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Delegazione di Castelnaudary in visita a Marradi.Sindaco Bassetti: gemellaggio duraturo tra le comunità

venerdì 28 ottobre
Dura da più di 20 anni il gemellaggio tra Marradi e Castelnaudary. In questi giorni, in occasione della Sagra delle Castagne, una delegazione della cittadina francese guidata dal vicesindaco Jean André Taurines è in visita a Marradi. Ieri è stata ricevuta con tutti gli onori in Consiglio comunale dal sindaco Paolo Bassetti mentre domani parteciperà alla tradizionale manifestazione marradese con un proprio stand di promozione turistica: “Lo spirito di questo patto di gemellaggio e amicizia – hanno dichiarato il sindaco Paolo Bassetti e il vicesindaco Jean André Taurines – prosegue da lungo tempo e vogliamo che prosegua ancora per lungo tempo, sia sempre più stretto e radicato non solo tra istituzioni ma anche tra famiglie, giovani e associazioni”.
Prossimamente Marradi ricambierà la visita partecipando alla Festa del Foie Gras, la manifestazione tipica di Castelnaudary. E intanto si prepara agli ultimi due appuntamenti della 48° edizione della Sagra delle Castagne, in programma domani e domenica 30 ottobre, che anno dopo anno si ripete sempre con notevole successo, richiamando migliaia di visitatori dalla provincia di Firenze, dalla Toscana e dai vicini territori dell’Emilia Romagna.
Per tutto il paese stand gastronomici con le tradizionali leccornie, come i tortelli, la torta e le marmellate di marroni, il castagnaccio, i marrons glacés, le “bruciate”, spazi riservati ai classici prodotti del bosco e sottobosco insieme ad altri prodotti artigianali e commerciali. Ad animare il giorno di festa artisti di strada e musicisti itineranti, con attrazioni anche per bambini

Quattrocentoquaranta anni dalla battaglia di Lepanto.

giovedì 6 ottobre
All’alba del 7 ottobre 1571, esattamente 440 anni fa, aveva inizio, nelle acque di Lepanto, una delle più grandi battaglie navali della storia, frutto glorioso degli sforzi della Cristianità. Ci sembra importante ricordarne l’anniversario, e ricordarlo nel modo più serio in questi anni in cui si è riaffacciata prepotentemente l’aggressione violenta e terroristica del fondamentalismo islamico. Lepanto fu una grande vittorie dell’Occidente, una vittoria della Cristianità. Una vittoria contro un mondo di volta in volta arabo, musulmano, islamico ferocemente aggressivo. Un mondo però che ogni volta, e proprio nel cuore dell’Europa, si è infranto contro il valore degli europei, decisi a non cedere la propria terra e le proprie radici, a non lasciare annientare la propria cultura e civiltà fino all’estremo sacrificio. Un’epoca nella quale la Cristianità non confondeva ancora la carità, con una solidarietà che ne è oggi la caricatura: spesso alibi per chi è disposto a sacrificare la propria civiltà per un egoistico bisogno di apparir buono a sé stesso.
A Lepanto e poi a Vienna, l’Europa difendeva il suo modello di civiltà. Sì, ma difendeva anche, le sue chiese e le sue istituzioni. Oggi di fronte alla nuova flotta islamica, gran parte dell’occidente sembra aver perso ogni riferimento all’orgoglio di appartenere ad un mondo libero. La guerra era stata dichiarata a Venezia dai Turchi all’inizio dell’anno precedente: ma all’intimazione di abbandonare Cipro, la Serenissima aveva risposto con un netto rifiuto. La resistenza veneziana, sotto il comando di Nicolò Dandolo, fu tenace, ma non fu possibile evitare lo sbarco e, nonostante le fortificazioni di Nicosia, ancora oggi visibili, fossero appena state innalzate, e la lunga ed eroica difesa sostenuta soprattutto da Romagnoli, la città fu presa il 9 settembre 1570. Le navi cristiane si riunirono a Messina. Erano 208 galere, vale a dire vascelli a remi e a vela armati con artiglieria pesante sulla piattaforma anteriore e leggera sui fianchi. Il grosso della flotta era costituito dalla squadra veneziana. Comandante generale era Don Giovanni d’Austria, fratello del Re di Spagna. Anche ai tempi di Lepanto, la pace era un sentimento condiviso da tutti, Però nessuno era pacifista. Dovremmo oggi, rammaricarci che per impedire tutto ciò si sia combattuta una guerra? Ma crediamo che il dialogo, i tavoli, la predicazione della pace, le missioni umanitarie avrebbero fermato la spinta espansionista dell’Islam, la sua guerra non a caso definita «santa»? Dopo la vittoria di Lepanto, avvenuta proprio nella prima domenica di ottobre (7 ottobre 1571), san Pio V decretò che ogni prima domenica di ottobre si sarebbe dovuta commemorare con rito semplice Nostra Signora della Vittoria.
Rodolfo Ridolfi

Opera In-Stabile presenta “Schubert in Florence”.

