. Francesco Galeotti, fra i più grandi pittori naif italiani Nato il 25 maggio 1920 a Sant’Adriano di Marradi (FI) morto il 22 febbraio 2011, sarà ricordato da Marradi con una esposizione permanente nel Centro Culturale “Dino Campana”

Io e le mie faraone 1994 olio su tela (50x609
Festa al girasole dipinto, olio su tela
sabato 1 settembre 2012

Festa al girasole dipinto, olio su tela altezza: 57 cm larghezza: 46 cm
sec. XX sec. XX (1968/1968) Museo Nazionale delle Arti Naïves “C. Zavattini” – Luzzara (RE)

…Un girotondo di galline faraone circonda un mazzo di grandi girasoli. Sullo sfondo un paesaggio fantastico campestre e contemporaneamente marittimo con scene fiabesche di vita di paese. Contadini a cavallo di pecore saltano da una sponda all’altra scavalcando un golfo. Sul lato sinistro la composizione è incorniciata da un tralcio di frutti. Visione simbolica e fantastica, tono fiabesco e narrativo, rigore formale e stilistico, colori caldi intrisi di luce, decorativismo. L’opera è stata acquisita dal Museo in occasione della II Rassegna Premio Nazionale Naif (Luzzara 1968/ 1969)…
Francesco Galeotti, fra i più grandi pittori naif italiani Nato il 25 maggio 1920 a Sant’Adriano di Marradi (FI) morto il 22 febbraio 2011, sarà ricordato da Marradi con una esposizione permanente nel Centro Culturale “Dino Campana”
Se il “Maestro di Marradi”, ha colorato di porpore e di ori il nostro artistico passato, la pittura marradese nei tempi più recenti ed oggi si è mossa nella varietà delle forme, nella molteplicità delle espressioni e nella versatilità dei talenti. In questo ambito Francesco Galeotti occupa con grandi meriti un posto di rilievo per le sue meravigliose tele ricche di inconfondibili colori. Galeotti (1920-2011), Contadino, ha iniziato a dipingere fra le soste delle sue fatiche nel 1952.
La sua predisposizione naturale lo avvicina al grande pittore macchiaiolo Eduardo Gordigiani durante i soggiorni a Popolano del maestro toscano. Ma la vera esplosione fantastica di Galeotti lo porta ad allontanarsi ben presto come sostiene, Anatole Jakovsky, dal lato aneddotico delle cose rappresentate, a tal punto che la forma e gli elementi che popolano le sue tavole acquistano una vita pressoché indipendente: Tali sono ad esempio i girasoli, le faraone e gli uccelli che finiscono per vivere un mondo fantastico abitato dalla poesia. Molti critici per questo lo hanno avvicinato a Rabuzin e ad Alexandrine che Galeotti non conosce. Quando Firenze a Palazzo Vecchio allestisce la grande rassegna europea sui primitivi del XX secolo da Rousseau il Doganiere a Ligabue Galeotti viene scelto per rappresentare la Toscana e l’Italia. Sono Carlo Ludovico Raggianti e Antony De Witt a scoprirlo e valorizzarlo. Cataloghi, giornali riviste d’interesse nazionale ed internazionale hanno parlato di lui e pubblicato riproduzioni delle sue opere con le caratteristiche faraone ed i girasoli. Hanno scritto di Lui oltre a Raggianti e DeWitt, RMargonari, M.Masciotta, M.Dall’Acqua, D.Villani, G.Pascal, R.Battiglia, N.Iori, Greco, C.Millet, M.Novi, R.Ridolfi;, I.Spinetti,A.Pohribny, G.Cavicchioli,M.Monteverdi,A.Paloscia e molti altri. Le opere di Galeotti si trovano in raccolte pubbliche e private europee e americane tra le quali: Museo Nazionale dei naif italiani di Luzzara (Reggio Emilia) Collezione della Baronessa Rockfeller (trenta dipinti distribuiti oggi nei Musei degli Stati Uniti)- Coll. Zavattini-Raggianti-Bargellini-Mazzacurati-Ferrante-Viotti-Nevio Iori-Galleria d’Arte Moderna di Firenze, Museum of Modern Art di New York- Colchester Gallery di Greenwich. La sua città Marradi gli dedicherà lo spazio e l’attenzione che merita esponendo le opere del Maestro, donate all’Amministrazione Comunale, nella sala a Lui titolata situata al primo piano del Centro “Dino Campana”. La rassegna delle opere dell’Artista ripercorre, in maniera trasversale e tutt’altro che didascalica, le tappe principali del lavoro di Galeotti.
Rodolfo Ridolfi