Una ricca testimonianza di reperti bellici per ricordare il passaggio del fronte a Marradi nel 1944

martedì 23 agosto
Grande successo della Mostra di reperti bellici e foto che documentano il passaggio degli eventi della seconda guerra mondiale a Marradi e nella linea Gotica, allestita presso l’Urban Center in concomitanza con la Sagra del Cinghiale che si è svolta sotto il Mercato Coperto il 14, 15 e 18 agosto.
Un omaggio che gli organizzatori, primo fra tutti il consigliere comunale Cristiano Talenti, hanno fortemente voluto per ricordare il 78° anniversario della Liberazione di Biforco e Marradi. La pregevole mostra ci ha riportato alla mente una pagina triste della Storia locale di quel 1944 che sinteticamente riproponiamo:

Dopo i terribili bombardamenti del 5, del 30 giugno e gli altri del ‘44, il Paese appariva uno spettrale e desolante cumulo di macerie e la popolazione era quasi tutta sfollata obbligatoriamente per ordine del maresciallo Kesselring. Il 10 settembre, l’offensiva del generale Clark, che comandava la 5a armata, prese corpo. Gli americani avevano il compito di sferrare l’attacco principale lungo la strada FirenzeFirenzuola-Imola, i britannici si dovevano muovere sulla cosidetta Strada Freccia la faentina Borgo San Lorenzo-Marradi-Faenza. Il 18 settembre del 1944 quando mio nonno era a Mauthausen, Kommando di Peggau, le truppe alleate liberavano la sua Biforco. L’8a divisione di fanteria indiana agli ordini del generale maggiore D. Russel conosciuto come Russel Pasha dopo aspri e sanguinosi combattimenti, spesso all’arma bianca, si impadronì del caposaldo tedesco sul monte Femmina Morta aprendo così la strada per Crespino e la Valle del Lamone. Per primi arrivarono, direttamente a Biforco, i GurKa dell’8a divisione cui si aggiunse in seguito una parte della prima divisione britannica di fanteria ed insieme procedettero alla completa liberazione del capoluogo di Marradi. Il 24 settembre il 2nd North Staffordshire occupò Marradi e si spinse sia a nord che ad est ma la compagnia B, che si muoveva verso Monte Gianni, trovò la posizione occupata in forze ed imprendibile con un assalto diretto.

I problemi maggiori erano sul fianco destro della strada per la difficoltà del terreno nonostante gli uomini della 8a divisione indiana avessero fatto progressi sia pure lentamente, non riuscivano a cacciare i tedeschi dal monte di Castelnuovo senza il cui possesso Marradi non sarebbe stata per niente sicura. Durissima ed impegnativa fu la battaglia per conquistare Gamberaldi. Gli alleati optarono allora per proseguire l’avanzata a nord est verso la via principale per Faenza. C’erano tuttavia da risolvere alcuni problemi: aprire le strade, i genieri tedeschi avevano sabotato e distrutto il ponte ferroviario a Crespino fatto cadere sulla strada; la strada a Camurano era stata fatta saltare; il grande ponte di Biforco era stato distrutto come quello di Marradi.

C’era poi il problema di allestire un centro chirurgico a ridosso del fronte, questo problema fu risolto costituendo un centro chirurgico avanzato che aveva come nucleo l’infermeria da campo della 2nd Field Ambulance a Fantino collocata nella Villa di Scalini Scala, unico edificio adatto, che garantì abbondanti letti per tutti i reparti. Per questa complessità, aggravata dalle condizioni metereologiche che impedirono agli alleati di ricorrere alla supremazia aerea, furono necessari ancora alcuni mesi per la liberazione dell’intero territorio comunale e per la fine delle ostilità in quanto la linea di avanzamento delle truppe alleate subì una forte battuta d’arresto così che, Abeto, Gamberaldi, Lutirano e Sant’Adriano come pure le aree di Monte Romano e Fontana Moneta, dove erano sfollati moltissimi marradesi, rimasero sotto il controllo dei nazifascisti. Quei mesi furono interminabili e terribili perché i civili si trovarono intrappolati in una guerra di retrovia di due eserciti agguerriti con l’aggiunta di operazioni belliche e di guerriglia della Brigata partigiana comandata da Bob Luigi Tinti con Guido Gualandi, Moro, commissario politico che tentò inutilmente di sfondare il fronte tedesco a Purocielo e a Cà Malanca come accadde il 9-13 ottobre ’44. A Fontana Moneta, il giorno della liberazione del capoluogo di Marradi, 25 settembre 1944, veniva colpito a morte Teodoro Anforti, trentaduenne marito di Rosa, padre di due figlie Agnese e Nella che, come mi racconta Fedora, la nipote: “Si trovava, insieme ad altri, al pascolo con le mucche quando una pattuglia di tedeschi, impegnata in combattimento contro i partigiani del Ravenna, lo falciò con una sventagliata di mitra. Il suo corpo fu poi traslato, tre anni più tardi, nella cripta del sacrario dei martiri di Crespino”. Domenico Albonetti e nello stesso luogo tre giorni dopo, Isidoro Cappelli fu ucciso dai tedeschi il 4 ottobre ai Capitelli di S. Adriano. Il 15 ottobre, a Grisigliano, Jacopo Gentilini cadde per mano tedesca e Agostino Frassinetti fu fucilato a Cesata di Lutirano il 29.

