La vita quieta
A passo di farfalla vivo il tempo
che mi aspetta. Non mi opprime più
la fretta di arrivare, né la brama
tra le mani di ogni scampolo di vita.
E pure non vorrei tornare nel guscio
di giorni già richiusi, né sull’uscio
di lusinghe riaffacciarmi dileguate.
Vivo spazi sospesi sopra un cielo
che doglie non conosce,
sento vano il sogno di ogni gloria,
quasi esuvia risucchiata
dalle angosce dentro muri polverosi
dove inerme ogni immagine si sbreccia
e tra soffici preludi scioglie l’ombra
la penombra del dolore. Non ho pesi
sulle spalle, li ho sepolti tra i sopori
degli eventi ammutoliti, nelle pagine
annerite in cui muore la memoria,
in paludi dove affoga l’illusione.
Solo porto dentro gli occhi un vuoto
vergine di attese, come piuma
spensierata su cui volo, lieve lieve,
come ali di farfalla dentro l’aria.