Nell’VIII Giubileo Domenicano un filo celeste intreccia il Monastero della SS.Annunziata con Notre-Dame-de-Prouille, il primo e più antico monastero di religiose, fondato da San Domenico.

mo01 martedì 10 novembre

L’antico è sempre nuovo. Un filo celeste si intreccia con le bianche lane domenicane e percorre la storia di una terra, la Romagna Toscana, di nobili famiglie, di una comunità cristiana e di un popolo che approda sempre alla devozione per la B.V. Maria. Così è scritto nella quarta di copertina della ristampa anastatica e dell’aggiornamento del volume: “Il Monastero della SS. Annunziata delle Domenicane di Marradi”.

Memorie che la Priora, Suor Maria Paola Borgo e le monache domenicane di Marradi hanno voluto, in occasione del 440° anniversario della Fondazione del Monastero. La ristampa anastatica e l’aggiornamento del volume del Canonico Mons. Carlo Mazzotti, che ho curato, esprime gratitudine al Canonico, benefattore del Monastero e nel contempo, traccia alcune biografie delle monache che si sono prodigate per mantenere vivi i luoghi, le radici e la storia della loro istituzione religiosa, con l’ambizione di lasciare, secondo criteri di continuità, una più completa traccia storica.

L’anno di nascita del Monastero, 1575 è segnato da una forte azione nella realizzazione dello spirito della controriforma. Il Monastero nasce quindi nello spirito del Concilio di Trento. La Famiglia Fabbroni costruisce il Monastero femminile che affida all’ordine delle domenicane del quale fa parte, nel Convento di S. Maria della Neve, a Pratovecchio, la loro congiunta Fabronia.

Da una lettera di Serafino Razzi alla “…nipote mia consobrina, suor Arcangela Razzi nel monastero di Pratovecchio” ricaviamo la notizia che un altro membro della sua famiglia, ossia la figlia di una cugina, aveva preso i voti nell’ordine domenicano. Pratovecchio è il luogo da cui giunsero, accompagnate dal Padre Don Vincenzo Galassi, le prime due suore: Elisabetta Medici e Fabronia Fabbroni che dettero vita al monastero della SS. Annunziata delle Domenicane di Marradi, autorizzate ad uscire dalla clausura per decreto del Vescovo di Fiesole, Francesco Da Diacceto, aggiunto al consenso della Suprema Autorità Apostolica Papa Gregorio XIII.

Giova ricordare che da sempre Marradi è antica terra di Monasteri benedettini, vallombrosani, camaldolesi e serviti: l’Eremo di Gamogna e la Badia della Valle, fondati da San Pier Damiani nel 1053; la Badia di Santa Reparata importante complesso risalente al 1050; S. Maria a Crespino del 1048 e la SS.Annunziata di Biforco di Sotto del 1494.

Questa Memoria storica esce in occasione dell’apertura dell’VIII l’Anno Giubilare dalla fondazione dell’Ordine voluto da San Domenico di Guzman per quello che viene definito il “Giubileo dei Frati Predicatori”. celebrato tra il 7 novembre 2015 (festa di Tutti i Santi dell’Ordine) e il 21 gennaio 2017 (la data della Bolla Gratiarum omnium largitori di Papa Onorio III). Questa celebrazione degli 800 anni dalla conferma dell’ Ordine Domenicano coinciderà con quella del Giubileo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco. Ma per il Monastero delle Domenicane e per tutti i marradesi ci sarà anche la suggestione del legame ideale con Notre-Dame-de-Prouille, il primo e più antico monastero di religiose Domenicane, fondato da San Domenico nell’inverno nel 1206 a Fanjeaux  nel dipartimento dell’Aude a diciassette chilometri da Castelnaudary la Città francese con la quale siamo gemellati da 25 anni

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Domenica 15 novembre, nella Chiesa della SS.Annunziata, grazie all’iniziativa delle monache, della Diocesi di Faenza-Modigliana e della Fidapa di Marradi approfondiremo le memorie storiche cui farà seguito, accompagnato dalle musiche liturgiche dell’Ensemble di Opera-In-Stabile, il rito religioso presieduto dal Vescovo S.E. Mario Toso.

Questa pubblicazione e l’evento di domenica 15 novembre sono un ulteriore atto di amore materno delle monache domenicane nei confronti di un popolo, quello di Marradi, che nei secoli ha ricevuto educazione, insegnamento religioso e civile, ereditando tradizioni popolari e che beneficia ancor oggi delle preghiere, dell’ascolto, dei consigli, dell’aiuto e delle meritorie opere culturali e di carità delle monache di clausura e della loro Chiesa, che restano un punto di riferimento quotidiano per l’accrescimento e l’elevazione della spiritualità religiosa di tutta la Comunità

 

dott. Silva Gurioli