Marradi e Castelnaudary, è gemellaggio dal 30 settembre1990.

 

img20161012_17333747giovedì 13 ottobre

La Delegazione francese  a Marradi per la sagra delle castagne dal 21 al 24 ottobre 2016

“Dopo 26 anni quello con la cittadina francese di Castelnaudary è un gemellaggio, un rapporto di amicizia ben saldo e riuscito. Un legame forte e concreto che si rinnova di anno in anno con visite reciproche, scambi culturali tra le due comunità e le rispettive associazioni. Il gemellaggio fu firmato a Marradi dai sindaci Rodolfo Ridolfi e Bernard Embry il 30 settembre 1990 e a Castelnaudary il 14 luglio 1991 e lo hanno continuato confermandolo in occasione del ventennale i sindaci Paolo Bassetti e Patrick Mougard, il 23 ottobre 2010 a Marradi e il 13 luglio 2011 a Castelnaudary.

DSC00084-150x150Domenica, 23 nel terzo appuntamento della 53^ “Sagra delle castagne”, come si ripete da alcuni anni ormai, una delegazione francese sarà presente alla rassegna con uno stand di specialità e prodotti tipici della regione del Languedoc Roussilion con il tipico Cassoulet , piatto popolare d’origine molto antica, il foie gras e le Crêpes aux châtaignes et à la crème de marrons. Il gruppo guidato dal sindaco Patrick Maugard sarà a Marradi, Firenze e Ravenna dal  21 al 24 ottobre 2016. Il programma prevede per il 22 alle 11 nella sala di Palazzo Panciatichi a Firenze la parte ufficiale alle 11,45 e alle 20,00 a Marradi il saluto del Sindaco di Marradi Tommaso Triberti e un Apericena presso la Sala del consiglio comunale di Marradi e il lunedì 24 la visita del gruppo francese alla città di Ravenna.

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“Le comuni radici medicee – è scritto nella pergamena  firmata dai sindaci ventiseianni orsono- servono a mantenere legami permanenti tra le municipalità delle nostre città ed a favorire in ogni campo gli scambi fra i cittadini per sviluppare insieme ad una migliore comprensione reciproca il vivo sentimento della fraternità europea”. Alla luce di quanto è accaduto e sta accadendo in Europa sembrano concetti inconsueti ma che fra i Marradesi e les Chauriens resistono al tempo.

La Fidapa di Marradi al MIC per i 90 anni della socia Muky, al secolo Wanda Berasi Matteucci.

 

muky 3 buonalunedì 10 Ottobre 2016 –

La Sezione della Fidapa di Marradi, presieduta da Rosanna Billi, che  annovera Muky fra le sue socie,  ha voluto essere presente e portarle i suoi auguri affidandoli alla Fondatrice e Past Presidente, Silva Gurioli, che di Muky è amica da oltre vent’anni.

Faentina per scelta, discendente da una famiglia di origine austriaca, dalla città natale, Trento, Muky si trasferisce a Bolzano e poi a Roma: studia all’Accademia Tedesca di Villa Massimo dove incontra gli scultori Marino Mazzacurati, Leonardo Leoncillo e il pittore Renato Guttuso.

muky 1 Anni intensi, che la vedono esporre in molte rassegne. Dal 1955 è a Faenza: dove studia il bianco in tutti i tipi di sfumature applicabili alla terracotta, dal bianchetto al colore, dall’ossido allo smalto ed inizia ad operare nello Studio Ceramico dell’artista Domenico Matteucci, maestro prima e compagno di vita poi.

 Eclettica e affascinante protagonista non solo del mondo ceramico ma anche letterata e poetessa, instancabile promotrice di eventi culturali con il suo cenacolo attivo fin dagli anni sessanta punto di riferimento della vita culturale faentina.

P.S.

La Corte dei Conti bacchetta il Comune per il rendiconto extradeficit sostanziale di amministrazione effettivo pari a 109.261,66 euro al 1 gennaio 2015.

