Sabato 8 agosto scorso, festa di San Domenico, è stata una bellissima giornata per le Monache di clausura del Monastero della SS. Annunziata di Marradi e per i tanti fedeli intervenuti alla Santa Messa, concelebrata da mons. Sante Orsani Amministratore della millenaria Abbazia Valsenio e dal marradese don Massimo Monti parroco di San Michele Arcangelo in Tredozio. Nella Chiesa, addobbata a festa e rallegrata dall’organo e dal pregevole coro femminile che ha accompagnato il solenne rito con canti liturgici, l’imponente statua di San Domenico collocata in cornu Epistolae per la solenne occasione, si è rinnovato come dal 1575, il carisma del bianco filo domenicano che lega San Domenico a Marradi presente per mezzo della vita delle monache della SS. Annunziata che, in continuità con le consorelle di Prouille, sono: “consacrate a Dio solo, associate mediante la preghiera e la pertinenza alla santa predicazione”
“Chiamate da Dio affinché ad esempio di Maria siedano ai piedi di Gesù E ascoltino le Sue parole. Si rivolgano tutte a Dio allontanandosi dalle sollecitudini e dalle vanità del mondo”. San Domenico affidò ai frati il compito di “proclamare al mondo la buona novella del Signore e alle monache quello di cercarLo, di pensare a Lui, di invocarLo nel segreto affinché la parola che esce dalla bocca di Dio non ritorni a Lui senza avere portato frutto”. “Rivolgere lo sguardo in alto come faceva San.Domenico in un momento in cui il relativismo rischia di prendere il sopravvento e affidarsi alla preghiera affinchè chi ha la responsabilità dell’Ordine Domenicano non sia tentato dall’egoismo ma ispirato dallo Spirito Santo a fare scelte di carità e di giustizia”. Parole che hanno toccato non soltanto il cuore delle suore ma anche del popolo dei fedeli.