GIORNO 20 Agosto 2020.

PREMI:

Al 1° classificato: € 150,00

Al 2° classificato: € 100,00

Al 3° classificato: € 75,00

Le prime tre classificate saranno pubblicate, su Marradi-Free News on line e sul sitowww.accademiaincamminati.it

Premio speciale per la musicalità dell’opera istituito nel 2019 a cura di “Opera In-Stabile”

Dal 4° al 10° classificato: menzione

GIURIA: Rodolfo Ridolfi (Direttore Responsabile Marradi Free News) Presidente; Federica Balucani (Soprano), Barbara Betti (Musicista), Gianna Botti (Scrittrice), Sandro Cosmai (Avvocato Opera In-Stabile), Maurizio Ferrini(Attore),  Mirna Gentilini (Presidente Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”), Monica Guerra (Poetessa #POETRY), Pape Gurioli (Compositore Musicista),  Giancallisto Mazzolini (Accademia degli Incamminati) , Stefano Mercatali (Pittore), Riccardo Monopoli (Attore-Regista), Massimo Scalini (Psichiatra).

NOTIZIE SUI RISULTATI: Gli autori selezionati saranno avvisati telefonicamente o tramite notifica mail. I risultati saranno pubblicati, appena disponibili, sul sito www.marradifreenews.com, sul sito dell’Accademia degli Incamminati, sul sito Centro Studi Campaniani Enrico Consolini

La Premiazione si terrà a Faenza sabato 26 settembre del 2020.

DIRITTI D’AUTORE: Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al concorso, cedono il diritto di pubblicazione all’interno delle riviste e sui siti degli organizzatori senza aver nulla a pretendere come diritto d’autore. I diritti rimangono comunque di proprietà dei singoli Autori.

 

 

Mobilitazione di Forza Italia contro la riforma della prescrizione

 

manifesto1-208x300Venerdì 31 gennaio  Da Forza Italia riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:

Forza Italia è in prima linea per ottenere l’abrogazione della riforma che prevede lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio, imposta dal M5s ed entrata in vigore il 1 gennaio 2020. L’abolizione “di fatto” della prescrizione comporta una conseguenza terrificante: costringerà le persone a restare sotto processo a vita. Inoltre, l’eliminazione della prescrizione, istituto che incide sul diritto fondamentale della ragionevole durata del processo, calpesterà la presunzione di innocenza, e renderà indelebile sulla persona il marchio impresso dall’indagine, dall’avviso di garanzia, visto che la sentenza definitiva arriverà in un momento indefinito. Coerentemente ai nostri valori e al nostro programma, contro quest’ultima follia giustizialista i nostri gruppi parlamentari di Camera e Senato stanno mettendo in pratica una durissima opposizione per cancellare questo pericolosissimo provvedimento illiberale e devono avere il sostegno diffuso a questa battaglia di civiltà della società intera. In questo quadro i dirigenti provinciali e locali di Forza Italia danno vita a conferenze stampa, gazebo, incontri e volantinaggi per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa  legge giustizialista e forcaiola che mina i cardini dello stato di diritto

 Silva Gurioli (Responsabile del Mugello e dell’Alto Mugello)

Il giovane professore faentino Filippo Piccinini ricercatore per la cura dei tumori è l’ unico europeo premiato con borsa di studio Yamagiwa-Yoshida Memorial International.

Prof.Filippo Piccinini

Prof.Filippo Piccinini

mercoledì 22 gennaio

Una speranza per il futuro della ricerca nella lotta contro il cancro che viene proprio da un giovane del nostro territorio. E’  Filippo Piccinini uno dei cinque professionisti e ricercatori nella lotta contro il cancro provenienti da tutto il mondo che sono stati premiati con borse di studio Yamagiwa-Yoshida Memorial International. Queste borse di studio danno la possibilità di avviare o basarsi su collaborazioni internazionali esistenti nella ricerca sul cancro. I vincitori del 2019 visiteranno istituti di ricerca di grande fama negli Stati Uniti, in Canada, in Cina e in Europa per tre mesi. Filippo Piccinini è inoltre l’unico europeo ad aggiudicarsi questa possibilità che, oltre alle visite, include un massimo di 10mila dollari.

Chi è Filippo Piccinini

Filippo Piccinini figlio di Lamberto faentino e di Fabrizia Fabbrini marradese è nato il 20 aprile 1985 a Forlimpopoli ed è residente a Faenza, vanta una curriculum universitario con un master in Ingegneria Biomedica con valutazione finale 110 e lode e un dottorato di ricerca in Tecnologie dell’Informazione. Oltre a essere professore presso l’Università di Bologna, è dirigente Area Ricerca presso l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (Irst) di Meldola. Nel 2018 un suo studio delle cellule in 3d è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale ‘Nature’.

Al Prof. Filippo Piccinini vanno gli apprezzamenti della redazione per il suo importante lavoro.

P.S.

Vent’anni senza Craxi: ci sono garofani che non appassiscono mai

IMG-20200120-WA0005martedì 21 gennaio

Una grande manifestazione lunedì scorso a Scandicci nella sala del Consiglio Comunale, oltre trecento i presenti per ricordare la figura di Bettino Craxi leader socialista e statista nel ventennale della scomparsa, e per ascoltare, in particolare, l’intervento della figlia di Craxi, Stefania, senatrice di Forza Italia. Significativa la presenza dei socialisti di Marradi in Forza Italia.

craxi

scandicci craxiPer i “craxiani” in Forza Italia erano presenti la responsabile del Mugello Alto Mugello, Silva Gurioli, il capogruppo del centro destra nell’Unione dei Comuni Rodolfo Ridolfi sindaco craxiano di Marradi dal 1988 al 1993 e il consigliere comunale di Palazzuolo Sul Senio Cristiano Talenti. 

Alessandro Mazzerelli: La settantacinquesima testimonianza milaniana

mazzerellimartedì 21 gennaio

Si è tenuto nella Sala ” Oriana Fallaci”,  posta nel Palazzo Comunale di Campi Bisenzio (Firenze), un importante evento – presenti 45 persone  – che mi ha permesso di ribadire i concetti del nostro Universale Servizio .  Ho notato la presenza della nostra grande Amica, l’ex parlamentare Professoressa Stefania Fuscagni;  della Vice Sindaco di Pistoia Anna Maria Ida Celesti;  dell’esponente politico Paolo Giovannini  e dei Consiglieri Comunali Maria Serena Quercioli, giornalista de “La Nazione” e Paolo Gondola.  Emanuele Piccini, giornalista vaticanista, mi ha consentito, in poche acute domande, di illustrare, seppur brevemente, il Messaggio del Profeta: dal perché conobbi e incontrai Don Lorenzo Milani, all’immortale e universale  Decalogo di Barbiana, che pone la Chiesa Cattolica nei secoli che – a Dio piacendo – saranno concessi all’umanità, ai vertici del bene comune in tutto il mondo.  Ricordo poi, come il Profeta mi sollecitò in sogno di tornare a visitare il Festival Nazionale de “L’Unità”, che nel 1988 si tenne proprio in Campi Bisenzio (Firenze), ove ascoltai l’ormai celebre, cinica e scientificamente provata strategia comunista pro invasione extracomunitaria:  “Compagni non preoccupiamoci per la crisi dell’Europa dell’Est… Dal prossimo anno faremo arrivare in massa gli extracomunitari che ci serviranno per rilanciare la lotta di classe e disarticolare l’Occidente e la Chiesa Cattolica”.  Ho  concluso, elencando i punti della “linea rossa” dell’etica cattolica indicatomi dal Profeta:  ” No allo scioglimento dei matrimoni religiosi per legge dello Stato, no all’aborto, no alla pornografia, no alla pedofilia, no al matrimonio fra pederasti e lesbiche, no all’eutanasia ….”  Non mi parlò dell’utero in affitto, né dell’assegnazione dei figli ai pederasti, ma disse: “ Prima che ci diano ragione scorrerà molto sangue e sia la degenerazione morale che quella politica giungeranno a livelli di incredibile bassezza.”     

Alessandro Mazzerelli. 

Bettino Craxi: un grande statista

Rodolfo Ridolfi ad Hammamet sulla Tomba di Bettino Craxi

Rodolfo Ridolfi ad Hammamet sulla Tomba di Bettino Craxi

venerdì 17 gennaio

Ricorre oggi il ventesimo anniversario della morte di Bettino Craxi uno degli statisti italiani più illuminati e lungimiranti del nostro secolo uno degli interpreti più autentici e coerenti dell’impegno per l’affermazione della modernizzazione del nostro paese, l’interprete più originale ed autorevole, negli ultimi cinquanta anni di vita politica italiana. Il ricordo di Craxi accade, quest’anno, nell’imminenza delle elezioni regionali dell’Emilia-Romagna dopo cinque Governi non voluti dagli italiani che hanno dato lo sfratto al PD per ritrovarselo di nuovo al Governo con i comunisti grillini grazie a Matteo Renzi chea Firenze nell’ottobre del 2015  in occasione della presentazione del film “Notte di Sigonella” seppur invitato con tutti i suoi ministri e parlamentari, non mandò neppure un telegramma, neppure un usciere. Il Pd, ex Pci-Pds-Ds prova evidentemente imbarazzo quando si tratta di Bettino Craxi, il premier che in un colpo solo salvò con rapide e sofferte decisioni, prese in grande solitudine, 500 vite umane (tanti erano i passeggeri sequestrati della nave da crociera Achille Lauro ad opera di terroristi palestinesi); salvò l’onore e la sovranità nazionale; assicurò alla giustizia italiana i terroristi. Io concordo con le parole di Berlusconi: “Bettino altro che via, si meriterebbe molto ma molto di più. Lui ha rappresentato l’Italia a schiena dritta”. Ma  in Italia continua a non esserci né a Milano né a Roma neppure una via dedicata al premier socialista. Oggi il PD ed anche i grillini  sulla corruzione potrebbero fare scuola. Con la morte di Bettino Craxi ad Hammamet in Tunisia si spengeva il sogno del socialismo tricolore lasciando un vuoto incolmabile fra i riformisti italiani e chiudendo una importante pagina nella storia del riformismo autonomista, dopo Filippo Turati e Giuseppe Saragat. Appartengo a coloro, da vent’anni inascoltati che ritengono che lo Stato, le Regioni, ed i Comuni  dovrebbero rendere adeguato omaggio, ad un grande italiano, contribuendo a ripristinare la verità storica sulla sua vicenda politica ed umana.

All’Italia del 2020 mancano le idee, il coraggio ed i propositi di Craxi statista e politico ci mancano nonostante siano di grande attualità e animino un po’ tutte le forze politiche compresa una parte consistente di quelle che lo derisero, lo insultarono e lo perseguitarono.

La speranza di questo giorno è che prima o poi l’Italia ufficiale dovrà e vorrà ricordare il grande statista nei modi e nelle forme più appropriate. Mentre i sedicenti socialisti al soldo di Renzi e del PD hanno completamente dimenticato Craxi, anzi lo hanno tradito anche se tardivamente e in maniera opportunistica sembrano ricordarlo noi grazie all’iniziativa di Stefania Craxi continuiamo nella nostra coerente azione politica.10531272_10204781431847585_4949289145925258893_o

Sarà per me molto difficile dimenticare quel pomeriggio di mercoledì 19 gennaio di venti anni orsono quando nel corso della seduta del Consiglio regionale mi giunse la notizia della morte di Bettino Craxi che cercai di comunicare pensando che quell’aula avrebbe espresso almeno comprensione per il dolore di quella parte d’Italia che fin d’allora si sentì orfana di uno dei più grandi ed illuminati statisti dell’Italia repubblicana. L’amarezza e lo sdegno che mi procurò la rozza reazione di una parte del Consiglio Regionale e di un assessore comunista, insieme all’indifferenza di tanta parte di chi rimase in silenzio, è anch’essa difficile da rimuovere. Chiesi inutilmente che ai funerali di Craxi la Regione Emilia Romagna partecipasse con il suo gonfalone, lo trovavo naturale e doveroso per una maggioranza regionale che, dopo la caduta del muro di Berlino, diceva di essersi ravveduta e si era richiamata più volte ai principi del socialismo democratico europeo, del quale Craxi era indubbiamente uno dei più coerenti e moderni interpreti, ma la risposta fu la stessa che avevo ottenuto quando avevo chiesto di ricordare degnamente, nell’ambito delle istituzioni regionali, un’altra grande figura del socialismo democratico e liberale: Giuseppe Saragat. Oggi, a venti anni di distanza dalla sua morte in esilio, i commenti della stampa accreditano l’accanimento e la persecuzione nei confronti di Craxi come una anomalia della vita politica italiana, tralasciando di annotare che è una troppo ricorrente e sistematica abitudine della cultura comunista, rappresentare l’avversario come un essere malvagio, corrotto ed ingiusto. Fu così per De Gasperi, Scelba, Saragat e Fanfani. E’ oggi così per Silvio Berlusconi e Matteo Salvini.

Per questo come ho fatto tutti gli anni voglio ripetere che il grande statista Bettino Craxi uomo della parte migliore della Storia Patria merita di essere indicato alle giovani generazioni nei modi e nelle forme più appropriate. ( Seminari di Approfondimento promossi dalle Istituzioni e dalle Università, intitolazione di Piazze, Vie, Scuole, Istituzioni).

Vent’anni fa mi recai per la prima volta a Tunisi e ad Hammamet per i funerali di Bettino Craxi, mosso da un sentimento personale che sovrasta la meschinità e gli inganni della politica, pensai ed oggi cominciano a pensarla così in tanti, che Craxi era stato tolto di mezzo dopo essere stato l’unico capro espiatorio di un sistema di finanziamento illecito dei partiti che aveva coinvolto obbiettivamente tutti, ma per il quale non tutti hanno pagato. Le vicende degli anni successivi ( Giambattista Vico parlava di “corsi e ricorsi della storia”) ci hanno parlato di, dirigenti di partito e di cooperative con la tessera PCI PDS DS PD inquisiti e condannati, banche rosse, intrecci di politica ed affari che sono emersi ed hanno coinvolto tutta la sinistra cattocomunista ed i grillini. Craxi ebbe la forza di alzarsi in parlamento e dire la verità. Gli lanciarono le monetine. Alcuni, i compagni dalla doppia morale “ quelli delle “mani pulite” che per lungo tempo hanno chiesto ed ottenuto soldi sovietici, nemici dell’Italia, levarono forte la loro voce indignata contro il finanziamento illecito del quale tutti i partiti beneficiavano. Craxi è stato costretto a morire in Tunisia ed i socialisti sono stati annientati per far vincere i comunisti in Italia quando la storia li aveva sconfitti. Che povera sinistra è ed è stata comunque quella dei Prodi dei D’Alema, dei Napolitano, dei Veltroni dei Bersani dei Bassolino dei Renzi dei Conte dei Di Maio dei Zingaretti. Una classe politica che ha sempre anteposto alla difesa dei più deboli gli interessi di parte: le coop rosse e le Banche. Nella cattedrale di Tunisi e ad Hammamet, su quella tomba che guarda il nostro Paese, ricordo in modo indelebile che provai pietà cristiana ma anche ammirazione ed una grande melanconia intrisa di rassegnata tristezza per una idea romantica ed originale, che Craxi ha interpretato da leader e da statista, e che non ha più avuto la possibilità di risorgere e di riorganizzarsi. Per lungo tempo hanno convissuto nella stessa casa autentici e tenaci riformisti liberali con carristi marxisti e filocomunisti incalliti, autentici ed irriducibili autonomisti anticomunisti e collaborazionisti e servi dei comunisti, come nella D.C. hanno convissuto i cattolici liberali con i catto-comunisti di ogni obbedienza. Dopo la distruzione del pentapartito e la cacciata di Craxi, di Forlani e di Andreotti non è stato più pensabile ricondurre ad unità ciò che unito non può essere. Per quanto riguarda i socialisti molti sono finiti in Forza Italia, i riformisti turatiani che oggi possiamo definire lib lab, altri sono finiti assieme ai loro persecutori per opportunismo e quieto vivere, mimetizzati prima nel prodismo e poi mascherati da radicali, anticlericali ed oggi renziani. La stessa Internazionale socialista ha imbarcato i post comunisti ed è divenuta quindi una organizzazione lontanissima dalle idee originali del socialismo craxiano. Onorare la memoria di Craxi, difendere l’esperienza del “socialismo tricolore” e la dignità socialista riformista ha significato, dal 1993 ad oggi, ed ancora oggi a maggiore ragione, non stare mai dalla parte dei comunisti e dei loro eredi interni ed internazionali. Forza Italia, non è il Partito Socialista, ma neppure i catto comunisti e gli ex comunisti saranno mai socialisti autonomisti, si porteranno sempre nel loro profondo qualcosa della cultura dogmatica marxista leninista e sovietica. Nessuno ha obbligato la stragrande maggioranza degli elettori socialisti a guardare con simpatia Berlusconi ed a votarlo, è una questione di pelle, un percorso naturale. Berlusconi per storia personale, e per formazione non è socialista, ma in una cosa i nostri avversari hanno avuto ragione: Berlusconi e Forza Italia stanno facendo e faranno di tutto, anche in queste settimane, perché la verità su Craxi venga fuori fino alla sua piena riabilitazione storica.

La riabilitazione di Craxi, secondo la sua espressa volontà, non può venire dai suoi carnefici, da chi lo ha infangato e perseguitato. Chi fra i socialisti è disponibile ad una alternativa ai comunisti ed ai catto comunisti si faccia avanti ora e concorra con Forza Italia e il centro destra alla” vendetta democratica”, quella del voto, non accampi pretesti soprattutto dopo avere condiviso fallimentari politiche di sostegno e partecipazioni ai governi nazionale egemonizzati dai catto comunisti anti craxiani e a quelli regionali e locali con i comunisti e con Di Pietro.

Capisco che dirigenti che rappresentano una infima parte di quello che fu l’elettorato socialista non siano entusiasti della sempre maggiore dignità politica e culturale che i riformisti craxiani stanno assumendo all’interno dell’area di centro. I socialisti opportunisti sono esistiti soltanto grazie alla interessata azione dei comunisti. Nonostante gli opportunismi l’elettorato socialista non potrà mai dimenticare il tradimento dello spirito autonomista perpetrato da quei dirigenti che per interesse personale si sono alleati e continuano a guardare al PD, quegli stessi comunisti che hanno distrutto il PSI, perseguitato molti suoi dirigenti che non hanno abiurato ed umiliato i suoi militanti. I veri riformisti ricordano fin troppo bene che mentre tutto ciò accadeva alcuni non trovavano di meglio da fare che farsi eleggere con i voti altrui nei collegi più rossi d’Italia. Ci vuole una bella faccia di bronzo a sostenere che sarebbero le centinaia di migliaia di socialisti democratici che hanno votato e votano per Forza Italia quelli che sbagliano!

Per i veri riformisti la cartina di tornasole è quella di stare dalla parte della libertà, contro i catto-comunisti illiberali, che hanno usato e usano la stampa, la televisione, e le procure, per distruggere gli avversari.

In quanto al Partito socialista europeo, con tutti i neocomunisti che ha intruppato e con tutti i massimalisti che ospita, non ci pare proprio che possa essere la casa dei veri riformisti.

Nencini e compagni sanno bene che, come loro devono il proprio spazio personale ai neocomunisti, i socialisti riformisti, i liberal socialisti e tutti coloro che si ispirano a Turati e a Saragat, cioè tutti coloro che non si sono mai nascosti né imbarazzati ad affermare che Bettino Craxi è stato uno statista, devono a Berlusconi e a Forza Italia la sopravvivenza della propria dignità politica e culturale nonché la possibilità di condurre una battaglia di libertà e di modernizzazione del Paese contro il conservatorismo dei comunisti di tutte le obbedienze e dei loro fiancheggiatori.

La frequentazione dei catto comunisti ha fatto dimenticare ai socialcomunisti le parole di Filippo Turati: “Il mio riformismo non vuole essere né destro, né sinistro, è, ed intende essere, socialista riformista e basta”. “In un mondo in cui tutto si muove di continuo, uomini, idee, avvenimenti, coteste appiccicature di etichette topografiche sono abbastanza curiose…” ed infine “V’è che il riformismo, per indole sua, essendo lo sforzo costante di adattare sempre meglio i mezzi al continuo mutare del terreno è destinato ad apparire l’incoerenza medesima a coloro che pensano staticamente.” Noi questa lezione di Turati l’abbiamo assimilata. Ciò che ci auguriamo è che gli altri, che pretenderebbero di essere riformisti, facciano altrettanto.”

Rodolfo Ridolfi

Dopo l’interrogazione di Mugello in comune anche il centro-destra, dopo l’ennesimo tentativo di rimuovere le suore dal loro Monastero, sollecita l’Unione dei Comuni in difesa dei diritti delle suore di Marradi

La nazione del 15/12 con l'intervento di Paolo Bassetti

La nazione del 15/12
con l’intervento di Paolo Bassetti

venerdì 10 gennaio

I sedicenti emissari del Vaticano riprovano a sfrattare le suore residenti dal loro Convento e questa volta, dopo la sinistra di Mugello in comune anche il centro-destra sollecita l’Unione dei Comuni a difendere i diritti delle suore. Di seguito ospitiamo il testo integrale dell’interrogazione di Mauro e Rodolfo Ridolfi:

 

Borgo San Lorenzo 10 gennaio 2020

Al Presidente dell’Unione dei Comuni

Interrogazione

Oggetto: Diritti delle Suore del Convento della SS,Annunziata.

I sottoscritti consiglieri Mauro e Rodolfo Ridolfi

Premesso che:

Il Monastero delle Domenicane di Marradi voluto e realizzato per volontà dei marradesi a proprie spese da più di quattrocento anni, a perpetua protezione spirituale di questa comunità ha rappresentato e rappresenta un centro di concreto aiuto e preghiera per intere generazioni di marradesi;

questo monastero non ha mai pesato economicamente né sulla Curia, né sull’Ordine né sul Comune perché, e questa è la cosa da sottolineare, le suore sono sempre state autonome;

le ripetute indebite ingerenze e tentativi di chiusura immediata sembravano essere terminate con l’affiliazione al Monastero di Castel Bolognese raggiungendo ottimi risultati ed una ritrovata serenità con la preziosa e amorevole cristiana collaborazione;

come un fulmine a ciel sereno giungeva la notizia che l’affiliazione veniva revocata senza addurre alcuna motivazioni;

a partire da luglio è iniziata una incresciosa situazione che non accenna a risolversi;

le suore come molto opportunamente sottolineato nell’interrogazione del gruppo Mugello in comune sarebbero state sottoposte a reiterati tentativi di rimuoverLe dalla loro residenza e dalla loro casa;

dopo il tentativo operato da due sedicenti emissari vaticani nel dicembre 2019, oggi 10 dicembre gli emissari si sarebbero ripresentati senza preavviso tentando inutilmente di farsi aprire, il diniego delle suore e soprattutto l’intervento dei marradesi hanno fatto desistere gli emissari.

Interrogano il Presidente

per conoscere se non intenda di concerto con il Sindaco di Marradi esprimere piena solidarietà alle suore e con le competenti autorità promuovere tutte le azioni necessarie a garantire le suore in quanto donne e cittadine residenti nei loro diritti e i cittadini di Marradi ed il Comune di Marradi affinché i rapporti patrimoniali vengano regolati così come previsto dal contratto fra Comune e le signore contraenti ab origine.

 

Un Natale difficile nel Monastero di Clausura di Marradi

 

La nazione del 15/12 con l'intervento di Paolo Bassetti

La nazione del 15/12
con l’intervento di Paolo Bassetti

bassettidomenica 15 dicembre

Doverosamente ospitiamo la lettera aperta della dott. Barbara Betti da sempre strenua e coraggiosa paladina delle suore di clausura dell’antico  Convento della SS.Annunziata di Marradi.

IL NATALE DELLE DOMENICANE DI MARRADI E IL MISTERO DELLA LETTERA DEL CARDINAL BASSETTI SCOMPARSA

Martedì 10 Dicembre, senza alcun preavviso, tre persone sono arrivate nel monastero di clausura di Marradi con in pugno il “DECRETO DI CHIUSURA” del Monastero. Gli esecutori, Padre Sandro Guarguaglini e Suor Fernanda Barbiero, inviati dalla Santa Sede, intendevano realizzare in questo modo una chiusura immediata e silente. Per conferire sulla questione, Suor Domenica e Suor Margherita sono state separate dalla madre Suor Maria Rosaria che rimane sola sulla sua sedia a rotelle, fino all’intervento del Dott. Gabriele Miniati. Per fortuna, prima di essere “convocata” in riunione, Suor Domenica è riuscita a telefonare. Dopo di che, per molto tempo, è stato “impossibile” parlarle al telefono. Il piano è stato questo:

La Priora di un monastero riceve una telefonata in cui le si dice di preparare due celle perché nella giornata di martedì avrebbero “portato” due suore, poi gli inviati arrivano a Marradi. Le suore da trasferire devono ovviamente accettare ed anche scegliere dove andare ma in questo caso la scelta dov’è? È interessante puntualizzare che Suor Rosaria  “sembrerebbe aver detto di voler andare via, con suor Margherita”…l’unica Madre non presente alla riunione perché incapace di parlare. Non viene coinvolta perché non parla però parla per dire dove vuole andare…Miracolo! È l’intervento del Maresciallo Tiberij della Caserma dei Carabinieri di Marradi che blocca il tutto. Nessuno può essere portato via dalla sua casa contro la propria volontà. Perché, come ben sa il Maresciallo, le Leggi dello Stato non si fermano sui gradini di una chiesa. Suor Domenica Giangregorio è una cittadina italiana non è cittadina dello Stato Vaticano. E la Chiesa e il Monastero di Marradi non sono Stato Vaticano, sono Stato Italiano, Marradi città metropolitana di Firenze, Toscana, Italia. Se ne sono andati e, come le altre volte, dalla porta di servizio per non incontrare le persone. Padre Pippo Sabato, che già promise che come ultimo atto del suo mandato chiuderà questo monastero, ritornerà tra qualche giorno con Suor Panza a prendere i mobili. I MOBILI??? Perché scusi, lei aveva traslocato qui?  Prendete i mobili, prendete le suore tanto “Sono tutti Oggetti, giusto? Avete detto a Suor Domenica che se non vuole andare a Cagli esca e vada a casa sua. QUESTA È CASA SUA. Ma come si permette signor Guarguaglini di trattare così un donna, Una Donna, fragile, mite, minuscola, indifesa che potrebbe esserle Madre? Ma come si fa a pensare di architettare una cosa del genere in modo furtivo, crudele, insensibile, irrispettosa proprio  alle porte del Natale. “Clam et vi”, complimenti. Sono DONNE, le dovreste chiamare Madri,  rispettarle, tutelarle, proteggerle. Vivono in quella casa da più di quaranta anni é la Loro Casa. Le spostate come fossero parte dell’arredamento per fare posto ai Frati Domenicani? Certo. Quando l’ultima sarà tornata alla Casa del Padre ne riparleremo. Per voi Non Hanno Diritti; sono oggetti come un quadro o una panca, le considerate una proprietà senza diritti e autonomia di pensiero: non possono avere amici, non possono avere relazioni, non possono avere un avvocato. Lei, che dal 6 Dicembre ha assunto la Rappresentanza legale di questo monastero,  non ha lasciato neanche un recapito telefonico e nessun indirizzo al quale le suore possano rivolgersi per le necessità del quotidiano. Di nuovo senza soldi. Di nuovo per fame? Alle 14.00 quando ve ne siete andati vi siete premurati di chiedere se avevano bisogno di soldi, di medicine, della spesa, di un aiuto per mettere a letto suor Rosaria? Complimenti Cappellano.

Veniamo ora al Mistero della Lettera Scomparsa…alla fine di Agosto 2019, il Cardinale Gualtiero Bassetti Presidente della CEI, (marradese doc) invia una lettera  personale intestata al Dott. Gabriele Miniati e alla Dot.ssa Fedora Bassetti presso il Monastero di Marradi via Razzi 29. La lettera sparisce per essere recapitata circa 10 giorni or sono NON all’indirizzo scritto sulla busta o ad uno dei due destinatari ma all’ufficio turistico. Nella lettera il Cardinale puntualizza il suo personale affetto per questo monastero e il legame che fin da bambino ha avuto con questa realtà. Ne rammenta l’importanza storica confermando l’importanza di questo monastero come realtà viva della comunità. Pur sottolineando che la questione non dipende dal suo Dicastero, offre il suo aiuto e il suo interessamento. Cardinale Bassetti la prego, non siamo stati noi a chiuderla fuori da quanto sta accadendo. La sua lettera è SCOMPARSA PER 3 MESI. Ci aiuti, questa è la Sua terra, la Sua storia, queste sono le Sue radici. Da anni su questo monastero vige il divieto di accogliere vocazioni e per mancanza di vocazioni viene chiuso. Lei conosceva Suor Maria Paola Borgo come e forse più di me Eminenza;  Lei sa il vero “perché” e da quanti anni questa vessazione va avanti. Tra qualche giorno torneranno, la prego Cardinale Bassetti ci aiuti. Nel frattempo l’Avvocato Sandro Cosmai del Foro di Firenze che ha assunto la Tutela Legale di Suor Maria Domenica Giangregorio fin dal Luglio scorso, cerçherà di far luce sullo “strano” ritardo di questa consegna così importante.
Nei momenti più bui le donne sanno essere sorelle, sanno essere forti, sanno essere un esercito. Per favore: non ditemi più “brava, hai scritto quello che in tantissimi pensiamo “, ora alzatevi, passate dalla Chiesa del Monastero di Marradi e lasciate un bigliettino  attaccato ai vetri, alle panche, dove volete, con scritto” LE SORELLE NON ABBANDONANO LE SORELLE”.

Fate sentire a Suor Domenica Giangregorio che non è sola, dategli un Santo Natale pieno d’amore. Scendiamo in piazza per la tutela dello gnocco fritto, raccogliamo soldi per la tutela degli ornitorinchi, ci battiamo per le begonie in via di estinzione…ecco allora ricordiamo che queste donne Sono in via di Estinzione e le stiamo sterminando noi.

Oggi Cardinale Lei ha detto in televisione che “Quando il nuovo avanza il vecchio si ribella…”Il vecchio si ribella solo quando viene spazzato via senza rispetto e senza motivo. Se non avessimo la storia che ci regge non avremmo un futuro su cui poggiare.

“LE SORELLE NON ABBANDONANO LE SORELLE”.  “UNA SUORA É UNA DONNA NON UN OGGETTO”

Chiunque passi da Marradi lasci un segno contro la violenza sulle donne oppure inviate a Marradi un cartoncino rosso con il vostro sostegno. Basterà scrivere Suore di Marradi Monastero di Clausura. Non rispettare una donna e considerarla un oggetto è una violenza che nessuna di noi può ammettere, qualsiasi sia il suo pensiero, colore, credo e nazionalità.

