E’ stata inaugurata al Centro Culturale Dino Campana di Marradi alla presenza del Sindaco Tommaso Triberti e dei numerosi studiosi campaniani intervenuti alla presentazione del libro trent’anni per Dino Campana curato da Mirna Gentilini, la mostra del pittore faentino Edo Bianchedi che rimarrà aperta al pubblico nelle domeniche di ottobre 20 e 27 (negli orari 11-13- 15-17) e che potrà essere visitata nei giorni di apertura del Centro Studi Campaniani (martedì e venerdì dalle 17 alle 19).
Rodolfo Ridolfi, introducendo la mostra dove è esposto anche il “ritratto di Dino Campana”, realizzato per questa mostra e riprodotto nella quarta di copertina del libro per i trent’anni del Centro, che rimarrà nel Museo “Artisti per Dino Campana”,ha detto: “ A Faenza, nei primi anni del 900, si era formato un gruppo di artisti particolarmente vocati alla maiolica. Il cenacolo che da Baccarini prenderà il nome e che coinvolgeva artisti di grande talento come Domenico Rambelli, Giuseppe Ugonia. A questa tradizione ed a questa scuola si formerà anche il pittore Franco Gentilini, autore dello splendido ed inconfondibile ritratto di Dino Campana. Nel dicembre 2016 alla mostra voluta dalla Cassa di Risparmio di Imola insieme al Campana del Costetti del 1913 c’era anche il ritratto di Lamberto Caffarelli di Giannetto Malmerendi del 1920. Una tela ad olio 65×50 Caffarelli maestro di cappella ed organista nella cattedrale di Faenza, ebbe rapporti anche con il cosiddetto Cenacolo Baccarini e qui probabilmente conobbe Campana come confidò a Padre Albino Varotti. Edo Bianchedi ha conosciuto Caffarelli e nel 2000 ha realizzato lo splendido ritratto 46×56 che abbiamo il piacere di ammirare anche nell’odierna vernice insieme al ritratto di Dino Campana. Edo Bianchedi nasce a Faenza nel 1950 ha frequentato la vecchia nota scuola Tommaso Minardi di Faenza, sotto la guida del famoso artista insegnante Domenico Matteucci. Edo trasferisce il suo talento nelle sue opere: nature morte, nature morte di caccia e nei suoi ritratti. L’arte di Edo è un inno al realismo in ogni sua sfumatura con l’obbiettivo di cogliere l’essenza dei soggetti attraverso una tecnica pittorica classica. Nella pittura di Edo ci sono contaminazioni o come gli piace dire c’è un occhio al Seicento e ai pittori fiamminghi. Nella Romagna è conosciuto anche per aver realizzato i pannelli in ceramica nella parrocchia di Santa Lucia e per aver affrescato le pareti del ristorante Manueli. Inserito nella realtà artigianale di Faenza, capitale della maiolica, fino a metà degli anni novanta si è occupato anche di ceramica e pittura su ceramica, realizzando vasi, piatti, ritratti e pannelli. Le tecniche che Edo utilizza sono la pittura a olio su tela e su tavola, il disegno a matita e carboncino, il disegno a china e gli affreschi su parete. Schivo per natura, ha trascorso la maggior parte della sua vita tenendosi lontano dal dibattito artistico nonostante la sua pregevole formazione culturale. Negli ultimi anni, grazie all’interessamento dei familiari, di estimatori e di alcuni esperti che hanno avuto la fortuna di scoprire i suoi lavori, ha accettato di confrontarsi con un pubblico più ampio: appassionati, critici, collezionisti o semplici ammiratori della sua pittura. Così nascono: la mostra monografica di Bologna alla Galleria d’Arte Sant’Isaia del settembre 2016, la personale del novembre 2017 al Centro culturale “Primola” di Imola e la mostra “Natura viva,natura morta :il vero pittorico di Edo Bianchedi tra realtà e rappresentazione”. Galleria Comunale “La Molinella” Faenza 2018. Pensando ad Edo pittore alle sue opere e soprattutto ai suoi ritratti mi vengono in mente le parole di George Bernard Shaw: “Si usa uno specchio per guardare il proprio viso; e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima.”