Marradi piange la prematura scomparsa di Mario Catani, Maffo.

Mario Catani nel 1966
giovedì 30 giugno

E’ un vuoto incolmabile per la moglie Carla, per i suoi due figli e per tutti i suoi famigliari, ma lo è anche per tantissimi di noi e per chi scrive.
Maffo, lo chiamavamo così, secondo l’abitudine, tutta marradese, era un uomo di principi rigorosi ma gioviale, esprimeva subito simpatia per quel suo modo di porsi mai imbronciato, mai una parola sopra le righe, sempre disponibile e con il sorriso sulle labbra. Figlio degli indimenticabili Carlino e di Carla Montefiori, sempre attivo nella Parrocchia, nell’Associazionismo e nello sport, sorretto da una fede cristiana intimamente partecipata e vissuta con discrezione, è stato anche un esemplare dipendente pubblico. Quando fui Sindaco e Presidente del Consorzio Acquedotto Val Lamone, ho avuto l’onore di lavorare con lui, che era stato con Flavio Bellini il primo dipendente ed era quindi la memoria storica e la colonna amministrativa del Consorzio Acquedotto, ricavandone, oltre che la conferma delle sue doti umane, l’opinione netta della sua professionalità, della sua precisione nell’istruire gli atti e le delibere, della sua competenza del suo equilibrio e del suo amore per un istituto che sentiva come una seconda casa. Per Carla, mia amica di infanzia, e per i figli voglio aggiungere che hanno avuto un marito ed un padre straordinario e tutti insieme hanno rappresentato e rappresentano una bella famiglia alla quale tutti quelli che hanno conosciuto Maffo sono vicinini con affetto.

Rodolfo Ridolfi

Una serata per Bel Amì, giornalista, commediografo, poeta.

mercoledì 29 giugno
La musica e le parole della canzone “Creola”, cantata con trasporto dall’affascinante Barbara Briccolani, hanno creato una piacevole e magica atmosfera a conclusione di una manifestazione in omaggio ad Anacleto Francini, nel cinquantesimo anniversario della sua morte.
Il Centro Studi Campaniani e l’Amministrazione Comunale di Marradi hanno voluto ricordare sabato 25 giugno u.s. un marradese che con lo pseudonimo di Bel Amì divenne popolare e caratterizzò un settore teatrale che, seppur definito leggero, ebbe un ruolo non indifferente nella storia del nostro paese e fu non solo elemento di svago, ma anche veicolo di satira sociale e politica.
Della sua vita e della sua attività, che si divise tra il lavoro come giornalista alla Gazzetta del Popolo di Torino e il suo impegno nel mondo dello spettacolo e del teatro, ha parlato con dovizia di particolari il maestro Renato Ridolfi. Ha ricordato come la sua fama sia legata ad un genere di spettacolo chiamato Rivista che lui seppe rendere più ricca, più fantasiosa e priva di volgarità.
I suoi lavori furono messi in scena dalle più famose compagnie del tempo e da attori che ancor oggi fanno la storia del teatro: Macario, Wanda Osiris, Totò.
Il maestro Ridolfi ha voluto mettere in risalto nel centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, la partecipazione di Francini alla prima guerra mondiale, la sua prigionia in Ungheria dove fondò un giornale per il prigionieri. Ridolfi, esperto conoscitore della vita e dell’opera di Bel Amì, già nel 1991, trentesimo anniversario della morte, ne fece la commemorazione e compose il testo delle epigrafi che furono poste nella casa natale a casa Carloni e su quella di famiglia in piazza Rocco Guerrini.
La presidente del Centro Studi Campaniani dott. Mirna Gentilini ha centrato il suo intervento sul rapporto di amicizia tra Francini e Dino Campana, quasi coetanei, che furono compagni di giochi e amici di gioventù.
Negli anni in cui Francini metteva in scena a Marradi nel teatro Animosi le sue commedie musicali “Il marciapiede alla ribalta”(1910) e “Lo Zibaldone” (1911) Campana, che aveva una bella voce tenorile, partecipava come cantante attore ad entrambi gli spettacoli.
Dopo un periodo di lontananza si ritrovarono agli inizi del 1915, quando il poeta si recò a Torino. L’incontro fu importante e le loro conversazioni interessanti tanto da far scaturire nell’animo del poeta una vera ammirazione per l’amico e il desiderio di presentarlo a Papini a cui scrisse una lettera con una raccomandazione accorata, definendolo “ un autentico e vigorosissimo temperamento d’artista” e “ toscano austero della vecchia razza non mai contento di quello che fa”.
Quando Francini fu richiamato sotto le armi, Campana chiese ad un comune amico Aldo Orlandi della Gazzetta del Popolo l’indirizzo e sicuramente tra i due ci fu una corrispondenza di cui purtroppo non ne è rimasta alcuna traccia.
Anzi da parte di Francini, sopravissuto al poeta per ben 29 anni, abbiamo un grande ed inspiegabile silenzio. Forse Bel Amì aveva in mente di scrivere qualcosa, ha sottolineato la dott. Gentilini, che ha raccontato una sua piccola scoperta tra i documenti del Fondo Francini depositati presso il Centro Studi. Tra gli appunti di un programma radiofonico del 1954 dal titolo “La nascita della Rivista” ha infatti trovato uno scritto di mano di Bel Amì con queste parole: “ Con il Rimbaud italiano attore e cantante Dino Campana”. Finalmente un giudizio di Francini su Campana! Un giudizio che pone in evidenza lo spirito irrequieto, tormentato ed errabondo del poeta, ma che lo avvicina come anima gemella al grande poeta francese Rimbaud.
Nella seconda parte della serata è stato presentato un piccolo saggio di alcuni lavori di Bel Amì: dalla bella voce di Claudio Cappelli accompagnato da Giannalisa Mercatali alla tastiera, sono state cantate una nostalgica stornellata e una canzone dall’operetta “Il grillo al castello”; dal giornalino umoristico “Il Marciapiede” del 1906 il simpaticissimo Maurizio Brunetti ha letto in dialetto marradese tre “sonetti biblici” e una lettera al direttore, dove un cittadino affronta questioni di pubblico interesse scrivendo in un italiano che sembra una traduzione simultanea del dialetto.
Al termine della serata la Presidente del Centro Studi ha invitato tutti gli spettatori a visitare la mostra allestita per l’occasione nelle sale del Museo “Artisti per Dino Campana”, dove è stata esposta parte della ricca documentazione del Fondo Francini: manoscritti, appunti, corrispondenza, articoli, testi teatrali, di canzoni,di trasmissioni radiofoniche e materiale iconografico.
Tra le curiosità un volumetto gentilmente concesso dal nipote dott. Adriano Pratesi, figlio della sorella di Francini. In questo libretto sono rilegati una serie di opuscoletti che furono donati dal maestro Giovanni Campana, padre di Dino, al suo alunno Anacleto negli anni 1896 – 1897.
Ogni opuscolo riporta il motivo del dono e la firma del maestro. Nell’ultimo Giovanni Campana scrive: “ A Francini Anacleto perché seguiti a fare onore a sé e ai suoi maestri”.
Francini ha mantenuto il suo impegno.

