Auguri Primo! Cent’anni da italiano esemplare

giovedì 23 marzo
Primo Romeri,
nato ad Ardenno in provincia di Sondrio, l’alpino l’ha fatto nel periodo della seconda guerra mondiale, e dopo l’8 settembre a Merano fu catturato e imprigionato. E’ stato nei campi di concentramento di Birkenau, Mathausen, e al confine con la Russia, ma ce l’ha fatta a sopravvivere. ha lavorato nel Corpo Forestale dello Stato, a Gaiole in Chianti, dove si è sposato. Ha avuto tre figli: Mario, Andrea ed Elena e nel 1962 viene trasferito nella Caserma di Marradi. Sempre sorridente e disponibile esempio di marito e padre di famiglia è diventato un marradese stimato e amato da tutti. Ora ha cento anni, ma è autonomo: fa la spesa, e vive da solo. Lo puoi incontrare nelle giornate di bel tempo seduto al Bar Sport e conversare con Lui ti mette di buon umore. Noi gli vogliamo bene e gli facciamo tanti Auguri!

Banalizzazione e Banalità Lettera del Direttore Raffaella Ridolfi

Dott. Raffaella Ridolfi
Direttore
di Marradi Free News
giovedì 16 marzo
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza
Versi 118-120, Canto XXVI dell’Inferno, Divina Commedia

Banalizzazione e Banalità
Lettera del Direttore Raffaella Ridolfi

La banalizzazione e la banalità insistono nel goffo tentativo di riversare le responsabilità di un
indiscutibile fallimento politico su un carattere di una comunità, sia questo vero, utile, presunto o
per squallido mero tornaconto politico.
Raccontare che una popolazione è tendenzialmente fatta di individui perdenti, privi di carattere e
passione, di pantofolai felici e contenti, è un’operazione sporca, è un tentativo subdolo di coloro che
non vogliono prendersi delle responsabilità, un modo per fiaccare o fare sembrare inutile ogni
scintilla di entusiasmo, passione, impegno o aspirazione che ogni essere umano ha per sua essenza;
se il mondo fosse stato fatto da pantofolai l’umanità sarebbe ancora all’età della pietra, se ci pensate
bene! È proprio quello spirito di superamento dei propri limiti, di risoluzione dei problemi che fa di
un uomo un adulto forte della sua autonomia ed indipendenza e che lo rende libero.
L’assunto del “pantofolaio” si addice solo a chi intende una comunità come un branco di pecore, chi
crede nel livellamento del pensiero e delle coscienze, e di chi non conosce speranza e tende ad
affievolire le speranze degli altri in un futuro più roseo per se stesso, le proprie famiglie e i propri
cari.
Un modo di pensare che contrasta con tutte quelle teorie che sostengono che un uomo, e per
estensione del concetto una comunità, seppur invecchia può rimanere attivo e condurre una vita di
soddisfazione se mantiene attive le sue facoltà cognitive, le sue aspirazioni, fino a quando gli è
possibile, un esempio per tutti Umberto Veronesi.
La banalizzazione dei problemi parte dalla non volontà di vederli, dall’incapacità di superarli, dalla
mancanza di visone, dalla ricerca seppur faticosa di una via di uscita, dalla mancanza di spinta
propositiva, in definitiva dalla rassegnazione e dal maldestro tentativo di buttar fumo sugli occhi
delle persone.
La banalità sta nel fatto di non riconoscere la realtà: storicamente i cittadini di Marradi non sono
mai stati dei pantofolai, e questo è vero anche oggi. Basti considerare quanto successo con la crisi
della fabbrica dei Marroni e del coraggio, della tenacia di quelle operaie e operai che hanno dato
vita a quel presidio portandone il peso fisico, emotivo ed economico e di come la comunità si è
stretta intorno a loro fino a quando i soliti pifferai magici hanno visto un’ennesima opportunità ed
hanno ben pensato all’utilità che ne potevano trarre in un equilibrio di giochi di potere e consenso
che niente ha a che fare con la dignità delle persone e dei lavoratori, io sono solita chiamarla,
mutuando Milan Kundera “la Grande marcia” o il “kitsch della politica”.
Una banalità può essere scritta da una bella penna, che magari pochi posseggono, ma una banalità è
sempre comprensibile proprio nella sua valenza di banalità da tutti coloro che la vogliono vedere.
La vita è di per sé movimento e questo si può sostenere senza scomodare filosofi o psicologi, la vita
è una rivoluzione di atomi, neuroni e anime, si è fermi, statici, a riposo, solo quando si è morti e
sembra dalle scoperte scientifiche recenti che neppure allora il movimento si ferma per un
determinato periodo.
Prima di mettere definitivamente le pantofole e decidere di morire crogiolandosi nella
rassegnazione ed incapacità di reazione, invito tutti gli aspiranti pantofolai a chiedersi se è motivo
di orgoglio avere i dati peggiori sul divario scolastico, sulla sanità, sui trasporti, sul reddito pro
capite, mi chiedo se non sia deprimente e al contempo di stimolo, ad esempio, il comprovato
depauperamento del vostro patrimonio immobiliare, che con fatica avete acquisito nell’aspettativa
di lasciare una base di vita per le vostre famiglie. Questi sono i dati che emergono dalla scheda delle
aree interne dedicata al Comune di Marradi e non solo, non sono opinioni e nella loro essenza non
sono banali.
A chi vi vuol mettere il prosciutto sugli occhi è bene rispondere che il prosciutto è fatto per essere
mangiato.

