Sabato 19 giugno scorso presso i locali del Centro Studi Campaniani di Marradi si è riunita l’Assemblea annuale dell’Associazione Culturale “Il Maestro di Marradi” erano presenti: Rodolfo Ridolfi presidente dell’Associazione, mons. Mariano Faccani Pignatelli, responsabile dei Beni Culturali, Cancelliere della Diocesi di Faenza e Modigliana, Cecilia Filippini direttrice scientifica, Rosanna Benedetti segretaria, Anna Gentilini tesoriera, Antonella Visani, presidente della FIDAPA, Mirna Gentilini, presidente del Centro Studi Campaniani, Franco Scalini, Vincenzo Benedetti presidente del Comitato Tempo Libero, Alberto Dalmonte, Renzo Valmori di Arte e Restauro. L’assemblea dopo aver preso atto delle iniziative realizzate nel biennio 2009-2010, ha approvato definitivamente lo Statuto, con le modifiche scaturite dalla precedente riunione del 6 dicembre 2009 e sulla base della relazione e del dibattito ha disegnato le linee programmatiche per il biennio 2011-2012 con particolare riferimento al Maestro di Marradi ed ai fratelli Razzi.
Al turista che giunge a Marradi per una visita ai luoghi di Dino Campana e chiede dove ritrovare le atmosfere, le sensazioni, il colore, i suoni, gli ambienti descritti nei suoi versi, suggeriamo di seguire il percorso dei leggii che l’Amministrazione Comunale in collaborazione con il Centro Studi Campaniani ha fatto rinnovare nella veste ed impreziosire nel contenuto per favorire un itinerario campaniano più chiaro, gradevole e coinvolgente.
Nei leggii, disposti negli stessi punti in cui furono collocati diversi anni fa, sono riportate notizie, spiegazioni, foto e parte dei testi poetici che fanno riferimento ai ricordi, al paesaggio, agli elementi della natura e agli scenari urbani di cui Campana parla nei Canti Orfici.
Marradi, nonostante gli eventi bellici e le inevitabili modifiche del tempo, ha lo stesso sapore del passato; immutati sono rimasti i suoi emblemi: il castello, la cupola rossa con il leone, il fiume Lamone che “si snoda per la valle” e “trascorre le mura nere” del convento.
Il percorso non riguarda solo il paese, ma anche la frazione di Campigno, distante 7 km da Marradi. La località, molto cara a Campana, è ricordata nel viaggio alla Verna, che il poeta compì nel 1910 e che descrisse sotto forma di diario.
In questo ambiente rimasto inalterato nei suoi aspetti naturali (le rocce, la costa “interamente alpina”, “le rive bianche”, il vento, i falchi, ecc), Campana soggiornava a lungo rapito dal canto di un usignolo, dalle foglie “canore” dell’acacia, dai monti azzurri e dal dominio dell’acqua che “ è qui veramente la regina del paesaggio”.
Luoghi prescelti per i leggii
Via Casa Carloni – sulla strada nei pressi del parapetto del cimitero dove il poeta, recluso nella prigione di Saint Gilles, ricorda la stazione ferroviaria del suo paese. (“Sogno di prigione”).
Ponte sul Lamone ( Via Castelnaudary ) – punto di osservazione, vicino alla casa dello zio Torquato, dal quale Campana poteva scorgere il tabernacolo della “Madonnina del ponte”a cui fa riferimento ne “L’invetriata”.
La Colombaia – visione d’insieme del paesaggio marradese con le cime dei monti, il castello, la torre dell’orologio descritti in “Marradi (Antica volta. Specchio velato)” .
Ca’ di Vigoli – stretto e antico vicolo di Marradi, paese natale e sereno punto di arrivo dei vagabondaggi di Campana che ne parla in “Immagini del viaggio e della montagna”.
Strada per Campigno – vicino alla colonna che ricorda la battaglia delle Scalelle, dove la strada ripercorre l’antico tracciato, spiccano gli elementi della natura e dell’opera dell’uomo racchiusi nei versi di “Salgo(nello spazio, fuori del tempo)”.
Campigno – presso la chiesa, di fronte alla quale sorgono le rive bianche, il paese dispiega le sue bellezze cantate da Campana nel viaggio alla Verna.