Mirna Gentilini

Crespino capitale dell’acqua buona e delle fontane. L’assessore Silva Gurioli: “Lamone fiume sacro”.

Mirna Gentilini
domenica 26 giugno
Pieno successo della sesta edizione della manifestazione culturale sulla valorizzazione dell’acqua organizzata dal Comitato Pro Crespino Sul Lamone. Quest’anno l’evento, organizzato su due giornate e condotto dall’infaticabile parroco Don Bruno Malavolti, ha avuto il suo momento centrale nella mattina di Domenica 19 Giugno, quando, presente il Sindaco Paolo Bassetti, che ha indirizzato ai numerosi partecipanti il saluto dell’Amministrazione Comunale, è stata presentata: “La Melodia Dolce dell’Acqua nella poesia di Dino Campana”, con una pregevole relazione di Mirna Gentilini, Presidente del Centro Studi Campaniani. Mirna Gentilini nella sua brillante esposizione si è avvalsa di un video, curato da Lidia Vanni. Dopo il momento lirico è stato il turno degli interventi dei rappresentanti della Consulta Faentina delle Associazioni di Volontariato che, nel sottolineare l’importanza del Progetto TAVOLO AMIENTE sul fiume Lamone, dalla sorgente alla foce, hanno evidenziato la sensibilità dell’Amministrazione Comunale di Marradi che partecipa attivamente al progetto. Nel suo intervento, l’Assessore all’ambiente Silva Gurioli ha posto l’accento sul Lamone come preziosa risorsa da condividere con tutti i Comuni interessati dalla sorgente alla foce. I Comuni ha detto: ” sono responsabilmente chiamati a salvaguardarlo e valorizzarlo”. A margine del convegno l’assessore all’Ambiente ha poi commentato: “L’Amministrazione Comunale segue con attenzione le iniziative del Comitato Pro Crespino tese a valorizzare l’acqua bene prezioso. Crespino in questi ultimi anni a giusto titolo si è meritato l’appellativo di “paese dell’acqua buona e delle fontane”. In questa ottica l’Amministrazione Comunale è impegnata in una complessiva operazione di salvaguardia e di valorizzazione culturale, del fiume Lamone l’unico al mondo insieme al Nilo che scorre da sud verso nord e quindi da considerarsi “fiume sacro”.