Barbara Betti

 

 

A Barbara Betti “Il Premio Ponte Vecchio 2019”

20191211_094434giovedì 12 dicembre

È nella splendida cornice del ristorante la Loggia a Piazzale Michelangelo che si è tenuta la Cena di Natale di Toscana Cultura, nel corso della quale la musicista marradese Barbara Betti è stata insignita del “Premio Ponte Vecchio 2019”.  Le segnalazioni per il suo lavoro come musicista e ricercatrice hanno evidenziato il costante impegno per la valorizzazione e la preservazione della nostra cultura storica e musicale attraverso una rete di contatti e collaborazioni segnalate da molte Fondazioni e Case di Cultura all’estero. Il progetto dedicato a Dino Campana presentato a Marradi in collaborazione con il Fisarmonicista Riccardo Centazzo ha permesso di costruire un’importante legame con l’Argentina, il Venezuela, l’Ucraina e altri paesi legati al poeta marradese, fino alle molte segnalazioni tra cui il M’ Elio Boncompagni, il giornalista Fabrizio Borghini e del Console Onorario di Turchia.
Barbara Betti ha dedicato il premio alla memoria di Suor Maria Paola Borgo del Monastero delle suore di Clausura di Marradi dove prese vita insieme al Commendatore Rodolfo Ridolfi il progetto “Opera -In Stabile” dedicato al  Gusto della Cultura.

 

P.S.

MARRADI-STRADA “CAVALLARA”, GANDOLA (FI-CENTRODESTRA PER IL CAMBIAMENTO): LA CITTA’ METROPOLITANA ACQUISISCA LA COMPETENZA DELLA STRADA E PROVVEDA ALLA SUA MANUTENZIONE.

Paolo Gandola

Paolo Gandola

martedì 3 dicembre

La città Metropolitana di Firenze sollevi il Comune di Marradi dagli annosi problemi di manutenzione della “Strada Cavallara” e si dimostri un ente, istituzionalmente superiore, davvero al servizio della popolazione. Si sono espressi così Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia-Centrodestra per il cambiamento e Raffaella Ridolfi, capogruppo di Siamo Marradi Lavoro e Sviluppo annunciando la presentazione di una interrogazione.

Nel Comune di Marradi, spiegano Gandola e Ridolfi è presente la strada denominata “Cavallara” che collega i borghi di Popolano e Lutirano e rappresenta la via più breve per raggiungere il Comune di Tredozio in Provincia di Forlì-Cesena (Emilia Romagna). In passato la strada è stata oggetto, grazie a fondi provenienti dall’Unione Europea, di interventi di asfaltatura e messa in sicurezza, rappresentando una direttrice di collegamento comunale fondamentale, nonché un collegamento tra due vallate ma oggi, da troppi anni oramai, la strada in oggetto, un tempo bitumata, presenta uno stato del manto stradale fortemente sconnesso, deteriorato ed abbandonato alle azioni distruttive degli eventi atmosferici. Una situazione di fatto inaccettabile che il consigliere metropolitano ha recentemente verificato recandosi direttamente, insieme alla collega mugellana, ad effettuare un sopralluogo in zona.

I diversi allagamenti e gli smottamenti di scarpate a ridosso della strada, continuano Gandola e Ridolfi, hanno oltremodo reso vani gli ultimi interventi di messa in sicurezza realizzati, tanto che oggi la strada si presenta come un vero e proprio sentiero di montagna visto lo stato di forte deterioramento del manto stradale che provoca altresì problemi al passaggio dei mezzi di soccorso che debbano transitare o intervenire in quell’area dove, peraltro, insistono svariate abitazioni e dove tante persone si recano soprattutto per motivi di lavoro.

Per tal motivo, continua il consigliere Gandola, su sollecitazione della capogruppo Ridolfi, con l’interrogazione presentata ho chiesto di conoscere l’orientamento del Sindaco metropolitano circa l’opportunità e la possibilità di trasferire la competenza della strada in oggetto dal Comune di Marradi alla Città Metropolitana per così permettere la definitiva messa in sicurezza del tracciato, nonché l’efficiente manutenzione di un asse viario di primaria importanza per il comune mugellano. Si tratta di una sfida importante e onerosa, lo sappiamo, ma con questo gesto la Città Metropolitana potrebbe davvero dimostrarsi un ente utile ed efficiente al servizio di tutti i cittadini, anche quelli che vivono nelle area più periferiche della nostra area di competenza.

Mauro Ridolfi coordinatore comunale Silva Gurioli e Raffaella Ridolfi elette nel coordinamento provinciale.

silva-guriolidomenica 24 novembre

Sabato 23 scorso gli iscritti di Forza Italia di Firenzuola-Marradi e Palazzuolo Sul Senio hanno votato per il Coordinatore e per il coordinamento Provinciale e gli iscrit di Marradi per il Coordinatore e per il Coordinamento Comunale. Il congresso ha visto un’afuenza molto alta ed una adesione al documento politico del Coordinatore Provinciale uscente Paolo Giovannini unanime. Fra gli undici eletti della lista Giovannini: Silva Gurioli responsabile del Mugello-Alto Mugello e Raffaella Ridolfi capogruppo in Consiglio Comunale della civica di centro destra SiAmoMarradi. Voto plebiscitario anche per il Coordinatore uscente Mauro Ridolfi che guiderà Forza Italia a Marradi per i prossimi tre anni insieme al coordinamento del quale fanno parte tre iscrite e tre iscritti: Tiziana Barzagli, Federica Ridolfi, Raffaella Ridolfi, Mirco Monti, Cristano e Giovanni Talenti. Commentando a caldo i risultati dei lavori congressuali Mauro Ridolfi ha detto: “Il Congresso del Coordinamento di Marradi si è tenuto in un momento difficile per l’Italia. Da Marradi dove alle elezioni regionali, politiche ed europee Forza Italia ed il centro-destra, grazie al nostro lavoro ed insediamento nel territorio, insieme agli amici di Palazzuolo e di Firenzuola, ha sempre ottenuto i risultat migliori nell’ Area dell’Unione Comuni del Mugello, ha l’onere di far ripartire un modello politico ed organizzativo che sia all’altezza del ruolo istituzionale che Forza Italia ha nell’Unione dei Comuni del Mugello dove rappresentiamo la politca e l’immagine del centro-destra berlusconiano liberale e riformista. Daremo come sempre un contributo al coordinamento Provinciale. Il Congresso ci ha legittimato a governare la politica azzurra a Marradi coordinando ed intensifcando l’attività che stiamo sviluppando nel Consiglio dell’Unione dove abbiamo la presenza in tutte le Commissioni. Il Congresso proprio perché atteso da tempo, non è stato una semplice e limitata operazione organizzativa.

R.Ridolfi-G.Talenti e G.Matteotti

R.Ridolfi-G.Talenti e G.Matteotti

Per quanto riguarda la nostra direttrice politica essa si basa sulla assoluta condivisione di quanto ancora oggi e soprattutto oggi Berlusconi incarna: lotta senza quartiere “al rischio di regime” soffocante ed illiberale secondo i valori liberal democratci propri delle grandi democrazie occidentali. Forza Italia deve costruire a Marradi, a Borgo San Lorenzo, nell’Unione e nella Città Metropolitana di Firenze nel prossimo Consiglio Regionale un confronto ed una presenza forte di comportamenti unitari, coraggiosi e responsabili. Costruire una diversa politica della Sanità, della difesa dello Stato di dirito, del risanamento economico, dello sviluppo, del lavoro questi i nostri obbiettivi. Forza Italia è nata per riformare le nostre isttuzioni, il sistema della giustzia e delle garanzie del cittadino. Dobbiamo riprendere pazientemente a tessere la tela di un riformismo liberale che alla lunga è vincente sugli estremismi e le superfciali risposte di un popolo in balia di una classe politca di scarsa qualità. Il coordinatore di Marradi ha poi concluso: “Ringrazio tutto lo staff per il grande lavoro svolto per il conseguimento di queste elezioni per scegliere democraticamente il coordinatore provinciale e comunale, un grande in bocca al lupo a Paolo Giovannini ed un augurio di buon lavoro, ed un mega ringraziamento a tutti coloro che con il loro voto , mi hanno eletto a Coordinatore comunale, io ed il mio nuovo staff siamo pronti a nuove sfde , grazie di cuore a tutti !!

A Faenza martedì 19 novembre conferenza stampa di presentazione: Cinto Frammenti di “Piani”

pape-cd martedì 12 novembre Dalla casa discografica Galletti e Boston di Faenza riceviamo e pubblichiamo:

Siamo lieti di invitarVi alla presentazione del Libro+CD “Cinto – Frammenti di Piani”  curato da Silva Gurioli assieme al fratello Giampaolo “Pape” Gurioli, prodotto dalla nostra edizione musicale.  In occasione del 60° compleanno di Pape – noto pianista che vanta collaborazioni con Jovanotti e col M° Luciano Pavarotti , solo per citare un paio di nomi  – si terrà  una conferenza-stampa di presentazione di questa nuova  opera libraria-musicale. La Conferenza Stampa   si terrà martedì 19 novembre alle ore 12,00 presso la Sala Rossa di Palazzo Manfredi a Faenza .

“Questo lavoro – anticipa l’autore – è frutto di un insolito progetto musicale: unire  il pianoforte acustico e il Piano Fender Rhodes che duettano e parlano fra loro. Un percorso cromatico impressionista, cangiante, umorale, istintivo, sentimentale e,  perché no , anche di tecnica pianistica su due tastiere.  Il CD altro non è che una testimonianza del mio lavoro come musicista dedicato alle donne che hanno avuto un ruolo nella mia vita.”

 

R.R

 

Silva Gurioli Presidente della Sezione FIDAPA (Federazione Italiana Donne Professioni e Affari) di Marradi per il biennio 2019-2021

fidapa-fotolunedì 11 novembre

Si è tenuta presso il “Centro Dino Campana” l’Assemblea delle socie della Fidapa di Marradi convocata per l’insediamento della nuova Presidente e del Comitato di Presidenza eletto nel giugno scorso. La neo Presidente, in occasione del ventennale, ha ricordato il recentissimo articolo di Aldo Cazzullo sul “Corriere della Sera”: Quello che gli uomini non dicono “ Siete mai state alla cerimonia delle candele della Fidapa? Bisognerebbe andarci!…..Sono donne come le fidapine ad aver realizzato la democrazia in Italia, ad aver costruito giorno per giorno il diritto delle donne di uscire di casa, lavorare, essere pagate in modo dignitoso, rendersi autonome e indipendenti, affermarsi nella società ed anche esercitare un comando sugli uomini. All’inizio furono le maestre, che hanno cresciuto generazioni di italiani. E le segretarie, che tenevano la contabilità delle aziende che rinascevano dopo la guerra. Poi poco per volta le donne hanno conquistato vari campi. La medicina, l’imprenditoria, la pubblica amministrazione”.

L’Associazione che raggruppa donne di Marradi e di Faenza, molto attiva fin dal 1999, recentemente ha pubblicato la ristampa del libro “ Ricette a memoria”, edizione aggiornata e integrata con nuove ricette. La pubblicazione ebbe un grande successo esaurendo le 2500 copie stampate. Anna Gentilini, che ha curato la nuova edizione insieme a Rosanna Billi e Silva Gurioli, conferma: “…I lusinghieri giudizi dei lettori e le numerose richieste di privati che ci chiedevano di ripubblicarlo ci hanno convinto a rimetterci in questa non facile impresa. Lo abbiamo ampliato con nuove ricette, ricavate dalla tradizione culinaria delle nostre famiglie preparate con quello che ci offre la natura: i fiori, i frutti, le bacche, le foglie dei nostri prati e dei nostri boschi. Ecco allora le marmellate e le gelatine di mele cotogne, di alchechengi, di corniole, di rosa canina e lo sciroppo di sambuco, solo per fare alcuni esempi, presi dai miei ricettari. In particolare abbiamo voluto far conoscere la crostata di lillà: una ricetta in uso nei tempi antichi, abbastanza facile da preparare, donata dalla priora del Monastero delle Domenicane, Suor Maria Paola Borgo, a mia figlia Barbara perché la inserisse nella pubblicazione “Aspetti del Sacro: il gusto della Cultura, la Cultura del gusto”. Questa torta veniva offerta in occasione della vestizione delle monache ed il fiore di lillà, specie quello bianco, che simboleggia l’innocenza e la verginità, rappresentava la purezza delle fanciulle che diventavano spose del Signore”.

Per Silva Gurioli che è stata Presidente della Sezione Arno di Firenze e Fondatrice e prima Presidente della Sezione di Marradi e succede a Nella Scagliarini, è un ritorno alla guida del sodalizio presente ormai in oltre cento Paesi del mondo che ha avuto un ruolo importante nella crescita della consapevolezza delle donne.

Nel suo lavoro sarà affiancata dalla past president, dalla faentina Tea Quarneti come vice presidente, da Rosanna Billi, tesoriera e da Anna Gentilini, segretaria.

Inaugurata a Marradi la mostra personale del pittore faentino “Edo Bianchedi”

bianchedilunedì 14 ottobre

E’ stata inaugurata al Centro Culturale Dino Campana di Marradi alla presenza del Sindaco Tommaso Triberti e dei numerosi studiosi campaniani intervenuti alla presentazione del libro trent’anni per Dino Campana curato da Mirna Gentilini, la mostra del pittore faentino Edo Bianchedi che rimarrà aperta al pubblico nelle domeniche di ottobre 20 e 27 (negli orari 11-13- 15-17) e che potrà essere visitata nei giorni di apertura del Centro Studi Campaniani (martedì e venerdì dalle 17 alle 19).

Rodolfo Ridolfi, introducendo la mostra dove è esposto anche il “ritratto di Dino Campana”, realizzato per questa mostra e riprodotto nella quarta di copertina del libro per i trent’anni del Centro, che rimarrà nel Museo “Artisti per Dino Campana”,ha detto: “ A Faenza, nei primi anni del 900, si era formato un gruppo di artisti particolarmente vocati alla maiolica. Il cenacolo che da Baccarini prenderà il nome e che coinvolgeva artisti di grande talento come Domenico Rambelli, Giuseppe Ugonia. A questa tradizione ed a questa scuola si formerà anche il pittore Franco Gentilini, autore dello splendido ed inconfondibile ritratto di Dino Campana. Nel dicembre 2016 alla mostra voluta dalla Cassa di Risparmio di Imola insieme al Campana del Costetti del 1913 c’era anche il ritratto di Lamberto Caffarelli di Giannetto Malmerendi del 1920. Una tela ad olio 65×50 Caffarelli maestro di cappella ed organista nella cattedrale di Faenza, ebbe rapporti anche con il cosiddetto Cenacolo Baccarini e qui probabilmente conobbe Campana come confidò a Padre Albino Varotti. Edo Bianchedi ha conosciuto Caffarelli e nel 2000 ha realizzato lo splendido ritratto 46×56 che abbiamo il piacere di ammirare anche nell’odierna vernice insieme al ritratto di Dino Campana. Edo Bianchedi nasce a Faenza nel 1950 ha frequentato la vecchia nota scuola Tommaso Minardi di Faenza, sotto la guida del famoso artista insegnante Domenico Matteucci. Edo trasferisce il suo talento nelle sue opere: nature morte, nature morte di caccia e nei suoi ritratti. L’arte di Edo è un inno al realismo in ogni sua sfumatura con l’obbiettivo di cogliere l’essenza dei soggetti attraverso una tecnica pittorica classica. Nella pittura di Edo ci sono contaminazioni o come gli piace dire c’è un occhio al Seicento e ai pittori fiamminghi. Nella Romagna è conosciuto anche per aver realizzato i pannelli in ceramica nella parrocchia di Santa Lucia e per aver affrescato le pareti del ristorante Manueli. Inserito nella realtà artigianale di Faenza, capitale della maiolica, fino a metà degli anni novanta si è occupato anche di ceramica e pittura su ceramica, realizzando vasi, piatti, ritratti e pannelli. Le tecniche che Edo utilizza sono la pittura a olio su tela e su tavola, il disegno a matita e carboncino, il disegno a china e gli affreschi su parete. Schivo per natura, ha trascorso la maggior parte della sua vita tenendosi lontano dal dibattito artistico nonostante la sua pregevole formazione culturale. Negli ultimi anni, grazie all’interessamento dei familiari, di estimatori e di alcuni esperti che hanno avuto la fortuna di scoprire i suoi lavori, ha accettato di confrontarsi con un pubblico più ampio: appassionati, critici, collezionisti o semplici ammiratori della sua pittura. Così nascono: la mostra monografica di Bologna alla Galleria d’Arte Sant’Isaia del settembre 2016, la personale del novembre 2017 al Centro culturale “Primola” di Imola e la mostra “Natura viva,natura morta :il vero pittorico di Edo Bianchedi tra realtà e rappresentazione”. Galleria Comunale “La Molinella” Faenza 2018. Pensando ad Edo pittore alle sue opere e soprattutto ai suoi ritratti mi vengono in mente le parole di George Bernard Shaw: Si usa uno specchio per guardare il proprio viso; e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima.”

Da Lepanto e Ratisbona ai tortellini ripieni di carne di pollo 448 anni dopo

Lunedì 7 ottobre

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I musulmani estremisti odiano e combattono i cristiani in una guerra totale e senza quartiere contro l’Occidente. Anche il 2019, non ancora concluso, è stato un anno di guerra senza confini e senza tregua dell’Islam alla nostra civiltà . Di fronte alle violenze perpetrate dallo Stato islamico si fanno ancora più attuali le due domande poste dal Papa emerito Ratzinger nel 2006 al mondo islamico. La prima domanda riguardava la libertà religiosa: «Possono i musulmani trovare, all’interno delle loro risorse intellettuali e spirituali, argomenti islamici a favore della tolleranza religiosa (inclusa la tolleranza verso coloro che si convertono ad altre fedi)?». La seconda domanda riguardava la struttura delle società islamiche: «Possono i musulmani trovare, sempre all’interno delle loro risorse intellettuali e spirituali, argomenti islamici per distinguere tra autorità religiosa e politica in uno Stato giusto?». Per Papa Benedetto XVI il «dialogo inter-religioso tra cattolici e musulmani dovrebbe concentrarsi su questi due temi». Da questo punto di vista, la Chiesa cattolica avrebbe molto da insegnare, visto che è riuscita a separare potere temporale e spirituale «giocando un ruolo chiave nella società civile, ma non direttamente nella governance, senza arrendersi alla filosofia politica secolare».Un simile processo «è possibile nell’islam? Questa era la Grande Domanda posta da Benedetto XVI nel discorso di Ratisbona. Ed è una tragedia di proporzioni storiche che la domanda non sia stata compresa, prima, e ignorata poi». Ora che l’attualità di Ratisbona è davanti agli occhi di tutti, e che Benedetto XVI l’ha rilanciò  parlandone come di «una questione essenziale per il futuro del nostro Continente». E spiegando: «Il confronto fra concezioni radicalmente atee dello Stato e il sorgere di uno Stato radicalmente religioso nei movimenti islamistici, conduce il nostro tempo in una situazione esplosiva, le cui conseguenze sperimentiamo ogni giorno. Questi radicalismi esigono urgentemente che noi sviluppiamo una concezione convincente dello Stato, che sostenga il confronto con queste sfide e possa superarle». I leader cristiani devono preparare la strada» per il dialogo sul futuro dell’islam come improntato dal Papa emerito «chiamando per nome in modo esplicito le patologie dell’islamismo e del jihadismo; ponendo fine a scuse anacronistiche per il colonialismo del XX secolo; e affermando pubblicamente che, quando bisogna affrontare fanatici malvagi come quelli responsabili per il regno di terrore instaurato non solo in Siria e Iraq ma in Europa e nel mondo occidentale, la forza militare, dispiegata in modo preciso da chi ha la volontà e i mezzi per difendere gli innocenti, è moralmente giustificata come lo fu per il padre domenicano Ghislieri, Papa  San Pio V, la battaglia di Lepanto.

All’alba del 7 ottobre 1571, infatti, esattamente quattrocentoquarantotto anni fa, aveva inizio, nelle acque di Lepanto, porto della costa ionica, situato di fronte al Peloponneso e non distante da Corfù, una delle più grandi battaglie navali della storia, frutto glorioso degli sforzi della Cristianità. Ci sembra importante ricordarne l’anniversario, e ricordarlo nel modo più serio in questi anni in cui si è riaffermata prepotente e ad oggi incontenibile l’aggressione violenta e terroristica del fondamentalismo islamico. Lepanto fu una grande vittorie dell’Occidente, una vittoria della Cristianità. Una vittoria contro un mondo di volta in volta arabo,musulmano, islamico ferocemente aggressivo. Un mondo però che ogni volta, e proprio nel cuore dell’Europa, si è infranto contro il valore degli Europei, decisi a non cedere la propria terra le proprie radici, a non lasciare annientare la propria cultura e civiltà fino all’estremo sacrificio. Un’epoca nella quale la Cristianità non confondeva ancora la carità, con una solidarietà che ne è oggi la caricatura: spesso alibi per chi è disposto a sacrificare la propria civiltà per un egoistico bisogno di apparir buono a sé stesso, che in realtà nasconde un infinito opportunismo di affari sulla pelle dei disperati. A Lepanto e poi a Vienna, l’Europa difendeva il suo modello di civiltà. Sì, ma difendeva anche, le sue chiese e le sue istituzioni. Oggi di fronte all’aggressione del fondamentalismo islamico, la nuova flotta islamica, gran parte dell’occidente sembra aver perso ogni riferimento all’orgoglio di appartenere ad un mondo libero. l’Islam, oggi come oggi, è forte perché ha più valori di noi.
La guerra era stata dichiarata a Venezia dai Turchi all’inizio dell’anno precedente: ma all’intimazione di abbandonare Cipro, la Serenissima aveva risposto con un netto rifiuto. La resistenza veneziana, sotto il comando di Nicolò Dandolo, fu tenace, ma non fu possibile evitare lo sbarco e, nonostante le fortificazioni di Nicosia, ancora oggi visibili, fossero appena state innalzate, e la lunga ed eroica difesa, la città fu presa il 9 settembre 1570. Le navi cristiane si riunirono a Messina. Erano 208 galere, vale a dire vascelli a remi e a vela armati con artiglieria pesante sulla piattaforma anteriore e leggera sui fianchi. Il grosso della flotta era costituito dalla squadra veneziana: 105 vascelli; quindi la squadra di Filippo II Re di Spagna, comandata da Gian Andrea Doria, con 81 navi di cui 14 spagnole; la squadra pontificia schierava 12 navi. Tre navi erano genovesi, tre dei Cavalieri di Malta e tre addirittura del Ducato di Savoia. Comandante generale era Don Giovanni d’Austria, fratello del Re di Spagna. Anche ai tempi di Lepanto, anno 1571, la pace era un sentimento condiviso da tutti, Però nessuno era pacifista. Ovvero l’umanità aspirava alla pace essendo consapevole che in certi casi la guerra non solo risulta ineluttabile, ma spesso necessaria, auspicabile addirittura. Allora, poi, nessuno che appartenesse al mondo occidentale cristiano avrebbe parteggiato per un Alì Muedhdhin Zadeh Pascia, l’ammiraglio della flotta ottomana o per un Mehmed Alì che guidò la presa di Otranto o per il Feroce Saladino. Affinché Don Giovanni D’Austria, Marcantonio Colonna, Gian Andrea Doria cogliessero la vittoria si pregava nelle case e nelle chiese. Non c’era chi manifestasse contro di loro nelle piazze, chi giudicasse quella guerra ingiusta, chi invocasse il dialogo con gli ottomani. Perché gli ottomani, gli islamici, erano il nemico. Nemico individuale e nemico di una civiltà, di una cultura, di una fede che era la civiltà, la cultura e la fede dell’Occidente. Nemico aggressivo, che non aveva il bisogno d’esser provocato per manifestare la sua inimicizia. Tutto ciò che non è Islam -«Dar al Islam»- è per l’Islam e per gli islamici «Dar al Harb», luogo della guerra. Se l’Occidente non avesse coltivato la «virtude» di opporsi loro anche con le armi, soprattutto con le armi, probabilmente San Pietro sarebbe una moschea e il campanile di San Marco un minareto da dove il muezzin esorta a pregare Allah. Lepanto si limitò a far tirare il fiato alla cristianità e a momentaneamente ripulire il Mediterraneo dagli sciami di vascelli islamici che lo infestavano. Ma a Kalhenberg, nei pressi di Vienna, poco più di un secolo dopo l’Occidente arrestò e per sempre la travolgente corsa in avanti dell’Islam. Se i viennesi non avessero retto all’assedio, se Innocenzo XI avesse predicato la pace invece di promuovere la coalizione cristiana, se il 2 settembre del 1683 i 65mila del polacco Giovanni Sobieski non avessero travolto i 200 mila ottomani di Kara Mustafà, Vienna sarebbe caduta e con Vienna, la nostra civiltà perché nulla avrebbe più potuto fermare la progressiva islamizzazione del continente. Dovremmo oggi dopo le Torri gemelle, Madrid e Londra, l’Iraq e l’Afganistan, la Siria e Bengasi Parigi, Bruxel, Nizza, Berlino e Barcellona e poi quel 26 luglio 2016 quando all’interno della chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray, presso Rouen in Normandia  i  terroristi islamici hanno sgozzato  Padre Jacques Hamel di 86 anni   mentre celebrava la Santa Messa il primo prete sgozzato in nome di Allah in terra europea dopo secoli e secoli, le ricorrenti stragi di donne, bambini e preti cristiani, rammaricarci che per impedire tutto ciò si sia combattuta una guerra? C’è forse qualcuno che ritiene che Papa Odescalchi invece di incrociare le armi avrebbe dovuto dialogare con Maometto V? O «aprire» un tavolo? Sobieski o Eugenio di Savoia avrebbero dovuto guidare una missione umanitaria piuttosto che attaccare gli assedianti? Magari attenendosi pedantemente alle «regole di ingaggio», oggi tanto di moda? Ma soprattutto, crediamo che il dialogo, i tavoli, la predicazione della pace, le missioni umanitarie avrebbero fermato la spinta espansionista dell’Islam, la sua guerra non a caso definita «santa»? Dopo la vittoria di Lepanto, avvenuta proprio nella prima domenica di ottobre (7 ottobre 1571) che già da tempo costituiva il giorno di raduno e di preghiera delle confraternite del Rosario, san Pio V che, dicono le cronache, era già sicuro della vittoria prima ancora di averne ricevuto notizia, decretò che ogni prima domenica di ottobre si sarebbe dovuta commemorare con rito semplice Nostra Signora della Vittoria. Attualmente il 7 ottobre si celebra una memoria semplice intitolata alla Beata Maria Vergine del Rosario. Nelle litanie lauretane Maria è invocata come «Auxilium christianorum» a partire dalla vittoria di Lepanto. Certamente, la vittoria era stata ottenuta grazie a “la intelligentissima prudentia de i nostri generali, la bravura e destrezza de i capitani in mandare ad effetto, il valore de’ gentiluomini e soldati nell’essequire”. Ma, più ancora, a ben altre forze, secondo la bella espressione del senato veneto: “Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit”, “non il valore, non le armi, non i condottieri ma la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori”. Del resto, la vittoria di Lepanto era avvenuta nel giorno in cui le confraternite del Rosario facevano tradizionalmente particolari devozioni.

Rodolfo Ridolfi direttore responsabile

I testi delle Opere vincitrici del “Campana on line 2019”

 

Ubaldo Bitossi-Rodolfo Ridolfi-Emanuela Dalla Libera

Ubaldo Bitossi-Rodolfo Ridolfi-Emanuela Dalla Libera

domenica 29 settembre

Pubblichiamo i testi delle tre  liriche che si sono aggiudicate il Campana on line 2019:

 

L’opera 1^ prima classificata al Premio Campana 2019:

Non mi chiedo che colore avrà il cielo

 

Non mi chiedo che colore avrà il cielo

domani, né con quali suoni il mondo

scioglierà il velo delle fate Morgane

sui lidi assopiti in orizzonti lontani.

Raccolgo ogni giorno in ampolle miniate

la rugiada venuta a sopire il bruciore

di ieri, e al vento affido i rumori distorti

dell’anima in pena, ché lontano li porti

a svanire, ché altre parole addolciscano

labbra ferite da salsedine aspra tra i sogni

periti sull’orlo del chiaro e altri sguardi

catturino spazi in porti al riparo del buio.

Una quiete sommessa attingo ogni istante

dai varchi infiniti aperti dal sole tra dune

dal silenzio abitate, liberi i sensi abbandono

nell’incavo azzurro del mare, e in battiti

eterni tramuto ogni atomo dolce di vita

strappato nel tempo al suo scorrere amaro

 

L’opera 2^ classificata-

Ho visto

 

Ho visto gocce di rubino

tinger braccia e madri,

cavalli in legno vomitare inganni

e una notte calata a coprire

angoli spirati tra veli di timida perla.

Su lente acque affacciarsi ho visto

volti accompagnar rondini lontane

e più di mille boati, forti urla di dolore.

Ho visto la sera con tiepide mani coprire

campi di maggio e papaveri tagliati

da averne ancora pane.

(Firenze, Georgofili, 27 maggio 1993)

 

 

 

L’opera 3^ classificata

Follia di Patrizia Socci

 

Follia…

Mi cova dentro un rancore

un fuoco verso il genere umano

un tumulto infinito

un terremoto dell’anima

vero corto circuito dei sensi.

Non basterebbe

un caldo bagno di sangue

per placare l’angoscia

per asciugare le mie spalle

zuppe di pioggia.

La testa scoppia di ricordi

vanno e vengono i fantasmi

di una vita.

Tra lenzuola sgualcite

la rabbia non trova riposo.

Se almeno il mondo esplodesse

potrei cancellare

il fantoccio di cartapesta

e colmare quel vuoto

con un caldo bagno d’amore.

Mi cova dentro una sottile

impercettibile follia

spietata più di una malattia

Sandro Cosmai consegna il premio ad Alberta Tedioli

Sandro Cosmai consegna il premio ad Alberta Tedioli

 

 

 

 

 

 

Il Premio per la lirica più musicale, istituito da Opera In-Stabile, è stato assegnato Ad Alberta Tedioli per la sua lirica:

Dio Io

Ognuno sta rinchiuso

nel cuor di se stesso.

Ed è subito io.

Ed è solo io

Ed è sempre io

Un panorama di finestre chiuse

aprite!

