Fabrizio Nonis a Palazzo Torriani : “Tornerò a Marradi per approfondire la conoscenza di questo fantastico territorio”. “Oggi (vi)cucino io” un viaggio nei sapori d’Italia nel segno della solidarietà

venerdì 30 dicembre

Per il cenone di San Silvestro che ha iniziato a preparare a Ravello, Renato Brunetta  ha scelto zampone con fagioli di Controne , marron glacè di Marradi e i dolci di Salvatore De Riso così riportano numerosi quotidiani.  Marrons glaces, Cappelletti, bassotti ,  sono infatti tre ricette marradesi fra le duecento del libro corredate da annotazioni di Brunetta. Il combinato disposto fra il macellaio e giornalista Fabrizio Nonis,  ed il Ministro Renato Brunetta entrambi appassionati di cucina, ha dato vita ad un percorso  tra le tante ricette regionali di tutta la Penisola. È il libro “Oggi (vi) cucino io”, edito da Sperling & Kupfer, che i due amici hanno realizzato con un nobile scopo: sostenere la cooperativa “Il Gabbiano Jonathan – Il Pino”, che accoglie  disabili, e che oggi,  ha bisogno di un supporto per poter proseguire ad assistere orfani e diversamente abili. Si tratta di un vero e proprio viaggio per l’Italia attraverso i sapori delle cucine regionali, un percorso dettato dalla voce narrante degli autori, che annotano sensazioni, commenti e giudizi personali. Il Sindaco Paolo Bassetti, Anna Maria Tagliaferri, Rodolfo Ridolfi e Sergio Battistini hanno introdotto Fabrizio Nonis  che da semplice macellaio di paese  è entrato di diritto nel gotha del giornalismo enogastronomico, grazie al suo carisma e alla grande passione per la carne. Eppure, nonostante il successo e i numerosi riconoscimenti ricevuti sia in Italia che all’estero per aver rivalutato il mestiere di macellaio, Fabrizio continua a considerarsi un umile figlio della sua campagna, fortemente legato alla tradizione e ai valori, che tuttavia non nasconde un grande spirito cosmopolita e una spiccata comunicativa. Queste due anime, quella della tradizione e dell’innovazione convivono perfettamente e sono state il vero segreto del suo successo: “Ho vissuto la mia gioventù tra il Canada e Cinto Caomaggiore – racconta Fabrizio. Ho imparato moltissimo su questo incredibile mestiere aiutando d’estate mio padre, che ha fatto tesoro soprattutto della sua esperienza professionale come emigrante in Canada. Papà Celso però voleva che io studiassi e così, dopo le scuole superiori, mi ha rispedito a Toronto dove ho conseguito un master in pubbliche relazioni aziendali. Tornato in Italia ho fatto il manager per una grande azienda internazionale e poi, quando è emersa la necessità di rilevare l’azienda di mio padre, ho scelto di dedicarmi anima e cuore al risollevare le sorti della storica macelleria. “Ho continuato a studiare tutto ciò che si doveva sapere sul settore della carne e poi ho cercato di proporre prodotti di qualità superiore, pur mantenendo dei prezzi non troppo alti per non scontentare la clientela abituale. Oltre alla vendita di carne, mi sono cimentato ben presto anche nel mondo della gastronomia , evoluzione che mi ha permesso di sviluppare tutta la mia creatività senza però dimenticare di utilizzare prodotti di prima scelta. con lo scopo di far conoscere l’arte del mangiare e bere bene . Ecco che arrivano quindi anche le collaborazioni e i servizi per le più prestigiose riviste enogastronomiche e programmi televisivi sui canali nazionali come TG5-GUSTO su Canale5 ; Alice , Marco Polo , Gambero Rosso, su il portale satellitare di SKY , con Italia 7 Gold ed in fine con Rai Uno Mattina. Ci tiene a sottolineare che però la sua vera “perla” è il format televisivo “Sconfinando”, nel quale si occupa anche di turismo e che lo vede spesso impegnato a promuovere proprio le prelibatezze e le bellezze nazionali ed internazionali. “Vorrei riuscire a trasmettere l’amore per la mia terra, per i suoi prodotti tipici: per far questo bisogna saper utilizzare bene i canali di comunicazione. Ho impiegato molto tempo, fatica, sacrificio e denaro per poter arrivare dove sono, cosa che molti giovani non sono più disposti a fare. Il consiglio che do a loro è quello di non guardare solo al profitto, ma credere con passione nel proprio lavoro. Io non faccio il macellaio/gastronomico, io “sono” macellaio/gastronomo, un artigiano che non ha paura di rischiare, di andare anche controtendenza rispetto alle logiche di mercato proprie della grande distribuzione.