Per completare l’itinerario campaniano, consigliamo poi una visita all’esterno della casa dove Campana visse, all’edificio ove ebbe sede la tipografia Ravagli, in cui campeggia una targa in ricordo della stampa dei Canti Orfici, alla mostra permanente nella sede del Centro Studi Campaniani, ricca di materiale biobibliografico ed iconografico, ed infine al Museo di Arte contemporanea “Artisti per Dino Campana”.
Il bisogno di dipingere per esprimersi ed il piacere di lavorare col colore per regalare emozioni intense e persistenti, arcane ed un po’ inquietanti. Galeotti respira la stessa aria di Dino Campana e come sostiene la Professoressa Mirna Gentilini come Campana Galeotti ricerca l’”effetto di colori e di armonia”.
Famiglia di faraone 1991
L’Associazione “Il Maestro di Marradi” con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e la collaborazione dell’Accademia degli Incamminati, il Centro Studi Campaniani e la FIDAPA presenta sabato 19 giugno alle ore 17 nel teatro degli Animosi di Marradi, la monografia di Francesco Galeotti curata da Rodolfo Ridolfi, “Francesco Galeotti Novant’anni di vita a colori”. Alla presenza del Maestro Francesco Galeotti interverranno Paolo Bassetti Sindaco di Marradi, Cecilia Filippini, Mirna Gentilini e Rodolfo Ridolfi. Nelle 132 pagine le più importanti opere del pittore, che ha compiuto novant’anni il 25 maggio scorso, la prefazione del Sindaco di Marradi, molte riflessioni e spunti critici insieme a note autobiografiche dello stesso Galeotti. La preziosa pubblicazione, realizzata grazie alla prestigiosa sponsorizzazione di Assosoftware-Confindustria, è un omaggio al Pittore di Sant’Adriano di Marradi che con l’anonimo Maestro di Marradi, pittore del tardo quattrocento, presenta singolari affinità, come sostiene la Professoressa Cecilia Filippini: “…la vivacità intensa del colore e la capacità di presentare opere che richiedono “contemplazione”. Però, in fondo, che cosa accomuna questo pittore a noi contemporaneo di Marradi, appassionato e intrigante nelle sue riflessioni, con un “collega” dell’antichità classica?
“Sulla ripida schiena dell’Appennino che separa il Mugello dalla valle del Lamone, nel cui fiume influisce iltorrente Crespino da cui ebbe nome, nell’antica via delGiogo che separa il Territorio di Firenze dalla Romagna, Comunità, Giurisdizione e 5 miglia toscane a libeccio di Marradi, Diocesi di Faenza, Compartimento di Firenze, da cui è circa a 22 miglia toscane a greco. – Risiede un miglio sopra la pittoresca cascata di Valbura in mezzo alle dirute rocche di Casaglia, di Lozzole e di Corgnole, segnalate nella storia per la lunga tirannia dei Pagani di Susinana, dei conti Guidi, degli Ubaldini, e di altri regoli di quell’apennino…”
L’acqua è un bene prezioso, si sa. Ma a Crespino sul Lamone, piccola frazione di Marradi, l’acqua riceve attenzioni particolari da sempre. Sgorga spontanea ed è un’antica ricchezza: le fontane a Crespino hanno un nome che arriva da lontano e che è stato tramandato nel tempo.
C’è la fontana “di Sette”, famosissima per la qualità e la freschezza del robusto getto, sollievo per i viandanti di un tempo. Era d’obbligo passare oltre il Lamone e sostarvi in silenzio come in un raccolto luogo sacro.
Fino a quando il destino volle che una frana ne distogliesse il sotterraneo cammino lasciando che alla superficie sgorgasse soltanto un tenue filo d’argento
In questa amena località famosa per la sua Abazia si svolge domenica 20 giugno, organizzata dalla Società Sportiva ed al Comitato”Pro Crespino”, la quinta edizione delle Giornate dell’acqua che tratta quest’anno delle storie d’acqua della Bibbia. A partire dalle 10,30 dopo la Santa Messa ed il saluto del Sindaco di Marradi, Paolo Bassetti, Gianluigi Boschi e Tommaso Fattori relazionano sull’Acqua nella Bibbia e sull’Acqua Bene Comune e Diritto Umano Universale. Nelle conclusioni il parroco Don Bruno Malavolti parla della Fontana di Sette: Storia e Leggenda.