Tanti io là dentro

vogliono il te che serve all’io

chiamano chiedono vogliono

ma da chi

umanità senza umanità

Che supplizio amare

che tortura dare

che sempre tu sia lodato

anche se non te lo sei meritato

il noi è scappato

andate voi a cercare il noi

io sto qui sulla strada vuota

nella casa tutta mia

il silenzio della vita

dove nulla germoglia

nella valle echeggia un grido

io io io io io io io

ma non c’è nessuno

 

 

P.S.

 

 

25 SETTEMBRE 1944 LA LIBERAZIONE DI BIFORCO e MARRADI 75° ANNIVERSARIO

Mostra di foto e residuati bellici Marradi agosto 2019 Teatro Animosi

Mostra di foto e residuati bellici Marradi agosto 2019 Teatro Animosi

 

 

 

martedì 24 settembre 2019

In occasione del 75° anniversario della Liberazione di Marradi si è svolta nel Teatro degli Animosi dal 15 al 18 agosto una pregevolissima mostra di reperti bellicin e foto fche documentano il passaggio degli eventi bellici della seconda guerra mondiale a Marradi . Riccorre infatti quest’anno il 75° anniversario della liberazione di Biforco e Marradi capoluogo che mi piace ricordare di seguito:

 Dopo i terribili bombardamenti del 5, del 30 giugno e gli altri del ‘44, il Paese appariva uno spettrale e desolante cumulo di macerie e la popolazione era quasi tutta sfollata obbligatoriamente per ordine del maresciallo Kesselring. Il 10 settembre, l’offensiva del generale Clark, che comandava la 5a armata, prese corpo. Gli americani avevano il compito di sferrare l’attacco principale lungo la strada FirenzeFirenzuola-Imola, i britannici si dovevano muovere sulla cosidetta Strada Freccia la faentina Borgo San Lorenzo-Marradi-Faenza. Il 18 settembre del 1944 quando mio nonno era a Mauthausen, Kommando di Peggau, le truppe alleate liberavano la sua Biforco. L’8a divisione di fanteria indiana agli ordini del generale maggiore D. Russel conosciuto come Russel Pasha dopo aspri e sanguinosi combattimenti, spesso all’arma bianca, si impadronì del caposaldo tedesco sul monte Femmina Morta aprendo così la strada per Crespino e la Valle del Lamone. Per primi arrivarono, direttamente a Biforco, i GurKa dell’8a divisione cui si aggiunse in seguito una parte della prima divisione britannica di fanteria ed insieme procedettero alla completa liberazione del capoluogo di Marradi. Il 24 settembre il 2nd North Staffordshire occupò Marradi e si spinse sia a nord che ad est ma la compagnia B, che si muoveva verso Monte Gianni, trovò la posizione occupata in forze ed imprendibile con un assalto diretto. I problemi maggiori erano sul fianco destro della strada per la difficoltà del terreno nonostante gli uomini della 8a divisione indiana avessero fatto progressi sia pure lentamente, non riuscivano a cacciare i tedeschi dal monte di Castelnuovo senza il cui possesso Marradi non sarebbe stata per niente sicura. Durissima ed impegnativa fu la battaglia per conquistare Gamberaldi. 

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Gli alleati optarono allora per proseguire l’avanzata a nord est verso la via principale per Faenza. C’erano tuttavia da risolvere alcuni problemi: aprire le strade, i genieri tedeschi avevano sabotato e distrutto il ponte ferroviario a Crespino fatto cadere sulla strada; la strada a Camurano era stata fatta saltare; il grande ponte di Biforco era stato distrutto come quello di Marradi. C’era poi il problema di allestire un centro chirurgico a ridosso del fronte, questo problema fu risolto costituendo un centro chirurgico avanzato che aveva come nucleo l’infermeria da campo della 2nd Field Ambulance a Fantino collocata nella Villa di Scalini Scala, unico edificio adatto, che garantì abbondanti letti per tutti i reparti. Per questa complessità, aggravata dalle condizioni metereologiche che impedirono agli alleati di ricorrere alla supremazia aerea, furono necessari ancora alcuni mesi per la liberazione dell’intero territorio comunale e per la fine delle ostilità in quanto la linea di avanzamento delle truppe alleate subì una forte battuta d’arresto così che, Abeto, Gamberaldi, Lutirano e Sant’Adriano come pure le aree di Monte Romano e Fontana Moneta, dove erano sfollati moltissimi marradesi, rimasero sotto il controllo dei nazifascisti. Quei mesi furono interminabili e terribili perché i civili si trovarono intrappolati in una guerra di retrovia di due eserciti agguerriti con l’aggiunta di operazioni belliche e di guerriglia della Brigata partigiana comandata da Bob Luigi Tinti con Guido Gualandi, Moro, commissario politico che tentò inutilmente di sfondare il fronte tedesco a Purocielo e a Cà Malanca come accadde il 9-13 ottobre ’44. A Fontana Moneta, il giorno della liberazione del capoluogo di Marradi, 25 settembre 1944, veniva colpito a morte Teodoro Anforti, trentaduenne marito di Rosa, padre di due figlie Agnese e Nella che, come mi racconta Fedora, la nipote: “Si trovava, insieme ad altri, al pascolo con le mucche quando una pattuglia di tedeschi, impegnata in combattimento contro i partigiani del Ravenna, lo falciò con una sventagliata di mitra.

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Il suo corpo fu poi traslato, tre anni più tardi, nella cripta del sacrario dei martiri di Crespino”. Domenico Albonetti e nello stesso luogo tre giorni dopo, Isidoro Cappelli fu ucciso dai tedeschi il 4 ottobre ai Capitelli di S. Adriano. Il 15 ottobre, a Grisigliano, Jacopo Gentilini cadde per mano tedesca e Agostino Frassinetti fu fucilato a Cesata di Lutirano il 29. Il tenente colonnello della Wermacht, Helmut Schroeder, nella rivista Alte Kameraden del ‘57 scrisse: “Coi partigiani avemmo rilevanti noie nei dintorni di Marradi. Più di una volta le salmerie furono assalite e saccheggiate. Essi erano ben armati ed equipaggiati grazie ai rifornimenti di armi paracadutate dagli aeroplani. Li lasciavamo fare quando infine un giorno presero un intero ospedale da campo, con medici, feriti ed attrezzature. Iniziò da quel momento un nostro energico contrattacco condotto su larga scala e setacciammo l’intera zona. Era assai difficile distinguere i partigiani dagli abitanti del luogo”. Le formazioni partigiane operanti nel Territorio di Marradi furono: un gruppo partigiano di Giustizia e Libertà, diretto da Riccardo Gizdulich capitano Bianchi, che organizzò quella banda partigiana che doveva diventare in seguito la Seconda Brigata Rosselli; la Brigata Lavacchini della Divisione Potente, comandata da Donatello Donatini; la Prima compagnia Sergio e la Seconda compagnia Villi, della 8a Brigata Romagna, che operò dal gennaio all’aprile ‘44, di questa Brigata facevano parte i marradesi Martino Alpi e Sirio Di Paolo Ancillotti; la Banda Corbari, una ventina di uomini impegnati dall’aprile all’agosto ’44 mese della cattura di Corbari e di Ines Versari; le compagnie Amato, Marco, Pino, Tito, Ettore e Paolo della 36a Brigata Alessandro Bianconcini Garibaldi attiva dall’aprile all’ottobre 1944. Il comandante Paolo, Francesco Gentilini, muratore, classe 1924 di Riolo Terme, tenente partigiano, il 10 giugno 1944 entrò di notte a Marradi fece prigionieri i carabinieri e distribuì un carico di grano destinato alla Germania e prima di andarsene provvide a bruciare gli incartamenti dell’ufficio di leva. Paolo l’11 agosto del ‘44 partecipò alla battaglia di Capanna Marcone e dal 1966 al 1980 fu sindaco comunista di Massa Lombarda. Nel territorio del comune di Marradi operò anche il battaglione Ravenna, forte di una quarantina di uomini. Il Ravenna era comandato da Vittorio Bellenghi e dal suo vice, Bruno Neri, entrambi uccisi a Gamogna nel luglio ’44

Dal libro DOMENICO VANNI sovversivo per la libertà di Rodolfo Ridolfi 2011

Da una sola parte: dalla parte della Priora legittima suor Maria Domenica “dolce come Paolo, forte come Pietro”

img_1672martedì 27 agosto

Un’accorata lettera da parte di Barbara Betti relativo agli sviluppi avvenuti nel Monastero Domenicano di Clausura di Marradi. Numerosi i contatti arrivati da molte parti d’Italia e dall’estero, che rivelano quanto  sta accadendo con la nuova riforma delle congregazioni claustrali, che mettono a rischio la chiusura di molti Monasteri


“ NON ABBIATE PAURA” Giovanni Paolo II
Dal Monastero delle Domenicane di Marradi a tutti i Monasteri

Di Barbara Betti

Quando ho scritto la prima “lettera denuncia” su quanto stava accadendo nel Monastero di Clausura delle Domenicane di Marradi sapevo, come tutti sanno, che tirando un sasso nell’acqua qualche cerchio si sarebbe formato. Non pensavo che i cerchi si sarebbero allargati fino a raggiungere la Spagna, il Canada e città e paesi italiani dove persone che non conosco hanno provveduto a divulgare i miei articoli. Desidero quindi ringraziare tutti e soprattutto le claustrali che, nonostante il “timor” di esporsi, si sono messe in contatto con me.

Uso la parola “Timor” perché l’effetto sonoro del termine latino mi sembra più lieve; chi lo desidera traduca da solo. Le Claustrali che mi hanno contattato, offrendo tutto il loro sostegno e preghiera per Suor Maria Domenica Giangregorio e per le altre sorelle, hanno usato (ritengo) nomi fittizi: temono per il loro futuro; temono per la condizione ormai radicata in molte di loro di non aver alcuna difesa, di non avere voce, di non avere protezione, diritti, tutela.

Quando ho denunciato cosa è accaduto a Marradi lunedì 22 Luglio mi sono fermata alla fuga dei “Kommissari” dalla porta di servizio. Non mi sento ora di portare alcun rispetto nei confronti di chi, indossando con protervia lo stesso abito di chi ha davanti, usa il potere della carica per intimidire e offendere. “Salame” “Testona” “Mentecatta” sono solo un accenno di quanto detto da Suor Maria Vincenza Panza, classe 48, Rappresentante Italiana della Commissione Internazionale delle Monache Domenicane, fino al “ devi firmare! devi firmare! Ti butto fuori con i tuoi quattro stracci…” tanto per chiarire come tratta le consorelle la Vicaria (che probabilmente veste solo Saint Laurent). Si aggiunge “Squilibrata mentale” dalla voce di Suor Laura, Segretaria della Panza, investita dell’autorità di diffamare dal suo ruolo di potere.

Sorvolo su quanto detto dal Padre Giuseppe Di Sabato. Testimoni presenti hanno riportato quanto udito in questa e altre occasioni e sono pronti a riferirlo e confermarlo in ogni sede. Non ho quindi timore nel raccontare questo, perché come ho già scritto, le persone che erano in chiesa e in foresteria, hanno sentito tutto, come tutto ha sentito il Prete che è stato chiuso fuori dalla stanza affinché Suor Maria Domenica cedesse sotto la triplice aggressione. Ma Suor Domenica non ha ceduto. Come un amico da Roma le aveva raccomandato “Dolce come Paolo, Forte come Pietro” così è stata. Sì, poi è crollata, ma chi non avrebbe ceduto dopo essere stato chiuso in una stanza con tre vessatori armati del potere dell’abito? La loro carità cristiana non ha ritenuto di preoccuparsi del fatto che si è sentita male, l’hanno lasciata lì e sono scomparsi.

Torno un momento indietro: i singoli monasteri sono liberi di indicare il Monastero al quale desiderano essere affiliati. Nel caso di Marradi la scelta era stata Castel Bolognese, storico istituto monastico a meno di 80km di distanza, retto dalla squisita Priora Suor Anna Maria Scampa, con il quale sussistono da sempre rapporti di collaborazione e amicizia. Il Decreto di affiliazione in data 14-12-2018 viene revocato dalla Congregazione senza preavviso e senza motivazione il 20 -05-2019 e (nel giro di 24 ore) il 21-05 2019 la Congregazione nomina Legale Rappresentante del Monastero di Marradi Padre Francesco Forani. Il 29-05-2019 Suor Maria Vincenza Panza viene nominata dal Magister Ordinis sua Vicaria per il Monastero con funzioni di Priora per un anno, esautorando Suor Domenica Giangregorio da ogni carica.

L’8 Luglio si riunisce in monastero la Commissione ad hoc apparentemente con la finalità di aiutare la comunità del monastero a discernere sul suo futuro (fortunatamente, ci sono testimoni che possono raccontare in che modo avviene l’aiuto a discernere…), riunione a seguito della quale viene rifiutato il rilascio di copia del verbale, come suo diritto, a Suor Domenica Giangregorio. Cosa è accaduto il 22 Luglio, l’ho già brevemente raccontato nell’articolo pubblicato su più giornali on line.

Quello che ora è bene sapere è che dal 22 luglio, dopo aver tolto la possibilità di accedere al proprio denaro alle claustrali marradesi NESSUNO SI E’ MINIMAMENTE PREOCCUPATO DI TELEFONARE IN MONASTERO PER CHIEDERE SE HANNO BISOGNO DI AIUTO E COME RIESCONO A PROVVEDERE ALLE NECESSITA’ QUOTIDIANE DATO CHE SONO STATE LASCIATE TOTALMENTE PRIVE DEL LORO DENARO.

Complimenti, cara Suor Panza. Vorrei ricordarle che solo durante gli assedi si tentava di espugnare le fortezze per fame. Mi limito a riportare che tutte le sorelle che mi hanno parlato di Lei lo hanno fatto con parole che, purtroppo, non posso riferire. “Oderint dum metuant”. Certamente non è amata. Comunque, dato che di quanto avete gridato addosso alla vostra sorella ci sono testimoni, ci tengo a ricordare che il “Cor Orans” specifica che spetta al Vescovo Diocesano vigilare sugli abusi, (interni ed esterni) ma visto che ne siete i massimi esecutori, lo sapete certo meglio di me.

L’interesse per questo monastero da parte di Suor Panza ed i continui tentativi di incamerarlo nel suo feudo bergamasco sono per noi cosa risaputa e conclamata ormai da vent’anni. Cosa dire? Lentamente e inesorabilmente stiamo lasciando che le radici della nostra storia vengano spazzate via senza spiegazioni, ma stiamo anche accettando che uomini e donne votati all’umiltà e alla carità, depositari dell’etica e della morale sviliscano e umilino la dignità dovuta ad ogni essere vivente, trattando questi loro pari come oggetti.

A questo proposito riporto uno stralcio dell’articolo di Aldo Maria Valli apparso su Ricognizioni il 29 Novembre 2018 “…21 Novembre 2018, Pontificia Università Lateranense, Giornata Pro Orantibus. Monsignor José Rodriguez Corballo in riferimento al gran numero di Monasteri che stanno chiedendo dispensa dal federarsi … ” Avete chiesto Voi che la presidente (della federazione) abbia più autorità, ma adesso avete paura!…(poi la verità gli sfugge di bocca) “la presidente deve verificare la situazione amministrativa dei monasteri”…

Certo che hanno paura adesso, finalmente si sono rese conto che il vero motivo per cui si insiste tanto sulle federazioni è infatti questo: prendere possesso e gestione dei beni e delle proprietà dei monasteri che vanno di fatto a perdere il diritto autonomo di “acquistare, possedere, amministrare e alienare beni temporali a norma del diritto universale e proprio.” (COR ORANS, Norme Generali, N.46, pag. 25) Così tutte le volte che questa azione è stata attuata i monasteri sono stati chiusi, dato che privandoli della autonomia economica vengono messi nella condizione di non poter sopravvivere e quindi cedere. Per questo motivo, a chi mi ha espresso il timore di finire come già molti monasteri sono finiti, mi sento di dire sì, preoccupatevi.

E mi sento di dire anche che se la vostra coscienza non vi consente di accettare qualcosa che va contro al carisma e alla professione di fede che avete scelto, allora disobbedite. Disobbedite. Fate vostro l’invito al coraggio di Giovanni Paolo II: “NON ABBIATE PAURA”.

Grandi civiltà si sono estinte, consunte dal tempo o nel tempo incamerate da altre. Credo che sia questo il giusto modo in cui la storia si evolve; le cose terrene cessano per consunzione. Ma su nessuna civiltà distrutta per volontà umana è mai risorto niente. Forse dovremmo ricordare Tacito, fatelo tutte vi prego: UBI SOLITUDINEM FACIUNT, PACEM APPELLANT, o anche nella forma più conosciuta, DESERTUM FECERUNT ET PACEM APPELLAVERUNT. Stanno desertificando tutto e quando non ci sarà più niente ci diranno che quella è la pace. Disobbedite…

 

Trent’anni fa nasceva il Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”

Valdo Spini appunta la Medaglia d'oro sul Gonfalone di Marradi

Il Sindaco Ridolfi che propose il testo dello Statuto redatto dal notaio Pennino

 

sabato 17 agosto – Tra le innumerevoli associazioni culturali italiane che si sono imposte all’attenzione del grande pubblico per la promozione della storia e della letteratura patria, degno di nota è senz’altro il «Centro Studi Campaniani Enrico Consolini».

Costituitosi nel 1989 con  la partecipazione del Comune di Marradi, sin dagli inizi si è prefisso come scopo la creazione di una raccolta di documentazione riguardante la vita e l’opera di Dino Campana, il poeta “folle e visionario” nato nel suggestivo borgo dell’ appenino tosco-romagnolo nel 1885.

Si deve ad Enrico Consolini, sindaco di Marradi negli anni ’80 prematuramente e drammaticamente scomparso, l’intuizione di fare qualcosa lui che fu anche intellettuale “attento ed appassionato”, perché non andasse dispersa ma rivalutata la tormentata produzione letteraria del poeta Dino Campana. A lui infatti il merito di tante iniziative compresa quella del Premio letterario dedicato al poeta toscano. L’associazione fu promossa da Enrico Gurioli.

Il comitato fondatore del Centro Studi con il presidente  Franco Scalini, il 28 dicembre del 1988 approvò  lo Statuto che aveva proposto  il sindaco Rodolfo Ridolfi, che fu poi recepito con l’atto costitutivo redatto dal notaio Giannantonio Pennino e registrato a Rimini il 24 marzo 1989. Non è un caso che la firma apposta in calce all’atto  che sancì  la nascita dell’associazione e di cui quest’anno ricorre il trentennale è del notaio Pennino perché la mamma del professionista, Emilia Bartolini è nata a Marradi. E tutta la sua famiglia il poeta Dino Campana lo conosceva bene.

 

Dino Campana

«Quando era a Marradi, ricorda il notaio Giannantonio Pennino, il  Campana si tratteneva nella bottega della bisnonna materna Barberina Squarcini per mangiare e stare al caldo. Chiaramente non aveva un soldo. Ed era solito scrivere dei versi sui tavoli in marmo che purtroppo sono andati perduti.Un ragazzo dal carattere difficile, in paese lo chiamavano el mat -rammenta il notaio  – insofferente della cittadina in cui viveva e da cui scappava appena poteva per andare a Firenze,anche se poi ritornava a Marradi  dopo i suoi frequenti ricoveri in manicomio.

E quando trent’anni fa un gruppo di amici marradesi mi parlarono dell’idea di dar vita ad un’associazione che promuovesse nel mondo la figura e le opere del poeta di Dino Campana, accettai volentieri. Erano gli stessi compagni con i quali fin da ragazzo trascorrevo le estati a Marradi: Enrico Gurioli, Rodolfo Ridolfi, sua moglie Silva Gurioli ed Enrico Consolini. Ma – racconta il notaio – era  quest’ultimo che davanti a un bicchiere di vino declamava  a voce alta e stentorea alcuni brani dei Canti Orfici che ricordava a memoria. Dunque era impensabile non dedicare ad Enrico l’associazione campaniana.»

Da allora sono passati trent’anni e oggi il  « Centro Studi Campaniani Enrico  Consolini» ha ottenuto importanti  riconoscimenti: Premio cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2002, Premio della Stima e dell’Amicizia in occasione del 40esimo anniversario del Centro d’Arte Modigliani; ha dato vita al Museo di Arte Contemporanea “Artisti per Dino Campana” e allestito la Mostra bibliografica campaniana permanente oltre a svolgere attività editoriale, gestire manifestazioni campaniane e culturali varie  come mostre fotografiche, conferenze e convegni, tra cui spiccano le giornate dedicate alla valorizzazione del dialetto marradese. Ed anche quest’anno come i precedenti in occasione del genetliaco del poeta che cade il 20 agosto, il “Centro Studi Campaniano Enrico Consolini” lo celebra con un’iniziativa.

L’occasione è data questa volta dal trentennale della nascita della Associazione che verrà ricordata oltre che per l’intervento del traduttore russo di Dino Campana Sergej  Durasov, accompagnato da intervalli musicali, anche per la consegna delle medaglie riportanti l’effige di Dino Campana da una parte mentre dall’altra il nome del socio fondatore. Un riconoscimento che l’associazione ha inteso conferire anche al notaio Giannantonio Pennino. La motivazione perché fu grande amico di Enrico Consolini nonché redattore dell’atto costitutivo dell’associazione campaniana a lui dedicata nel lontano 1989.

La Battaglia delle Scalelle di Campigno 24 luglio 1358

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lunedì 23 luglio
Sono passati 661 anni dalla Storica  “Battaglia delle Scalelle” di Campigno  e i marradesi ricordano  quel 24 luglio del 1358 quando esempio di eroica virtù i montanari fermarono le armate mercenarie del “Conte Lando”.
Il 24 luglio del 1358, rappresenta una pagina tutta italiana  fra le più fulgide scritta proprio nella Romagna Fiorentina negli anni bui delle guerre e delle invasioni del tardo medioevo. Dell’evento eroico, spesso trascurato dalla storiografia locale, si sono occupate compiutamente quattro pubblicazioni: una dell’abate Giovanni Mini, “La vittoria al Passo delle Scalelle presso Campigno” Castrocaro 1892; due del compianto maestro marradese Renato Ridolfi: “Campigno La Battaglia delle Scalelle” del 1977 e ”Val D’Amone 24 luglio 1358 Cantata de Le Scalelle” una pubblicazione dell’Accademia degli Incamminati e del Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” a tiratura limitata curata da Raffaella Ridolfi  nel 2002 ed una del rontese Alfredo Altieri : “La battaglia delle Scalelle Marradi 1358” edizioni Pagnini 2004.

Dall’opera  “Val D’Amone 24 luglio 1358 Cantata de Le Scalelle” impreziosita dalla copertina recante il bozzetto di M.AZEGLIO della sconfitta de la compagnia del conte Lando, che ripropone per i lettori una delle pagine più importanti della storia marradese assurta a simbolo dell’orgoglio e del riscatto nazionale italiano dall’invasore quella appunto della battaglia delle “Scalelle” riportiamo qui alcune pagine:

“Il sole è alto e l’afa assai pesante; le cicale friniscono noiose, i ranocchi son sempre infastiditi e per la mulattiera polverosa rumor di ferri, scalpiti e nitriti. Avanza la cavalleria: Ghigo del Cavalletto le conduce in avanguardia attento, sulla strada che monta a Le Scalelle. La Grande Compagnia per le balze del Lavane e Campigno cerca i castelli Vicchio e Dicomano per essere pronta a dilagar nel piano. Caldo è il mattino; l’aria par tranquilla. Passano i cavalli indisturbati: non c’è vita d’uomini e animali tra le balze, le forre, i boschi e i prati: Avanti, avanti il transito è sicuro. Avanti, compagnia luttuosa, chè il terror, la potenza ed il fracasso tengono libero il passo! E per la gola stretta, faticosa, si serrano le truppe rumorose, sudate, cariche di ferro, di bottino, delitti e presunzione. La strada sale, verso il cielo; il sole batte: è un luccicare intorno: raggi d’oro e d’argento. E vanno e vanno gli uomini: son cento, no, più di mille e ancora tanti. Par che la valle stretta a Gamberara non possa contenerli tutti quanti. E sempre vengon sotto, ansanti, chi ride, chi urla, impreca, canta, beve; chi si lamenta del piacer breve della sera avanti, chi spera di trovar nel Mugello donne amorose, vino e buon ostello. Già l’avanguardia è a Farfareta, guadagna il Corniolo isolato, scavalca l’Alpe verde alla faggeta: E’ in vista delle piane della Sieva. Il grosso di quei turpi masnadieri passa Cà di Rinieri a Valdimora. Arranca, maledice e si dibatte: la mulattiera è pregna di sudore! Davanti a tutti col cimiero in mano, la briglia abbandonata, il capitano sul suo bianco caval: Michele Lando grande signore. Venuto da Alemagna per predare e farsi più potente, batte i territori fiorentini per contrastar gli scudi di Perugia in guerra coi senesi e gli aretini. Segue la truppa tintinnante di ferri che fan aspra la salita . Ansimano le spade ed i cimieri nella polvere che copre l’orizzonte e la meta che ad arrivare indugia. Quei predoni forzano i sentieri dell’Alpe che s’apre nel Mugello. Cigolano i carriaggi in retrovia appena mossi da Biforco irato. Conte Broccardo messo a parar le spalle, rude e solenne ha dato il via. C’è sussultar di ruote e un tentennar di carri. Trasudano i muli scalpitanti, li frenano! I postiglioni frustano i trapele le bestemmie calano nel fondo.

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Oh, spettacolo immane, impressionante, giammai visto nel mondo! Si meraviglia il caldo sol dei cieli, il fior del rosolaccio e dello spino. I tamburi or sono alle Scalelle dove par che la strada sia men dura: si arrestano un momento a respirare, a tutto petto l’aria deliziosa, ma un rotolar di massi e di tronconi rompe la pace e cade sugli ignari. Rumor di tuono, paura e sgomento! La vendetta li ha colti a dieci, a cento, li spinge nelle forre e nel burrone; son cavalli, son fanti ed i cariaggi che precipitano in gran confusione. Urla, grida, bestemmie, imprecazioni, rumor di ferri disperati, tonfi. Vera tempesta con fulmini e tuoni! Disordine, ferite, gran spavento han reso timorosi gli spacconi che cercan scampo tra le macchie folte. Ma nel verde fogliame traditore altro sangue, altra morte, altro furore. I valligiani offesi, indemoniati, fanno lavar col sangue ogni sopruso. Pochi maschi, le donne ed i bambini battono, graffiano, spogliano i guerrieri così forti e potenti ancora ieri, ora tapini, deboli, in balia di due forche, una marra e la follia strappata alla miseria e alla pazienza da quattro o cinque spicci di violenza. Non si salva nessun, neppure il duce Michel Corrado di Landau il conte: disarcionato, sanguina la fronte, ferito e senza spada lo tengono prigione. Paura assai pesante tra le scorte che sbandate nei boschi e tra i dirupi cercan, fuggendo, scampo da quei lupi che senza tregua li vogliono a morte. L’acqua del torrente è fatta rossa del sangue di uomini e animali. La grande compagnia è sgominata e lacrima nei boschi pugnalata. Non riceve pietà: son fatte belve le donne nel cercar chi fugge: odio, rancore in ogni petto rugge. Cala la notte sopra l’ecatombe, si spegne ogni lamento dei feriti. La luna tinge bieca la vendetta che gode nel cantar della civetta.”

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Al “Passo delle Scalelle”, nei pressi di Campigno è stato eretto, nel 1931, un cippo in arenaria per ricordare la “Battaglia delle Scalelle” (1358), quando i villani locali distrussero la compagnia di ventura comandata dal Conte Lando. Dino Campana nei Canti Orfici scrive: “…Ascolto: Le fontane hanno taciuto nella voce del vento. Dalla roccia cola un filo d’acqua in un incavo. il vento allenta E raffrena il morso del lontano dolore.”

 

Rodolfo Ridolfi

L’estate muta di Marradi

12395071_10208278450028625_2137441197_ndomenica 14 luglio 2019 E’ ormai quasi un mese che i Marradesi hanno gravi problemi con i servizi telefonici. E oggi c’è stato  per molte ore un blocco totale, con il mancato funzionamento di ogni tipo di cellulare. La situazione di disagio cui si aggiunge anche il cattivo funzionamento della ricezione delle tv non è nuova ma in questi mesi estivi si è incrementata nonostante le promesse evidentemente non mantenute del Sindaco che se la deve vedere anche con i disagi legati alla linea Faentina giustificati con i lavori ma che in realtà dipenderebbero dalla insufficienza di materiale rotabile. Si presenta o almeno fino ad ora non è stata certo una buona estate e questi disservizi non favoriscono certo il già ridotto afflusso turistico della località che un tempo fu con Palazzuolo Sul Senio  una delle capitali turistiche e culturali della “Romagna Toscana” .

 Al disagio ed alla timida e rassegnata protesta degli abitanti di Marradi dà voce il gruppo consiliare di minoranza “Siamo Marradi”, con un’interrogazione presentata dai consiglieri RaffaellaRidolfi, Giulio Bassetti, Alessandro Brasino e Mauro Ridolfi.

I consiglieri comunali ricordano che “dal 22 giugno scorso i cittadini di Marradi subiscono ripetutamente rilevanti disagi per l’interruzione della telefonia mobile che ha colpito in maniera altalenante tutte le compagnie senza eccezione alcuna fino a giungere all’apice del disservizio con il blocco totale proprio oggi 14 luglio”.

Si ricorda che “tale situazione può produrre effetti negativi in chi avesse bisogno dell’emergenza sanitaria o
della guardia medica” e che “che tale disservizio costante da anni in alcune aree del territorio comunale come Lutirano è stato accompagnato da ripetuti disservizi nella ricezione delle emittenti televisive Rai compresa”.

Nell’interrogazione si sottolinea poi come “al fine di rimuovere questi disservizi accompagnati da una anacronistica lentezza (quando funziona) dell’ADSL e del WI-FI, il sindaco ha istituito la delega alle telecomunicazioni affidandola al consigliere Fabio Gurioli; ma che nonostante l’impegno nominale la situazione è fortemente ed oggettivamente peggiorata come testimoniano le ricorrenti e numerosissime segnalazioni dei cittadini utenti.

Già in passato, il 2 maggio di quest’anno la capogruppo Ridolfi aveva chiesto conto della gestione e manutenzione e relativi costi del ripetitore Tv emittente la 7 in località Monte Colombo affidato alla Ditta Cat Telecomunicazioni di Dicomano che si occupa della gestione di sistemi riceventi/trasmittenti delle emittenti nazionali presenti nelle postazioni Monte Colombo.