Mauro Ridolfi
Mauro Ridolfi

sabato 8 ottobre Da Mauro Ridolfi, Forza Italia, riceviamo e pubblichiamo: 

Le Bugie hanno le gambe corte e la toppa è peggio del buco

La Corte dei Conti, come già lo scorso anno per il 2013,  rileva irregolarità e errori ancor più gravi nel rendiconto del Comune di Marradi per il 2014. Ci risiamo, anche il rendiconto del 2014 del Comune di Marradi presenta un extradeficit sostanziale di amministrazione effettivo pari a 109.261,66 euro al 1 gennaio 2015 e la Corte dei Conti nella sua delibera afferma che è “da considerarsi grave in quanto espressione di situazioni sottostanti contrarie ai principi di sana gestione e sostenibilità finanziaria”. Ricordate come, rispetto alla nostra circostanziata denuncia oggetto anche di una opportuna interrogazione regionale sulla censura della Corte dei Conti regionale sul rendiconto 2013, il sindaco Triberti, in perfetto stile renziano (la menzoglia come comportamento politico) affermasse che la pronuncia della Corte dei Conti sarebbe stato il nulla sul quale si sarebbe montato un caso nonostante i fatti gli atti e i documenti lo smentissero.  Il sindaco cercò infatti di accampare scuse sostenendo che così fan molti Comuni e sostenne che trattavasi del nulla sul quale si sarebbe costruito un caso. Se è il nulla era la materia del contendere perché non ne parlò con il Consiglio Comunale al quale doveva trasmettere il provvedimento della Corte dei Conti e come mai il Comune rispose alla Corte fuori dai termini ed ancora come mai la risposta fu pubblicata sulla sottosezione Controlli e rilievi sull’Amministrazione il 30 novembre 2015  esattamente a 51 giorni di distanza dalla risposta sulle misure correttive richieste dalla Corte. Questa volta la vicenda è ancora più grave, il provvedimento della Corte dei Conti del 15 settembre 2016 trasmesso e ricevuto dal Comune il 16 è stato pubblicato solo il 6 ottobre sulla sottosezione Controlli e rilievi sull’Amministrazione. Vogliamo sperare che il Consiglio Comunale sia stato informato, convocato e coinvolto, come intima la Corte, per i provvedimenti del caso. Per parte nostra alleghiamo copia del Provvedimento dei Giudici Amministrativi a beneficio dei cittadini che hanno diritto di essere informati. Questa vicenda è l’ennesima riprova, se ancora ce ne fosse bisogno, dell’inadeguatezza, inconsistenza e opacità di questo sindaco e della sua giunta che saranno anche pronti,  ma, dopo tre anni di governo, sono ancora distanti da una sana corretta e trasparente gestione e ci ripropongono sempre, visto che i protagonisti sono gli stessi, il metodo dilettanti dello “Swap”.

Mauro Ridolfi Coordinatore di Forza Italia – capogruppo nell’Unione dei Comuni.

Anniversario della Vittoria di Lepanto: 7 ottobre 1571 “Auxilium christianorum” da S. Pio V a padre Jacques Hamel martire

 

lepantogiovedì 6 ottobre

I musulmani estremisti odiano e combattono i cristiani in una guerra totale e senza quartiere contro l’Occidente. Il 2016, non ancora concluso, è stato un anno di una escalation senza uguali della guerra senza confini e senza tregua dell’Islam alla nostra civiltà e verrà ricordato come l’anno dell’attacco al cuore dell’Europa. Le stragi di Parigi, Bruxelles, Nizza e poi quel 26 luglio 2016 quando all’interno della chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray, presso Rouen in Normandia  i  terroristi islamici hanno sgozzato  Padre Jacques Hamel di 86 anni   mentre celebrava la Santa Messa. Le sue ultime parole sono state “vattene Satana!”. E’  stato il primo prete sgozzato in nome di Allah in terra europea dopo secoli e secoli.