Il maestro Pinzauti
martedì 4 ottobre
L’Associazione Culturale Opera In-Stabile presieduta dal rag. Emilio Betti, che ha come presidente onorario il comm. Rodolfo Ridolfi presenta il Corso Monografico di Alta Specializzazione per Direttori d’Orchestra. Docente del corso sarà il M° Alessandro Pinzauti, Cattedra di Direzione d’Orchestra al Conservatorio Luigi Cherubini Firenze e direttore stabile della Camerata Strumentale di Prato. Il corso, unico nel suo genere in Italia, è interamente dedicato all’opera del “Giovane Schubert”. I corsisti si cimenteranno nello studio di cinque Sinfonie: I-II-III-IV e VI sempre con orchestra. Questo primo appuntamento monografico della durata di sette giorni, cinque di corso più due, prevede 24 ore di lavoro sul podio e due giorni di concerto.

126° della nascita di Dino Campana.

Un momento della serata del 20 agosto
martedì 23 agosto
La ristampa del Quaderno . Novità editoriale del Centro Studi Campaniani
La manifestazione in omaggio a Campana che il Centro Studi Campaniani organizza a Marradi il 20 agosto, genetliaco del poeta, ha avuto quest’anno come tema quel complesso di componimenti poetici inediti che fanno parte di una raccolta denominata Quaderno.
L’occasione è stata data dalla proposta del prof. Silvano Salvadori di realizzare una pubblicazione autonoma del Quaderno con un’analisi interpretativa completa dei 43 componimenti che lo compongono.
L’iniziativa, decisamente nuova, è stata accolta favorevolmente dal Centro Studi che con la pubblicazione di questi scritti non solo ha inteso continuare la sua apprezzata attività editoriale, ma ha voluto dare agli studiosi, ai ricercatori, agli appassionati un ulteriore strumento di conoscenza della personalità e della poesia di Campana.
Nella sua introduzione alla ristampa degli inediti campaniani, la presidente del Centro Studi Mirna Gentilini ha sottolineato che, se la vicenda del manoscritto dei Canti Orfici fu avventurosa, non meno lo è stata quella del Quaderno.
Trovato infatti dal fratello Manlio in un baule della soffitta nella casa di Marradi e consegnato ad Enrico Falqui, che ne curò la pubblicazione nel 1942 con la riproduzione fotografica di alcune poesie, è incredibilmente sparito ed è a tutt’ oggi introvabile.
Secondo quanto scrive Falqui le poesie, di cui il Quaderno è pieno, dalla prima all’ultima pagina, tutte autografe, con correzioni e varianti eseguite in tempi diversi, “come lasciano supporre gli inchiostri di differenti colori”, furono ricopiate da Campana per propria memoria.
Sicuramente il Quaderno fu una fonte a cui il poeta attinse nel momento di scegliere e redigere in modo più consono alle sue esigenze alcune liriche che inserì nei Canti Orfici, mentre tutte le altre furono da lui trascurate .
Alcuni componimenti hanno avuto nel tempo una loro personale fortuna come Poesia facile o Tre giovani fiorentine camminano, ma la gran parte degli altri testi sono rimasti sconosciuti al largo pubblico o quanto meno dimenticati.
Eppure il Quaderno ci dà un quadro esauriente di Dino poeta, ci permette di fare il punto di ciò che Campana è stato prima dell’elaborazione dei Canti.
Da qui è partito il prof Salvadori, nella sua presentazione di un lavoro che lo ha impegnato per lungo tempo, permettendogli di cogliere aspetti nuovi e impensati della poetica campaniana .
Architetto, storico dell’Arte e dirigente scolastico collabora con il Centro Studi di cui è socio e da vari anni si dedica al poeta.
In occasione della manifestazione tenuta a Marradi per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ha analizzato e spiegato in modo nuovo e ricco di argomentazioni il Canto proletario italo francese , unico testo poetico dedicato all’Italia da Campana.
Questa iniziativa si è inserita nelle numerose e varie attività che sono state promosse dal Centro Studi durante l’anno e che la presidente ha elencato con soddisfazione affermando che l’interesse per Campana e la sua poesia rimane intenso e costante come dimostrano i molti articoli nella stampa quotidiana, le recenti pubblicazioni e le numerose visite alla sede dell’Associazione da parte di semplici turisti, di laureandi e di ricercatori, come lo studioso russo che ha soggiornato a Marradi per circa un mese e che si accinge a tradurre l’opera di Campana a Mosca.
Il programma della serata, che si è protratta sino a tarda ora, si è concluso con la lettura e il relativo commento di brani tratti da Quaderno, accompagnati da proiezioni e da musiche di scena eseguite da Elena Cortese al pianoforte, Stefano Bianchi al violino e Eugenio Pannocchi alla chitarra.
I testi scelti e interpretati magistralmente da Salvadori sono stati da lui spiegati puntualmente, rapportandoli alla cultura e al vissuto del poeta da cui spesso prendono vita.
Ciò che più ha colpito è stato il confronto con le opere pittoriche o scultoree di grandi artisti che Campana apprezzò e che stimolarono la sua fantasia.
Salvatori ha attualizzato ed amplificato ciò che i testi gli hanno suggerito, secondo quell’idea di Whitman, autore amato da Campana, per cui siamo noi lettori a dover completare e a volte spiegare ciò che il poeta intuisce e volutamente lascia ambiguo affinché ci esercitiamo non solo nell’ascolto ma nella riscoperta della parola. Quella parola che Campana, da perfetto musicista, seppe far suonare come uno strumento musicale e gli permise giustamente di scrivere : “ I miei versi sono meravigliosi: a qualcuno /Potrà sembrare tutta robetta da fiera/E’ una grande illusione, sono fatti/ Di tutto quello che vi piacerà.”

Mirna Gentilini