Così i quattro consiglieri interrogano il Sindaco “per conoscere nel dettaglio di quali tavoli tecnici abbia chiesto formalmente l’attivazione alla Prefettura per sollecitare Telecom_tim e le altre compagnie al fine di risolvere i gravi disservizi, a quali e quanti abbia partecipato e quali iniziative il Sindaco e/o il delegato alle telecomunicazioni abbiano intrapreso per la soluzione dei problemi, e se e quali comunicazioni in merito abbiano fornito ai cittadini”.

Il 10 luglio 1944 muore a Gamogna, il faentino Bruno Neri, calciatore della Fiorentina, del Torino, della Nazionale, guida tecnica del Faenza 1940/41.

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mercoledì 10 luglio

75 anni orsono il 9 luglio 1944 i tedeschi a Marradi fucilano il partigiano Iandelli  e il 10 a Gamogna cadono in combattimento il calciatore partigiano Bruno Neri e Vittorio Bellenghi. Il coraggio di Don Ferrini

 

Al sergente partigiano Sergio Iandelli, ventenne, pellettiere fiorentino della 36a Bianconcini, catturato il 9 luglio 1944 seviziato e ucciso dalle SS tedesche, fu dedicata una lapide posta sul muro della strada che conduce a Palazzuolo sul Senio il 23 luglio 1945.

Domenica nove luglio ‘44 nel Casale di Modigliana, dove si trovava il parroco partigiano don Angelo Savelli, si riunì il battaglione Ravenna, forte di una quarantina di uomini, per prendere posizione fra la banda Corbari e la 36a Brigata Garibaldi Bianconcini. Il comando venne affidato a Vittorio Bellenghi, Nico, ex ufficiale del Regio Esercito ed al suo vice Bruno Neri, nome di battaglia Berni, calciatore che aveva giocato nel Faenza, nella Fiorentina, nel Torino e nella Nazionale italiana. La formazione partigiana si mise in movimento lungo il sentiero del crinale, diretta al Lavane e la sera aveva sorpassato il Torretto e l’indomani avrebbe raggiunto Gamogna.

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La strada fra Marradi e San Benedetto brulicava di tedeschi che avevano alle Canove il loro comando retto da un capitano con circa cento militari e molti uomini del luogo, rastrellati forzatamente e costretti ai lavori stradali. I due comandanti, partigiani, Bruno e Vittorio, decisero, con grande imprudenza, di andare da soli in avanscoperta a perlustrare l’area. Quando, nel primo pomeriggio, con le armi in pugno, giunsero al cimitero, vennero sorpresi allo scoperto da una pattuglia tedesca e nello scontro a fuoco furono uccisi. Il parroco, don Angelo Ferrini, cercò di dare ai due giovani una sepoltura dignitosa, ma, come raccontò in una intervista del 1989, dopo aver trasportato, aiutato dal partigiano Vincenzo Lega, i corpi dei due giovani nella cappella del cimitero parrocchiale, si recò in municipio a Marradi a chiedere le bare che gli furono negate con questa motivazione: “Non possiamo disporre nulla per dei traditori, per dei partigiani”. “Quindi dovemmo seppellirli in una fossa comune avvolti nella paglia e nelle frasche”. Il giorno successivo don Ferrini durante l’imponente rastrellamento nazista, dopo essere stato apostrofato dai tedeschi “Tu pastore badogliano adesso fare Kaput a te e bruciare chiesa”, come racconta Carlo Martelli nel suo libro Fascismo Antifascismo, sfuggì per miracolo alla morte grazie all’intercessione, presso i tedeschi, del parroco di Albero, don Vittorio Fabbri.

Rodolfo Ridolfi

Bilanci comunali o Bilanci Campaniani?

imagessabato 29 giugno riceviamo e molto volentieri pubblichiamo il comunicato della capogruppo in Consiglio Comunale Raffaella Ridolfi:
In data 20 marzo 2019 richiedevamo l’elenco di tutti i mandati di pagamento effettuati dal Comune di Marradi nel 2018. A seguito dell’invio da parte dell’amministrazione del tabulato chiedevamo conto con 11 interrogazioni di alcune voci. Di nostro interesse furono 15 voci destinate
al “PARCO CAMPANIANO” istituzione, Ente privato, Associazione o Fondazione a noi sconosciuta. Alla verifica delle determine rintracciate sul sito del Comune Amministrazione Trasparente fummo colti da stupore vedendo che riguardavano altri soggetti che non erano il “PARCO
CAMPANIANO” ma altre associazioni. Nella risposta scritta all’interrogazione fu evidenziato come: “Per PARCO CAMPANIANO si intendeva un capitolo da utilizzare per il trasferimento di risorse ad un soggetto che gestisse tutte  le attività di carattere prevalentemente culturale, ma che non essendosi realizzato/costituito nel corso dell’anno 2018, lo stesso capitolo è stato utilizzato per il riconoscimento di risorse ad altre
Associazioni…”.Verificando le determine è evidente di come di campaniano ci sia ben poco. Altra cosa molto singolare agli albori della campagna elettorale, per il rinnovo del Consiglio comunale, risulta il pagamento per l’organizzazione di un convegno su “la nuova sanità a Marradi” con partecipanti oltre al Sindaco uscente all’epoca, di responsabili della Società della salute ed esponenti politici regionali. Abbiamo richiesto ulteriori spiegazioni agli uffici in merito a quanto avvenuto ritenendo il procedimento seguito piuttosto singolare. Ci sembra infatti strano che si possa imputare un mandato di pagamento ad una forma associativa che non esiste. Riteniamo oltremodo sconveniente che una rappresentazione non reale di chi ha realmente percepito i contributi non sia correttamente indicata nei mandati di pagamento inviata ad un consigliere comunale.
Ci chiediamo perché non sia stata fatta una variazione di bilancio prima di procedere al pagamento dei fondi spesi, accorgimento minimo da utilizzare in una fattispecie del genere, non esistendo il soggetto individuato alla ricezione dei fondi, non ravvisando nelle attività svolte una  particolare urgenza, tale da provvedere ai pagamenti in tempi brevissimi, cosa che invece si è verificata nella realtà, essendo stati fatti alcuni pagamenti subito nel giugno 2018. Facciamo fatica ad assimilare il concetto che sotto la dizione “Parco Campanniano” se identificata come voce di bilancio possano essere inseriti eventi sportivi o inerenti la sanità, ci chiediamo allora a cosa servono i capitoli di bilancio dedicati allo sport o alla sanità. Lo stesso bilancio del Comune di Marradi lo potremmo chiamare Bilancio del Parco Campaniano e non bilancio comunale. Riteniamo inoltre che una gestione dei procedimenti amministrativi da parte di una amministrazione comunale di questo genere comprometta la trasparenza degli atti e la possibilità per i consiglieri comunali e per i cittadini, che possono usufruire dell’accesso civico, di avere notizie certe sulla reale disposizione delle risorse comunali. Considerando inoltre che il famoso convegno sulla “ Nuova sanità a Marradi”, per non soffermarsi sul resto, ha dei contorni che ad oggi sembrano sempre più impalpabili e trasversali, considerando anche la natura del soggetto che ha percepito i fondi per organizzarlo, ci piace sottolineare, visto il periodo in cui è avvenuto questo strano procedimento amministrativo, come in base all’art. 38, comma 5, del Dlgs. n. 267/00 (Tuel) sia previsto che “i Consigli durano in carica sino all’elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del Decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti e improrogabili”. Norma inserita dal Legislatore per evitare che l’Organo consiliare in carica possa condizionare lo svolgimento della campagna elettorale attraverso atti che vanno ad incidere sulla formazione della volontà popolare e favorire i Consiglieri in carica che potrebbero anche rivestire la qualità di candidati al rinnovo del Consiglio (Tar Veneto, Sentenza n. 1273/96 e Consiglio di Stato – Sezione I, Sentenza n. 2955/03). Inoltre l’art. 9 della l. 28/2000 stabilisce che «Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni». Il divieto copre ogni forma di comunicazione, con qualsiasi tecnica e a
qualsiasi scopo effettuata a partire dalla convocazione dei comizi elettorali (che normalmente avviene tra 70 e 45 giorni prima della consultazione): le amministrazioni devono astenersi non solo dalle manifestazioni volte ad appoggiare le liste o i candidati impegnati nel confronto elettorale (propaganda elettorale in forma diretta), ma anche da tutti le attività di comunicazione che, avendo come finalità principale la promozione dell’immagine politica o dell’attività istituzionale dell’ente stesso, stimolino una rappresentazione positiva o negativa di una determinata opzione elettorale (propaganda elettorale in forma mediata). La ratio della norma è anzitutto evitare che l’attività di comunicazione istituzionale realizzata dall’amministrazione durante questo periodo “sensibile” possa sovrapporsi ed interagire con l’attività propagandistica svolta dalle liste e dai candidati, dando vita ad una forma parallela di campagna elettorale, sottratta a qualsiasi tipo di regolamentazione. In secondo luogo, la norma vuole impedire il consolidarsi di un vantaggio elettorale a favore dei politici uscenti (incumbents) nei confronti degli sfidanti (challengers), date le innumerevoli facilitazioni, in termini di comunicazione e di visibilità, di cui i primi dispongono in via esclusiva e gratuita. Da ultimo, ma non in ordine di importanza, la norma mira ad evitare un uso distorto di risorse e denaro pubblico a fini di propaganda (diretta o indiretta) favorevole ad alcune forze politiche e a danno di altre.
Attendiamo una risposta adeguata da parte degli Uffici e del Sindaco Triberti valutando
seriamente di inviare gli atti alle autorità competenti per la verifica della loro regolarità.
Raffaella Ridolfi

69° CONVEGNO MILANIANO – CAMPI BISENZIO (FI) – Palazzo Comunale – Sala Oriana Fallaci – 8 giugno 2019.

 

Maria Tauriello

Maria Tauriello

giovedì 20 giugno

da Alessandro Mazzerelli riceviano e molto volentieri pubblichiamo:

 

Promosso dai Comitati milaniani di Firenze e di Vicchio di Mugello (Fi) e dai Templari Cattolici d’Italia, si è svolto nella prestigiosa Sala “Oriana Fallaci” del Palazzo Comunale di Campi Bisenzio (Fi) il 69° evento milaniano, in occasione dell’ennesima presentazione di “Don Lorenzo Milani sacerdote di Dio” IIa Ed. AIEP – Repubblica di San Marino.

Ha aperto i lavori Maria Tauriello, Consigliera Comunale del Comune di Sesto Fiorentino, che ha preso al volo, con grande lucidità, una parola di dedica appena scritta dal Mazzerelli sul libro che le è stato donato in quel momento. Emanuele Piccini, giornalista vaticanista, chiede al primo oratore Prof. Franco Banchi il confronto fra il Decalogo di Barbiana e il sogno demenziale di Casaleggio. La risposta, fa intendere il Professore, è nel complesso meraviglioso e immortale delle Profezie milaniane. Afferma che siamo nella notte dello spirito ma, come ha detto San Giovanni di Dio: “Sebbene sia notte la luce si vede”. E per vedere la luce”, occorre educarci a discernere il grano dalla zizzania, come si fa nel libro testimonianza del Mazzerelli. Occorre perciò ripartire dal primato spirituale, ma senza l’aiuto della Provvidenza il male non si vince. Emanuele Piccini ringrazia e passa la parola a Alessandro Mazzerelli, il quale, dopo un cenno alla storia personale e familiare di Don Milani, mette in evidenza la Profezia del comunismo che – come a detto il Profeta – … è la mediazione e l’organizzazione politica di ogni male…”. Ricorda che le radici dell’invasione extracomunitaria le ha udite al Festival Nazionale de “L’Unità” di Campi Bisenzio nel 1988. Illustra i singoli punti del Decalogo di Barbiana e la contrapposizione tra la “Gaia” di Casaleggio e i “Ventimila Sammarini” di Don Milani. Conclude dando ragione a Banchi: “Siamo nella notte della Fede” Emanuele Piccini ringrazia Banchi e Mazzerelli per aver parlato di “notte della Fede e dello spirito”… Afferma che Don Mazzi e Don Santoro si sono manifestati opposti a don Milani e domanda a Mazzerelli la storia della lettera scomparsa… Mazzerelli illustra in breve l’incresciosa questione. Maria Serena Quercioli, giornalista de “La Nazione” e consigliera comunale a Campi Bisenzio, ricorda di aver partecipato in Prato ad un recente Convegno su Don Milani. Afferma che siamo davanti ad un analfabetismo di ritorno… Occorre un Centro di Istruzione popolare che prenda le mosse dalla Scuola di Barbiana. L’On. Professoressa Stefania Fuscagni ricorda – a ragione – di essere stata una milaniana: Dopo due mandati in Regione non si è più ricandidata. Illustra, con grande chiarezza, come la Diplomazia Vaticana indusse Stalin a mollare il “sogno” della rivoluzione comunista in Italia, perché comprese che si sarebbe messo contro tutte le Parrocchie del mondo…. Denuncia e ricorda l’egemonia comunista nella scuola, nella cinematografia e nell’editoria. Don Milani comprese la potenza delle ideologie, a cui contrappose la loro comprensione attraverso lo studio delle 5000 parole di cui, i ragazzi di Calenzano e di Barbiana, erano del tutto ignari. Nell’Università, ove ha insegnato, ha assistito alla “guerra” contro l’Arte Cristiana e la Storia Contemporanea. Afferma che la Chiesa è “confusa”… Emanuele Piccini, nel ringraziarla vivamente, mette in evidenza il fatto che a seguito dell’incendio della Cattedrale di Parigi si è parlato di grave danno per i turisti, anziché dei fedeli… come si trattasse di un Museo ! La Professoressa Giovanna Lo Sapio sostiene che Mazzerelli ha riscattato Don Milani dalle ceneri… Afferma che il Profeta di Barbiana ha fatto della Chiesa un grande strumento di psicologia. Legge un brano del Prof. Bollea sul disadattamento infantile, che trova il suo terreno nello sgretolarsi della famiglia. Critica le insegnanti di sostegno: “Messe in quel ruolo per coprire un posto di cui non sono competenti.” Illustra il vero autismo. Critica la Scuola Media dell’obbligo. Legge una lettera inviata da un ragazzo a Don Milani. Piccini ringrazia la Lo Sapio e valuta la grande importanza della sua riflessione sulla crisi della famiglia. Marcello Masotti, Presidente di Scienza e Vita di Firenze, fa una riflessione critica sulla questione del divorzio. Parla – fondatamente – di distruzione della Scuola. Ricorda – giustamente – la strategia dei Soros e dei poteri forti che stanno dietro all’invasione extracomunitaria. Ricorda il ruolo storico di Scelba, nel rintracciare le armi in mano al PCI e nel reprimere la violenza di piazza. Vede nella Chiesa molta “oscurità”. Denuncia la degenerazione del PD – rispetto al PCI – sulle questioni etiche. Ricorda, infine, il triste confronto fra Don Stefani – eroico cappellano degli Alpini dell’Armir – e Don Milani. Interviene, in conclusione, l’Amico Spennati che si complimenta con il discorso di Masotti e con Mazzerelli per i 53 anni della sua “coerente” testimonianza. La Consigliera Maria Tauriello conclude i lavori, auspicando una replica della conferenza in Sesto Fiorentino. La carissima Amica milaniana Lucia Tanti, Assessore Comunale ad Arezzo, si è scusata per la sua assenza dovuta ad impegni istituzionali.

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mercoledì 12 giugno

Raffella Ridolfi, consigliere capogruppo di SiAmo Marradi, ha presentato un’interrogazione per conoscere i dettagli sull’aggiudicazione della gestione della piscina per il periodo 2019-2023. Il tutto dopo che in gennaio è stata sciolta anticipatamente la convenzione con la Pro Loco e che si è svolto un nuovo bando. Di seguito il testo dell’interrogazione:

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Premesso :

che con la delibera n. 3 del 21/01/2019 la Giunta Comunale aveva approvato lo scioglimento anticipato della convenzione con l’Associazione Pro Loco che gestiva l’impianto da oltre 10 anni ed era titolare della gestione fino al dicembre 2019;

che l’Amministrazione aveva accertato che altri operatori economici risultavano interessati alla gestione;

che successivamente il 25 marzo il Comune di Marradi approntava le procedure di gara;

che il capitolato speciale all’art 3 prevede che possono essere ammessi a partecipare: “società e associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva, discipline sportive associate, federazioni sportive nazionali, nonché consorzi e associazioni tra i predetti soggetti, che abbiano nel proprio statuto e/o atto costitutivo la previsione dello svolgimento dell’attività prevista in oggetto o analoga, soggetti che devono essere regolarmente riconosciuti dal CONI; altri operatori economici iscritti alla C.C.I.A.A, nella cui iscrizione sia esplicitata l’attività relativa alla gestione di impianti sportivi; che al momento della presentazione della domanda di partecipazione, il soggetto deve essere in possesso dei requisiti di ordine generale per contrarre con la Pubblica Amministrazione, ovvero che non siano incorsi nei motivi di esclusione previsti dall’art. 80 del D.lgs. n. 50/2016; che il requisito di costituzione/iscrizione, sotto il profilo temporale deve risultare alla data di sottoscrizione della presente manifestazione di interesse e deve permanere, in caso di aggiudicazione del servizio, fino alla conclusione del contratto di gestione;

Interroga il Sindaco

per conoscere nel dettaglio: chi sono i soggetti che hanno partecipato, quando è stata conclusa la gara quando e con chi è stato stipulato il contratto giusto articolo 6 del capitolato che prevede una base d’asta in aumento a partire da un minimo di 1.500 euro di canone annuo più IVA; a quale soggetto fra quelli previsti dal capitolato e con quale aumento di canone è stata assegnata la gestione, e se l’Amministrazione ha provveduto ai relative controlli ed eventuali visure camerali per verificare i requisiti della società e/o associazione aggiudicataria e da quanti anni risulta in attività nel settore per le finalità indicate dal capitolato il soggetto aggiudicatario.

Raffaella Ridolfi

I consiglieri di minoranza di Palazzuolo Sul Senio : Gianni Matteotti, Rodolfo Ridolfi, Cristiano Talenti.

da-sx-talenti-matteotti-ridolfimercoledì 5 giugno

Palazzuolo Viva la lista che alle elezioni di Domenica 26 maggio ha ottenuto il 35,61% eleggendo tre consiglieri di Forza Italia: Rodolfo Ridolfi, Cristiano Talenti e Gianni Matteotti si è riunita in vista del Consiglio Comunale del 15 giugno prossimo per indicare i ruoli che i tre consiglieri di minoranza svolgeranno dal 2019 al 2024. Il capogruppo sarà Gianni Matteotti ed il Vice Cristiano Talenti mentre Rodolfo Ridolfi sarà consigliere dell’Unione dei Comuni del Mugello. I consiglieri hanno anche deciso di mettersi a disposizione dei cittadini e delle loro istanze incontrandoli in una sede pubblica ed in orario da definire con cadenza quindicinale. I consiglieri eletti hanno infine rivolto un caloroso ringraziamento a tutti gli elettori di Palazzuolo che hanno espresso questo ampio consenso alle proposte ed al programma di Palazzuolo Viva che si impegnerà in una azione politica ed amministrativa di iniziativa e di controllo per lo sviluppo di Palazzuolo e la difesa dei diritti e delle aspettative di tutta la Comunità locale.

 

Genio o folle Dino Campana? Convegno a Marradi sabato 8 giugno

Massimo Scalini

Massimo Scalini

Un tentativo per definire il poeta di Marradi che scrisse di se stesso:

“ In ogni caso né da vivo e tanto meno da morto si avrà ragione di me.”

Associare i poeti con la P maiuscola a qualche forma di pazzia è una storia vecchia, d’altronde il filosofo Platone afferma che l’ uomo è incapace di poetare se non è fuori di sé. Per dare alla follia un valore costruttivo e creativo indubbiamente nuovo e disconosciuto, dobbiamo ricordare il famoso discorso di Steve Jobs ai giovani laureati che sollecitò ad essere affamati e folli per riuscire a cambiare il mondo.

Il tema fascinoso e coinvolgente sarà l’argomento della conferenza dibattito, organizzata dal Centro Studi Campaniani con il patrocinio del Comune di Marradi e dell’Accademia degli Incamminati di Modigliana che si terrà sabato 8 giugno alle ore 16 a Marradi in Via Castelnaudary, 5 dal titolo “ Genialità e follia. Dino Campana: genio o folle?”

Questo è il secondo della serie di incontri, programmati nel trentennale del Centro Studi Campaniani, tesi a scoprire i mille volti di un poeta spesso ricordato più per la sua tragica vicenda umana che per la sua opera, riconosciuta dalla critica letteraria moderna come un’esperienza poetica “tra le più suggestive del ‘900” (Andrea Zanzotto).

La fama di matto Dino se la cucì addosso con le sue azioni fin da giovanissimo: le fughe improvvise, i misteriosi vagabondaggi tra i monti, i subitanei furori; quella di poeta invece la confezionò con la penna dimostrandosi indiscutibilmente geniale nella creatività poetica, fintanto che non fu definitivamente rinchiuso in manicomio, da dove confidò :“Ero una volta scrittore ma ho dovuto smettere per la mente indebolita. In campo poetico-letterario esempi del binomio genio e follia si sprecano quindi il tema è attuale e soprattutto calzante per Campana. Sotto la regia di Massimo Scalini, psichiatra, marradese di nascita e membro del comitato scientifico del Centro Studi Campaniani , il rapporto tra creatività artistica e follia sarà affrontato dal prof. Giulio Perugi, docente di psichiatria all’Università di Pisa e uno dei maggiori esperti di disturbo bipolare a livello internazionale.

L’evento, di notevole spessore culturale per le prestigiose personalità che partecipano, sarà un momento di conoscenza non solo di una patologia psichiatrica che colpisce a tutt’oggi molte persone, ma anche un modo per comprendere la grandezza di un poeta e di un uomo che definì la propria vita “un’ansia del segreto delle stelle, tutta un chinarsi sull’abisso”.

Marinella Tondini “Donna F.I.D.A.P.A” 2019

giovedì 16 maggioimg-nella-e-marinella

Riceviamo dalla Fidapa di Marradi e pubblichiamo:

Marinella Tondini “Donna F.I.D.A.P.A” 2019

Sabato 11 maggio, presso il Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”, l’Associazione F.I.D.A.P.A- Federazione Italiana Donne, Arti, Professione ,Affari – Sezione di Marradi, che quest’anno ricorda il ventesimo anno di attività, ha organizzato il 5° Premio “Donna F.I.D.A.P.A” dedicato ad una donna marradese che si è distinta per meriti professionali e che ha contribuito a rendere migliore la società.

Ha ottenuto questo riconoscimento Marinella Tondini ( Milo ), premiata con un piatto di ceramica e una pergamena con la seguente motivazione “ Per aver dedicato la sua vita alla Comunità di Sasso, con umanità, amore e religioso spirito di abnegazione”.

Ricordare Marinella significa anche ricordare la Comunità di Sasso, fondata da Don Nilo. Lei vi entra nel lontano 1982 quando ancora era un’esperienza di vita comune e di preghiera, condivisa con alcuni giovani marradesi, ed il cammino percorso era impensabile. Gli anni ’80 erano anni di profondi cambiamenti della società, cominciavano ad emergere solitudini, emarginazioni e il dramma della droga e alle porte di Sasso cominciavano a bussare giovani che non trovavano risposta altrove: le porte venivano aperte e entravano i primi due ragazzi che poi diventeranno dieci…venti….ecc. Da allora in modo spontaneo o attraverso i servizi sociali oltre mille giovani sono venuti a contatto con Sasso, dove hanno incontrato e incontrano “una famiglia” per ritrovare la forza di riprogettare il loro futuro e soprattutto una nuova speranza di vita.

Per Marinella quell’ adesione giovanile, spontanea e gratuita è stata la scelta della sua vita, tanto che ogni ora di questi trentasette anni è stata vissuta in comunità; lei ricorda tutti i ragazzi venuti in contatto con la realtà di Sasso e questi incontri rimandano a relazioni che parlano di affetti e gioie, ma anche di delusioni, dolore e fallimenti. Marinella non si è mai scoraggiata e ha visto crescere la Comunità con altre case nate nel territorio marradese e nella vicina Romagna, con lei sempre a fianco di coloro che hanno bisogno. Ha saputo unire il suo amore per il prossimo con quello di Dio, tanto che a ottobre del 1988, per la prima volta fa professione di povertà, castità, obbedienza per un anno nelle mani del vescovo Bertozzi, scelta che continua ininterrottamente con i vescovi che si sono succeduti fino ad oggi con Mons. Toso.

Nel suo cammino incontra nuovi compagni che come lei aderiscono a questa scelta totalizzante: Lucia Samorì e Amedeo Orioli e insieme formano la Piccola Fraternità di Sasso che, naturalmente insieme a Don Nilo, sono la mente e il cuore della Comunità stessa.

I ruoli di Marinella sono tantissimi: è un’ottima cuoca e, primo fra tutti, segue l’ organizzazione della mensa quotidiana; è un po’ come una mamma che accoglie a tavola i molti figli, dove per tutti c’è un sorriso, un incoraggiamento, ma anche una bella sgridata quando serve.

Di carattere schivo, modesta, di poche parole, ma quando si esprime vale la pena di ascoltarla per l’arguzia e la saggezza. Don Nilo, durante la premiazione, ha detto che Dio bussa alla porta del cuore dell’uomo e alla sua capacità di carità che si realizza nella fantasia dell’amore. Marinella ha saputo dare una risposta al dolore delle persone stando accanto, ascoltando, condividendo con la forza dirompente del perdono.

Il valore che l’ha accompagnata è la Fedeltà: a se stessa, a una scelta, a un progetto, alla sua fede personale. Al termine dell’incontro, nella sala gremitissima dove è stata applaudita e festeggiata, tanti le hanno dedicato bellissime parole e testimonianze; lei, con la semplicità che le è solita, ha detto che nella sua vita è stata molto fortunata perché, nonostante le preoccupazioni e le difficoltà, ha sempre mantenuto una profonda “pace del cuore” che ogni giorno le conferma che la scelta di tanti anni fa è stata proprio quella giusta e tutti noi abbiamo potuto sperimentare quanto ciò sia vero

Alessandro Mazzerelli protagonista a Pisa e a Firenze l’11 maggio prossimo degli eventi su Don Milani

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dal dott. Alessandro Mazzerelli riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:
Carissimi-e, vi ricordiamo che il prossimo evento milaniano avrà luogo a  FIRENZE, sabato prossimo 11 maggio, alle ore 16,30, presso la LIBRERIA GIOBERTI, Via Gioberti, 37/a. Venendo alla sintesi dell’evento di Pisa del 27 aprile u.s., quel che balsa all’attenzione è il fatto che la Sala Rossa del Palazzo Comunale “Gambacorti” era colma, al punto che i vigili urbani hanno lasciato fuori  molta gente che voleva entrare… Ha introdotto l’Assessore  Andrea Buscemi, che ha sostenuto come l’evento sia una manifestazione di chiarimento contro le strumentalizzazioni politiche di Don Milani, a cominciare dall’equivoco in cui cadde anche Pier Paolo Pasolini…  Il Vice Sindaco Raffaella Bonsangue, afferma che la politica è un Servizio e che l’etica di Don Milani è una urgenza contemporanea. Carlo Barsotti  nel ringraziare gli organizzatori, ricorda che il politico milaniano è un servitore del bene comune. L’Assessore Prof. Filippo Bedini, afferma che è stato deciso – istituzionalmente – di parlare di Don Milani, perché è venuto il momento della Verità.
Denuncia – scientificamente – la strumentalizzazione comunista del Profeta. Ricorda che anche nella sua parrocchia Don Lorenzo veniva definito un promotore della sinistra marxista. Quindi c’è stata – inconfutabilmente – una appropriazione indebita… Ricorda infine la discriminazione “culturale” di personaggi di vera cultura che i “professori” nemmeno conoscono. Afferma, concludendo, che il Mazzerelli è stato tra i primi a sinistra a parlare delle foibe.  Emanuele Piccini, giornalista vaticanista, ringrazia vivamente, a nome dei Comitati milaniani e dei Templari Cattolici, l’Amministrazione Comunale di Pisa. Denuncia e dimostra con fatti l’appropriazione e la distorsione vergognosa del pensiero milaniano.  Il Prof. Mario Bernardi Guardi, giornalista e saggista, sostiene  che l’opera di Alessandro Mazzerelli  restituisce “ don Milani a se stesso”.  Cita “Il Sistema della menzogna”  di Gianfranceschi per affermare che la Verità è stata violentata, umiliata e derisa a cominciare dalle celebrazioni del 25 aprile…  Don Milani si rese conto che l’apparato del PCI non aveva nulla a che fare con i comunisti di base, a cui il Profeta voleva bene… Il ruolo di Don Milani verso i diritti dei poveri, scaturiva dal fatto che ai suoi tempi la Chiesa non stava affatto con loro… Conclude affermando che “Mazzerelli gli ha restituito il vero Don Milani, che prima della sua testimonianza gli risultava “odioso”. Emanuele Piccini  ricorda che anche a lui Don Milani, prima di conoscere l’opera di Mazzerelli,  stava antipatico… e ricorda come ha conosciuto il Mazzerelli.  Alessandro Mazzerelli, testimone e autore di sette libri milaniani , parte dalle ragioni che convinsero Don Milani a chiamarlo, evidenzia come quell’incontro ha radicalmente cambiato la sua vita da 53 anni!  Afferma: “Oggi, il Decalogo di Barbiana, la sconvolgente Profezia sul comunismo, la critica alla democrazia “cristiana”, l’alternativa al mondialismo criminale dei Soros –  a cui si contrappone la Profezia dei Ventimila Sammarini – la deriva etica dell’oggi e del prossimo futuro, contenuta nelle conclusioni milaniane:   …scorrerà molto sangue e sia la degenerazione morale che quella politica giungeranno a livelli di incredibile bassezza”  sono tutte parole che si sono trasformate in fatti e profezie che pongono gli uomini di buona volontà e la Chiesa Cattolica di fronte alle loro immani responsabilità.”  Ricorda che c’è stato un bel segno: la lettera di incoraggiamento a proseguire la Testimonianza da parte del Segretario di Stato, il Cardinale Pietro ParolinEmanuele Piccini: Ricorda che a Barbiana qualche schiaffo si tirava…oggi che si direbbe? Manrico Casini Velcha , Segretario Generale del Centro Milaniano di Vicchio di Mugello,  ricorda come ha conosciuto il Mazzerelli, di cui manifesta grande stima perché dalla sua testimonianza e fedeltà  “non ha mai guadagnato nulla , anzi ha molto sofferto e molto pagato” . Afferma che il suo ultimo libro è “chiarissimo”. Ricorda che l’ipocrisia “è il male del secolo”  – “si pensi alla pubblicità…” –  “Non fu forse – si domanda – l’ipocrisia di una certa politica “cattolica”  che Don Milani combatté sempre con estrema determinazione  ?”   Sintesi a cura del “Comitato Nazionale per Don Lorenzo Milani Profeta di Dio”.  Si ringrazia vivamente per l’attenzione e la sua diffusione. 

