3 Luglio 1991 il Comune di Marradi ottiene la medaglia d’oro al merito civile per i sacrifici sopportati nell’estate del 1944.E domenica 18 a Crespino si commemora la strage.

 

Sindaci Gonfaloni ed il Vescovo Mons. Claudio Stagni

venerdì 23 luglio

Antonio Cassigoli, nel suo libro Marradi nella resistenza  testimonianze e sacrifici del luglio 1984 scriveva nella premessa: “…Marradi, risorta nel segno della libertà e delle riconquistate istituzioni democratiche…merita che la Nazione riconosca, anche ufficialmente e tangibilmente, questo suo sanguinoso, immane e doloroso contributo alla rinascita della Patria nel segno del sacrificio…” e continuava a pag 48 nel capitolo una medaglia per il gonfalone: “Tutti i sindaci che si sono avvicendati alla guida del Comune di Marradi dalla liberazione in poi (Pierino Zacchini, Mario Bellini, Antonio Cassigoli e poi ancora Mario Bellini, Goffredo Nannini, Giuseppe Tarabusi, Arturo Zambelli ed  Enrico Consolini.) si sono premurati  chi più chi con minore insistenza di richiedere un riconoscimento al Comune, in quanto tale , per le lotte, le sofferenze, le distruzioni, le morti, le deportazioni che funestarono il territorio marradese durante l’infausto e glorioso 1944…Ricordiamo, per tutte, la richiesta avanzata, il 4 dicembre 1970 dal sindaco on. Goffredo Nannini che il 27 gennaio 1972 rinnovava la richiesta.” . Il 1984 ricorreva il 40° anniversario della strage di Crespino ma il riconoscimento non ci fu nonostante le speranze. Bisognerà attendere la decisiva e risolutiva azione del sindaco Rodolfo Ridolfi che, dopo avere ottenuto un intervento finanziario del Ministero della Difesa a favore del sacrario di Crespino, pazientemente ma con determinazione ripropone il dossier ed ottiene il 3 Luglio del 1991 con decreto del Presidente della Repubblica  la Medaglia d’oro al merito civile  per il Comune di Marradi con la seguente motivazione:

«Piccolo centro attraversato dalla linea gotica, sopportava con fierissimo e dignitoso contegno spaventosi bombardamenti aerei e terrestri, subendo la distruzione della maggior parte del centro abitato e offrendo alla causa della Patria e della libertà il sacrificio eroico di quarantadue civili inermi, trucidati a scopo di rappresaglia dalle truppe d’occupazione naziste.»
— Marradi, estate 1944.
Il Sindaco Ridolfi, parlando a Crespino insieme al sottosegretario di Stato agli interni del governo Andreotti, Valdo Spini, disse (come riporta la pubblicazione “Marradi Capitale Culturale della Romagna Toscana” -1993)  “…I sacrifici di tutto il popolo marradese durante il terribile conflitto hanno raggiunto limiti inimmaginabili. La ritrovata libertà, il senso di responsabilità e la ripresa positiva del pacifico, quotidiano travaglio sono state premiate con alto riconoscimento di virtù civica.

Nel luglio del 2011 ricorre il ventesimo anniversario del conferimento della medaglia d’oro al Gonfalone del Comune una data ed una occasione da non perdere. Nel frattempo domenica 18 si commemora l’eccidio di Crespino che fu un atto di inaudita ferocia compiuto il 17 luglio 1944 da militari tedeschi che per rappresaglia trucidarono 44 civili inermi, dopo averli prelevati dalle loro case di Crespino e dal vicino paese di Fantino. I loro resti da 66 anni riposano all’interno del sacrario-ossario eretto a Crespino, dove ogni anno a luglio si commemora quella triste e dolorosa pagina di storia: “Una tragedia – sottolinea il sindaco Bassetti – che la comunità di Marradi non ha mai dimenticato e dimenticherà, una strage non del tutto conosciuta come altre che hanno segnato le popolazioni toscane durante la guerra e rispetto alla quale occorre coltivare e trasmettere la memoria”. E’ annunciata la presenza dei sindaci di Stazzema e Marzabotto, Michele Silicani e Romano Franchi, insieme all’assessore della Regione Toscana Riccardo Nencini e ai rappresentanti delle istituzioni. E anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invierà  un messaggio.

I documenti 11-12 luglio 1778 quando in Piazza Scalelle a Marradi si giocava la palla a bracciale:

