LA FABBRICA DEI MARRONI MUTILATA

lunedì 7 marzo
Pubblichiamo la Sintesi della Conferenza Stampa di Firenze Palazzo Medici Riccardi
Si è svolta, questa mattina, a Palazzo Medici Riccardi, sede della Città Metropolitana di Firenze, la Conferenza Stampa del Gruppo Si AMO MARRADI in merito a quella che a seguito dell’epilogo della crisi dell’Ortofrutticola del Mugello è stata definita “LA FABBRICA DEI MARRONI MUTILATA” E’ intervenuto alla Conferenza insieme a Raffaella Ridolfi Vice Coordinatore Provinciale di Forza Italia e capogruppo al Comune di Marradi ed ai consiglieri comunali del gruppo, Paolo Gandola capogruppo degli azzurri in Città Metropolitana. I relatori hanno sottolineato fra l’altro:
La prima funzione di un pensiero liberale degno di tal nome consiste nella tutela del diritto al dissenso, alla critica, alla messa in discussione di qualsiasi idea e provvedimento; e il fascismo andava combattuto a partire da questa base, per riconsegnare agli italiani «il diritto ed il vantaggio della discordia» come ci ha insegnato Einaudi che aggiungeva.
«conservare della struttura sociale presente tutto ciò e soltanto ciò che è garanzia della libertà della persona umana contro l’onnipotenza dello stato e la prepotenza privata; e garantire a tutti, qualunque siano i casi fortuiti della nascita, la maggiore eguaglianza possibile nei punti di partenza». A questi valori abbiamo ispirato il nostro agire quando ci siamo messi a completa disposizione e sostegno del presidio delle lavoratrici dell’Ortofrutticola del Mugello nonostante avessimo intuito, a seguito delle notizie di stampa, delle riunioni del consiglio comunale e di quelle dei capigruppo, come i sindacati e l’Amministrazione comunale, nonostante le perplessità fino ad allora manifestate fossero in procinto di dare il loro assenso al fumosissimo piano industriale del gruppo Italcanditi e del redivivo ex proprietario Gaetano Defeo.

Abbiamo evitato, durante la trattativa qualsiasi commento che la pregiudicasse scegliendo di tacere persino sui diversivi mediatici dell’acquisto di (Bertelli) Prada dell’Ortofrutticola che avrebbe salvato la produzione a Marradi dei marrons glaces condizione ritenuta irrinunciabile da parte di tutti i soggetti istituzionali. Oggi di fronte all’epilogo degli eventi, qualcuno ha detto che “La montagna ha partorito il topolino” altri, più propriamente, che i protagonisti istituzionali e sindacali “hanno ceduto con fermezza”. Noi oggi per coerenza ed onestà intellettuale utilizziamo questa Conferenza Stampa per sottolineare come l’accordo firmato sia un accordo al ribasso, frutto di paure e disuguaglianze. Un accordo senza prospettive che sposta soltanto nel tempo la possibilità di chiusura di una industria mutilata della sua parte più importante che vede mortificati in primis i lavoratori a tempo indeterminato e soprattutto irrimediabilmente penalizzato l’intero territorio comunale che puntava sulla produzione dei “marrons glaces” come garanzia non soltanto di stabilità occupazionale ma per lo sviluppo dell’intera filiera agro alimentare e di tutto l’indotto. Un accordo di basso profilo rispetto al livello di lotta e di solidarietà espresso che i più disincantati hanno percepito come una mancetta concessa da un imprenditore per potersi liberare dal fastidio dei clamori mediatici, una resa per due spiccioli, una pagina non certamente esaltante di impresa, lavoro e relazioni sindacali. Una soluzione che dimostra e conferma quanto sostenuto da tutti che se gli imprenditori in questione hanno accettato di pagare salari a un numero pari a più di sessanta lavoratori stagionali per un periodo di due anni anche in caso di non prestazione dell’attività lavorativa il grande valore della Ortofrutticola risiedeva proprio nella lavorazione e confezionamento dei Marrons Glaces a Marradi. I più ottimisti possono parlare di risultato mediocre perché era del tutto evidente, che la vendita della “fabbrica dei marroni” nel 2020 che il Sindaco aveva salutato con parole rassicuranti di eccessivo e imprudente favore fosse il preludio alla chiusura perché quello che interessava ad Italcanditi era eliminare l’incremento di quote di mercato sempre maggiori che un’azienda di limitate dimensioni come l’Ortofrutticola, puntando sulla qualità si era conquistato. Sospettiamo inoltre che le parti sindacali coinvolte, pur di chiudere la vertenza in ambito toscano per ascriversene il merito abbiano voluto rifiutare l’ipotesi certamente più impegnativa e difficile di aprire il tavolo a livello nazionale come suggerito dal ViceMinistro Bellanova e da altri illustri esperti di queste vicende che si erano messi a disposizione con la loro esperienza, lontano dai riflettori mediatici.

Lamentiamo come siano state oltremodo sacrificate le posizioni dei lavoratori a tempo indeterminato che hanno portato sulle spalle e sopportato due mesi di presidio che gli ha azzerato le buste paga. Per questi la magra consolazione è data solo da un tempo utile per trovarsi nel giro dei prossimi due anni un altro lavoro o maturare la pensione sapendo bene che se tra due anni la fabbrica chiuderà non ci saranno i margini per una nuova contrattazione. Sembra per i cultori del pensiero “meglio un uovo oggi che una gallina domani” che ci sia un temporaneo vantaggio per coloro che ahimè vivono una costante instabilità lavorativa e che sono costretti ad accontentarsi delle proposte di imprenditori che in passato hanno ridotto il valore dei loro contratti al minimo per mantenere temporaneamente la produzione a Marradi e che forse oggi sono parzialmente interessati all’opera dei lavoratori stagionali perché qui, rispetto ad altri territori dove il ricorso al reddito di cittadinanza imperversa, si trova ancora la disponibilità della manodopera a basso costo. Infine per usare una terminologia non nostra ma di chi è abituato con troppa disinvoltura a cambiare umore, “il tremendo mortale colpo inferto al tessuto sociale del nostro territorio” non è possibile ammortizzarlo illudendosi di vivacchiare vivendo di illusioni verbali e proclami fatui come accade in campo economico da quasi un decennio. Un tessuto economico agonizzante, quello di Marradi, condizionato certo dalla preoccupante decrescita demografica, che l’amministrazione subisce passivamente. Lamentiamo qui come l’Amministrazione non sia riuscita neppure ad agevolare la nascita di una cooperativa di donne per la lavorazione dei prodotti locali come avevamo indicato e proposto nel programma elettorale di Si-AMOMARRADI e come abbiamo di nuovo indicato al Sindaco alla fine del 2019 assicurando la nostra collaborazione, energie ed idee trasformate dal Sindaco nell’ennesimo evento di propaganda politica per le elezioni del Consiglio Regionale cui ha fatto seguito “il niente”. La soluzione alla vertenza dell’Ortofrutticola del Mugello, infine, non dovrebbe far tirare un respiro di sollievo a nessuno anzi dovrebbe rappresentare, per chi non si rassegna al declino, la ripartenza di una nuova spinta politico-amministrativa di sviluppo fondata sulla consapevolezza che non c’è nessun evento da festeggiare ma solo da rimboccarsi le maniche per fare in modo di utilizzare un tempo inesorabilmente corto per dare forma almeno ad un primo vagito di una Marradi che vuole proiettarsi nel futuro.
Raffaella Ridolfi- Giulio Bassetti-Mauro Ridolfi-CristianoTalenti