Dispetti e irriverenze a Marco Milani?

redimmercoledì 8 maggio

Riceviamo e pubblichiamo dalla minoranza di SiAMOMARRADI:

Marradi Consiglio Comunale dei 6 maggio 2019 il Gruppo Si Amo Marradi abbandona i lavori del Consiglio

Una situazione surreale, quasi comica, quando Il Capogruppo Marco Milani comunica per la quarta volta che non ha ricevuto la convocazione al Consiglio comunale nelle modalità richieste e reiteratamente enunciate in Consiglio Comunale. Altrettanto costernante il momento in cui il Sindaco ed un Consigliere di maggioranza si interrogavano sulle modalità di Convocazione previste dal Regolamento che evidentemente non conoscevano e ancor più patetica, al limite del ridicolo, la dichiarazione del Sindaco nel momento in cui ha esordito dicendo il Capogruppo Milani lo sapeva gli ho comunicato io a voce due giorni prima che ci sarebbe stato Consiglio. Viste queste premesse il Gruppo SiAmo Marradi ha deciso di supportare la decisione del Capogruppo Milani di lasciare la seduta del Consiglio nella speranza che questo gesto eccezionale serva a ripristinare correttezza e legalità nell’azione amministrativa del Comune di Marradi.

Il 18 febbraio 2019 infatti, in Consiglio Comunale, il consigliere Marco Milani capogruppo del monogruppo “Marradi nel Cuore” affermava come si legge da verbale: “Aggiungo dichiarazione di voto io mi astengo io non so come fare, non ricevo fogli non ricevo niente, ho chiesto tranquillamente che mi venga depositata la posta a Marradi per evitare spese al Comune….mi piacerebbe anche a me avere i fogli come quasi tutti. Io non so perché non riesco a ricevere quindi, io mi asterrò da questa votazione per protesta dopo tre Consigli che ero in Maggioranza, ora sono in Minoranza….. vorrei capire perché non mi arrivano i fogli ….vorrei come gli altri ricevere la posta a Marradi in via Baccarini n.5 dalla mia sorella così non avete spese di mandarla a Brisighella e mandarla chissà dove, così anch’io la posso ricevere tutto qua.” Il capogruppo della maggioranza e la segretaria lo assicuravano, purtroppo neppure la convocazione successiva, quella del 25 marzo 2018, avveniva correttamente tanto da indurre la minoranza a proporre, a inizio seduta una mozione d’ordine con richiamo al regolamento per violazione degli articoli sulla convocazione dei consiglieri e congiuntamente le questioni pregiudiziale e sospensiva.

Dispiace per aver mancato la discussione sulla variazione straordinaria del Bilancio, tenutasi in presenza del solo Sindaco e di solo sei consiglieri di maggioranza, ma tutte le questioni che avevamo al riguardo le porremo tramite interrogazioni come ho fatto con le precedenti 13 sulle spese del Comune

 

25 APRILE, SIMBOLO DI UN’ITALIA PACIFICATA

lunedì 22 aprile foto-mostra-palazz

Quest’anno il 74° anniversario del 25 aprile ’45 assume un particolare significato e ci riporta alla grandissima attualità dei valori espressi, nel mirabile discorso tenuto dieci anni orsono il 25 Aprile ad Onna in Abruzzo, dal Presidente Silvio Berlusconi nella parte in cui affermava: “…Benché frutto evidente di compromessi, la Costituzione repubblicana riuscì a conseguire due obiettivi nobili e fondamentali: garantire la libertà e creare le condizioni per uno sviluppo democratico del Paese. Non fu poco. Anzi, fu il miglior compromesso allora possibile. Fu però mancato l’obiettivo di creare una coscienza morale “comune” della nazione, un obiettivo forse prematuro per quei tempi, tanto che il valore prevalente fu per tutti l’antifascismo, ma non per tutti l’anti-totalitarismo. Oggi, il nostro compito, il compito di tutti, è quello di costruire finalmente un sentimento nazionale unitario. Dobbiamo farlo tutti insieme, tutti insieme, quale che sia l’appartenenza politica, Se da oggi riusciremo a farlo insieme, avremo reso un grande servizio non a una parte politica o all’altra, ma al popolo italiano e, soprattutto, ai nostri figli che hanno il diritto di vivere in una democrazia finalmente pacificata…”.

In occasione della ricorrenza del 25 Aprile 1945 in Italia, 8 maggio in Europa (giorno della resa del nazismo) è giusto e doveroso ricordare la liberazione dalla guerra, dal nazismo e dal fascismo anche se bisognerà aspettare la notte fra il 9 ed il 10 novembre 1989, momento storico della caduta del Muro di Berlino, per vedere completata la liberazione della parte orientale dell’Europa caduta dopo l’oppressione nazista nell’altrettanto odiosa ed efferata tirannide comunista. E giusto onorare tutti i resistenti: i nostri giovani combattenti e tutti quegli altri giovani, americani, inglesi, francesi, polacchi, dei tanti paesi alleati, che versarono il loro sangue. Senza di loro, il sacrificio dei nostri partigiani sarebbe stato vano. Con rispetto dobbiamo ricordare, anche quelli che in buona fede hanno combattuto dalla parte sbagliata sacrificando la propria vita ai propri ideali e ad una causa già perduta.

Quello che non ci piace è assistere alla falsa e strumentale liturgia apologia di ex fascisti diventati eroi e medaglie dell’antifascismo, a comunisti che si ergono a paladini della democrazia, ad opportunisti democristiani che sono passati alla resistenza in tarda età.

Una parte dell’Italia come la nostra, che prima di essere comunista fu in tanta parte così fascista, dovrebbe avere il coraggio di porre fine a settantaquattro anni di nebbia densa di imbarazzo, rimarcando l’ipocrisia, la fragilità, lo spirito di accomodamento, anche la pavidità, di cui diede prova larghissima parte degli italiani, intellettuali in testa, che, come lamentò l’esule Salvemini, avevano baldanzosamente esibito le loro idee socialiste, comuniste e cattoliche solo in tempi di bonaccia…”.Sarebbe ora che il “tabù” fosse smascherato. Un’opera non di revisionismo, ma piuttosto una corretta e necessaria operazione di rimozione di falsità, menzogne e silenzi imposti dalla cultura comunista alla storia italiana degli ultimi 74 anni. I partigiani comunisti non aspiravano alla democrazia ma all’instaurazione della dittatura comunista nel nostro Paese ed è per questo che si accanirono sui partigiani non comunisti, soprattutto quelli che non accettavano l’egemonia comunista, sui borghesi e sui tanti silenziosi ed innocenti non comunisti. Rileggiamoci : “Il sangue dei vinti”. Quello che accadde in Italia dopo il 25 aprile, o “la Grande Bugia” di Giampaolo Pansa o Vincitori e vinti di Bruno Vespa, che raccontano anche gli eccidi commessi dai partigiani comunisti. Fra i delitti più odiosi è da annoverare l’assassinio di Marino Pascoli, giovane giornalista e comandante partigiano di fede mazziniana. Pascoli raccontò su La Voce di Romagna del 6 dicembre 1947 : “Prima di tutto dobbiamo distinguere i partigiani veri dai partigiani falsi. I partigiani veri sono coloro che hanno corso sul serio dei rischi, che hanno combattuto con fede per la liberazione d’Italia e questi, a dir il vero, sono pochi. I partigiani falsi che purtroppo sono la maggioranza, sono coloro che hanno fatto i teppisti mascherati, i collezionisti di omicidi, e che andarono in giro col mitra, quando non vi era più pericolo, a fare gli eroi. Questa gente anche se è riuscita a munirsi di un brevetto o di un certificato, anche se oggi milita indebitamente nelle fila dei partigiani, non bisogna avere nessuna esitazione a chiamarla teppa. Teppa da reato comune, macchiata di sangue, di prepotenza e di ricatti…… Attenzione, partigiani veri, partigiani onesti, partigiani italiani e rimasti italiani, a non seguire coloro che vogliono vendere l’Italia allo straniero, altrimenti il vostro sacrificio sarebbe stato vano…L’organizzazione militare delle Brigate Garibaldine venne creata più tardi a rivoluzione d’Aprile conclusa. Quando contati i partigiani, rimpolpate le formazioni, aumentati gli effettivi, organizzate le forze comuniste e muniti i comandi di timbri e carta intestata, si procedette alla farsa della smobilitazione delle forze comuniste, si svolgeva, invece un’opera diametralmente opposta quella cioè di inquadrare ed organizzare per l’avvenire queste forze per un eventuale colpo di Stato…”

Rodolfo Ridolfi direttore responsabile

Forteto querela l’on Stefano Mugnai: roba da matti !!!

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Numerosissimi i messaggi di solidarietà a Stefano Mugnai dopo che si è appurato che non si trattava di un pesce d’aprile fra quelli giunti in redazione insieme a quello di Mauro e Raffaella Ridolfi la dichiarazione del Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Maurizio Marchetti che pubblichiamo integralmente:

«Fin dal 2012, quando sedeva tra i banchi del Consiglio regionale, Stefano Mugnai si è adoperato e battuto politicamente e umanamente per portare alla luce una vicenda drammatica fatta di abusi su minori e bambini affidati all’interno del Forteto. Lo ha fatto, inizialmente e per un periodo piuttosto lungo, in solitudine o quasi. Parallelamente al suo lavoro si è andata sviluppando un’attività giudiziaria che ha espresso condanne fino al terzo grado, per quei fatti così come ricostruiti dall’attività della Commissione regionale d’inchiesta presieduta da Mugnai.».

«Ora: le querele non sono un tributo, ma questa che arriva dalla vecchia gestione della cooperativa forse fa eccezione, e testimonia di quanto efficace sia stato il lavoro dell’oggi onorevole Mugnai. Apprendiamo dell’intenzione del Commissario Marzetti di ritirare l’azione. All’onorevole Mugnai vanno la mia solidarietà e l’attestazione di stima non solo per quanto fatto quando era Consigliere regionale toscano, ma anche per aver contribuito, da deputato, a portare all’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta su quei fatti orribili».

LA VI^ Edizione del Premio Nazionale Dino Campana.

52516531_2284318661841293_7728629542746587136_nsabato 16 febbraio

“La Poesia ci salverà”, al via la VI^ edizione del Premio on line Dino Campana.

Il Quotidiano On-line Marradi Free News- “Accademia degli Incamminati” di Modigliana-“ Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” di Marradi- l’Associazione Culturale “Opera In-Stabile” e #Poetry di Faenza, considerato lo straordinario favore che hanno ricevuto le cinque precedenti edizioni, hanno deciso di indire per il sesto anno il  Premio Letterario Dino Campana “La poesia ci salverà” riservato a opere edite e inedite. Il premio che si svolgerà anche quest’anno prevalentemente attraverso le modalità della rete si pone anche l’obbiettivo di contribuire alla promozione dei talenti letterari e poetici emersi nelle precedenti edizioni e dei nuovi che parteciperanno. Al concorso possono partecipare con una sola opera tutti gli autori con testi editi o inediti in lingua italiana. Le opere dovranno pervenire online sul sito www. marradifreenews.com info utilizzando l’apposito formulario entro e non oltre il 20 agosto 2019.  Ogni autore può partecipare con una sola opera che non potrà superare i quaranta versi. La premiazione si svolgerà sabato 28 settembre a Modigliana per rendere omaggio a Michele Campana (Modigliana 1885-Firenze 1968) scrittore e giornalista, coetaneo e parente di Dino. La premiazione del Campana, dopo aver fatto tappa a Firenze, Caffè letterario “Le Giubbe Rosse” nel 2014 e Palazzo Panciatichi nel 2015, a Brisighella nel 2016, a Villa Pecori Giraldi Borgo San Lorenzo nel 2017, a Marradi nel 2018, arriverà nel centro della Romagna-Toscana dove ha sede la presigiosa Accademia degli Incamminati.
Della Giuria del Premio, presieduta da Rodolfo Ridolfi (Direttore Responsabile Marradi Free News), che formulerà la graduatoria dei finalisti fanno parte: Mirna Gentilini (Presidente Centro Studi Campaniani), Giancallisto Mazzolini (Accademia degli Incamminati), Pape Gurioli (Compositore-Musicista), Barbara Betti (Direttore di Opera-In-Stabile), Monica Guerra (poetessa #POETRY), Federica Balucani (Soprano), Massimo Barzagli (Pittore) Gianna Botti (Scrittrice),  Maurizio Ferrini (Attore), Stefano Mercatali (Pittore), Riccardo Monopoli (Attore-Regista) Massimo Scalini (Psichiatra).

IMU al massimo con Triberti sindaco

raffaellagiovedì 14  marzo

riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:

Ai fini di una corretta informazione ai cittadini inviamo il comunicato in oggetto essendo stata fatta dall’addetto stampa del Comune una selezione oculata di cosa far sapere ai cittadini e cosa omettere: Noi di siAMO MARRADI siamo stati espunti.

IMU al massimo dal 2013: il segno distintivo delle amministrazioni Triberti-PD.

Presentando l’imposta IMU 2019 il v.sindaco ha affermato, che è al massimo consentito dal 2013 “ci dispiace di non essere riusciti ad abbassarla” e la capogruppo PD ha aggiunto: “bisogna essere molto onesti è dal 2013 che questa aliquota è al massimo e nonostante l’impegno, non siamo riusciti né nell’amministrazione precedente, né in questa, a diminuirla”.

Raffaella Ridolfi: “… E’ un problema! Nel senso che un paese dove non esiste un mercato immobiliare avere un’IMU così alta, al di là delle difficoltà oggettive di bilancio, è un limite grande e quindi, bisogna dal nostro punto di vista, trovare il modo, al di là di quelle che sono le esenzioni, di rendere più appetibile, anche da questo punto di vista, il territorio, perché le dinamiche sono ingessate, le persone ormai fanno molta attenzione a quanto si paga nei Comuni per l’ IMU rispetto alla scelta dell’abitazione e del luogo dove vivere e investire. Non è certo una nota di merito affermare che è così dal 2013. Noi speriamo che nei prossimi anni ci sia la volontà di riuscire a ridurre in maniera progressiva questa aliquota che poi alla fine visto che è al massimo, è anche l’unica che si può ridurre. Imposta Municipale propria IMU 2019 contrari Siamo Marradi e un astenuto (Marco Milani)

“…Questa Amministrazione, come la precedente sempre ad egemonia Pd, ha esercitato la volontà di mantenere l’IMU al massimo quindi, nel caso della Tasi non è una scelta ma è un’ imposizione della legge e quindi, prendiamo atto che la tassazione sugli immobili nel Comune di Marradi è al massimo e per questo, votiamo contro alla conferma della disapplicazione e azzeramento aliquota della Tasi” contrari Siamo Marradi e MarcoMilani

Raffaella Ridolfi:

“..L’aliquota dell’addizionale comunale all’Irpef nella misura dello 0,8% . E’ la stessa aliquota degli anni precedenti. Anche in questo caso è al massimo e anche in questo caso, non è stato possibile abbassarla ha affermato il relatore. Noi abbiamo sottolineato che a Marradi, un’Irpef allo 0,8 incide prevalentemente sui cittadini e sulle famiglie della fascia intermedia, quella che era la piccola e media borghesia come si diceva una volta, ci sono ancora tante persone che stavano bene e erano agiate ed oggi fanno fatica, come si diceva dieci anni fa, ad arrivare a fine mese o addirittura alla terza settimana del mese quindi, quando si mette una aliquota del genere, bisogna tenere in considerazione questi dati macro economici proiettati sulle persone che si governano e si amministrano. Per questo, siccome riteniamo che si spremano troppo i marradesi rispetto alle capacità contributive votiamo contro anche su questo aspetto

contrari Siamo Marradi e Marco Milani

Sulla proposta di Bilancio Preventivo infine Siamo Marradi ha votato contro e Marco Milani si è astenuto

Nozze d’oro per Marisa e Lorando Ferracci: un traguardo importante.

ch3eg74cvenerdì 15 febbraio

Con grande gioia pubblichiamo la foto della Nazione che ritrae Marisa Bianchi e Lorando Ferracci in Piazza della Signoria dove hanno appena ricevuto il riconoscimento del Comune di Firenze per i loro 50° di matrimonio. A Marisa e Lorando gli auguri di tutta la redazione e del lettori di Marradi Free News ed un particolare abbraccio da Silva Raffaella e Rodolfo.

Forza Italia compie 25 anni: Conferenza Stampa delCoordinamentodi Marradi e Palazzuolo Sul Senio.

50562782_1309996579142566_4847570647435444224_ngiovedì 14 febbraio
Si è svolta nelle settimane scorse la Conferenza “Giù le mani dall’Italia che lavora e che produce” che ha visto impegnati gli azzurri di Marradi e Palazzuolo Sul Senio di cui molto volentieri pubblichiamo la Sintesi inviataci:
“A distanza di 25 anni dalla fondazione, anche il coordinamento di Marradi e Palazzuolo Sul Senio ha aderito all’iniziativa promossa dal presidente Berlusconi che ha indetto una giornata nazionale di mobilitazione e impegno civile.
Il 26 Gennaio è stata anche la giornata per ricordare e celebrare i 25 anni di attività del nostro movimento politico – . “Venticinque anni di attività politica, sempre incentrata su questioni concrete e sui reali problemi dei cittadini e del Paese”. silva
“A guidarci sono ancora, come nel 1994, gli stessi principi e le stesse buone idee di sviluppo e ottimismo; soprattutto ora, di fronte ad una stagione importante e decisiva con le elezioni europee e le amministrative di Palazzuolo Sul Senio, Forza Italia si dovrà evidenziare come protagonista, nel centro destra, dell’ alternativa al PD e all’incompetenza dei grillini mossi dall’invidia sociale e protagonisti di provvedimenti dannosi all’economia e allo sviluppo del Paese.
Il loro non è il reddito di cittadinanza ma il debito di cittadinanza, se il decreto dignità distruggeva posti di lavoro, gle effetti della manovra farà ancora peggio perchè distrugge la crescita. I grillini ed il governo giocano d’azzardo con i risparmi delle famiglie e con il futuro dei nostri figli, vogliono comprarsi il consenso per le elezioni europee con la paghetta di Stato creando assistiti di breve periodo e disoccupati di lungo periodo. Nulla di diverso se non per gli effetti ancor più devastanti degli ottanta euro renziani. Il reddito di cittadinanza favorisce il lavoro nero. Oggi l’italia è nelle mani di una forza politica ancor più pericolosa del PDS di Achille Occhetto. Oggi sono al governo del paese ideologie di sinistra vecchie assistenzialiste e stataliste che riportano agli anni ’70. Forza Italia in vista delle prossime elezioni comunali a Palazzuolo Sul Senio sosterrà, insieme a tutto il centro destra, la lista civica, alternativa al Pd, Palazzuolo Viva.

Silva Gurioli, Mauro Ridolfi, G.C. Baldassarri

Quella di centro destra una opposizione che stimola e controlla: interrogazioni e odg di SiAmo Marradi.

raffaellagiovedì 14 febbraio
Gli esponenti di SiAmo Marradi, Raffaella Ridolfi, Giulio Bassetti, Alessandro Brasino e Mauro Ridolfi, hanno presentato due proposte di ordine del giorno al sindaco, Tommaso Triberti.

O.d.g: Venezuela
Il primo riguarda una richiesta d’impegno per i nostri connazionali residenti in Venezuela (dove vivono circa due milioni di italiani oriundi, cioè con discendenza italiana ma cittadini venezuelani, e 142 mila emigrati iscritti all’Aire).

Data la profonda crisi economica del Paese sudamericano, molti tra gli emigrati italiani stanno richiedendo ai consolati e alle ambasciate la cittadinanza del nostro paese. Purtroppo la mancanza di risposte da parte del Governo italiano non permette di rispondere alle richieste. Quindi, i rappresentanti del consiglio comunale di Marradi chiedono al governo di affrontare tempestivamente il dramma umanitario.
Sì alla Tav
Il secondo OdG riguarda, invece, l’appoggio dei suddetti consiglieri al progetto TAV. In questo testo, si sottolinea l’importanza che l’Unione dei Comuni del Mugello (e con essa l’intera Regione Toscana) ribadiscano l’importanza che la realizzazione dell’Alta Velocità ha per l’economia italiana. Richiedono, dunque, al governo nazionale di mettere in atto tutte le risorse possibili per terminare la TAV in tempi rapidi.

Interrogazioni
La lista SiAmo Marradi ha presentato due interrogazioni in merito alla piscina comunale. Nella prima si chiede conto di ‘ritardi e inadempienze’ nei lavori di ammodernamento e di adeguamento di bagni e spogliatoi e bar della piscina (interrogazione lavori piscina comunale).

Nell’altra si chiede conto della revoca dello scioglimento anticipato della convenzione con la Pro Loco e della revoca della gestione della piscina per il 2019 (Interrogazione revoca gestione).

Si legge in un’interrogazione presentata dalla lista SiAmo Marradi (consiglieri Raffaella Ridolfi, Giulio Bassetti, Alessandro Brasino e Mauro Ridolfi):

Premesso: che nel novembre scorso, a mezzo stampa, il Sindaco comunicava l’approvazione, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, del piano pluriennale degli interventi sugli impianti sportivi; che il piano, finanziato dal Fondo Sport e Periferie, prevederebbe un investimento di 179.820
euro a carico dello Stato e 20.000 a carico del Comune di Marradi; che l’intervento consisterebbe nell’adeguamento statico e la riqualificazione della tribuna, compresa la rimozione del tetto in eternit, accessi rinnovati con la realizzazione di un
percorso facilitato per disabili ed il rifacimento dei servizi igienici, la realizzazione di un nuovo locale, la nuova illuminazione a Led per le torri faro e l’impianto di irrigazione automatizzato;
che la rimozione della copertura in eternit e l’abbattimento delle barriere architettoniche appaiono molto opportune ed urgenti;
che il progetto per accedere al finanziamento è stato presentato nel 2017

Il gruppo consiliare SiAmo Marradi ha redatto una nuova interrogazione sui lavori in Via Cesare Battisti (Archiroli), a firma dei consiglieri Raffaella Ridolfi, Giulio Bassetti, Alessandro Brasino e Mauro Ridolfi. Scrivono:

Premesso: che con una precedente interrogazione dell’ottobre 2018 avevamo denunciato ritardi ed inadempienze nei lavori agli Archiroli; che in particolare sottolineavamo, in occasione della risposta del Sindaco, attaverso l’intervento del Consigliere Giulio Bassetti, che persistevano infiltrazioni d’acqua evidenti ed i lavori di asfaltatura realizzati dall’Unione dei Comuni erano incompleti;
che rispondendoci il sindaco, come contenuto nella delibera 77 del 12 novembre 2018, conveniva ed ammetteva la fondatezza di quanto da noi evidenziato ed il persistere di scarichi e/o infiltrazioni improprie nell’area, rassicurando, nel contempo, di aver ricevuto l’impegno che il privato responsabile dell’infiltrazione avrebbe provveduto all’intervento entro la fine di novembre in quanto la captazione delle infiltrazioni non erano oggetto dell’intervento effettuato da Hera; che l’Unione dei Comuni, titolare del finanziamento, dell’appalto e dell’esecuzione dei lavori in via Cesare Battisti fino al momento della consegna al Comune di Marradi, in risposta ad una interrogazione del consigliere Mauro Ridolfi, in data 4 dicembre 2018 affermava testualmente: “i lavori per il Comune di Marradi erano stati calendarizzati a partire dal mese di ottobre 2018, così
come realmente avvenuto. Attualmente i termini contrattuali per l’esecuzione non sono conclusi, quindi le lavorazioni, seppur eseguite nella quasi totalità, non sono state ancora collaudate e
quindi non ancora prese in carico dall’Ente.” Il contratto con l’impresa appaltatrice prevede che la ditta provvederà a ripristinare eventuali difformità e/o difetti esecutivi opportunamente segnalate e contestate dalla Direzione Lavori.

Interrogano il Sindaco per conoscere se il privato ha provveduto ad effettuare i lavori entro la fine di novembre, se l’Unione dei Comuni ha terminato, collaudato e consegnato i lavori al Comune di Marradi, e del caso quali difformità e o difetti esecutivi sono stati segnalati e contestati dalla Direzione Lavori e quando avverrà l’eventuale ripristino.

Commissariamento Forteto, Mugnai “Vinta una battaglia iniziata sei anni fa. Questo sarà un buon Natale”.

Stefano Mugnai

Stefano Mugnai

domenica 23 dicembre Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:

Commissariamento Forteto, Mugnai “Vinta una battaglia iniziata sei anni fa. Questo sarà un buon Natale”.

“Quando nel gennaio 2013, contro la volontà della maggioranza di sinistra e con il biasimo del Presidente del Consiglio regionale della Toscana, che ci redarguì, prima per lettera e poi in Aula, per esserci occupati troppo del Forteto, presentammo la relazione della prima commissione d’inchiesta sul Forteto, quella che per prima e contro tutti, racconto’ cosa fosse per davvero tale comunità, chiedemmo subito il commissariamento della cooperativa perché era evidente come quella realtà economica fosse controllata dalla comunità/setta. E lo facemmo non solo per un senso di giustizia, ma anche per garantire un futuro ad una realtà aziendale che, seppur cresciuta e prosperata anche sul dolore e sulla sofferenza, oggi rappresenta una ricchezza per il territorio, a condizione però che sia definitivamente staccata dal controllo della setta guidata dal “Profeta” Rodolfo Fiesoli, l’Orco del Forteto”. Questo il commento alla notizia del commissariamento della cooperativa Forteto da parte dell’On. Stefano Mugnai, vice capogruppo di Forza Italia alla Camera, che di quella commissione d’inchiesta regionale fu il Presidente.
“Ci sono voluti sei anni – conclude Mugnai -. Sei anni di battaglie, dapprima molto difficili e solitarie, poi quando divenne più facile prendere posizione contro il sistema Forteto, accompagnati da nuovi zelanti seppur tardivi compagni di viaggio, ma alla fine ci siamo arrivati. Era un dovere che avevamo con le tante, troppe vittime del Forteto. Occorre però chiarire un concetto: questo non dovrà essere un commissariamento finalizzato alla liquidazione dell’azienda, ma al suo rilancio. Rilancio che passa inevitabilmente dal taglio di ogni linea di controllo o condizionamento fra la setta e la governance della cooperativa.”.
“Credo, no sono convinto, che sulla vicenda Forteto, dal 2012 in poi, la politica abbia saputo scrivere una bella pagina. Una pagina di coraggio e di verità che permette, anche se solo in parte, di emendare 30 anni di collusioni e di colpevoli negligenza. Adesso il mio pensiero va alle vittime incontrate ed ascoltate in questi anni… beh, ce l’abbiamo fatta. Questo sarà un buon Natale, un Natale speciale”

Forza Italia nell’Unione dei Comuni e SiAMOMARRADI impegnano l’Unione dei Comuni del Mugello ed il Comune di Marradi a promuovere iniziative di solidarietà ad Asia Bibi

asia-bibivenerdì 23 novembre
Nove anni fa, il 19 giugno 2009, la pachistana Asia Bibi, donna cattolica di poverissima condizione sociale, madre di cinque figli veniva arrestata con l’accusa pesantissima di blasfemia e quindi condannata a morte per impiccagione solo perché, essendo cristiana, non poteva portare il recipiente con l’acqua utilizzata per dissetare le lavoratrici di fede islamica.
I tribunali di primo e secondo grado avevano sentenziato la condanna a morte di Asia Bibi sotto la pressione di gruppi fondamentalisti. A fine ottobre la Corte suprema del Paese ha annullato la pena capitale per la donna cristiana (rimasta quasi dieci anni in prigione, di cui otto nel raggio della morte).Il Pakistan è in preda a violente proteste fomentate da fondamentalisti radicali, in particolare dal partito musulmano estremista Tehreek-e-Labaik, con tanto di espliciti inviti all’uccisione dei giudici che hanno osato assolvere la “blasfema”. Solo dopo che il governo attraverso il ministro degli Affari religiosi ha  annunciato e garantito ai fanatici di Tehreek-e-Labaik che non avrebbe permesso ad Asia Bibi di lasciare il Pakistan fino a quando la Corte Suprema non riesaminerà il suo verdetto di assoluzione, i tumulti si sono placati per riprendere, però, l’8 novembre, non appena è circolata la notizia che la donna era stata fatta uscire dal carcere
La famiglia di Asia Bibi denuncia di essere divenuta oggetto di una vera e propria caccia all’uomo in Pakistan, con tanto di bande di “vigilantes” estremisti islamici che girano con le foto dei diversi membri per scovarli e vendicarsi su di loro per l’assoluzione della bracciante accusata di “blasfemia”. Su questi gravi fatti i Consiglieri di Forza Italia nel Consiglio dell’Unione dei Comuni: Mauro Ridolfi e Giulio casare Baldassarri ed i consiglieri della opposizione di centro destra nel Consiglio Comunale di Marradi esprimono in un ordine del giorno solidarietà ad Asia Bibi alla sua famiglia e a tutti i cristiani perseguitati ed impegnano i vertici istituzionali, la Regione ed il Governo a promuovere iniziative a sostegno di Asia Bibi, pakistana, madre di 5 figli, cristiana, condannata a morte per blasfemia, e a promuovano iniziative efficaci di concreta solidarietà nei confronti dei cristiani perseguitati nel mondo per motivi religiosi, per la tutela e la promozione dei diritti umani e perché si possa dare adeguata attenzione a questa drammatica vicenda.