Il tenente colonnello della Wermacht, Helmut Schroeder, nella rivista Alte Kameraden del ‘57 scrisse: “Coi partigiani avemmo rilevanti noie nei dintorni di Marradi. Più di una volta le salmerie furono assalite e saccheggiate. Essi erano ben armati ed equipaggiati grazie ai rifornimenti di armi paracadutate dagli aeroplani. Li lasciavamo fare quando infine un giorno presero un intero ospedale da campo, con medici, feriti ed attrezzature. Iniziò da quel momento un nostro energico contrattacco condotto su larga scala e setacciammo l’intera zona. Era assai difficile distinguere i partigiani dagli abitanti del luogo”. Le formazioni partigiane operanti nel Territorio di Marradi furono: un gruppo partigiano di Giustizia e Libertà, diretto da Riccardo Gizdulich capitano Bianchi, che organizzò quella banda partigiana che doveva diventare in seguito la Seconda Brigata Rosselli; la Brigata Lavacchini della Divisione Potente, comandata da Donatello Donatini; la Prima compagnia Sergio e la Seconda compagnia Villi, della 8a Brigata Romagna, che operò dal gennaio all’aprile ‘44, di questa Brigata facevano parte i marradesi Martino Alpi e Sirio Di Paolo Ancillotti; la Banda Corbari, una ventina di uomini impegnati dall’aprile all’agosto ’44 mese della cattura di Corbari e di Ines Versari; le compagnie Amato, Marco, Pino, Tito, Ettore e Paolo della 36a Brigata Alessandro Bianconcini Garibaldi attiva dall’aprile all’ottobre 1944. Il comandante Paolo, Francesco Gentilini, muratore, classe 1924 di Riolo Terme, tenente partigiano, il 10 giugno 1944 entrò di notte a Marradi fece prigionieri i carabinieri e distribuì un carico di grano destinato alla Germania e prima di andarsene provvide a bruciare gli incartamenti dell’ufficio di leva. Paolo l’11 agosto del ‘44 partecipò alla battaglia di Capanna Marcone e dal 1966 al 1980 fu sindaco comunista di Massa Lombarda. Nel territorio del comune di Marradi operò anche il battaglione Ravenna, forte di una quarantina di uomini. Il Ravenna era comandato da Vittorio Bellenghi e dal suo vice, Bruno Neri, entrambi uccisi a Gamogna nel luglio ’44.

Quest’anno fa tappa a Marradi la 9^Edizione del Premio Nazionale Dino Campana.

foto delle edizioni precedenti
domenica 21 agosto

La Poesia ci salverà, al via la valutazione delle 54 opere partecipanti alla IX^ edizione del Premio Letterario Nazionale Dino Campana.

La Giuria della IX^ Edizione del Premio letterario Nazionale Dino Campana, La Poesia ci salverà, indetto e organizzato dal Quotidiano Marradi Free News con il Patrocinio del Comune di Marradi in collaborazione con l’Accademia degli Incamminati di Modigliana, il Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” di Marradi e l’Associazione Culturale Opera In-Stabile, ha iniziato il lavoro di valutazione delle 54 opere in concorso, per il 2022 riservato a opere edite e inedite.
Al premio, che si svolge prevalentemente attraverso le modalità della rete per contribuire alla ricerca ed alla promozione dei talenti poetici, partecipano autori provenienti dalla Emilia Romagna (12), Toscana (10), Veneto (8), Lombardia (6) Piemonte, Sicilia, Lazio e Marche (3), Campania, Calabria e Liguria (2), Friuli Venezia Giulia (1).
Della Giuria del Premio, che formulerà la graduatoria dei vincitori, fanno parte: Rodolfo Ridolfi, presidente, Pedro Luis Ladron De Guevara Mellado (Docente Universitario), Mirna Gentilini (Presidente Centro Studi Campaniani), Giancallisto Mazzolini (Avvocato) e Patrizia Ravagli (Professoressa Presidente Biblioteca Classense) (Accademia degli Incamminati), Pape Gurioli (Musicista e compositore) Barbara Betti(Maestro Contrabbassista) e Sandro Cosmai (Avvocato) (di Opera-In-Stabile) Federica Balucani (Soprano), Gianna Botti (Scrittrice), Emanuela Dalla Libera (Scrittrice e poetessa), Stefano Mercatali (Pittore), Riccardo Monopoli (Attore e Regista), Massimo Scalini (Psichiatra).
Al Premio letterario è abbinato il 4° Premio speciale per la musicalità “Emilio Betti” voluto da Opera In-Stabile che ha scelto una Giuria tutta al femminile: Dott. Raffaella Ridolfi (Presidente); Dott. Marzia Leoni; Dott. Federica Balucani Soprano; M’ Contrabbassista Barbara Betti; M’Pianista Monica Pacchioni, M’Concita Anastasi Compositrice e direttore d’orchestra.
La Premiazione si terrà a Marradi presso il Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” sabato 24 settembre alle ore 11.