villa-del-principe-museo-genova-arazzi-lepanto-vittoriaPer questo 445 anni dopo la Vittoria di Lepanto continua ad esprimere  il carattere della più viva attualità valoriale. Lo Stato Islamico, i terroristi islamici quotidianamente minacciano la Pace e la convivenza civile macchiandosi di crimini orrendi e minando anche dall’interno del mondo occidentale la nostra sicurezza. I media ci raccontano quotidianamente quanto sono barbari e ributtanti questi assassini allevati e nutriti anche nelle nostre città’ all’ombra di un miope buonismo nel quale si confonde la carità, con una solidarietà che ne è oggi la caricatura e spesso l’alibi per chi è disposto a sacrificare la propria civiltà e la sicurezza dei propri figli per un egoistico bisogno di apparir buono a sé stesso e magari lucrarci pure. Ci chiediamo in questi tempi, e lo chiediamo agli impotenti governi europei che faticano a leggere la storia e quindi sono incapaci di rispondere efficacemente  al  terrore islamico. Soffermarsi sulla lezione della Battaglia di Lepanto, significa innanzi tutto guardare e reagire alla persecuzione ed al martirio dei cristiani nel mondo. Di fronte al Rompi la croce, Break the cross” l’Occidente deve ritrovare l’orgoglio di appartenere ad un mondo libero. Lepanto fu una grande vittorie dell’Occidente. Una vittoria contro un mondo di volta in volta arabo, musulmano, islamico ferocemente aggressivo. A Lepanto e poi a Vienna, l’Europa difendeva il suo modello di civiltà, ma difendeva anche, le sue chiese e le sue istituzioni. Dopo la vittoria di Lepanto, avvenuta proprio nella prima domenica di ottobre (7 ottobre 1571) che già da tempo costituiva il giorno di raduno e di preghiera delle confraternite del Rosario, San Pio V  decretò che ogni prima domenica di ottobre si sarebbe dovuta commemorare con rito semplice Nostra Signora della Vittoria. Attualmente il 7 ottobre si celebra una memoria semplice intitolata alla Beata Maria Vergine del Rosario. Nelle litanie lauretane Maria è invocata come Auxilium christianorum a partire dalla vittoria di Lepanto. Certamente, la vittoria era stata ottenuta grazie a la intelligentissima prudentia de i nostri generali, la bravura e destrezza de i capitani in mandare ad effetto, il valore de’ gentiluomini e soldati nell’essequire. Ma, più ancora, a ben altre forze, secondo la bella espressione del senato veneto: Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit, (non il valore, non le armi, non i condottieri ma la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori). Del resto, la vittoria di Lepanto era avvenuta nel giorno in cui le confraternite del Rosario facevano tradizionalmente particolari devozioni.  Se l’Occidente non avesse coltivato la «virtude» di opporsi loro anche con le armi, soprattutto con le armi, probabilmente San Pietro sarebbe una moschea e il campanile di San Marco un minareto da dove il muezzin esorta a pregare Allah. Lepanto si limitò a far tirare il fiato alla cristianità e a momentaneamente ripulire il Mediterraneo dagli sciami di vascelli islamici che lo infestavano. Ma a Kalhenberg, nei pressi di Vienna, poco più di un secolo dopo l’Occidente arrestò pensavamo per sempre la travolgente corsa in avanti dell’Islam. Se i viennesi non avessero retto all’assedio, se Innocenzo XI avesse predicato la pace invece di promuovere la coalizione cristiana, se il 2 settembre del 1683 i 65mila del polacco Giovanni Sobieski non avessero travolto i 200 mila ottomani di Kara Mustafà, Vienna sarebbe caduta e con Vienna, la nostra civiltà perché nulla avrebbe più potuto fermare la progressiva islamizzazione del continente.

il direttore responsabile Rodolfo Ridolfi