L’Ospedale del Mugello diventa un caso in Regione. Marchetti (FI) le promesse a Marradi nel 2007 e nel 2018

554649_381581761890781_2035590781_n-2mercoledì 31 ottobre
riceviamo e pubblichiamo
Interrogazione del Capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti
«Prospettive certe per la maternità e cronoprogramma ristrutturazioni
La situazione così com’è adesso è inaccettabile»

«Certezze sul futuro della maternità, cronoprogramma degli interventi di ripristino di condizioni decorose negli ambienti di cura e degenza, dettaglio su come e se sono stati spesi gli investimenti promessi prima con il piano di riqualificazione del 2007, poi con il Circuito della Salute del 2017, per altro tutte operazioni annunciate a pochi mesi da tornate elettorali che coinvolgevano anche comuni del Mugello. Così è una presa di giro per le persone, e anche per i nuovi cittadini che si trovano a nascere tra la ruggine»: è in sostanza questo ciò che il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti chiede alla giunta regionale con un’interrogazione a risposta scritta appena depositata e innescata dal carente stato strutturale ricostruito dalle cronache locali e attraverso segnalazioni dei cittadini della zona.
L’ospedale di Borgo San Lorenzo diventa quindi adesso un caso regionale: «Proprio così», spiega l’esponente regionale di Forza Italia. «Sono pronto a farne un caso in senso materiale, perché che in una regione civile come è la Toscana ospedali privi di climatizzazione e zanzariere, con infissi che lasciano passare freddo e caldo favorendo l’ammalarsi, più che il guarire, e addirittura la ruggine nei bagni non è una situazione accettabile. E il caso voglio che sia anche politico, perché nella mia ricognizione ho trovato annunci per investimenti milionari sia nel 2007 proprio per la riqualificazione dell’ospedale, e guarda caso a primavera 2008 Marradi andava al voto, sia nel 2017 entro un’operazione d’area che però avrebbe dovuto avere come nodo di partenza e centrale l’ospedale borghigiano, e anche in quel caso nella primavera 2018 Marradi andava al voto».
Le cifre sugli investimenti annunciati non erano spiccioli: «Nel 2007 si parlò di 13 milioni e mezzo di euro per l’ospedale, e nel 2017 – illustra Marchetti – di quasi 32 milioni di euro. Che fine hanno fatto quei soldi? Quali interventi sono stati effettuati e quali sono ancora da realizzare, e con quali tempi, progetti, pianificazioni? Fuori le carte e i dati, basta prendere in giro la popolazione». Anche sul dubbio che il Mugello si veda sfilar via la maternità Marchetti incide: «Ho chiesto i dati sui parti, col dettaglio sui cesarei, dal 2013, ovvero prima della riforma sanitaria Rossi-Saccardi, ad oggi. E le prospettive per l’attività. Sono proprio curioso, resto in attesa». Attesa che dovrà esaurirsi, da regolamento, nel giro di 60 giorni con risposta scritta.

Mattia: un campione di livello nazionale ed internazionale

Mattia Moretti

Mattia Moretti

lunedì 15 ottobre
Torniamo ad occuparci del giovanissimo pilota mugellano Mattia Moretti, il giovanissimo campione marradese di Easy Kart classe 100. Con i risultati conseguiti nel 2018 Mattia si laurea fra i campioni nazionali ed internazionali: si è infatti classificato 2° nel campionato italiano di easy Kart, 2° nella talent drive della easy Kart e quinto nella recente gara internazionale di Siena. A Mattia la redazione del nostro giornale che lo segue costantemente invia le più vive congratulazioni.

Per un giorno Marradi torna ad essere capitale culturale e la cerimonia della Premiazione della V edizione del Premio “Dino Campana” on line diventa un omaggio straordinario a Dino Campana e ad Enrico Consolini.

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Dopo Michele Toriaco, nel 2014 alle Giubbe Rosse e Elena Faralli nel 2015 a Palazzo Panciatichi Firenze, G.Battista Zambelli a Brisighella nel 2016 e Giulia Berti nel 2017 a Villa Pecori Giraldi Borgo San Lorenzo, il testimone è passato a Marradi a Emanuela Dalla Libera vincitrice dell’edizione del 2018.
Pubblico attento e numerosissimo, poeti intervenuti da molte città, interventi di alto profilo, alla giornata conclusiva del Premio Nazionale letterario, “La Poesia ci salverà”. Fra i presenti insieme ai vincitori: Emanuela Dalla Libera, Ubaldo Bitossi e Grazia Ciampaglione, la vedova di Enrico Consolini, Nara ed i nipoti Federico e Fiorenza, il sindaco di Marradi Tommaso Triberti e l’assessore alla cultura Vittoria Mercatali. Dopo l’introduzione ed il saluto della Presidente del Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”, Mirna Gentilini è stato il Presidente della Giuria, Rodolfo Ridolfi, a tracciare il ricordo di Enrico Consolini, in occasione del trentesimo anniversario della sua scomparsa che coincide con il 30° anniversario da quando a Marradi si costituì il 26 novembre, promosso da Enrico Gurioli, il comitato fondatore del Centro Studi (Presidente Franco Scalini) che il 28 dicembre del 1988 approvò lo Statuto che il sindaco Ridolfi aveva scritto e che fu recepito con l’atto costitutivo redatto dal notaio Giannantonio Pennino e registrato in Rimini il 24 marzo 1989.commemorazione-consolini
Nel suo intervento Ridolfi ha detto fra l’altro: ciampaglione-buona
“Enrico rimarrà, per tutti noi, una grande ed indimenticabile figura di intellettuale, uno studioso attento ed appassionato di Dino Campana a cui Marradi deve l’idea e la realizzazione del Premio letterario e tante altre iniziative culturali che lo fanno ricordare per la sua passione civile, per la sua riconosciuta intelligenza e per il suo impegno di Sindaco.
Nel passato, da Presidente del Centro Studi Campaniani mi feci promotore della iniziativa editoriale di ripubblicare, in occasione del decimo anniversario della morte di Enrico, “Pancreas” Fantasie cosmiche , il lavoro giovanile di Consolini. Quella ristampa conteneva anche cinque importanti fogli inediti di poesie e prose di Enrico che la moglie Nara ci mise a disposizione. I fogli, scritti nel periodo 1984-1988, sono pagine letterarie e poetiche di ottima fattura e grande valore ed interesse, si ricollegano, in una armonica continuità artistica e letteraria, a Pancreas, ma sono anche la testimonianza della ulteriore maturazione della sensibilità dell’autore, della sua attenta conoscenza, dell’animo umano e dei sentimenti, del suo grande amore per la cultura e della sua compiuta visione del mondo. E’ sempre Campana il crocevia, quasi ossessivo, di Consolini che, meglio di ogni altro, sente ed interpreta quasi teatralmente. In Pancreas, chi ha conosciuto l’autore, ritrova la sua sottile ironia, le sue straordinarie doti oratorie e le contaminazioni culturali di Campana e di Whitman.
Pancreas fu ed è un importante e prezioso documento “marradese” da conservare gelosamente.gibin-2018
ll Sindaco Enrico Consolini, è stato, come Assessore alla cultura, un vero campione. Alla marradesità innata, al suo orgoglio di condividere l’aria, la luce, l’acqua ed il paesaggio che avevano ispirato Dino Campana, univa una conoscenza ed una cultura profonda che, insieme all’amore per la poesia, la letteratura, l’arte e la filosofia, ne facevano un intellettuale a tutto tondo.bejor
A Consolini sindaco Marradi deve, fra le tante iniziative culturali, quelle straordinarie del 1985 in occasione del centenario della nascita di Campana, che contribuirono a farci conoscere in Italia e nel mondo. Sul piano internazionale è Consolini che realizza l’incontro storico con la delegazione cinese guidata dal Sindaco di Nanchino e l’avvio della procedura del gemellaggio con la Francia che Enrico, insieme a Silva Gurioli, aveva immaginato con il Comune di Mézières città natale di Arthur Rimbaud. Il suo Premio letterario coinvolse importanti poeti, letterati, registi, attori studiosi e giornalisti di caratura nazionale ed internazionale. Ci piace ricordare il regista Sergio Miniussi che realizzò per la RAI un filmato memorabile, Giorgio Albertazzi, Paolo Pitagora, Anna Proclemer, Arnoldo Foà, Piera Degli Esposti, Mario Maranzana, Ugo De Vita, Bruno Zanin, Ugo Maria Morosi e fra gli scrittori e i giornalisti: Mario Luzi, Giorgio Luti, Aldo Rossi, Antonello Trombadori, Sebastiano Vassalli, Giorgio Saviane, Renzo Ricchi, Claudio Angelini, Giovanni Turchetta, Gabriel Cacho Millet, Claudio Marabini, Ruggero Orlando, Fiorenza Ceragioli, ed ancora lo psichiatra Agostino Pirella, il regista Luigi Faccini e tanti altri. Marradi in quegli anni visse una stagione assai felice di rilancio, di progettazione e realizzazione di infrastrutture e di ripresa turistica. Consolini volle il nuovo monumento ai Caduti affidandolo allo scultore Caetani ed il cenotaffio per Dino Campana al Cimitero Comunale, vicino al quale abbiamo voluto fosse collocata la tomba di Enrico scomparso tragicamente nel settembre del 1988.bitossi
Era nato a Marradi in Via Tamburini il 29 marzo del 1945 da Maria Parrini e Renato Consolini; aveva frequentato le scuole elementari nell’edificio dove ci troviamo e l’avviamento professionale al “Lazzaretto”; si era diplomato all’Istituto agrario di Imola per poi conseguire la laurea in sociologia all’Università di Urbino nel luglio 1972 con una tesi sul “Sindacalismo rivoluzionario di Arturo Labriola” discussa con il Prof. Luciano Pellicani. Da buon dirigente regionale del Partito Socialista di Craxi andava fierissimo della sua tesi e del suo relatore.
Ottimo disegnatore, famosi i suoi cavalli a matita, e straordinaria penna, fine dicitore con intonatissima e perentoria voce ci ha lasciato troppo presto. Il suo Pancreas lo scritto giovanile che Enrico fece stampare nel 1970, quando aveva appena 25 anni, è una importante testimonianza della sua personalità e contiene forti i segni delle sue radici, l’attaccamento alla famiglia e a Marradi. Mi ha sempre colpito in Pancreas “mio padre e mia madre” nella parte in cui Enrico chiosa le parole dolcissime di Garaudy “La morte è amore, l’amore che si prova quando stiamo per perdere il padre e la madre…” E dunque l’amore è perdita, perdita irreparabile dell’amore, anche senza coraggio
Per questi motivi ci è sembrato opportuno dedicargli la V^ edizione del Premio “La poesia ci salverà”
Con Enrico Consolini, avevamo parlato e progettato di costruire un Centro Studi Campaniani ed oggi, dopo trent’anni di attività, siamo orgogliosi di aver realizzato, in sua memoria, questa istituzione culturale di prestigio internazionale dove respiriamo parte del suo animo e della sua vita”. premiati
All’intervento di Ridolfi, prima della Premiazione dei vincitori, si sono uniti Massimo Scalini, Pape Gurioli, Giancallisto Mazzolini, Gianna Botti, Barbara Betti e Riccardo Monopoli che ha letto da Pancreas la lirica “mio padre e mia madre”.
Con la canzone: “Ladra Poesia”, interpretata da Francesco Bejor, nipote di Mario Bejor autore nel 1943 del libro “Dino Campana a Bologna 1911-1916”, è calato il sipario sulla Premiazione.
La giornata marradese si è protratta nel pommeriggio con la presentazione del libro “L’universo mondo dei canti Orfici” e altri studi di Costanza Geddes da Filicaia.

La vita quieta di Emanuela Dalla Libera vincitrice del Campana on Line 2018

sabato 29 settembreemanuela-dalla-libera

La vita quieta
A passo di farfalla vivo il tempo
che mi aspetta. Non mi opprime più
la fretta di arrivare, né la brama
tra le mani di ogni scampolo di vita.
E pure non vorrei tornare nel guscio
di giorni già richiusi, né sull’uscio
di lusinghe riaffacciarmi dileguate.
Vivo spazi sospesi sopra un cielo
che doglie non conosce,
sento vano il sogno di ogni gloria,
quasi esuvia risucchiata
dalle angosce dentro muri polverosi
dove inerme ogni immagine si sbreccia
e tra soffici preludi scioglie l’ombra
la penombra del dolore. Non ho pesi
sulle spalle, li ho sepolti tra i sopori
degli eventi ammutoliti, nelle pagine
annerite in cui muore la memoria,
in paludi dove affoga l’illusione.
Solo porto dentro gli occhi un vuoto
vergine di attese, come piuma
spensierata su cui volo, lieve lieve,
come ali di farfalla dentro l’aria.

Forteto: “quella comunità-setta era l’antro dell’orco…”

fortetomercoledì 26 settembre
Il Vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera Stefano Mugnai ricorda
 
Il nostro lavoro d’inchiesta di allora venne svolto in un clima ostile da parte della sinistra e in particolare del Pd, nel più totale isolamento umano, politico e istituzionale. Tuttavia, ascoltate le vittime di quegli orrori, a noi è sempre stato chiaro da che parte stava la verità. L’abbiamo sostenuta, voluta, cercata, perseguita, conosciuta. I pronunciamenti giudiziari non sono che conferme, ma per quelle vittime hanno oggi il valore morale del riconoscimento della verità».
«La nuova condanna comminata oggi a Rodolfo Fiesoli dal Tribunale di Firenze nel processo stralcio per abusi su uno dei minori affidati all’interno del Forteto non rappresenta che un ulteriore tassello a conferma del mosaico tristemente ricostruito negli ultimi anni a partire dal lavoro della commissione regionale di inchiesta che ho avuto l’onore e l’onere di guidare durante il mio mandato nell’Assemblea della Toscana, ovvero che quella comunità-setta era l’antro dell’orco, e l’orco era Fiesoli»: questo il commento con cui il Vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera Stefano Mugnai riflette sulla sentenza appena emessa dai giudici fiorentini nell’ambito del processo stralcio per violenza sessuale su un minore. Fiesoli, che al Forteto si faceva chiamare ‘Il Profeta’, della comunità di Vicchio del Mugello era il leader indiscusso: «Le violenze e gli abusi in quella comunità erano la regola, la pratica diffusa. Tutti gli adulti, lì, erano vittime e aguzzini manipolati dal burattinaio Fiesoli».
«La verità drammatica che ricostruimmo nel 2012 durante la prima Commissione regionale d’inchiesta, che si rivelò sovrapponibile al castello accusatorio cui era giunta la procura fiorentina il quale sarebbe poi stato validato dai giudici – afferma Mugnai – oggi trova ulteriori conferme. Non ci sorprende.

EMANUELA DALLA LIBERA CON “LA VITA QUIETA” SI AGGIUDICA IL “CAMPANA” 2018

locandina genetliaco.inddlunedì 24 settembre

Emanuela Dalla Libera con l’opera “La vita quieta” vince il “Campana on line” 2018
Si svolgerà a Marradi, il 29 settembre prossimo la cerimonia di Premiazione dell’edizione 2018 del Concorso Nazionale ispirato a “Dino Campana” dal titolo “La Poesia ci salverà…” dedicato al grande Campaniano Enrico Consolini nel trentesimo anniversario della scomparsa.
emanuela-dalla-liberaE’ Emanuela Dalla Libera con l’opera “la vita quieta” la vincitrice del premio per il 2018.
Nata a Vicenza dove è stata docente di scuola superiore. Per ragioni familiari ha viaggiato e vissuto spesso all’estero ( soprattutto in India e negli Stati Uniti), fino al suo trasferimento in Maremma dove trascorre attualmente gran parte dell’anno e dove ha iniziato a dedicarsi alla poesia. Ha ottenuto premi e riconoscimenti in vari concorsi nazionali di poesia. Ha pubblicato una raccolta di testi poetici dal titolo “ Lo sguardo altrove “ edito da Gilgamesh che è risultato finalista al premio Marcel Proust 2018.
Secondo classificato Ubaldo Bitossi con la sua lirica “I Falò di Castellammare”. Medico a Careggi nato a San Mauro a Signa (FI) il 26 novembre 1958 che vive a S.Casciano in Val di Pesa (FI) con la sua numerosa famiglia. Organista, fin dall’adolescenza si è dedicato alla poesia. Al suo attivo numerose pubblicazioni sta per pubblicare la raccolta “Appunti di Viaggio (Dal Libro di Bordo di un Cavaliere Navigante)” in cui compare a prologo la poesia “I Falò di Castellammare”.
Terza con “Mondi Riuniti” un’altra poetessa Grazia Ciampaglione nata a Milano che vive a Modigliana. Madre di 6 figli, e nonna di 3 nipoti. Informatica per 30 anni. Insegnante di scuola dell’infanzia da 6 anni. Catechista e animatrice in parrocchia. Scrive poesie da quando era adolescente.
Conquistano la menzione ed il diploma: “La Lontananza” Eleonora Ronconi; “Il riflesso dell’anima” Lucio Gibin; “Preghiera” Claudio Mecenero; “Passeggiata in Collina” Anna Maria Bondi; “Bruno e Rosalba” Franco Casadei; Mare Nostrum” Paola Maccioni; menzione anche per Paolina Pini “La farfalla Bianca; “Claudia Sartoni “Felicità”; Elisabetta Zambon “Nuova Primavera; “Ettore Povia “Poesia Libera”; Eugenia Qirjoko “Empatia”; Patrizia Socci “Comparse”; Martina Cappelli; “Paura di Perdere”; Paola Tassinari “La Gratitudine”; Paola Carmignani “Di fiore in fiore”.
Nel 2014 il premio se lo era aggiudicato Michele Toriaco, nel 2015 Elena Faralli , nel 2016 G.Battista Zambelli e nel 2017 Giulia Berti.

Una nuova stella dello sport mugellano: Mattia Moretti campione dell’EasyKart nella classe 100.

Il podio di Adria al centro il vincitore Mattia Moretti.

Il podio di Adria al centro il vincitore Mattia Moretti.

giovedì 6 settembre
Mattia Moretti, il giovanissimo campione marradese di Easy Kart classe 100, dopo aver trionfato con il suo Kart n.204 ad Adria dove partiva in seconda fila, parteciperà, per la gioia dei suoi fans, domenica 30 settembre a Siena alla prova decisiva per l’assegnazione del titolo finale prima della International Grand Finals che si disputerà sempre a Siena il weekend successivo. Con i risultati conseguiti Mattia Moretti scrive a pieno titolo il suo nome fra le eccellenze sportive marradesi e mugellane.

R.R.

Il 20 agosto il Centro Studi “Enrico Consolini” racconta il viaggio di Campana a Buenos Aires

isgiovedì 16 agosto
Si concludono a Marradi,lunedì 20 agosto alle 21.00 nella antica Corte delle Domenicane le “Tre giornate per Dino Campana”, evento organizzato dal Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” come ogni anno in occasione del 20 agosto anniversario della nascita del Poeta. Le iniziative prevedono a Firenze un concerto a lui dedicato e proseguono a Faenza con un percorso guidato nei luoghi più cari a Campana.
Anno importante il 2018 perché è l’anno in cui a trent’anni dalla morte di Enrico Consolini i suoi amici organizzano sotto l’impulso di Enrico Gurioli con l’Amministrazione del sindaco Rodolfo Ridolfi che predispone la bozza di Statuto la nascita del Centro che formalmente inizia la sua attività nel 1989. Il Centro Studi “Enrico Consolini” presieduto in questi trent’anni da Franco Scalini, Rodolfo Ridolfi, e Mirna Gentilini si è imposto a livello nazionale ed internazionale per la sua attività di studio e di ricerca come una delle Istituzioni più prestigiose fra quelle che si dedicano a Dino Campana ed ha spesso ospitato spettacoli con interpreti d’eccezione.
Il tema che il Centro propone quest’anno si collega al viaggio in sud America che , secondo le testimonianze del fratello Manlio e del cugino Lello Campana, il poeta compie nel 1908, precisamente 110 anni fa.
Nel registro passaporti del Comune di Marradi risulta che il 7 settembre fu rilasciato a Campana Dino, professione scrivano, un passaporto per Buenos Aires, ma non esiste nessun documento che ne provi l’effettiva partenza. Tra i grandi scettici del suo viaggio ci fu Ungaretti che negò risolutamente questa possibilità.
Al momento nessun biografo di Campana ha trovato prove certe, tuttavia il poeta ricorda nei Canti Orfici questa esperienze in ben quattro testi : Viaggio a Montevideo, Dualismo ( lettera aperta a Manuelita Etchegarray), Passeggiata in tram in America e ritorno, Pampa.
Negli anni di internamento nel manicomio di Castelpulci Campana ne parla allo psichiatra Carlo Pariani che pubblica l’intervista dalla quale veniamo a sapere che andò a Buenos Aires, si spostò al centro dell’Argentina sino alle Ande, svolgendo vari mestieri: suonò il piano nei bordelli, il triangolo nella Marina argentina, fece il poliziotto, il pompiere, il portiere e lo sterratore nella Pampa sterminata.
Ci sembra improbabile che si sia inventato tutto, dato che nei suoi testi mescola ricordi, emozioni e sogni, ma partendo sempre da un dato oggettivo . Comunque per saperne qualcosa in più abbiamo invitato Barbara Betti che sta svolgendo un’indagine sulla rotta Genova Buenos Aires e che ci racconterà la ricostruzione , secondo lei, di questo viaggio.
Il racconto si immerge nel “mondo – madre” del Tango argentino e grazie alla collaborazione di Riccardo Centazzo, uno dei fisarmonicisti più quotati nel panorama internazionale, saremo condotti nelle origini e nelle pieghe dell’anima di un mondo libero dove Campana aveva immaginato la nascita di un uomo nuovo .
Una serata che consentirà agli intervenuti di ripercorrere con Campana la rotta Genova- Buenos Aires, di ascoltare un racconto pieno di curiosità con riferimenti a marradesi, a conoscenti di Campana e a personaggi del mondo artistico e politico dell’epoca ed infine di sentire la voce fascinosa dell’Argentina con tutta la fisicità del tango.

Il gruppo di Forza Italia nell’Unione Montana dei Comuni del Mugello avrà due Consiglieri Mauro Ridolfi e Giulio Cesare Baldassarri

mercoledì 1 agosto
ridolfi-baldassarri-gurioliRiceviamo da Forza Italia Mugello e pubblichiamo il seguente:
Comunicato Stampa: Il gruppo di Forza Italia nell’Unione Montana dei Comuni del Mugello avrà due Consiglieri Mauro Ridolfi e Giulio Cesare Baldassarri

Si è svolta la seduta del Consiglio dell’Unione Montana dei Comuni del Mugello Martedì 31 Luglio 2018 a Borgo San Lorenzo L’ordine del giorno prevedeva la Surroga e convalida del Consigliere rappresentante del Comune di Palazzuolo sul Senio nel consiglio dell’Unione Montana dei Comuni del Mugello e la Presa d’atto e convalida dei rappresentanti del Comune di Marradi nel Consiglio dell’Unione Mugello; Giulio Cesare Baldassarri surroga Mauro Ridolfi che rappresentava la minoranza di Forza Italia nel Comune di Palazzuolo e che aveva rassegnato le dimissioni per candidarsi al Comune di Marradi dove è stato eletto e successivamente votato come rappresentante di minoranza del Comune di Marradi. Forza Italia avrà così due consiglieri nell’Unione dei Comuni del Mugello G.C. Baldassarri e Mauro Ridolfi che continuerà ad essere il capogruppo degli azzurri. All’insediamento dei due consiglieri azzurri era presente anche la Vice Coordinatrice Provinciale di Forza Italia Silva Gurioli.

Tre iniziative per Dino Campana

locandinadomenica 29 luglio

Il 660esimo anniversario della Battaglia delle Scalelle di Marradi. Accadde ieri

56_thumb-300x20925 luglio 2018

MARRADI – Ieri 24 luglio correva a Marradi l’anniversario, il 660esimo, dalla Battaglia delle Scalelle, una pagina scritta negli anni bui delle guerre e delle invasioni del tardo medioevo, datata 1358. Al “Passo delle Scalelle”, nei pressi di Campigno è stato eretto, nel 1931, un cippo in arenaria per ricordare quell’evento, quando gli abitanti locali distrussero la compagnia di ventura comandata dal Conte Lando che voleva scendere a predare il Mugello e le terre intorno Firenze.

scalelle
La storiografia locale ha spesso trascurato quell’evento. Quattro sono state le pubblicazioni che ne hanno fatto compiutamente menzione: una dell’abate Giovanni Mini, “La vittoria al Passo delle Scalelle presso Campigno” Castrocaro 1892; due del marradese Renato Ridolfi “Campigno La Battaglia delle Scalelle” del 1977 e ”Val D’Amone 24 luglio 1358 Cantata de Le Scalelle” Accademia degli Incamminati 2002; una del rontese Alfredo Altieri “La battaglia delle Scalelle Marradi 1358” edizioni Pagnini 2004.
BattagliaScalelle
Dal libro Val D’Amone di Ridolfi riportiamo qui alcune pagine: “Il sole è alto e l’afa assai pesante; le cicale friniscono noiose, i ranocchi son sempre infastiditi e per la mulattiera polverosa rumor di ferri, scalpiti e nitriti. Avanza la cavalleria: Ghigo del Cavalletto le conduce in avanguardia attento, sulla strada che monta a Le Scalelle. La Grande Compagnia per le balze del Lavane e Campigno cerca i castelli Vicchio e Dicomano per essere pronta a dilagar nel piano. Caldo è il mattino; l’aria par tranquilla. Passano i cavalli indisturbati: non c’è vita d’uomini e animali tra le balze, le forre, i boschi e i prati. Avanti, avanti il transito è sicuro. Avanti, compagnia luttuosa, chè il terror, la potenza ed il fracasso tengono libero il passo! E per la gola stretta, faticosa, si serrano le truppe rumorose, sudate, cariche di ferro, di bottino, delitti e presunzione. La strada sale, verso il cielo; il sole batte: è un luccicare intorno: raggi d’oro e d’argento. E vanno e vanno gli uomini: son cento, no, più di mille e ancora tanti. Par che la valle stretta a Gamberara non possa contenerli tutti quanti. E sempre vengon sotto, ansanti, chi ride, chi urla, impreca, canta, beve; chi si lamenta del piacer breve della sera avanti, chi spera di trovar nel Mugello donne amorose, vino e buon ostello. Già l’avanguardia è a Farfareta, guadagna il Corniolo isolato, scavalca l’Alpe verde alla faggeta. E’ in vista delle piane della Sieva. Il grosso di quei turpi masnadieri passa Cà di Rinieri a Valdimora. Arranca, maledice e si dibatte: la mulattiera è pregna di sudore! Davanti a tutti col cimiero in mano, la briglia abbandonata, il capitano sul suo bianco caval: Michele Lando grande signore. Venuto da Alemagna per predare e farsi più potente, batte i territori fiorentini per contrastar gli scudi di Perugia in guerra coi senesi e gli aretini. Segue la truppa tintinnante di ferri che fan aspra la salita. Ansimano le spade ed i cimieri nella polvere che copre l’orizzonte e la meta che ad arrivare indugia. Quei predoni forzano i sentieri dell’Alpe che s’apre nel Mugello. Cigolano i carriaggi in retrovia appena mossi da Biforco irato. Conte Broccardo messo a parar le spalle, rude e solenne ha dato il via. C’è sussultar di ruote e un tentennar di carri. Trasudano i muli scalpitanti, li frenano! I postiglioni frustano i trapele le bestemmie calano nel fondo. Oh, spettacolo immane, impressionante, giammai visto nel mondo! Si meraviglia il caldo sol dei cieli, il fior del rosolaccio e dello spino. I tamburi or sono alle Scalelle dove par che la strada sia men dura: si arrestano un momento a respirare, a tutto petto l’aria deliziosa, ma un rotolar di massi e di tronconi rompe la pace e cade sugli ignari. Rumor di tuono, paura e sgomento! La vendetta li ha colti a dieci, a cento, li spinge nelle forre e nel burrone; son cavalli, son fanti ed i cariaggi che precipitano in gran confusione. Urla, grida, bestemmie, imprecazioni, rumor di ferri disperati, tonfi. Vera tempesta con fulmini e tuoni! Disordine, ferite, gran spavento han reso timorosi gli spacconi che cercan scampo tra le macchie folte. Ma nel verde fogliame traditore altro sangue, altra morte, altro furore. I valligiani offesi, indemoniati, fanno lavar col sangue ogni sopruso. Pochi maschi, le donne ed i bambini battono, graffiano, spogliano i guerrieri così forti e potenti ancora ieri, ora tapini, deboli, in balia di due forche, una marra e la follia strappata alla miseria e alla pazienza da quattro o cinque spicci di violenza. Non si salva nessun, neppure il duce Michel Corrado di Landau il conte: disarcionato, sanguina la fronte, ferito e senza spada lo tengono prigione. Paura assai pesante tra le scorte che sbandate nei boschi e tra i dirupi cercan, fuggendo, scampo da quei lupi che senza tregua li vogliono a morte. L’acqua del torrente è fatta rossa del sangue di uomini e animali. La grande compagnia è sgominata e lacrima nei boschi pugnalata. Non riceve pietà: son fatte belve le donne nel cercar chi fugge: odio, rancore in ogni petto rugge. Cala la notte sopra l’ecatombe, si spegne ogni lamento dei feriti. La luna tinge bieca la vendetta che gode nel cantar della civetta”.

Dino Campana nei Canti Orfici scrive: “Ascolto: Le fontane hanno taciuto nella voce del vento. Dalla roccia cola un filo d’acqua in un incavo. il vento allenta E raffrena il morso del lontano dolore.

3 Luglio 1991 il sindaco Rodolfo Ridolfi ottenne per il Comune di Marradi la medaglia d’oro al merito civile per i sacrifici sopportati nell’estate del 1944. Marradi si fregia da ventisette anni della medaglia d’oro al merito civile.