Aumento dell’imposta di soggiorno e Bilancio di Previsione 2023/2025 depressivo nell’Unione dei Comuni

mercoledì 8 marzo Pubblichiamo la sintesi del comunicato inviatoci dal gruppo consigliare Mugello Alto Mugello dell’Unione dei Comuni sul voto contrario all’aumento dell’imposta di soggiorno ed al Bilancio di Previsione 2023/2025

Bilancio di Previsione Depressivo
Il bilancio di previsione dell’Unione dei Comuni proposto per approvazione è asfittico e depressivo. Depressivo perché aumenta le tariffe di sua competenza contribuendo a scoraggiare consumi e iniziative imprenditoriali. (Come dimostra l’aumento, ingiustificato, delle tariffe imposta di soggiorno che avuto testè il nostro voto contrario). Asfittico perché le entrate sono utilizzate quasi esclusivamente per le spese correnti e non per investimenti di sviluppo.
Il bilancio di un ente è lo specchio delle sue virtù e dei suoi vizi.
La seconda valutazione riguarda gli scostamenti tra le risorse previste per i programmi e le spese effettivamente utilizzate, cioè la capacità di tradurre gli obiettivi di programma in fatti: il livello di attuazione è stato ampiamente eluso.
Le debolezze del bilancio si riflettono inevitabilmente negli indicatori che misurano l’efficacia e l’efficienza di gestione.
Gli elementi di positività che pur sono presenti non sono sufficienti per giudicare favorevolmente questo bilancio. Servono un cambiamento e una svolta che ancora non si sono visti: le risorse dedicate alla promozione economica delle attività produttive, commerciali e dei servizi che in momenti di grave crisi richiederebbero il massimo supporto rappresentano una parte insufficiente della spesa. La sinergia tra pubblico e privato, tra Unione, Comuni e operatori economici, oggi più che mai, deve essere massimo e invece è poca cosa. Trasporti infrastrutture sanità hanno un peso irrilevante. Perciò il nostro voto sarà contrario al Bilancio di Previsione 2023/2025.
I titoli di coda della maggioranza di centro sinistra sono rappresentati dalla vicenda della società “Pianvallico” e dal tentativo, fallito, di vendere quote della società che nessuno ha voluto e che alla fine della vicenda porterà nelle casse dell’Unione, per la cessione di quote ormai senza apprezzabile valore, pochi spiccioli.

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Un dolore immenso: la scomparsa di Piera Ballabio

martedì 7 marzo

Piera Ballabio, “La Piera” per antonomasia: donna straordinaria, intelligenza indomabile, sorriso dolce che ti resta dentro, ci lascia un vuoto incolmabile. Lavoratrice instancabile, figura insostituibile per il Turismo della Comunità Montana e dell’Unione dei Comuni ambientalista a tutto tondo moglie e madre esemplare, con Amos ha rappresentato i migliori anni della nostra vita a Marradi fin da quando la incontrammo per la prima volta ad una festa a Gamberaldi arrivata da Milano. Nel ricordarla esprimiamo l’affetto e la riconoscenza di tutti i nostri lettori per questa Marradese di adozione che non dimenticheremo.
Rodolfo Ridolfi