“Lo scempio dell’ex Lago di Marradi” commento di Paolo Piani sui social

mercoledì 17 agosto Ci pare doveroso pubblicare l’intervento ricavato dai social del dott. Paolo Piani sul vergognoso ed imbarazzante stato di quel che resta del “Lago dell’Annunziata” un tempo attrattiva turistica e importante riserva d’acqua per i mezzi dell’antincendio, elicotteri ed autobotti, ridotto dall’incuria degli amministratori ad un melmoso, maleodorante acquitrino infestato di topi e zanzare, nonostante le ricorrenti proteste dei residenti e le insistenti richieste di interventi da parte dei consiglieri comunali di opposizione.

In questi giorni sono a Marradi, da classico marradese lontano che ama e torna sempre volentieri nel proprio paese, specialmente nella settimana di ferragosto. Abitando in via Francini giocoforza passo spesso sul ponte del lago…….ex lago perché chiamarlo ancora lago è veramente fuori luogo. Parliamo di un acquitrino dove l’acqua è talmente bassa che anche la bella popolazione di paperelle, che lo abita, non nuota più ma cammina sulle acque come fece Gesù nei passi dei tre vangeli. Verrebbe da gridare al miracolo, ma io grido alla scempio di chi in questi anni ha avuto la responsabilità di amministrare e ha fatto ridurre in questo stato quello che fu un meraviglioso invaso artificiale. Un tempo non lontano ricordo che si poteva navigare in canoa e con i gommoni e quando si andava a pescare per “trovare il fondo” dovevi darne di lenza tra l’amo ed il galleggiante….
Abbiamo il dovere di preservare al meglio luoghi come questo che sono le attrazioni turistiche per eccellenza, in paese che si sta “desertificando” di persone. L’amministrazione dovrebbe averlo in cima alle priorità!! Meno panchine, meno vasi di fiori, meno arredi urbani per favore! Non si capisce che turisti dovrebbero accogliere visto che al momento sono quasi inesistenti come in un romanzo di Italo Calvino e più fatti veri e concreti altrimenti la morte di questo splendido paese è già scritta!

a Marradi. “Ci voleva il mare” di Gabriella Costa

La Presidente Fidapa A.Farolfi
venerdì 12 agosto
Organizzata dalla Fidapa di Marradi, nella sala del Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”, si è svolta, giovedì 11 agosto di fronte ad un pubblico prevalentemente femminile la presentazione del Romanzo di Gabriella Costa: “Ci voleva il mare” edito da Equinozi. Per Gabriella un ritorno a Marradi un anno dopo la presentazione del suo romanzo “Intrecci di donne e un gatto”.
Dopo l’introduzione della neo presidente, Antonella Visani che ha ricordato storia, finalità e programmi della Fidapa di Marradi ed i saluti dell’assessore alla Cultura Francesca Farolfi e della presidente del Centro Mirna Gentilini, Silva Gurioli, chiamata a dialogare con l’autrice, ha tracciato le caratteristiche del libro: “ Clara Morandi, trentenne di origine elbana, allontanandosi dall’isola e da un’infanzia deprivata degli affetti più cari, ha trovato rifugio a Bologna e nell’arte, in una vita tranquilla del cui passato nessuno sa nulla, nemmeno l’amica più intima. Finché un giorno, a causa di una scomoda eredità, è costretta a fare ritorno sull’isola e ad affrontare il passato. Scopre così che certi legami non si possono sciogliere, che certe parti di sé vanno comprese e accettate, che la riconciliazione è sempre possibile. “Il romanzo di Gabriella Costa, si dipana in molte situazioni altalenanti di sentimenti che coinvolgono da subito il lettore”

Nel dialogo fra Silva e Gabriella, è emersa la qualità della piacevole scrittura dell’autrice palazzuolese di nascita e fiorentina d’adozione che ha concluso “Esistono ricordi così dolorosi da volerli a tutti i costi cancellare”
La serata si è conclusa con dediche ed autografi sulle copie del romanzo da parte dell’autrice che sui social ha subito dopo chiosato: “Eccoci alla presentazione a Marradi accolta dalle signore amiche socie della Fidapa. C’erano tante persone, soprattutto donne, ma si sa le donne sono curiose leggono, ridono…”