Valdo Spini appunta la Medaglia d'oro sul Gonfalone di Marradi

Valdo Spini appunta la Medaglia d’oro sul Gonfalone di Marradi

Domenica 15 luglio
Neppure quando il Presidente della Repubblica mi ha insignito del titolo di Commendatore, al merito della Repubblica destinato a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari.“ ho provato lo stesso orgoglio di quando da Sindaco ottenni la medaglia d’oro al merito civile per il Comune di Marradi.
Antonio Cassigoli, nel suo libro Marradi nella resistenza  del 1984 scriveva nella premessa: “…Marradi, risorta nel segno della libertà e delle riconquistate istituzioni democratiche…merita che la Nazione riconosca, anche ufficialmente e tangibilmente, questo suo sanguinoso, immane e doloroso contributo alla rinascita della Patria nel segno del sacrificio…” e continuava a pag 48 nel capitolo una medaglia per il gonfalone: “Tutti i sindaci che si sono avvicendati alla guida del Comune di Marradi dalla liberazione in poi (Pierino Zacchini, Mario Bellini, Antonio Cassigoli e poi ancora Mario Bellini, Goffredo Nannini, Giuseppe Tarabusi, Arturo Zambelli ed  Enrico Consolini.) si sono premurati  chi più chi con minore insistenza di richiedere un riconoscimento al Comune, in quanto tale, per le lotte, le sofferenze, le distruzioni, le morti, le deportazioni che funestarono il territorio marradese durante l’infausto e glorioso 1944…Ricordiamo, per tutte, la richiesta avanzata, il 4 dicembre 1970 dal sindaco on. Goffredo Nannini che il 27 gennaio 1972 rinnovava la richiesta.”. Il 1984 ricorreva il 40° anniversario della strage di Crespino ma il riconoscimento non ci fu nonostante le speranze.
Nel libro Testimonianze, ricordi dei comuni toscani del 1994 pubblicato dalla Regione Toscana si legge: “Per le vicende della guerra Marradi, unico Comune della Provincia di Firenze, ha ottenuto il 3 luglio 1991 la medaglia d’oro al merito civile”.
Valdo Spini e Rodolfo Ridolfi a Crespino

Valdo Spini e Rodolfo Ridolfi a Crespino

Quando fui eletto sindaco, nell’autunno del ‘88, dopo avere ottenuto un intervento finanziario del Ministero della Difesa a favore del Sacrario di Crespino, predisposi un dettagliato dossierche sottoposi al Governo ed alla Presidenza della Repubblica, ed ottenni, il 3 Luglio del ‘91, con decreto del Presidente della Repubblica, la Medaglia d’oro al merito civile per il Comune di Marradi con la seguente motivazione: “Piccolo centro attraversato dalla linea gotica, sopportava con fierissimo e dignitoso contegno spaventosi bombardamenti aerei e terrestri, subendo la distruzione della maggior parte del centro abitato e offrendo alla causa della Patria e della libertà il sacrificio eroico di quarantadue civili inermi, trucidati dalle truppe d’occupazione naziste”.
Sono passati settantaquattro anni da quella tragica estate del 1944 che ebbe come epicentro il territorio della piccola frazione di Crespino Sul Lamone. Marradi non dimentica e continua ad onorare i suoi martiri lo farà anche quest’anno. Ho riletto in questi giorni sulla pubblicazione “Marradi Capitale Culturale della Romagna Toscana” -1993 -quanto ebbi a dire, parlando a Crespino insieme al sottosegretario di Stato agli interni del governo Andreotti, Valdo Spini  “…I sacrifici di tutto il popolo marradese durante il terribile conflitto hanno raggiunto limiti inimmaginabili. La ritrovata libertà, il senso di responsabilità e la ripresa positiva del pacifico, quotidiano travaglio sono state premiate con alto riconoscimento di virtù civica.”
BIFORCO-300x218Il 17 luglio ‘44 a Monte Lavane gli alleati effettuarono un lancio di armi, munizioni e vestiario destinati ai partigiani che, attaccati da ingenti forze nazifasciste, ingaggiarono un duro combattimento di otto ore. Quello stesso giorno ed il giorno successivo, a Crespino, antico Borgo sorto intorno all’antica Abbazia vallombrosana di Santa Maria a Crespino sul Lamone, si consumò un’assurda tragedia. I nazisti si macchiarono dell’orrendo crimine di strage che non risparmiò neppure Don Fortunato Trioschi, arrestato insieme ai suoi parrocchiani e costretto a scavarsi la fossa prima di essere trucidato. I fatti sono da inquadrare nella recrudescenza nazista che in seguito alla caduta di Mussolini e all’8 settembre ’43 avevano fatto scattare “l’operazione Alarico” l’invasione e l’occupazione militare dell’Italia. Insieme a Don Trioschi, il 17 luglio, furono uccisi sul greto del Lamone, dove oggi sorge il sacrario, Luigi e Vittorio Bellini, Giuseppe e Lorenzo Ferrini, Giovanni Malavolti, Giuseppe e Guglielmo Nati, Angelo, Attilio Lorenzo fu Luigi e Lorenzo fu Pietro Pieri, Giuseppe Barlotti, Dante Chiarini, Pietro Tagliaferri, Ottavio Scarpelli, Luigi Vinci, Gherardo Visani, Adolfo Rosselli, Sante Bosi, Giulio Sartoni, Bruno Santoni e due persone non identificate. Abramo Tronconi fu fucilato a Fantino. Alfredo Beltrami, sua moglie Cecilia, e la figlia Lorena, furono fucilati il 17 luglio nel podere Il Prato con Alfredo Righini fucilato nell’aia. I Beltrami erano, padre, madre e sorella di Umberto il partigiano di cui Pietro Monti, detto Marconi, definito da Arturo Frontali, come il testimone che tutto ricorda della strage di Crespino, racconta: “Ha preso una bomba a mano e gliel’ha tirata (alla Croce Rossa) ed ha ucciso il tedesco ed insomma tutti e due, l’autista ed il ferito”. Il 18 luglio nel podere I Mengacci, di proprietà di Giovanni Buccivini Capecchi, i mezzadri, Francesco Botti, suo figlio Bruno diciassettenne, il quindicenne Pierino Caroli e suo padre Vincenzo, che era iscritto al partito fascista e che mostrò invano ai tedeschi la tessera, furono trucidati nonostante il disperato tentativo della coraggiosa mamma Palmira Gentilini Botti che, con le lettere dei figli militari in mano, cercava di far capire ai tedeschi che i suoi famigliari non c’entravano con i partigiani. Giuseppe Caroli e Adele Donatini furono fucilati al Cerreto di Fantino il 18 luglio come Dionisio Rossi. Carlo Quadalti contadino della Casa Nuova fu fucilato quello stesso giorno nel podere La Castellina dove si trovava per la mietitura a dare una mano ad Arturo Raspanti. La Wehrmacht aveva stabilito il proprio comando a Crespino, nella villa di Carlo Mazza, proprietario terriero della zona. I partigiani che operavano nell’area, ed ai quali erano associati i giovani renitenti alla leva repubblichina sbandati, erano quelli della 36^ Brigata Garibaldi Alessandro Bianconcini. Valeria Trupiano nel suo pregevole lavoro A sentirle sembran storielle Luglio 1944 La memoria della strage di civili nell’area di Crespino del Lamone del 2008 riporta quanto contenuto nel bollettino partigiano della Bianconcini datato Imola 21 ottobre 1945. Ventotto pagine consegnate alla Trupiano dall’ex partigiano Bruno.
 Marradi 1944 ponte GrandeIl bollettino, con la relazione ufficiale, contiene il diario delle azioni e dei sabotaggi giornalieri operati dalla brigata, gli spostamenti, le imboscate, le catture ed uccisioni di nazisti e spie fasciste, gli attacchi e le uccisioni di partigiani e di civili da parte dei tedeschi. A proposito della giornata del 17 luglio tra le varie azioni partigiane realizzate nel territorio viene descritta la seguente “Elementi misti delle compagnie di Paolo e di Marco attaccano il traffico sulla strada Faentina. Un automezzo tedesco distrutto, 2 soldati uccisi e sei feriti. Da parte nostra un ferito. A seguito di tale azione i tedeschi per rappresaglia massacrarono 35 coloni raccolti nei dintorni. La versione partigiana ha molto in comune con quella raccontata dagli abitanti di Crespino. Nel libro di Don Bruno Malavolti Estate di Fuoco, nella parte di Arturo Frontali che ricostruisce i fatti attraverso le testimonianze, si fa capire che alcuni giovani partigiani e soldati sbandati, dopo l’8 settembre, continuavano ad appoggiarsi al paese e al podere dei Mengacci. Verso la fine di aprile, alcuni di questi partigiani uccisero due tedeschi in località Casaglia.
001Sembra che una delle vittime fosse il comandante di un gruppo appartenente alla Marina tedesca, che era acquartierato a Villa Ersilia a Marradi. L’episodio, tuttavia, rimase impunito per l’intercessione di una nobildonna tedesca sfollata a Ronta che ebbe il merito di convincere gli occupanti a stipulare con il paese una sorta di patto di tregua. L’accordo venne tuttavia violato dai partigiani del posto che ai primi di luglio, presso il ponte di Spedina, catturarono altri due soldati, scaraventandone uno da un burrone e lasciandosi scappare il secondo che, raggiunti i suoi commilitoni, dette l’allarme. Successivamente, la mattina del 17 luglio, la stessa banda, appostata su una collinetta, attaccò una pattuglia tedesca uccidendo un soldato e scagliando una bomba a mano contro l’autoambulanza sopraggiunta dal vicino ospedale militare di Villa Fantino. Il 17 luglio, dopo appena un’ora dall’agguato, una seconda pattuglia tedesca, rinforzata da squadre provenienti da Marradi, arrivava sul posto, interrogava due contadini intenti alla mietitura, mentre uno affermava di avere visto i partigiani imboscarsi e fuggire dopo l’attentato, l’altro taceva e veniva ucciso perché ritenuto complice. La rappresaglia partì poi dal podere Prato con lo sterminio dell’intera famiglia Beltrami, cui apparteneva uno dei partigiani responsabili dell’attacco. I tedeschi rastrellarono tutti gli uomini che trovarono, li raccolsero presso Villa Mazza, sede del comando, poi li trasferirono sulle rive del Lamone e qui li fucilarono. Soltanto uno dei prigionieri, Giuseppe Mariano Maretti, sopravvisse all’esecuzione, morendo poi nel 1948 in seguito alle ferite riportate quel giorno. Convocato il parroco, Don Fortunato Trioschi, e altri due contadini sul luogo dell’eccidio, i tedeschi li costrinsero a scavare una fossa e li fucilarono sul posto. Il 18 luglio l’operazione proseguì a Fantino con l’invasione di casa Caroli, in località Mengacci: gli uomini, quattro, furono trattenuti nell’edificio, mentre le donne e i bambini furono portati, attraverso il castagneto, in una grotta naturale e lì sorvegliati con una mitragliatrice. Quando le donne ed i bambini, che erano stati rilasciati, tornarono verso il podere in fiamme, trovarono una scena agghiacciante: due uomini assassinati con il colpo di pistola alla nuca e due legati ai materassi e asfissiati. Un altro reparto, nazifascista, frattanto, era impegnato nella ricerca e nell’assassinio di contadini rimasti a Castellara, Castellina, Cerreto, Lozzole e Campergozzole. La mattanza si concluse la sera del 18 luglio, con un bilancio di 44 vittime nell’area Crespino, Fantino e Lozzole. Anche se la documentazione tedesca non fa espressamente riferimento alla strage, sembra di poter ricostruire la presenza sul territorio di unità di polizia tedesca o miste italo-tedesche, come il III Polizei Freiwilligen Bataillon Italien, il cui trasferimento presso l’Appennino è dato certo. Nella memoria comune, i partigiani avevano, come ha riportato nel suo libro Valeria Trupiani, “le loro colpe: rubavano in casa dei benestanti, ostentavano simboli comunisti compiendo operazioni contro i soldati tedeschi senza avere il coraggio di affrontarli a viso aperto”. Tuttavia la Trupiani ha anche aggiunto: “Quei giovani, che abbiamo denominato, così detti partigiani, avevano il diritto e il dovere di nascondersi tra le montagne per non farsi catturare e rischiare la morte o la deportazione in Germania”. Forse la strage sarebbe accaduta lo stesso ma in quelle vicende i partigiani non ebbero un comportamento esemplare, ne tanto meno eroico.
Rodolfo Ridolfi

L’incontro di Marradi fra autonomisti di Romagna e Toscana

mar-cltdomenica 15 luglio
Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo il Comunicato Conclusivo dell’incontro di Marradi fra autonomisti di Romagna e Toscana:

1° incontro fra autonomisti di Romagna e Toscana

Confronto fra delegazioni di MAR e CLT: sinergie e proposte di sviluppo

Sabato 14 luglio a Marradi presso il ristorante La Colombaia si è tenuto il primo incontro fra una delegazione del MAR (Movimento per l’Autonomia della Romagna) e una delegazione del CLT (Comitato Libertà Toscana).
Mai prima d’ora vi era stato un confronto fra queste forze autonomiste che, in rappresentanza dei rispettivi territori, si sono presentate e confrontate.
Il programma ha conosciuto una sessione di lavori mattutina ed una pomeridiana, intervallate da un desinare rigidamente tosco-romagnolo.
I lavori mattutini si sono concentrati sulla presentazione dei due Movimenti, sottolineandone le peculiarità: il CLT è di fatto una forza politica di recente costituzione che ha deciso di proporsi direttamente agli elettori in occasione delle prossime competizioni elettorali mentre il MAR si trova, volutamente, in una fase pre-partitica e punta ad ottenere l’obiettivo della creazione della regione Romagna esercitando pressioni sulle forze politiche esistenti.
Nel pomeriggio il confronto si è spostato su temi a tutto campo: dall’autonomia regionale differenziata alla ricerca di sinergie nei settori della cultura, del lavoro, delle infrastrutture e del turismo. Dalla ferrovia faentina all’anniversario della morte di Dante nel 2021, risorse e appuntamenti da valorizzare al meglio. E non è un caso che l’incontro sia avvenuto a Marradi, città simbolo di quell’area denominata Romagna toscana che può avere un ruolo di cerniera fondamentale per tali iniziative.
Mentre regioni quali il Veneto e la Lombardia, a cui l’Emilia-Romagna si è accodata, avanzano legittime richieste di maggior autonomia allo Stato centrale, la Romagna e la Toscana rischiano di trovarsi attardate e impreparate ad affrontare queste future sfide. Con un giogo in più per la Romagna: l’affrancamento dall’Emilia ancora da ottenere: quali vantaggi potrà avere il territorio romagnolo da una maggiore autonomia della Emilia-Romagna se sarà sempre la politica centralista bolognese a distribuire le maggiori risorse ottenibili?
Il tavolo di lavoro si è concluso nel tardo pomeriggio con la considerazione che a questo primo confronto ne seguiranno sicuramente altri e la collaborazione fra CLT e MAR saprà portare frutti per i cittadini di queste due bellissime regioni italiane: la Romagna e la Toscana.

Marradi (Romagna toscana), 14 luglio 2018
dott. Samuele Albonetti
coordinatore regionale MAR

Gli autonomisti di Romagna e Toscana si incontrano a Marradi sabato 14 luglio

20180714_locandina-primo-incontro-fra-clt-e-marvenerdì 13 luglio
Primo incontro autonomisti di Romagna e Toscana
Sabato 14 luglio 2018, a Marradi, si terrà il primo incontro degli autonomisti di Romagna e Toscana, organizzato da Movimento per l’Autonomia della Romagna e da Comitato Libertà Toscana. Per adesioni scrivere a: segretario@comitatolibertatoscana.eu.

Programma della giornata:

Ι incontro degli autonomisti di Toscana e Romagna
delegazioni CLT e MAR a confronto

Marradi, sabato 14 luglio 2018

Ristorante La Colombaia
Via Colombaia, 35

Sessione di lavoro antimeridiana
Ore 11.00 – apertura lavori, presentazioni

L’autonomia regionale nell’Italia di oggi e di domani, sinergie fra CLT e MAR

Ore 13.00 – DESINARE TOSCO-ROMAGNOLO
(solo su prenotazione – € 25,00)

Info e prenotazioni dalla Toscana: segretario@comitatolibertatoscana.eu

Info e prenotazioni dalla Romagna: coordinatore.mar@gmail.com

Ore 15.00 – ripresa dei lavori
Ore 15.15 – Autogoverno regionale, cultura, lavoro, turismo, territorio, infrastrutture:
proposte a confronto

Ore 17.00 – chiusura dei lavori

Parteciperanno delegazioni di attivisti e responsabili dei due movimenti. Sarà presente Sergio Salvi, intellettuale toscanista.

Per colui che avrà onorato la propria esistenza, una corona di gloria è riservata in cielo”.

bassettivenerdì 22 giugno

Grazie, maestro Ridolfi, sei stato per noi un raggio della sapienza e della luce di Dio.

Riposa in pace! Il tuo alunno Gualtiero Bassetti

Si conclude così il Messaggio del Cardinal Gualtiero Bassetti Presidente della Conferenza Episcopale Italiana letto nella Chiesa Arcipretale di Marradi da Don Pino Montuschi che ha celebrato le esequie di Renato Ridolfi, cui hanno reso omaggio, grati e commossi, numerosissimi suoi concittadini ed un nutrito gruppo di Alpini di Marradi, Palazzuolo Sul Senio, Brisighella e Fognano che hanno voluto rendere l’estremo saluto al vecchio ufficiale novantanovenne. Al termine della funzione, a nome della famiglia, Raffaella Ridolfi ha voluto ringraziare tutti gli intervenuti e le numerosissime persone ed istituzioni che hanno voluto esprimere uno straordinario apprezzamento per Renato e vicinanza alla vedova ed a tutta la famiglia.

L’Alpino Renato Ridolfi ha fatto un passo avanti: i funerali venerdì 22 alle ore 10,30 alla Chiesa Arcipretale.

renato-ridolfi-tarvisio1950giovedì 21 giugno

I funerali venerdì 23 alle ore 10,30 a Marradi nella Chiesa Arcipretale
Il 7 maggio scorso il maestro Renato Ridolfi, aveva compiuto 99 anni, il 20 giugno, l’ufficiale degli Alpini ha fatto un passo avanti lasciando Marradi orfana della sua onnipresente attività improntata all’amore per la sua terra, la Romagna Toscana, all’ impegno serio, costante e generoso in tutte le Istituzioni e attività cui si è dedicato sempre ispirato e guidato dalla esperienza straordinaria e dalla sua grande cultura e passione per i fatti, l’arte e la vita della sua terra. Lo ricordiamo insegnante animatore delle attività teatrali marradesi fin dagli anni ’30. Autore di numerosissime pubblicazioni di storia locale e di monografie sui grandi marradesi scriveva e studiava il dialetto locale ma era anche un ottimo latinista. E’ stato insegnante di molte generazioni di marradesi e fra questi del Cardinal Gualtiero Bassetti. Renato Ridolfi autore e regista di numerose riviste ed operette fra le quali: Il Canzoniere, 1955, e Suona la naja, 1987. Interprete, in gioventù, de “La resa di Titi” e “L’Antenato”. Ha scritto i libri: “Cose di Casa nostra, 1977”; “Campigno” Escursione storico  leggendaria, 1985; La Battaglia delle Scalelle, 1987; “Bel Ami” e “Gigino Il giornalista ed il filosofo amici marradesi di Dino Campana”, febbraio 2001 insieme al figlio Rodolfo; “La cantata de Le Scalelle”, novembre 2002; con la nipote Raffaella; “Camminando per Marradi tra cento ricordi e mille nostalgie”, settembre 2003; “Nondum matura est-ricordando le favole di Fedro in dialetto marradese”, novembre 2005; “Nelle sere invernali, progetto “scaccia noia” tra aneddoti e curiosita”, ottobre 2006; Quaderne -Il mio Zibaldone 2015. Corrispondente del giornale “II Telegrafo” nel 1938, della “Nazione” dal 1952 al 1954 e poi de “La Giustizia”. Cultore del dialetto, ha contribuito, in questo ambito, con Oriana Fallaci, a New York alla stesura del libro “Insciallah”. Viveva a Marradi paese  cui ha dedicato tanta passione anche come assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione dal 1960 al 1965 e come consigliere di amministrazione dell’Ospedale San Francesco. Fra i fondatori dell’ U.G.M (Unione Giovanile Marradese), del Club Sportivo Culturale, della Pro Loco e della Sagra delle Castagne, ha coltivato sempre grande amore per la letteratura greca e latina e per i grandi marradesi del passato.

Dopo la conferma del Sindaco Triberti ecco gli eletti al Consiglio Comunale di Marradi per il quinquennio 2018-2023

triberti-pdmartedì 12 giugno
Dopo la vittoria di Tommaso Triberti del PD con la lista “Insieme per Marradi”, sulla candidata sindaco Raffaella Ridolfi Forza Italia con la lista “SiAmo Marradi” si è svolta la proclamazione ufficiale del sindaco e dei consiglieri eletti alle 18,30 di lunedì’ nella sala d’ingresso dell’Istituto comprensivo Dino Campana. Il Consiglio comunale sarà composto da 12 consiglieri, 8 per la maggioranza e 4 per la minoranza, oltre a Tommaso Triberti Sindaco
Per la lista “Insieme per Marradi” sono stati eletti Marco Milani, Viola Ciaranfi, Rudi Frassineti, Fabio Gurioli, Francesca Farolfi, Iacopo Visani, Alessia Fabbri e Fabrizio Alpi. Primo dei non eletti Roberto Malavolti “SiAmo Marradi” sarà rappresentata dal candidato sindaco Raffaella Ridolfi, Giulio Bassetti, Mauro Ridolfi e Alessandro Brasino. Primo dei non eletti Cristiano Talenti. Dopo le dichiarazioni di legittima soddisfazione del Sindaco Tommaso Triberti Raffaella Ridolfi ha dichiarato: I componenti di Si amo Marradi lavoreranno in Consiglio comunale e non solo per ciò in cui credono e per ciò che li ha spinti a farsi portatori di un’altra voce. Se avessimo avuto paura di perdere non ci saremmo candidati!!!
Buon lavoro a tutti noi e soprattutto al Sindaco Triberti e alla sua giunta che dal primo consiglio comunale avrà a che fare anche con un’opposizione degna di questo nome!!!!

Si AMOMARRADI chiede il faccia a faccia al candidato sindaco della lista n 2.

sabato 2 giugnoraffaella-ridolfi-300x194triberti-pd

Chiediamo il faccia a faccia fra i due candidati Sindaci scrive alla stampa la lista n.1 “Si AMOMARRADI”
Quale risposta darà la lista n.2 “Insieme per Marradi”

Siamo a pochi giorni dalla chiusura della campagna elettorale e ad oggi non c’è stata la possibilità di un confronto diretto fra i due candidati a Sindaco di Marradi. La nostra lista ritiene utile ed opportuno che questo confronto avvenga. A mezzo stampa avanziamo quindi una formale richiesta in questo senso ai nostri competitori della lista n.2. Dal confronto delle idee e dei programmi ed attraverso il faccia a faccia fra i due più autorevoli protagonisti di questo appuntamento elettorale i cittadini elettori hanno tutto da guadagnare in termini di conoscenza e informazione per una consapevole scelta di voto. Dopo il 10 giugno i due candidati sindaci dovranno, comunque, dai ruoli in cui il voto li avrà collocati, rappresentare le esigenze dei cittadini e dovranno quotidianamente confrontarsi sui problemi del futuro di Marradi che avrà bisogno di tutti: maggioranza e opposizione. Il faccia a faccia prima del voto serve anche a questo: misurare le distanze ed anche le possibili convergenze per il dopo voto. Siamo infatti convinti che fra le cose che appartengono al passato e alla vecchia politica c’è al primo posto la cultura del “O con me o contro di me”. La nostra narrazione in questa breve campagna elettorale è stata orientata non contro qualcuno ma per Marradi portando ostinatamente sul tavolo del dibattito elettorale i veri temi cui nessuno può sottrarsi che sono: lavoro e sviluppo per la nostra Comunità, perché poco ci interessano le querelle prettamente partitico elettorali, ma ci interessa guardare al futuro.

Si AMOMARRADI

Fratelli d’Italia presente nella lista SiAmo Marradi a sostegno di Raffaella Ridolfi Sindaco.

Alessandro Brasino

Alessandro Brasino

martedì 22 maggio. Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:

“Fratelli d’Italia è presente e forte nel Mugello ed anche a Marradi sostiene la lista SiAmoMarradi.” – dichiara il presidente provinciale di Fratelli d’Italia Claudio Gemelli – “Abbiamo trovato sin da subito piena sintonia con la candidata sindaco Raffaella Ridolfi sui temi a noi cari per il rilancio e lo sviluppo di un territorio, oggi svantaggiato, ma pieno di risorse che attendono solo di essere valorizzate da una buona amministrazione. L’ambizione di Fratelli d’Italia, come di tutto il centrodestra che sostiene la candidata Ridolfi, è quella di arrivare ad amministrare Marradi forti della coerenza delle nostre idee, dell’esperienza e delle capacità di una squadra unita.” – conclude Gemelli. 
Tra i candidati nella lista SiAmoMarradi, Alessandro Brasino, 40 anni, candidato al consiglio comunale ed appoggiato da Fratelli d’Italia: “Tra le nostre priorità il sostegno alle famiglie, soprattutto a chi decide di stabilirsi a Marradi e di costruire un fururo nel paese rendendolo vivo, anche tramite la revisione delle rette degli asili. Ma anche il sostegno ai giovani, agevolando chi vuole fare impresa e aprire esercizi commerciali, di pari passo con il rilancio delle attività turistiche e l’introduzione di progetti innovativi, dal bikesharing alle zone WiFi.” – conclude Brasino- “Il nostro impegno sarà forte perché vogliamo ridare un’anima e un futuro a Marradi!”

Il presidente provinciale di Fratelli d’Italia Firenze
Claudio Gemelli 

La Lega Nord-Salvini premier scende in campo a Marradi a sostegno di Giulio Bassetti

G.Bassetti-A.Scipioni-R.Ridolfi L.Ferruzzi-G.Picchi

G.Bassetti-A.Scipioni-R.Ridolfi L.Ferruzzi-G.Picchi

martedì 22 maggio

Una delegazione della Lega Nord, che aveva già ufficializzato il suo impegno a favore della lista civica Si AMO MARRADI, candidato sindaco Raffaella Ridolfi, guidata dall’on.Guglielmo Picchi, dal segretario Provinciale Alessandro Scipioni e dal segretario di zona Luca Ferruzzi , ha voluto essere a Marradi, lunedì 21 scorso nella sede della lista ed al banchetto in Piazza Scalelle per sostenere il giovane referente della Lega-Salvini Premier, Giulio Bassetti, presente nella lista numero 1 Si AMO MARRADI che ha nel cuore e nella mente IL LAVORO E LO SVILUPPO come cardine del suo programma. Giulio Bassetti insieme al consigliere regionale della Lega Roberto Salvini ha anche organizzato una iniziativa di ascolto e confronto sulle legittime istanze del cacciatori per giovedì 24 maggio presso la sede delle Associazioni Venatorie locali.

Canti Orfici in Musica per Dino Campana sabato 18 agosto a Firenze

imagesCA1D3J58venerdì 18 maggio
Canti Orfici in Musica per Dino Campana sabato 18 agosto a Firenze , le
iscrizioni scadono il 20 giugno.
Vinci l’esibizione di sabato 18 agosto a Firenze per un live esclusivo per
Dino Campana!

Canti Orfici in Musica per Dino Campana – Crisi Nervose e Pazzie Musicali
e’ il contest musicale in edizione straordinaria che viene lanciato dal MEI
– Meeting delle Etichette Indipendenti in collaborazione con Materiali
Sonori e Centro Studi Campaniani per il Concerto Speciale dedicato a Dino
Campana e ai suoi Canti Orfici che si terra’ sabato 18 agosto a Firenze, in
occasione dell’Estate Fiorentina 2018, dedicato ad artisti e band emergenti
provenienti da tutta Italia under 30.

La giuria sara’ coordinata da Giordano Sangiorgi, organizzatore del MEI –
Meeting delle Etichette Indipendenti e della Festa dei 1000 Giovani per la
Musica per il Mibact, con il supporto dello staff di Materiali Sonori e
Centro Studi Campaniani e la consulenza degli artisti Marco Parente, Pape
Gurioli e Massimiliano Larocca.

imagesCA1D3J58venerdì 18 maggio
Le domande di iscrizione dovranno pervenire entro il 20 giugno 2018 alla
e-mail: mei@materialimusicali.it con Oggetto “Crisi Nervose Musicali per
Dino Campana” con Nome, cognome, indirizzo completo, dati completi e
contatti di chi scrive e di chi si iscrive, allegando Biografia artistica, 1
Foto e almeno 1 Brano ( o piu0 in versione we transfer) in Versione Mp3
corredato di titolo e autori testi e musiche partecipante al Contest oltre a
una descrizione del brano e della sua vicinanza alle poesie e tematiche di
Dino Campana . Saranno privilegiati quei brani che metterranno in musica
testi e poetiche di Dino Campana e/o che attraverso le musiche e testi
avranno la capacita’ di descrivere gli stati d’animo che hanno da sempre
animato la “vita maledetta” del grande poeta di Marradi, uno dei piu’ grandi
poeti italiani di tutti i tempi. L’iscrizione al Contest è gratuita. I tre finalisti , che saranno resi noti
entro meta’ luglio, saranno ospiti dell’organizzazione per il live di sabato
18 agosto. Per altre informazioni contattare il MEI – Meeting delle
Etichette Indipendenti al telefono 0546.646012 e scriver alla mail:
mei@materialimusicali con causale Dino Campana.
Sito: www.meiweb.it

Confermare o Rinnovare? Il verdetto il 10 giugno

raffaella-ridolfisabato 12 maggio
Consegnate in Comune le due liste che parteciperanno alle elezioni del 10 giugno prossimo:
Si AMO MARRADI (candidato sindaco Raffaella Ridolfi).
Sonia Alpi
Baracani Stefania
Bassetti Giulio
Brasino Alessandro
Moffa Silvia
Monti Mirco
Ridolfi Mauro
Romeri Maria Elena
Scalini Elena
Scalini Massimo
Talenti Cristiano
Zacchini Lucia

triberti-pdDi seguito i candidati di Insieme per Marradi (candidato sindaco Tommaso Triberti):

Fabrizio Alpi
Flavia Billi
Viola Ciaranfi
Alessia Fabbri
Francesca Farolfi
Rudi Frassineti
Fabio Gurioli
Roberto Malevolti
Elisa Mercatal
Marco Milani
Deborak Unicori
Iacopo Visani

Lunedì14 maggio, ore 19.00 a Firenze prima del film “La Scomparsa” al Cinema La Compagnia via Cavour

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Lunedì14 maggio, ore 19.00 a Firenze prima del film “La Scomparsa” al Cinema La Compagnia Via Cavour
alla presenza della regista. Presenta Francesco Mininni, critico cinematografico

LA SCOMPARSA di Maria Luisa Carretto, Italia 2016.
Un viaggio orfico, poetico, che un uomo, Dino ispirato da Dino Campana, intraprende per ricercare il suo passato amore. Dopo un sogno inquietante che lo spinge a scavare tra i ricordi, il protagonista parte: la realtà non lo interessa più. Viaggerà attraverso le immagini del passato; incontrerà personaggi che lo guideranno alla scoperta del femminile e dell’amore perduto.

Il suo viaggio è fatto di immagini di ricordi e incontri di personaggi che lo guideranno nella ricerca, alla scoperta dell’universo femminile e dell’amore perduto, perché lei, Sibilla che chiamava come Sibilla Aleramo, è Scomparsa dalla sua mente ma riaffiora. Un viaggio tra i ricordi che si porta in una valigia, l’immagine di lei che appare con la voce che lo segue, per tornare alla sua gioventù. Alla fine il ricordo amplifica le sue immagini e le sensazioni in un altrove irreale che è reale. Il film è un viaggio di ritorno alle origini per capire la sostanza e la profondità dell’ Amore.