Piazza Scalelle

sabato 10 luglio

Il pallone col bracciale è uno sport di squadra sferistico e uno dei giochi nazionali italiani più antichi: fu lo spettacolo atletico più popolare in Italia sino circa il 1921. I pallonisti professionisti, ossia giocatori di pallone, dell’epoca erano tra gli atleti più ricchi nel mondo di allora: forse solo i toreri spagnoli e i lottatori giapponesi di sumo potevano rivaleggiare coi pallonisti riguardo popolarità e ricchezza. Notevole impulso a questo sport diede la Toscana, tanto che una specialità di gioco era chiamata anche bracciale grande o toscano. Assomigliava un po’ al tennis di oggi, anzi, allo squash. Occorreva colpire con una sorta di guanto chiodato di legno con impugnatura interna una palla di cuoio dura. Numerose insigni testimonianze  ci fanno conoscere il vastissimo seguito che il gioco aveva: Wolfgang Goethe, per esempio, ricordava di aver assistito, a Verona nel 1786, ad una partita in compagnia di  alcune migliaia di  spettatori; Edmondo De Amicis confermava lo stesso numero di presenze nello sferisterio di Bologna verso la fine dell’Ottocento; alla metà dello stesso secolo , ci informa Ugo Pesci, l’arena del pallone fuori della porta a Pitti a Firenze ” non bastava a contenere i numerosissimi spettatori, e molti dovevano restar fuori dallo steccato ad aspettare le notizie della partita ed i palloni sbagliati”. Nel capoluogo toscano il richiamo del pallone era così forte che nel 1895, in una città di circa 200.000 abitanti , funzionavano contemporaneamente due sferisteri, quello ” Caroti ” alla porta alla Croce e delle “Cascine” fuori porta al Prato, frequentati quotidianamente dalla primavera alla fine dell’estate da qualche migliaio di appassionati. A Marradi si giocava a Palla con il Bracciale, d’estate, per antica consuetudine, visto che la forma della piazza era quella giusta e i palazzi molto alti si prestavano bene a far rimbalzare il pallone di cuoio. Ed era proprio piazza Scalelle il centro nevralgico,  cioè il campo da gioco. Le partite coinvolgevano nobili e popolani. I palazzi che si affacciano sulla Piazza appartenevano a famiglie agiate, alcune cercarono di proibire le partite, intentando delle cause.

“Dunque si giocava con così tanto accanimento che gli abitanti del luogo toglievano le finestre dai gangheri per salvare i vetri dalle pallonate. Di certo il gioco ri­chiamava gente, ed era d’intralcio per chi doveva recarsi in piazza”.   ci racconta Claudio Mercatali nella descrizione della sua apprezzabile ricerca d’archivio sui documenti che riportiamo, custoditi nell’archivio storico comunale.

11 luglio 1778

Al Gonfaloniere della Comunità

“I Dilettanti del Giuoco del Pallone della Terra di Marradi, col più profondo ossequio le rappresentano che è sempre stato solito da tempo immemorabile l’agitarsi di un tale divertimento sulla Piazza senza essere mai ritrovato ostacolo, né opposizione veruna, come rilevasi dagli annessi certificati, e avendo anche nella presente estate intrapreso simile divertimento nella Piazza, dal Cavalier Luca e dai fratelli Fabbroni, proprietari di un palazzo in detto sito, sono state infierite agli Oratori alcune molestie e vessazioni, pretendendo d’obbligare detti supplicanti a pagare quei deterioramenti e pre­giudizi apportati o da apportarsi a detto palazzo col suddetto divertimento. Con il più umile rispetto supplichiamo la sua innata Clemenza a degnarsi di ordinare che non siamo ulteriormente vessati da detti Fabbroni…”.

12 luglio 1778

 “Attèstasi da noi infrascritti, con nostro special giuramento, che nella Terra di Mar­radi non vi sia altro divertimento per la gioventù che quello del gioco del Pallone, né altro luogo ove farlo che nella Piazza, ove per un corso d’anni immemorabile è stato sempre solito giocarsi li­beramente senza che i giocatori abbiano mai pagato nemmeno un soldo di quei piccoli danni che possono risentire le case. Quei che abitano in detta piazza hanno tutti sofferta tale servitù in vista di un divertimento onesto ed unico che ha la gioventù di questa Terra, e di più attestiamo come abi­tanti della Piazza di aver sempre assicurato le vetrate delle case levando le finestre nel tempo di detto gioco, senza che i giocatori abbiano mai pensato all’incomodo di levarle e di farle rimettere. Affermano di mano propria quanto sopra i suddetti abitanti della Piazza:

Lorenzo Carloni, Domenico Staghellini, Piero Stanghel­lini, Carlo Francesco Fabbroni, Iacopo Dario Fabbroni, Francesco Fabbroni, Felice Fabbroni, Alessandro Pazzi, Angelo Ubaldini, Beniamino Ubaldini, Francesco Maria Cavina Pratesi, Antonio Torriani, Orlando Saverio Pe­scetti. Io Iacopo Venturini, di anni 53, confermo quanto sopra per essere stato (… da giovane) uno dei giocatori.

Rodolfo Ridolfi

Marradi Free News sostiene l’art.15 della Costituzione

venerdì 9 luglio

La redazione di Marradi Free News non aderisce alla giornata del  silenzio della Fnsi per questo oggi il sito  verrà regolarmente aggiornato perchè difendiamo e sostieniamo l’art 15 della Costituzione che precede l’art.21 e che riportiamo integralmente:

COSTITUZIONE

Parte I – Diritti e doveri dei cittadini
Titolo I – Rapporti civili

Articolo 15

La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.

Per questi chiarissimi motivi non aderisce all’iniziativa della Fnsi.

“I senza nome”in concerto al Parco Piscina venerdì 9 ore 22

Arianna Gurioli

venerdì 9 luglio

 

 

Questa sera con inizio alle ore 10 al Parco piscina eccezionale concerto de “I senza nome”

Il Gruppo è composto da Arianna Gurioli voce ; Angelo Cappelli chitarra basso;  Francesco Chiari chitarra; Meco chitarra e  Matteo Camporesi alla batteria.

E’ un evento che vi consigliamo di non mancare