INGRESSO: 4€ (1€ sarà devoluto in beneficenza a favore dell’Associazione Nosotras ONLUS)
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Produzione: Sur la Table; Italia 2016; 90’.
scritto e diretto da Maria Luisa Carretto.
Testi voice over: Marthia Carrozzo, Maria Luisa Carretto
Interpreti: Dino: Davide Gemmani; Sibilla: Erminia Moscato; ragazzo di Marradi: Francesco Lamporesi; Anika: Giulia Quercioli; Marito Anika: Mauro Ridolfi
Donna dell’autostrada: Lavinia Parissi; Uomo dell’autostrada: Yanez Calcinai; Oste: Giorgio Ariani; Medico: Carlo Monni; Poliziotto: Stefano Baldecchi; detenuto: Raffaele Salvucci: Dino giovane: Stefano Gilardoni; Dino con cinepresa: Mattia Colombo; il pescatore: Renato. le ragazze alla stazione di S.Piero e Ospedale psichiatrico: Elena Polverosi, Eleonora Rindi, Jasmine Salley, Antonella Miglioretto, Juliet Fairy Moon; Anziana del treno: Fiorella Betti; Corteo Nuziale: le bambine Federica e Soalia Ridolfi; Catia Zetti; Stefania Quaggio.
Voci off: Davide Gemmani, Maria Luisa Carretto.
Voci doppiaggio: Cristian Iansante; Roberto Pedicini; Gianni Calcinai.
Direttore della fotografia: Duccio Ricciardelli
Operatrice pellicola: Maria Luisa Carretto
Montaggio: Fabio Bianchini; Musiche eseguite: Eleonora Frosecchi; Color Correction e effetti: Fabio Bianchini; Aiuto operatore a Marradi e IOT: Marco Foresti; Fonico presa diretta e sala Marco Mattia Robbiani
Sound Designer, Missaggio: Massimo Barbieri; Segretaria di edizione : Catia Zetti; Catering: La Fiorenza Stagi; Costumi Ariani: Francesca Stocchi.
Suono, doppiaggio e mix: LARIONE 10

18 Aprile 1948-2018. Settant’anni fa l’Italia sceglieva di “essere libera e forte”

mercoledì 18 aprile
1214823497593_16_thumb13-208x300Siamo tutti figli del 18 aprile 1948, perché quel giorno fu il popolo vero, fu l’Italia profonda, dal nord al sud, che seppe difendere, unita, un patrimonio comune di valori ereditato nei secoli; perché quel giorno il nostro popolo seppe dire «no» ad una ideologia che, se avesse vinto, avrebbe portato in Italia il terrore rosso che già aleggiava sui Paesi dell’est europeo, consegnati a Stalin dagli accordi di Yalta; perché, infine, il 18 aprile non vinse, come invece troppo comunemente si crede, il partito che ci avrebbe portati verso il cattocomunismo e la partitocrazia. Il 18 aprile fu giustamente definito una seconda Lepanto, in quanto se Lepanto ha impedito ai musulmani di invadere l’Europa, il 18 aprile ha impedito ai comunisti di conquistare l’Italia. Se il 25 aprile del ’45 segnò la fine del nazifascismo per l’opera determinante delle truppe anglo-americane e dei resistenti, il 18 aprile del ’48 fu la data in cui, con il voto, l’Italia decise per la democrazia e la libertà, sconfiggendo il pericolo frontista. Come non sottolineare l’intelligenza politica, la lungimiranza ed il coraggio di Saragat, il quale si staccò da un partito socialista, ormai succube del Pci, per dar vita ad un socialismo liberale e democratico. Settanta anni sono passati da quel 18 aprile 1948, quando, alle prime elezioni dell’Italia repubblicana, i partiti del centro-destra ottenevano il 48,5% dei suffragi, battendo di oltre diciassette punti la lista di Unità Popolare, formata da Pci e Psi.
18-aprileIl significato della vittoria del 18 aprile va sicuramente al di là del pur considerevole risultato ottenuto dalla Dc, e supera di gran lunga la sigla stessa, sotto la quale tutti quei consensi vennero raccolti. Il 18 aprile vinsero i Comitati Civici, creati pochi mesi prima, che, forti di trecentomila volontari e di ventimila comitati elettorali, intrapresero una politica anticomunista e organizzarono una campagna elettorale nella quale risultò evidente, attraverso slogans e manifesti, che la posta in gioco era la salvezza del Paese dal comunismo. Vinse uno spirito di «crociata» in difesa della civiltà, un anno prima della scomunica lanciata da Pio XII, il 28 giugno del 1949, nei riguardi dei cristiani che aderivano alle dottrine del comunismo e che collaboravano con movimenti comunisti, e undici anni dopo l’enciclica Divini Redemptoris di Pio XI che aveva definito il comunismo «intrinsecamente perverso». Certamente, una delle cause della sconfitta del Fronte popolare è da ravvisare nella levatura politica e morale di uomini come De Gasperi, Saragat, Einaudi. Fu così che i moderati contribuirono a salvare la democrazia e la civiltà del nostro Paese; mentre presuntuosi intellettuali di sinistra, ciechi di fronte ai crimini di stampo leninista-stalinista, iniziavano la loro triste marcia dentro il comunismo. Un’analisi di oltre mezzo secolo di storia italiana potrà contribuire a far luce sul significato politico e culturale di una data troppo importante per essere dimenticata, forse, un po’ troppo scomoda, dopo che gli sconfitti di ieri vorrebbero diventare i vincitori di oggi. Le istituzioni dovrebbero ricordare con gratitudine i protagonisti di quell’evento: Alcide De Gasperi, Giuseppe Saragat, Luigi Einaudi, Randolfo Pacciardi, che affermarono i valori della democrazia, della libertà, dell’atlantismo, dell’europeismo e dell’Occidente, valori che sono ancora attuali ed irrinunciabili. Quella del 18 aprile 1948 non fu una delle consuete competizioni elettorali tra differenti forze politiche, ma una scelta di civiltà fra due opposte concezioni del mondo: fra un’Italia profondamente legata alle proprie radici nazionali, religiose e civili, ed una parte del Paese plagiata dall’utopia marxista-leninista; un’utopia che proprio nella primavera dello stesso anno portava con un golpe i comunisti al potere a Praga e forniva l’ennesimo saggio di brutalità nell’Europa dell’est con la defenestrazione del socialista Masarik. Il clima da guerra civile di quegli anni, le aspettative dei comunisti italiani nei confronti dei partigiani comunisti jugoslavi di Tito, che avanzavano nell’Italia orientale, e l’eliminazione sommaria da parte comunista dei partigiani non comunisti e di tanti innocenti. subirono il 18 aprile del 1948 un duro colpo.

Rodolfo Ridolfi

Il renziano Tommaso Triberti si ricandida a sindaco con la lista ‘Per Marradi siamo pronti’

Tommaso Triberti

Tommaso Triberti

martedì 17 aprile

A Marradi,  si voterà per il sindaco il 10 giugno 2018 . Il Pd con il suo sindaco il renziano doc Tommaso Triberti ha già annunciato che si ricandiderà alla guida della lista  ‘Per Marradi siamo pronti’, la lista che esprime il gruppo di maggioranza in Consiglio Comunale e che ha come vice sindaco Rudy Frassinetti esponente di Leu. In attesa delle imminenti decisioni del centro-destra,  la campagna elettorale  del PD e dei suoi alleati parte con una cena per la raccolta dei fondi  al Centro Tennis di Marradi Giovedì 19 aprile dove gli organizzatori  faranno un bilancio sui cinque anni di amministrazione. Scrivono infatti in un comunicato:

Tempo di bilanci e analisi per il gruppo consiliare ‘Per Marradi siamo pronti’, anche in vista delle prossime elezioni amministrative in agenda il 10 giugno 2018, per parlare e confrontarsi con i cittadini su 5 anni di attività amministrativa, priorità e prospettive.

La cena organizzata per Giovedì 19 aprile alle ore 19.30 al Centro Tennis di Marradi sarà infatti l’occasione per fare il punto sulle attività svolte in cinque anni di lavoro, durante i quali sono stati seguiti, sviluppati e realizzati progetti per la comunità, prospettive di futuro concrete.
Un percorso che non si ferma ma anzi cresce e prosegue per rendere migliore Marradi anche nei prossimi cinque anni.

Roma: on. Stefano Mugnai tra i vicecapogruppo di Forza Italia a Montecitorio.

Stefano Mugnai a Marradi nell'estate del 2017

Stefano Mugnai a Marradi nell’estate del 2017

mercoledì 11 aprile

Classe 1969, fiorentino di nascita, coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana e capogruppo azzurro uscente nel Consiglio regionale di quella stessa regione: è l’onorevole Stefano Mugnai, unico neoparlamentare tra i nuovi vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati. . Mugnai, al suo primo approdo in Parlamento, affiancherà l’onorevole Gelmini alla guida del gruppo alla Camera nel ruolo di vice insieme con i colleghi onorevoli Simone Baldelli, Roberto Occhiuto, Catia Polidori, Gianfranco Rotondi ed Elio Vito. «E’ con onore e senso di responsabilità che, io che sono al mio primo mandato parlamentare, accolgo il compito di condividere assieme a colleghi di grande esperienza la guida della squadra dei deputati del mio partito», ha commentato Mugnai a caldo.Stefano Mugnai è stato eletto alla Camera il 4 marzo scorso come candidato capolista nel collegio plurinominale Toscana 3 (Firenze1, Firenze2, Sesto Fiorentino-Mugello) e capolista anche nel plurinominale 4 (Arezzo, Siena, Grosseto). Si tratta dei suoi collegi naturali, dal momento che Mugnai è nato a Firenze e qui ha il suo posto di lavoro come dipendente del Comune gigliato, ma ha sempre vissuto nell’Aretino, dove ha mosso i primi passi in politica nella sua Terranuova Bracciolini e dove attualmente, a Montevarchi, risiede con la moglie Maria Letizia e i loro due bambini Cosimo e Riccardo.         Laureato in scienze politiche col vecchio ordinamento, inizia la sua attività politica nel vivaio della Democrazia Cristiana che però, di lì a poco, la storia politica avrebbe disgregato. Da allora Mugnai è sempre stato convintamente schierato con il centrodestra che per la Toscana, all’epoca, significava opposizione.  Dopo una scalata come dirigente di Forza Italia iniziata nel 2006 come responsabile della zona Valdarno, proseguita nel 2008 con l’ingresso nelle giunta regionale del partito e culminata nel 2015 con la nomina – da parte del Presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi – a coordinatore regionale degli azzurri toscani, Forza Italia riprende quota sul territorio tanto da conquistare – nelle varie tornate amministrative – la guida, oltre che della Provincia di Grosseto, dei Comuni di Arezzo, Pietrasanta, Villafranca in Lunigiana, Sillano Giuncugnano, Orciano Pisano, Grosseto, Montevarchi, Cascina, Orbetello, Capraia Isola, Anghiari, Pontremoli e ancora Pistoia, Abetone-Cutigliano, Licciana Nardi, Campagnatico, Manciano, Campo nell’Elba, Roccalbegna, Porto Azzurro, Riparbella, Serravalle Pistoiese, Monticiano. Quanto alle cariche elettive, dopo trascorsi da candidato sindaco e capogruppo di opposizione a Terranuova Bracciolini (AR), nell’aprile 2010 è eletto per il Popolo della Libertà (dal 1 gennaio 2014 Forza Italia) alla carica di Consigliere regionale della Toscana sia come candidato di listino (e questa sarà la sua opzione) che come candidato provinciale della circoscrizione Arezzo. Nell’assemblea toscana diviene Vicepresidente della Commissione Sanità e Politiche sociali. Contemporaneamente, guida come Presidente due Commissioni d’inchiesta: la prima sul sistema degli affidi dei minori a partire dalla vicenda Il Forteto; la seconda sull’attività immobiliare delle aziende sanitarie toscane. E’ inoltre Vicepresidente della Giunta delle elezioni. In occasione delle elezioni regionali del 31 maggio 2015, Stefano Mugnai è scelto come candidato di Forza Italia alla carica di Presidente della Regione Toscana. Ottiene 124.432 voti, venendo quindi rieletto alla carica di Consigliere regionale e divenendo Capogruppo di Forza Italia. Ricopre nuovamente il ruolo di Vicepresidente della Commissione Sanità e Politiche sociali ed è componente della nuova Commissione regionale d’inchiesta su Il Forteto, chiamata ad approfondire le responsabilità politiche e istituzionali della vicenda. Proprio le questioni legate alla sanità e al drammatico caso Forteto possono considerarsi, tra i molti fronti che lo vedono impegnato in prima linea, le battaglie distintive del suo percorso politico-istituzionale. E proprio sul Forteto è infatti incentrato anche il primo atto parlamentare di Stefano Mugnai, che ha depositato a Montecitorio la proposta di legge istitutiva di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla materia degli affidi alla luce della vicenda specifica.

La poesia ci salverà. Al via la Quinta edizione del premio online Dino Campana

campanadomenica 8 aprile

E’ stato indetto il Premio Letterario Dino Campana “La poesia ci salverà” riservato a opere edite e inedite. Il premio che si svolgerà prevalentemente attraverso le modalità della rete si pone anche l’obbiettivo di contribuire  alla promozione dei talenti letterari e poetici emersi nelle precedenti edizioni e dei nuovi che parteciperanno, con la diffusione in rete sul quotidiano Marradi Free News, sulle riviste e sui siti degli Enti organizzatori delle opere vincitrici. Al concorso possono partecipare con una sola opera tutti gli autori con testi editi o inediti in lingua italiana. Le opere dovranno pervenire online sul sito www. marradifreenews.com info utilizzando l’apposito formulario entro e non oltre il 20 agosto 2018.  Ogni autore può partecipare con una sola opera che non potrà superare i quaranta versi. La premiazione si svolgerà sabato 29 settembre a Marradi presso il Centro Studi Campaniani per rendere omaggio al grande campaniano Enrico Consolini al quale il Centro è intitolato in occasione del trentesimo anniversario della morte. Della Giuria del Premio, presieduta da Rodolfo Ridolfi (Direttore Responsabile Marradi Free News), che formulerà la graduatoria dei finalisti e dei tre vincitori fanno parte: Mirna Gentilini (Presidente Centro Studi Campaniani), Giancallisto Mazzolini (Accademia degli Incamminati), Lamberto Lilli (Presidente Accademia Il Fauno), Pape Gurioli (Compositore Musicista) Barbara Betti (Direttore di Opera-In-Stabile); Monica Guerra (poetessa #POETRY), Federica Balucani (Soprano), Gianna Botti (Scrittrice),  Maurizio Ferrini (Attore), Riccardo Monopoli (Attore-Regista) Massimo Scalini (Psichiatra), Massimo Barzagli (Pittore)

Il Quotidiano On-line Marradi Free News- “Accademia degli Incamminati” di Modigliana-“ Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” di Marradi-Accademia Il Fauno -Associazione Culturale “Giovanni Arcidiacono”di Firenze- Associazione Culturale “Opera In-Stabile” – #Poetry di Faenza, considerato lo straordinario favore che hanno ricevuto le quattro precedenti edizioni, hanno deciso di indire per il quinto anno consecutivo il prestigioso premio.

Due premi romani per la scrittrice marradese Gianna Botti

 

gianna-botti-225x300lunedì 12 marzo

Venerdì 9 Marzo scorso  nella prestigiosa cornice della sala Protomoteca del Campidoglio in Roma ha avuto luogo la premiazione dell’XI edizione del Premio Nazionale di Poesia, Narrativa, Fotografia e Cortometraggi Alberoandronico. Alla presenza del sindaco Virginia Raggi, dell’assessore alla cultura Luca Bergamo, di alti esponenti degli ambienti culturali nazionali,  di critici  e di giornalisti, le 8 giurie( una per ogni sezione: cortometraggio, fotografia, poesia, poesia dialettale, narrativa edita, narrativa inedita, racconti editi, racconti inediti) chiamate a valutare le oltre 600 opere in concorso, hanno stillato le classifiche di ogni sezione in cui la scrittrice di Marradi, Gianna Botti  col thriller storico I Quattro segreti d’Irlanda ( Edizioni Equilibri de La panchina), si è aggiudicata il 1° posto della sezione narrativa comprendente  trecento opere. Nel concorso generale che ha visto i vincitori di ogni sezione in gara fra loro, la scrittrice di Marradi, da anni avvezza a  riconoscimenti nazionali e internazionali, si è piazzata al 5° posto. La vittoria assoluta è andata al cortometraggio Appocundria di Girolamo Capuano già finalista a Cannes 2017 nella sezione Short film corner. Secondo classificato il fotografo Lorenzo Maccotta  presente con alcuni scatti al Munchen Stadtmuseum di Monaco di Baviera. Al terzo posto la poetessa Anna Steri con la silloge Nevralgie Affettive già vincitrice del premio Alda Merini 2017. Quarto il poeta dialettale  Francesco Granatiero da vent’anni avvezzo ai podi di tutt’Italia.  Una rosa d’eccellenze in cui s’inserisce  Gianna Botti, la “signora in giallo” made in Marradi. 

A Gianna giungano le felicitazione di Marradi Free News.

I risultati delle Elezioni nel Mugello Alto Mugello e a Marradi

ris-marradidomenica 11 marzo

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato pervenutoci dal vice coordinatore Provinciale di Forza Italia responsabile del Mugello e Alto Mugello, Silva Gurioli:

I risultati elettorali nel Mugello Alto Mugello attestano che  Forza Italia  passa dai 1697 voti del 2015 ai 3065 del 4 marzo scorso: nei tre Comuni dell”Alto Mugello si raggiunge una percentuale abbondante del 10% passando dai 341 voti a 526 e nei comuni del Mugello dai 1356 voti del 2015  ai 2439 voti, pari all 8% con significativi risultati a Marradi, Firenzuola, Palazzuolo, Barberino,  Borgo San Lorenzo e Dicomano.

L’ analisi del voto nei Comuni del  Mugello-Alto Mugello certifica che il centro destra si conferma maggioranza relativa nel Comune di Firenzuola, guidato dal Sindaco Claudio Scarpelli,  con il 36,80% dove Forza Italia ha il suo secondo miglior risultato con il 10,20%. A Firenzuola di conseguenza il centro sinistra registra il peggior risultato di tutto il collegio che fa il paio con il Comune di Marradi, Sindaco il renziano Tommaso Triberti,  dove il centro sinistra, con il 36,60 pur mantenendo la maggioranza relativa come in tutti gli altri Comuni dell’Unione, ottiene appunto il  secondo peggior risultato di tutto il Mugello-Alto Mugello. In questo stesso Comune il Centro Destra si attesta al 33,28 con Forza Italia  al 10,52% miglior risultato di tutto il Collegio.

Il grande traino della campagna elettorale messa in atto dal Presidente Silvio Berlusconi insieme ad un tessuto organizzativo efficiente sul territorio hanno reso possibili i buoni risultati ottenuti. Il mio ringraziamento va ai coordinatori comunali  per aver ricostituito Forza Italia nel Mugello-Alto Mugello: l’organizzazione territoriale e capillare, la competenza e la capacità di aggregazione del gruppo dirigente a tutti i livelli   rappresentano la carta vincente per il raggiungimento dei risultati elettorali fino ad oggi impensabili. nel Mugello ed Alto Mugello.

Nell’auspicio di poter  far pesare sempre di più la nostra voce nei Comuni, nell’Unione dei Comuni, nella Citta’ Metropolitana e nella Regione Toscana in un periodo in cui il sistema di potere della sinistra sembra rapidamente sgretolarsi per cedere il passo ad un centrodestra unito che nella pari dignità delle sue componenti può ambire a governare, nell’interesse dei cittadini, la Regione ed un numero sempre maggiore di Comuni anche nel Mugello e nell’Alto Mugello cominciando da Marradi che va al voto nei prossimi mesi.

Silva Gurioli

Vice Coordinatore Provinciale con delega al Mugello-Alto Mugello

Borgo San Lorenzo si tinge d’azzurro

 

 28071144_793864870821433_6067780076963908958_olunedì 19 febbraio

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:

C’erano tutti: coordinatori comunali, eletti, berlusconiani storici e giovanissimi azzurri. Una giornata indimenticabile quella di sabato scorso per i dirigenti e i militanti azzurri del Mugello che hanno dato vita ad una serie di iniziative che si sono snodate fra la sala comunale Pio La Torre dove i dirigenti borghigiani azzurri insieme ai candidati Stefano Mugnai, Raffaella Ridolfi e Stefania Scarpati hanno ascoltato organizzazioni economiche e associazioni per poi presentarsi ai cittadini illustrando il programma di Forza Italia con particolare riferimento alla proposta fiscale, flat tax e ai temi della sicurezza e dell’immigrazione. Poi tutti al Gazebo di piazza Cavour per incontrare i cittadini e visitare negozi ed esercizi.

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Una giornata intensa che si è conclusa con un brindisi benaugurante e che ha sancito il ritorno, anche organizzativo, e ribadito il legame di Forza Italia con Borgo San Lorenzo  e tutto il Mugello e l’ Alto Mugello.

 

Raffaella Ridolfi a Marradi doppio appuntamento elettorale

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giovedì 8 febbraio

Raffaella Ridolfi candidata di Forza Italia alla Camera dei Deputati inizierà i suoi incontri elettorali con un doppio appuntamento a Marradi: il primo venerdì 9 febbraio alle ore 18, 30 al Caffè Centrale dove è previsto un aperitivo ed il secondo

raffaella ridolfi v2

sabato 10 alle ore 10,00 nella sede della Lista “Bassetti Sindaco” dove incontrerà il gruppo consigliare dell’opposizione marradese

Mauro Ridolfi Coordinatore di Forza Italia

Raffaella Ridolfi torna all’impegno politico come candidata per Forza Italia alla Camera dei Deputati

raffasabato 3 febbraio

Raffaella Ridolfi torna all’impegno politico

 La scheda:

Nata a Marradi il 25/08/1972 e ivi residente, giornalista pubblicista

Diplomata al ‘Liceo Scientifico  “Leonardo Da Vinci” FIRENZE

Studi Giuridici all’Università di Firenze

Iscritta a Forza Italia fin dal 1994 con tessera n. 101

Fondatrice del Club Celestino Bianchi di Marradi

E’ Vice Presidente Nazionale di Free-Foundation di Renato Brunetta

ha collaborato alla campagna elettorale di Forza Italia nel 1994 con gli on. Roberto Tortoli, Tina Lagostena Bassi e con Umberto Cecchi fino al 1996

Dal 2005 al 2006  è consigliere circoscrizionale a Faenza dal 2006 al 2015 consigliere comunale e capogruppo del Pdl e di Forza Italia. Dal 2009 al 2011 Consigliere della Provincia di Ravenna

Coautrice con Gianna Botti del Romanzo Piano B. Giallo Mediterraneo del 2016

Padre Albino Varotti è tornato alla casa del Padre

 

P.Albino a Castelnaudary  ottobre 1992

P.Albino a Castelnaudary
ottobre 1992

venerdì 19 gennaio

Padre Albino Varotti, francescano, uno dei più grandi compositori contemporanei di musica sacra, accademico, già maestro di cappella della basilica di Assisi. Ci ha lasciato. La musica, la cultura e l’Italia  perde uno dei pochi al mondo capace di tradurre antichi spartiti di musica gregoriana, uno dei più grandi conoscitori delle laudi di Serafino Razzi, un grande critico ed esperto di musica classica, uno straordinario insegnante del Conservatorio Cherubini di Firenze un amico di Marradi. Per i suoi ex allievi, oggi affermati musicisti, resterà una indimenticabile guida. A me e alla mia famiglia mancherà l’amico cui rivolgersi per un consiglio ed un aiuto culturale e spirituale, mancheranno le indimenticabile conversazioni durante i tanti  pranzi di Natale,  il suo sguardo intelligente la sua immensa conoscenza mai ostentata ma sempre presentata con garbo pacato. Anche in questi ultimi anni a Castelbolognese e a Marradi ultimamente nella Chiesa e nel Convento delle Domenicane ho avuto il privilegio di passare qualche ora in compagnia di quel grande piccolo frate dagli occhi azzurri.

Ridofi-AVarotti-F.Galeotti-ved.Campana

Ridofi-AVarotti-F.Galeotti-ved.Campana

albino-disPadre Albino lascia in moltissimi di noi dei ricordi indelebili: ricordo come da Sindaco mi fece il grande onore  di realizzare nel giugno del 1992 uno studio ed un concerto sulle laudi medicee di Serafino Razzi all’antica Badia del Borgo e come nell’ottobre dello stesso anno in terra di Francia nella Collegiale di St. Michel di Castelnaudary preparò e diresse insieme al suo illustre allievo Pape Gurioli  “La chorale di Marradi  dell’Accademia degli Animosi” riscuotendo un unanime apprezzamento per l’opera “Facciam festa orsù facciamo” di fra Serafino Razzi O.P. Ricordando Padre Albino Pape Gurioli ha scritto: “Se ne è andata una parte importante della mia vita.
Un Artista Musicologo, strumentista, compositore, concertatore, direttore d’orchestra, etnomusicologo e ricercatore musicale con una profondissima conoscenza della musica e della sua storia, di ogni epoca e sfumatura”.

 

Padre Albino Varotti O.F.M.Conv. (Volano di Codigoro, 13 maggio 1925 – Faenza18 gennaio 2018) è stato un francescanomusicista e compositore italiano

Nel 1938 entra nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali presso il collegio serafico di Longiano (Forlì), dove inizia l’attività musicale. Dopo una permanenza nella Basilica di Sant’Antonio di Padova, nel 1943 è nella Basilica di San Francesco a Faenza, dove studia diplomandosi presso il Liceo Classico “Evangelista Torricelli” e diviene organista del Tempio Monumentale di San Francesco a Faenza.

Bologna intraprende gli studi musicali di composizione e direzione d’orchestra con Lino Liviabella, compositore e pianista, che prosegue con O. Faccenda e R. Lupi; si diploma in musica corale a Bologna ed in strumentazione per banda a Pesaro. Inoltre, è stato allievo di B. Somma e G. Farina per la composizione polifonica.

Ha insegnato sia in vari Istituti statali e dell’Ordine francescano, sia presso il Conservatorio statale “Luigi Cherubini” di Firenze ricoprendo la cattedra di armonia e contrappunto.

Compiuti gli studi teologici, presso il Seminario Vescovile faentino, nel 1949 viene consacrato sacerdote da mons. Giuseppe Battaglia, vescovo di Faenza (1944 – 1976).

Nel 1950 è istruttore del coro e dal 1955 è segretario della Commissione Generalizia di Musica Francescana, designato dal padre Domenico Stella, direttore della Cappella Musicale Patriarcale di San Francesco in Assisi, come suo successore, ed averne ricoperto l’incarico, ha in seguito curato la direzione della Cappella Musicale di San Rufino in Assisi, 1966 – 1967 è stato maestro di cappella della Basilica di San Francesco in Assisi. Ha riordinato gli archivi musicali francescani di Assisi e di Bologna.

Ha lavorato Faenza presso il Convento annesso alla Basilica di San Francesco, dove è stato Direttore della Cappella Musicale.

Nell’arco della sua vita ha prestato servizio con assistente ecclesiastico presso diversi gruppi Scout d’Italia.

Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita a Castel Bolognese presso la casa protetta “Camerini”.pape

 

Il diciottesimo anniversario della morte di Bettino Craxi

Rodolfo Ridolfi sulla tomba di Bettino Craxi

Rodolfo Ridolfi sulla tomba di Bettino Craxi

venerdì 19 gennaio

Rodolfo Ridolfi

Ricorre oggi il diciottesimo anniversario della morte di Bettino Craxi uno degli statisti italiani più illuminati e lungimiranti del nostro secolo uno degli interpreti più autentici e coerenti dell’impegno per l’affermazione della modernizzazione del nostro paese, l’interprete più originale ed autorevole, negli ultimi trentanove anni di vita politica italiana. Il ricordo di Craxi accade, quest’anno, nell’imminenza delle elezioni dopo tre Governi non voluti dagli italiani che hanno lo scorso anno con il Referendum dato lo sfratto al PD e a quel Matteo Renzi, oggi in caduta libera che da sindaco di Firenze negò l’intitolazione di una via a Craxi. Allo statista illuminato neppure Milano e Roma  hanno ancora dedicato una via. A Firenze nell’ottobre del 2015  in occasione della presentazione del film “Notte di Sigonella” Matteo Renzi, il premier, seppur invitato con tutti i suoi ministri e parlamentari, non mandò neppure un telegramma, neppure un usciere. Il Pd, ex Pci-Pds-Ds provava e prova evidentemente imbarazzo quando si tratta di Bettino Craxi, il premier che in un colpo solo salvò con rapide e sofferte decisioni, prese in grande solitudine, 500 vite umane (tanti erano i passeggeri sequestrati della nave da crociera Achille Lauro ad opera di terroristi palestinesi); salvò l’onore e la sovranità nazionale; assicurò alla giustizia italiana i terroristi. Noi concordiamo con le parole di Berlusconi: “Bettino altro che via, si meriterebbe molto ma molto di più. Lui ha rappresentato l’Italia a schiena dritta”. Ma  in Italia continua a non esserci né a Milano né a Roma neppure una via dedicata al premier socialista. Matteo Renzi da sindaco Invece la sinistra e non solo lo derisero, lo insultaro e si resero protagonisti, attraverso i metodi che oggi cominciano ad emergere in tutta la loro odiosa evidenza, del suo esilio dopo averlo ingiustamente indicato come l’unico “capro espiatorio” della corruzione politica in Italia. Oggi il PD ed anche grillini  sulla corruzione potrebbero fare scuola. Con la morte di Bettino Craxi ad Hammamet in Tunisia si spengeva il sogno del socialismo tricolore lasciando un vuoto incolmabile fra i riformisti italiani e chiudendo una importante pagina nella storia del riformismo autonomista, dopo Filippo Turati e Giuseppe Saragat. Tutti gli anni ripetiamo, inascoltati che lo Stato, le Regioni, ed i Comuni  dovrebbero rendere adeguato omaggio, ad un grande italiano quale Bettino Craxi è stato, contribuendo a ripristinare la verità storica sulla sua vicenda politica ed umana. Dovrebbe essere naturale e doveroso anche per i catto-comunisti che, dopo la caduta del muro di Berlino, dicevano di essersi ravveduti e si richiamavano più volte ai principi del socialismo democratico europeo, del quale Craxi era indubbiamente uno dei più coerenti e moderni interpreti. Ma l’avversario per i cattocomunisti deve essere presentato sempre come un essere malvagio, corrotto ed